Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Numero di pagine: | 5 |
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NUOVI ORIZZONTI DELLE SCIENZE
Assurge a simbolo degli eccezionali progressi scientifici compiuti negli anni tra le due guerre la trasvolata di Lindbergh effettuata dagli Stati Uniti alla Francia nel 1927. Le scoperte e le invenzioni riguardano molti campi, ma forse quelle dell’astronomia assumono un potere magico nel loro tentativo di sondare l’Universo. Sono anni di grandi passioni come quella che lega Nobile e il polo Nord. Tutti i grandi protagonisti delle altre scoperte scientifiche sono spinti da un travolgente spirito di ricerca.
Il 20 maggio 1927 Charles August Lindbergh compie la trasvolata atlantica senza scalo dall’aeroporto di Roosevelt Field presso New York fino all’aeroporto parigino Le Bourget. E’ il primo uomo a compiere un’impresa simile. Nato a Detroit nel 1902, dopo gli studi di ingegneria, interrotti nel 1922, segue la sua passione e frequenta una scuola d’aviazione. Nel 1924 si arruola nell’aviazione militare degli Stati Uniti, raggiungendo il grado di capitano. Nel 1926 pilota gli aerei per il trasporto postale sulla rotta Chicago-St. Louis. L’anno successivo decide di tentare l’impresa del primo volo senza scalo da New York a Parigi. L’aereo scelto è un piccolo monoplano Ryan che battezza The Spirith of St. Louis, munito di un unico motore Wright da 220 CV. Prima di affrontare il volo intercontinentale, Lindbergh effettua la traversata degli Stati Uniti da S. Diego a New York. Distanza coperta in 21 ore e 20 minuti. Finalmente il 5 maggio 1927 decolla dal Roosevelt Field alla volta della Francia. Copre la distanza di 5.870 chilometri in 33 ore e 32 minuti. Il volo gli procura oltre alla grande notorietà, anche un premio di 25 mila dollari e la promozione a colonnello. I voli di Lindbergh proseguono negli anni successivi: un raid dagli USA alla Cina (descritto nel suo libro North to the Orient), la trasvolata dagli Stati Uniti al Giappone e soprattutto il periplo dell’Atlantico (oltre 33 mila miglia) nel 1933.
I progressi dell’astronomia tra i due conflitti mondiali sono strettamente legati al progresso degli strumenti di osservazione. Un nuovo impulso all’osservazione e alle ricerche astronomiche viene dalla scoperta da parte dell’ingegnere americano Karl Guthe Jansky delle onde radio provenienti dalla nostra galassia, scoperta che pone quindi le basi della moderna radioastronomia. Il primo radiotelescopio è creato in America nel 1947. Prima di allora l’astronomia si rivolge ancora allo studio delle stelle con i metodi statistici, allo studio degli ammassi stellari, all’osservazione del nostro sistema solare (Astronomia siderale). Tra le personalità scientifiche più eminenti è da annoverare l’americano Edwin Powell Hubble. Dall’osservatorio del Monte Wilson, nel 1924, grazie a un telescopio del diametro di 250 centimetri, questi scopre come alcune nebulose siano galassie con struttura simile alla Via Lattea e come esse siano poste esternamente a essa. Attraverso i suoi studi deduce nel 1929 la “Legge di Hubble” secondo la quale le nebulose si allontanano dalla nostra galassia a una velocità proporzionale alla distanza dalla Via Lattea, dimostrando in tal modo l’espansione dell’universo. Sulla Via Lattea si concentrano negli stessi anni gli studi dell’astronomo americano Harlow Shapley che determina per primo la forma e le dimensioni della nostra galassia. Il 1930 è l’anno della scoperta dell’ultimo pianeta del sistema solare: Plutone (l’ottavo pianeta, Nettuno era stato scoperto da J.G. Galle alla fine del XIX secolo). A compiere la sensazionale osservazione del corpo celeste sono gli scienziati Slipher, Lampland e Tombaugh dall’osservatorio Lowell di Flagstaff.
