Il postmodernismo e l'evoluzione della scienza nel '900

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Categoria:Storia

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Testo

postmodernismo]
Accanto al decostruzionismo di Derrida, le analisi, che piщ segnarono lo spirito dell'epoca, furono quelle proposte dal "postmodernismo", inaugurato da Jean-Franзois Lyotard. Ne La condizione postmoderna del 1979, un'opera subito riecheggiata nel mondo delle arti e dell'architettura, Lyotard descrisse una societа pluralistica caratterizzata da una frammentazione dei linguaggi, che relativizzava il discorso filosofico, negandogli qualsiasi valenza universalistica. La crisi dei grandi sistemi per Lyotard rifletteva, quindi, la loro resistenza ad accettare tale stato di fatto mentre, d'altra parte, la riduzione della filosofia a discorso sulla logica ne faceva un mero sapere tecnico.
Il postmodernismo di Lyotard trovт immediatamente molti epigoni alcuni dei quali, come Gianni Vattimo, teorizzarono la necessitа di un "pensiero debole", una sorta di hegelismo attenuato, nel quale il pensiero filosofico non doveva costituire un progetto politico o un'interpretazione complessiva, bensм configurarsi come mero discorso sull'esistente e, come tale, anti universalistico e passibile di correzioni.
Il successo del postmodernismo a vari livelli, da quello del mondo intellettuale piщ serio ai salotti della buona conversazione passando per un nutrito gruppo di architetti e galleristi d'arte, fu accompagnato da aspre critiche.Tra queste, spiccarono quelle poste dal "francofortese" Jьrgen Habermas, che rilevт la componente neoconservatrice insita nelle tesi postmoderniste che, benchй scaturissero da un impulso liberatrio, in effetti, postulavano l'impossibilitа e l'irrilevanza di un discorso complessivo di critica e di emancipazione razionale. Lo stesso Lyotard, in anni piщ recenti, si и allontanato dagli aspetti piщ edonistici e effimeri del postmodernismo, recuperando una dimensione etica collegata a una disperazione del vivere di colore esistenzialista. Derrida, a sua volta, si и riavvicinato a un'ottica marxista ed и giunto ad occuparsi di argomenti forti, quali la morte e il diritto positivo, abbandonando i giochi testuali del decostruzionismo.
Le scienze
La scienza contemporanea и sempre piщ una scienza del numero, caratterizzata dall'elaborazione di modelli matematici sempre piщ complessi, e dallo spostamento continuo dei confini delle conoscenze, oltre l'osservabile e lo sperimentabile.
Ciт ha prodotto il paradosso di un sapere scientifico, irrimediabilmente precluso alla comprensione della societа circostante nello stesso momento, in cui le scoperte delle scienze fisiche e le conseguenti applicazioni tecnologiche governano sempre di piщ i meccanismi dell'esistenza quotidiana.
L'estensione del dominio materiale delle scienze sul mondo, oggi, risulta inversamente proporzionale alla capacitа della razionalitа scientifica di fornire un paradigma culturale di riferimento per le societа umane, creando cosм una profonda contraddizione tra esperienza quotidiana e interpretazioni della realtа.
Nella seconda metа del secolo, il grande progresso delle scienze fisiche, la loro frammentazione in branche sempre piщ specialistiche, e la crescente complessitа delle attivitа di ricerca hanno allargato il distacco tra la comunitа degli scienziati e la societа, approfondendo una tendenza radicatasi nei decenni precedenti. Alla fine degli anni Ottanta, il numero degli scienziati e degli sperimentatori impegnati in ricerche di punta aveva raggiunto il livello di circa cinque milioni di persone, una cifra enormemente superiore alle poche migliaia degli inizi del secolo. Essa rappresentava la punta di una massa potenziale ancora piщ vasta, pari a circa il 2% della popolazione mondiale. Tuttavia, mentre a questo sviluppo quantitativo ha corrisposto, ovunque nel mondo, una crescente ricaduta sociale delle conoscenze scientifiche e delle tecnologie applicate, la scienza si и allontanata irrimediabilmente dalla comprensione comune. Ciт ha prodotto uno scarto considerevole tra l'esperienza quotidiana di una vita fortemente tecnologizzata e l'impossibilitа di maturare una comprensione sostanziale di un paradigma culturale che, pur dominando l'organizzazione sociale contemporanea, risulta ad essa del tutto estraneo. Tale separazione si radica nelle complessitа teoriche dell'alta ricerca scientifica e nella natura numerica di un sapere, che и solo falsamente rappresentato dalle metafore narrative della letteratura di divulgazione. Oggi, le scienze quantitative ambiscono a elaborare una teoria generale, che dia ragione dei fenomeni matematicamente prevedibili ed eventualmente verificabili sull'intero spettro della scala spazio temporale, compresa tra i confini della grandezza infinita e dell'assenza di grandezza. Ma tale possibile cosmologia risulta comprensibile solo attraverso le sue osservabili conseguenze tecnologiche, che risultano prive di un sistema di riferimento, divenendo un'appendice delle manifestazioni piщ superficiali dell'esistente.
