Destra e sinistra storica

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Testo

Cavour: stato liberale, però vi era il suffragio censitario, quindi no democrazia visto che gran parte dei cittadini restava fuori dalla vita dello stato; potere legislativo in mano al parlamento bicamerale formato da camera senatori (nomina regia, il loro compito era quello di ratificare quanto deliberato dai deputati) e deputati (organo che prendeva tutte le decisioni più importanti); non vi erano veri e propri partiti come quelli moderni, ma vi erano due schieramenti chiamati destra e sinistra storica
Dal 1861 al 1876 il governo fu nelle mani della cosiddetta “destra storica” , composta da rappresentanti dell’alta borghesia agraria e finanziaria e dell’aristocrazia imborghesita (in gran parte piemontesi, lombardi, toscani, emiliani). I problemi più gravi che dovettero affrontare furono di tipo economico e sociale; vi era un enorme deficit (dovuto alle spese di guerra, al fatto che il nuovo stato si era accollato i deficit degli stati pre-unitari, alle spese per le infrastrutture) che caratterizzava le finanze pubbliche, e il pareggio del bilancio divenne l’obiettivo prioritario dei governi della destra e fu perseguito con particolare tenacia da Quintino sella; per coprire il disavanzo del bilancio, il governo chiese prestiti ai paesi esteri, iniziò a vendere proprietà demaniali e beni ecclesiastici (confiscati precedentemente) e introdusse imposte indirette su beni di largo consumo (come alcol, sale, tabacco); nel 1868 fu introdotta la tassa sul macinato, che comportò numerose rivolte da parte della popolazione, poiché allora il pane era il principale alimento della maggioranza della popolazione.
Altri obiettivi che il governo doveva raggiungere furono: completamento dell’unità nazionale e unificazione legislativa del paese, attraverso l’estensione delle leggi sabaude a tutta l’Italia, amministrazione centralizzata (con prefetti e sindaci di nomina ragia) e creazione d’ infrastrutture (ferrovie e strade).
Il completamento dell’Italia avvenne in 2 fasi: 1866 presa del veneto con la partecipazione alla guerra fra Prussia e Austria. 1870 (breccia di porta pia?) occupazione Lazio e Roma (ora capitale). Il governo emana la “legge delle guarentigie” che garantiva la posizione del papa all’interno del governo; la chiesa invitò i cattolici a disertare le elezioni politiche attraverso il “non expedit” del papa pio IX.
La destra si occupò pochissimo dell’istruzione del popolo allora per la maggior parte analfabeta; fu ribadita la legge Casati, approvata precedentemente nel regno di Sardegna, questa prevedeva la gratuità dell’istruzione primaria-elementare e l’obbligo dei comuni a provvedere, a loro spese, al funzionamento del primo biennio della scuola elementare; per i comuni sedi di scuole secondarie o che avessero un certo numero d’abitanti, vigeva l’obbligo di provvedere anche al secondo biennio.

Brigantaggio: il sud rispetto al nord Italia era molto più disagiato sia a livello sociale sia economico. Il nuovo governo di ciò non ne tenne conto e trattò il sud Italia come colonia da sfruttare; Nel momento in cui vi fu l’estensione delle leggi sabaude in tutta l’Italia, nel meridione si accentuò il malessere in quanto, lo statuto Albertino, prevedeva, l’accentramento dell’amministrazione ed inoltre: la leva militare obbligatoria, dannosa per il meridione poiché molti g giovani che si occupavano del lavoro pesante dei campi, furono strappati alle famiglie, e l’attuazione della politica economica liberista, dannosa per il meridione poiché questa era diretta a ridurre le barriere doganali, con il risultato che le industrie meridionali furono fortemente danneggiate dalla concorrenza. Dunque il brigantaggio, nasce per protesta contro il governo straniero e contro la povertà, quindi per motivi politici e sociali; molte bande di briganti erano appoggiate e finanziate dal governo borbonico (in esilio a Roma fino al 1870) e i membri delle bande di briganti, in genere, erano ladri e fuorilegge, ma più spesso contadini, ex soldati dell’esercito borbonico o simpatizzanti del vecchio regime. Nella Sicilia occidentale nasce inoltre il latifondo o feudo.