Il nome di Umberto Nobile è legato all’esplorazione del circolo polare artico. Laureato in ingegneria presso l’Università di Napoli, Nobile si arruola come ufficiale nell’esercito italiano. I suoi studi e i suoi interessi si concentrano sul volo. In particolare si segnala per la competenza nella progettazione dei dirigibili. Nel 1926 gli viene affidato il comando del dirigibile Norge, con il quale sorvola il Polo con funzioni di appoggio alla spedizione. Amudsen-Ellsworth. In questa occasione compie un volo senza scalo dalle isole Spitzemberger fino all’Alaska. Alla fine della missione lo stato maggiore dell’esercito lo nomina generale e gli affida il progetto di compiere una nuova spedizione polare. I preparativi sono alacri, lo stesso Nobile si occupa di progettare e costruire, col sostegno dell’Università di Napoli, un nuovo dirigibile, l’Italia. L’aerostato ha una capacità di 18.500 metri cubici di idrogeno ed è spinto da un propulsore da 750 cavalli di potenza. La partenza è fissata per il 16 aprile 1929. Venti giorni dopo, il 6 maggio, raggiunge la nave appoggio Città di Milano presso la Baia del Re, nelle isole Spitzemberger. L’equipaggio è questa volta interamente italiano. Sedici uomini che dovranno percorrere oltre 4.000 chilometri. Il 24 maggio il dirigibile raggiunge il Polo. La spedizione sembra riuscita.
La tragedia si compie sulla via del ritorno a causa delle proibitive condizioni atmosferiche. Il 25 maggio l’Italia perde quota e tenta un atterraggio di fortuna sulla banchisa. Nell’urto dieci uomini, tra i quali lo stesso Nobile, sono scaraventati sui ghiacci, altri sei rimangono imprigionati nella cabina del dirigibile che si rialza in volo. Del dirigibile e dei sei uomini non si saprà più nulla. I sopravvissuti, allestita una tenda rossa nel quale trovano riparo, cercano di comunicare con la base delle isole Spitzemberger, apparentemente senza risultato. Tre uomini dell’equipaggio decidono allora di tentare la traversata a piedi fino alla base delle Spitzemberger lontana circa sessanta chilometri. Finalmente, il 6 giugno, un radioamatore sovietico capta l’SOS dei sopravvissuti. Cominciano le ricerche. Amudsen parte alla ricerca di Nobile sul suo bimotore, ma perde la vita. Il 12 luglio, a quasi cinquanta giorni dall’incidente, il rompighiaccio sovietico Krassin raggiunge i superstiti e trae in salvo due dei tre uomini partiti a piedi. In tutto, insieme al generale Nobile, si salvano in sette. Tornato in Italia Nobile è accusato da una Commissione d’Inchiesta di gravi inadempienze. Stizzito si dimette dall’esercito e si rifugia prima in Unione Sovietica e, dal 1936, negli Stati Uniti.
L’età compresa tra il 1919 e il 1945 ha rappresentato un periodo di progressi scientifici senza precedenti per ampiezza, velocità e possibilità di applicazione pratica. In questi anni sono stati raccolti i frutti di quattro secoli di scienza moderna tanto compiutamente da trasformare l’aspetto stesso della nostra civiltà, della nostra vita quotidiana, perfino della nostra mentalità. Il progresso della medicina ha permesso la realizzazione di nuovi farmaci: dalla penicillina (Fleming, 1929) e la sua successiva trasformazione in antibiotico (Chain e Florey, 1940) ai sulfamidici (solfapiridina, ottenuta da Ewins e Phillips e applicata nel ‘38 nella cura della polmonite e di altre patologie mortali). Nella fisica sono fondamentali le ricerche sull’atomo e la sua struttura (scoperta dei neutroni, Chadwich 1932). Sulla loro trasformazione in isotopi radioattivi (Fermi, 1933) e sugli sviluppi applicativi nella scienza atomica. Anche il progresso della tecnica metallurgica ha posto le premesse per la creazione di nuovi materiali: il nichel, il cobalto, il tungsteno, il vanadio e molte altre leghe si sono aggiunte alla già rilevante quantità di prodotti metallici. Nel 1930 viene scoperta e sintetizzata la gomma. Nello stesso anno è prodotto dalle industrie chimiche il perspex, la prima materia plastica in grado di sostituire il vetro. Anche la produzione industriale si avvale di nuove tecniche di produzione: Henry Ford sperimenta nel 1913 la catena di montaggio destinata al perfezionamento negli anni venti. Sono anni decisivi anche nello studio del nostro pianeta e delle origini dell’uomo: l’uso delle onde elettromagnetiche e della riflessione delle onde di percussione hanno permesso lo studio del sottosuolo e delle sue ricchezze; il rinvenimento di resti fossili umani a Steinheim nel 1933 e a Swanscombe due anni dopo rivoluzionano la teoria sull’origine dell’uomo, e affermano la sua discendenza dall’homo sapiens e non più dall’uomo di Neanderthal.