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Il collegamento tra fisica astronomica e fisica nucleare, avviato sostanzialmente con la teoria della relativitа generale di Albert Einstein, si и ulteriormente rafforzato nel dopoguerra, soprattutto dopo l'elaborazione del "modello standard" nel 1968. Tale teoria spiega il funzionamento di tutti i fenomeni naturali, ipotizzando l'esistenza di determinate particelle e forze che agiscono nell'universo. Il modello standard si basa sull'esistenza di due famiglie di particelle fondamentali (quark e leptoni) che si combinano, producendo particelle complesse e atomi. Esso, inoltre, teorizza l'esistenza di quattro forze universali: elettromagnetismo, gravitа, forza nucleare debole e forza nucleare forte (queste ultime due, agenti solo a livello atomico). Dall'introduzione di questo modello interpretativo, la fisica delle particelle e la cosmologia hanno condiviso un percorso di ricerca, tendente a replicare date condizioni nelle quali si prevede, sulla base delle teorie matematiche, il verificarsi di determinati "eventi" fisici. Lo scopo и quello di definire una teoria, che dia conto delle difformitа irrisolte tra fisica newtoniana e meccanica quantistica, e tra quest'ultima e la teoria della relativitа generale. Per quanto riguarda la cosmologia, si cerca di replicare le condizioni ipotizzate in prossimitа della "singolaritа iniziale" (che, nell'ambito della teoria nota come "big bang", identifica il momento di nascita dell'universo) e di trarre indicazioni sulla materia collegate alle previsioni sulla struttura e sul futuro del cosmo.
Proprio nel momento in cui le scienze fisiche sono probabilmente vicine a fornire un modello teorico onnicomprensivo, che renda conto della struttura del mondo fisico, tale traguardo appare, perт, sempre di piщ una metafisica. La struttura sensibile del vivere umano si rivela incommensurabile, con un universo che si svela attraverso la sua scomposizione tendente all'infinito, segnalando una crisi profonda del paradigma scientifico e della sua aspirazione a ricondurre il mondo del sensibile e la coscienza dell'essere, in una cosmologia riduttivamente materialista.
Negli anni Settanta, l'applicazione di modelli teorici complessi e l'introduzione di tecniche sperimentali sofisticate, e di sistemi di simulazione statistica e grafica sempre piщ potenti (primi fra essi i grandi elaboratori) hanno portato allo sviluppo di una nuova disciplina, centrata sullo studio dei sistemi caotici e alla nascita di una corrispondente "teoria del caos". La teoria del caos si fonda sull'imprevedibilitа del comportamento di un sistema caotico dopo un certo intervallo di tempo, data l'impossibilitа teorica e pratica di misurare con esattezza sufficiente i dati necessari alla determinazione degli eventi. Elaborata, inizialmente, in ambito meteorologico, la teoria del caos si dimostrт adatta a descrivere il funzionamento di sistemi di natura disparata come i mercati economici e il ciclo evolutivo delle specie animali, le perturbazioni atmosferiche e le contrazioni cardiache, il moto degli asteroidi e i circuiti elettronici non lineari. Piщ ancora dell'introduzione, nel 1927, del principio d'indeterminatezza, che aveva implicato la natura statistica della meccanica quantistica, se non anche di tutte le scienze fisiche, i nuovi studi sui sistemi caotici dimostrarono le conseguenze potenzialmente dirompenti delle nuove conoscenze. La teoria del caos, infatti, contraddiceva il principio di causalitа newtoniana, postulando l'impossibilitа di discendere da una situazione causale a una conseguenza necessaria nei sistemi caotici, data l'imprevedibilitа combinatoria che li caratterizza, e, in ambito di biopaleontologia, modificava sostanzialmente l'evoluzionismo deterministico darwiniano, anche nella sua piщ recente versione genetica. Inoltre, discernendo meccanismi d'interazione tra variabili infinitesimali e effetti macroscopici nei sistemi complessi, la teoria del caos ha costituito la base per sviluppare una disciplina scientifica dell'ecologia, tuttora in corso di elaborazione.
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I considerevoli avanzamenti postbellici, nel campo della genetica e della biochimica, e lo studio del comportamento animale hanno rafforzato una corrente di pensiero, che interpreta l'uomo alla luce di un pronunciato determinismo biologico.
Esso mette in discussione la legittimitа dei sistemi, che analizzano l'esperienza individuale e il funzionamento delle societа sulla base della speculazione filosofica e delle discipline della psicologia e delle scienze umane.
