Giuseppe Mazzini

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Testo

GIUSEPPE MAZZINI
Nasce a Genova nel 1805. Nel 1820, a soli quindici anni, fu ammesso all’Università: in primo tempo agli studi di medicina, poi passò a quelli di legge. Il 6 aprile del 1827 ottiene la laurea in Utroque Jure.
Nel 1827 divenne membro della carboneria.
La sua attività rivoluzionaria, lo costrinse a rifugiarsi a Marsiglia, dove nel 1831 organizzò un nuovo movimento politico: “La Giovane Italia”, il cui scopo era l’unione degli stati italiani in un’unica Repubblica.Il movimento La Giovane Italia, dovrà educare alla gestione della cosa pubblica, ad essere buoni cittadini: il popolo avrà diritti e doveri.
Mazzini fondò altri movimenti politici per la liberazione e l’unificazione di altri stati europei. Fondò, ad esempio, “La Giovane Europa”, come associazione rivoluzionaria europea, che doveva usare strumenti rivoluzionari e democratici per realizzare nei singoli Stati una coscienza nazionale e rivoluzionaria.
L’obbiettivo repubblicano ed unitario avrebbe dovuto essere raggiunto con un’insurrezione popolare. In questo processo unitario europeo, all’Italia spetta un’alta missione: quella di riaprire, conquistando la sua libertà, la via la processo evolutivo dell’Umanità. L’iniziativa italiana che avverrà sulla base della fraternità tra i popoli, consisterà quindi nel dare l’esempio per una lotta che porterà alla sconfitta dell’Impero Asburgico e della Chiesa cattolica.
Raggiunti gli obiettivi primari dell’unità e della Repubblica, l’Italia darà quindi il via a questo processo di unificazione sempre più vasta per la creazione di una terza civiltà formata dall’associazione di liberi popoli.
Il movimento mazziniano ebbe anche un forte ruolo di promozione dei diritti della donna.
Mazzini continuò a perseguire il suo obiettivo con inflessibile costanza, anche da esiliato.
Egli esorta la popolazione a non accontentarsi della riforme che non radicavano nel tempo quella libertà e quell’uguaglianza di cui il popolo aveva bisogno. Per fare ciò, alla testa del popolo dovranno esserci la classe colta ed i giovani. Questa rivoluzione dovrà portare alla Repubblica.
Tuttavia, la sua importanza fu più ideologica che pratica. Dopo il fallimento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini ne era stato a capo, i nazionalisti italiani cominciarono a vedere nel re del Regno di Sardegna e in Camillo Benso conte di Cavour i leader del movimento di riunificazione.
Ciò volle dire separare l’unificazione dell’Italia dalla riforma sociale e politica invocata da Mazzini. Egli non accettò mai la monarchia e continuò a lottare per gli ideali repubblicani.
Nel 1870 fu di nuovo arrestato e costretto all’esilio, ma riuscì a rientrare sotto falso nome a Pisa, dove visse nascosto fino al giorno della sua morte.
Giuseppe Mazzini morì a Pisa nel 1872.
Il pensiero politico mazziniano, può essere collocato in Europa dopo la rivoluzione del 1830, ma era già presente nei contrasti al Congresso di Vienna.
Secondo Mazzini, senza una patria libera nessun popolo può realizzarsi, né compiere la missione che Dio gli ha affidato. Un obiettivo ben diverso dalla visione napoleonica, in cui la Francia doveva essere la Grande Nazione dell’Europa.
La futura unità europea, nell’idee mazziniane, doveva svolgersi prima di tutto attraverso l’affermazione delle nazionalità oppresse. A queste ultime appartenevano il popolo italiano, germanico e polacco.
Mazzini sarà avversario delle idee marxiste, perché i socialisti ragionano per gli interessi di una sola classe: il proletariato. Mazzini punta invece su una forma di lavoro cooperativo.
Quasi tutti i grandi personaggi del Risorgimento aderirono al mazzinianesimo, ma pochi vi restarono. Purtroppo il contenuto religioso profetico del pensiero mazziniano era rivelatore di una nuova fede, ma frenava l’azione politica.
La dottrina politica di Mazzini si rifà al pensiero religioso che ispira il periodo della restaurazione, seguito alla caduta dell’impero napoleonico.
Nasceva allora una nuova concezione della storia che smentiva quella degli illuministi, basata sulla ragione.
Le vicende della Rivoluzione francese e il periodo napoleonico avevano dimostrato che gli uomini si propongono di inseguire alti e nobili fini che s’infrangono dinanzi alla realtà storica.
Dunque, la storia non è guidata dagli uomini ma è Dio che agisce nella storia. Esiste quindi una Divina Provvidenza.
Da questa nuova concezione romantica nascono due visioni contrapposte: una prospettiva reazionaria, secondo la quale Napoleone è stato l’Anticristo ed ora Dio segnerà la fine della storia malvagia e farà volgere gli uomini al passato, per fargli preservare quanto di buono era stato fatto; ed un’altra prospettiva che potremmo definire liberale, che vede una sorta di vendetta di Dio, che voglia punire gli uomini per la loro presunzione di creatori della storia.
Quest’ultima concezione è presente in Italia nell’opera letteraria di Alessandro Manzoni.

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