Materie: | Appunti |
Categoria: | Storia |
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Testo
FRANCIA: La restaurazione porta a un’interpretazione restrittiva dei valori costituzionali: Costituzionalismo Aristocratico. Luigi XVII concesse una Carta costituzionale che limitava il numero degli elettori, la carta attribuiva solo una parodia di potere legislativo: quello di poter votare le leggi esposte dal re senza poter votare nemmeno un emendamento(modifica di un testo di legge ad opere di un’assemblea parlamentare). La Camera francese succube del volere dell’esecutivo fu chiamata “camera introvabile”. Rivoluzione in Francia(’30-’48): la Francia viveva in una situazione di arretratezza sul piano della crescita industriale ed economica rispetto ai Paesi anglosassoni. La politica francese infatti, non si era orientata intorno ai grandi interessi del mondo produttivo, ma era rimasta legata alle problematiche ideologiche: la laicità dello stato, rapporto tra tradizione e progresso, le responsabilità passate e presenti dei giacobini, dei clericale e dei bonapartisti. La Destra clericale(atteggiamento politico e sociale subordinato agli interessi temporali della chiesa) e la sinistra liberale difendeva tradizione e principi della Rivoluzione. Il totale disinteresse per l’economia rallentarono lo sviluppo istituzionale e democratico dello stato francese. Carlo X limitò la libertà di stampa, rafforzò il monopolio della Chiesa sull’insegnamento ed attuò una riforma elettorale a favore dei più ricchi. La popolazione francese, che ereditava gli ideali della rivoluzione, si oppose al sovrano e la svolta si ebbe con la vittoria dei liberali alle elezioni(’30). Il governo abolì la libertà di stampa e modificò ulteriormente il sistema elettorale, in favore dei più ricchi. I parigini scoppiarono in rivolta nelle “Tre gloriose giornate” e riuscirono a far cadere il re. I capi della insurrezione si dichiararono monarchici, eliminando il pericolo di una seconda rivoluzione e fu eletto re Filippo d’Orléans. Il re ampliò l’elettorato e avviò la laicizzazione dello stato. in questi anni nacque la borghesia finanziaria(l’insieme dei gruppi capitalistici che controllano il sistema produttivo) che si sentiva tradita e defraudata dalla politica moderata dei liberali. Il 1848 in Francia: nel ’48 le borghesie nazionalistiche e liberali e la classe operaia democratica e socialista, spinte da una crisi economica diedero vita ad un movimento rivoluzionario. Luigi D’Orleans appoggiava la borghesia finanziaria trascurando il settore imprenditoriale. La media borghesia promuoveva una soluzione politica repubblicana, essi infatti chiedevano il suffragio universale maschile l’istruzione elementare obbligatoria e l’introduzione dell’imposta sul reddito. A sinistra invece vi era il nascente movimento operaio che era attratto dalle idee socialiste e comuniste. Il 24 febbraio al seguito di gravi scontri fra l’esercito e il popolo parigino fu scacciato il re e fu proclamata la repubblica. Il diritto al lavoro divenne la prima rivendicazione della classi povere. Blanc, rappresentate socialista, istituì gli opifici nazionali, imprese pubbliche, nelle quali i disoccupati potevano trovare lavoro. I borghesi cominciarono a considerare gli operai come fannulloni e gli operai cominciarono a considerarli come traditori del popolo. Nel giugno scoppiò una guerra civile che fu repressa il 23 giugno che riportò al potere la destra e all’elezione come presidente di Napoleone III. SECONDO IMPERO: durante la sua presidenza si rivelò un politico abile nel perseguire il consolidamento del proprio potere. Lasciò che il parlamento a grande maggioranza monarchica varasse misure restrittive della libertà, ma se pur appoggiando i conservatori si atteggiò però a difensore della sovranità popolare, del suffragio universale maschile e degli interessi della nazione contro la politica corrotta. Il 2 dicembre 1851 realizzò il colpo di Stato, dopo aver indetto due plebisciti ratificò la restaurazione dell’Impero. Il Secondo impero durò 20 anni e fu un periodo molto negativo per le libertà: manipolazione delle elezioni, limitazioni della stampa e chiusura conservatrice verso la cultura. In questi anni la Francia fu al centro di una crescita economica che portò alla costituzione di una moderna struttura internazionale.