L'attuale livello delle conoscenze sulle strutture del DNA e sulla fisiologia dell'attivitа cerebrale ripropone un dibattito - quello sui rapporti tra coscienza e fisicitа corporea - che ha percorso tutta la storia della riflessione sull'uomo, sino all'attenzione particolare del nostro secolo alla dicotomia mente-corpo e al tentativo di superarla, spesso ideologicamente, decretando la scomparsa dell'una o la scarsa rilevanza dell'altro.
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Nel 1953, due scienziati anglosassoni realizzarono il modello interpretativo del DNA, la molecola contenente le informazioni, utilizzate nel funzionamento di tutte le cellule degli organismi viventi. La comprensione dei meccanismi dell'ereditarietа e del funzionamento di tali informazioni ha rivoluzionato la genetica, aprendo la strada alle tecniche di manipolazione del corredo genetico (o genoma) sviluppate a partire dagli anni Settanta. И attualmente in corso un progetto di mappatura dell'intero genoma umano, che dovrebbe concludersi nel 2005. Lo sviluppo degli studi di genetica ha avuto estrema importanza nel campo della biologia evoluzionistica, dove uno degli interrogativi oggi piщ dibattuti riguarda il livello al quale si verificherebbe la selezione evoluzionistica, se, cioи, al livello individuale, di gruppo o appunto genetico, e, in quest'ultimo caso, se attraverso selezioni o piuttosto variazioni casuali del patrimonio genetico. Le conseguenze della tecnologia genetica sono altrettanto vaste, e interessano la medicina (rendendo possibile la replicazione o la creazione di sostanze farmacologiche), l'economia (permettendo la selezione di specie vegetali e animali) e la societа (come nel campo delle tecnologie della riproduzione).
Piщ in generale, le scoperte della genetica contemporanea, trasferite nella sociobiologia neoevoluzionistica, hanno rafforzato le posizioni della scuola di pensiero "fisicalista", che interpreta l'uomo e i suoi processi coscienti, come il risultato esclusivo della sua natura fisicamente determinata. I sostenitori del fisicalismo prefigurano una concezione dell'etica sottratta alla dialettica tra essere e dover essere e fondata, al contrario, su un'oggettivizzazione biologica degli imperativi comportamentali umani, che si assumono dati eventualmente modificabili solo tramite interventi di biotecnologia. La principale obiezione a tale riduzionismo biologico proviene da chi, superando il dualismo mente-corpo, sottolinea, comunque, la qualitа significante (e quindi sociale, perchй contestualizzata) dei processi mentali e dei comportamenti, pure se fondati sulla base di determinati fatti fisiologici, recuperando, quindi, una nozione unitaria di soggetto individuale, quale ente concettualmente e praticamente indivisibile.
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Lo studio del comportamento umano, applicando i criteri interpretativi dell'etologia fondata sullo studio delle specie animali e sviluppata a partire dagli anni Trenta, costituisce un'altra dimensione recente dell'intreccio tra la ricerca scientifica sull'uomo e i temi al centro della riflessione filosofica e delle scienze sociali. Tuttavia, a differenza delle pretese riduzionistiche della sociobiologia, che sostiene l'esclusiva origine genetica dei comportamenti e delle emozioni, e fonda su ciт la sua analisi dei comportamenti individuali e sociali, l'etologia umana sottolinea, al contrario, anche l'importanza delle condizioni sociali sulla determinazione del comportamento. Questo и ritenuto, infatti, quasi sempre il risultato di fattori tanto genetici quanto acquisiti, e quindi ambientali, e non solo il riflesso di predisposizioni genetiche, pure presenti. L'etologia umana, perciт, non si и limitata ad approfondire gli aspetti geneticamente determinati del comportamento dell'uomo, in quanto animale dato, quali emergono, ad esempio, in molte forme di espressione del comportamento non verbale, come l'espressivitа facciale delle emozioni, che risulta essere indipendente dalle culture e dal linguaggio. Accanto a ciт, essa ha sviluppato studi pilota volti a determinare l'influenza dei fattori ambientali e degli eventi traumatici, verificatisi durante il periodo dell'infanzia sul comportamento adulto, riscontrando correlazioni statistiche precise. La dimensione ambientale e quella genetica del comportamento, perciт, portano l'etologia umana ad analizzare l'uomo, in quanto animale sociale, ipotizzando modelli d'interazione che tengono conto della comunicazione e dell'apprendimento finalizzato, ciт che и del tutto assente nella sociobiologia genetica.
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Esempio



  


  1. mario

    evovoluzione della tecnologia nel 9