ITALIA: MOTI DEL ’31IL NAZIONALISMO DEM.: MAZZINI: Italia,unita e democratica. Colpito dal fallimento dei moti rivoluzionari fondo un partito, la Giovane Italia. Affermava il Principio di Nazionalità contro il Principio di Legittimità. Credeva in una alleanza di tutte le forze della società cioè in una cooperazione fondata sul mutuo soccorso(iniziative atte a fornire ad operai ed artigiani assistenza in caso di malattia, disoccupazione o cessazione del lavoro) e pervasa da un afflato morale e deista(movimento filosofico che si fonda su l’opposizione fra religione naturale(universale) e le religioni storiche (particolari). GIOBERTI: idea Neo-guelfa, in cui riprendeva il progetto della supremazia papale in chiave nazionalistica, infatti immaginava una confederazione di stati sotto presidenza del papa. BALBO: unificazione sotto un unico sovrano:Savoia. 1848 IN ITALIA: La notizia dell’allontanamento di Metterich raggiunse Milano, dove da tempo covava l’insofferenza antiaustriaca. La città insorse e dopo 5 giorni di combattimenti per le strade (18/22 Marzo) le truppe austriache dovettero abbandonare Milano; fu costituito un governo provvisorio formato da moderati, anche se a condurre la lotta erano stati soprattutto artigiani, operai e piccola borghesia sotto la direzione del democratico Carlo Cattaneo. Il 17 Marzo era insorta anche Venezia dove fu ripristinata la Repubblica sotto la direzione dei democratici Nicolò Tommaseo e Daniele Manin. Governi provvisori liberali si erano costituiti anche nei ducati di Modena e Parma.
Incalzati da ogni parte, gli austriaci ripiegarono nel quadrilatero di fortezze costituito da Peschiera, Verona, Mantova e Legnano, dove il maresciallo Radetzky attendeva rinforzi da Vienna per scatenare la controffensiva. Il governo provvisorio milanese si rivolse allora a Carlo Alberto perché assumesse la direzione di quella che si incominciava a chiamare “guerra di indipendenza”. Il 23 Marzo Carlo Alberto apre le ostilità contro l’Austria che avrebbero dovuto coinvolgere tutti gli altri stati Italiani, compreso quello Pontificio, ma l’apporto di toscani, romani e napoletani si ridusse a ben poca cosa. Il 29 Aprile Pio IX dichiarava che Roma doveva mantenersi estranea al conflitto, seguita in questo dai sovrani di Toscana e del napoletano. Nonostante questo, Carlo Alberto ottenne alcuni successi militari, ma in seguito (25 Luglio) fu irrimediabilmente sconfitto a Custoza e costretto a firmare un armistizio. La direzione della lotta per l’indipendenza passò allora in mano ai democratici; nel 1849 vi furono iniziative tese a spodestare i sovrani dei vari stati: a Firenze si formò un governo provvisorio diretto da un Triumvirato mentre il granduca Leopoldo II prendeva la via dell’esilio; a Roma le manifestazioni dei liberali costrinsero Pio IX a rifugiarsi nel Regno delle due Sicilie: anche qui si costituì un Triumvirato di cui fece parte anche Giuseppe Mazzini.
I moderali, preoccupati, riuscirono a convincere Carlo Alberto a riprendere la lotta contro l’Austria, ma questi, sconfitto nuovamente, fu costretto ad abdicare in favore del figlio Vittorio Emanuele II.
A Napoli Ferdinando II revocò la costituzione, in Toscana gli austriaci riportarono sul trono Leopoldo II; contro la Repubblica Romana si mobilitò Luigi Napoleone.
Giuseppe Garibaldi, venuto in Italia dall’America Latina in occasione dei Moti, raccolse degli uomini per andare in aiuto di Venezia assediata dagli austriaci, ma non riuscì a raggiungere la città che resistette finché un’epidemia di colera e la fame la costrinsero alla resa (Agosto 1849).