Risultati: 1876pareggio del bilancio, aumento chilometraggio delle ferrovie, completamento unità nazionale, sconfitta del brigantaggio

Sinistra storica: cade il governo Minghetti e diviene presidente del consiglio dei ministri Agostino Depretis, esponente della sinistra moderata (conservatore, progressista). Principale obiettivo era quello di rafforzare il sistema politico e sostenere lo stato liberale e monarchico, contro gli attacchi di repubblicani (e più tardi socialisti) e dei reazionari legati alla chiesa, che continuava a essere ostile allo stato. La politica di Depretis fu chiamata “trasformismo” poiché mirava alla costruzione di una maggioranza moderata parlamentare che cambiava esponenti a seconda l’argomento, e ciò sicuramente era un fatto negativo.
Modifica il suffragio elettorale e allargò l’elettorato (l’età necessaria per esercitare il diritto di voto fu abbassata da 25 a 21 anni) e poi fu approvata una riforma in base alla quale potevano votare tutti coloro che erano in possesso della licenza di terza elementare che, di fatto, sostituiva il censo come requisito fondamentale per far parte del corpo elettorale (l’istruzione sostituisce il censo).
Un grave problema che si dovette affrontare fu quello dell’analfabetismo; i governi della destra si preoccuparono poco della questione, mentre l’istruzione obbligatoria (legge Coppino) fu il primo provvedimento della sinistra al potere. Il tasso di alfabetizzazione crebbe, e fu decisamente scarso nelle regioni meridionali. La legge Coppino prevedeva l’obbligo di frequenza del primo biennio della scuola elementare (come la legge Casati) ed inoltre, prevedeva ammende per i genitori inadempienti.
Depretis abolì la tassa sul macinato, e incaricò il senatore Jacini Stefano di stendere un preciso rapporto sulla situazione delle campagne e dei contadini di tutta la penisola; l’Inchiesta Jacini portò alla luce drammatiche condizioni di vita in cui vivevano i contadini, poiché in queste zone vi era malaria, pellagra e soprattutto denutrizione. L’agricoltura era legata a metodi e tecniche di coltivazione arretrate e la produzione risultava insufficiente. Al sud regnava, poi, il latifondo, coltivato in modo estensivo da proprietari che non facevano nulla per potenziare la rendita dei propri terreni ed inoltre i profitti, di questi grandi proprietari, erano danneggiati dal grano americano che costava molto meno.
Protezionismo: con la destra vi era un regime di libero scambio, che aumentò le importazioni. Al sud proprietari terrieri spinsero sul governo perché adottasse una politica economica di tipo protezionistico.
Il triangolo industriale del nord (Milano,Genova,Torino) cominciarono a premere sul governo all’introduzione del protezionismo per così sviluppare un nuovo tipo di economia, basata sulla meccanizzazione delle manifatture e sulla produzione siderurgica.
Per tutelare, quindi il mercato interno dalla concorrenza straniera, venne abbandonato il libero scambio: sui manufatti esteri, fu applicata una tariffa doganale che impediva loro di essere competitivi. A trarre maggiori vantaggi da questa nuova politica, furono l’industria del cotone e quella siderurgica, ed anche i proprietari terrieri del sud. Si creò così una saldatura d’interessi tra l’industria del nord e i grandi latifondisti del sud ( quello che venne chiamato blocco agrario-industriale). I + danneggiati, invece, furono gli agricoltori, che nel meridione, investivano grossi capitali nella produzione di agrumi, vino e olio, per poi immetterli sui mercati stranieri, dove sicuramente venivano assorbiti. Con il protezionismo dunque, si tutelarono gli interessi dell’industria del nord, e gli agricoltori del sud, invece, non furono + in grado d’avere vantaggio, nella locazione dei prodotti , sui mercati stranieri, quindi in poche parole finirono sul lastrico.
Il protezionismo accentuò il divario tra nord e sud.
Il sud era trattato come se fosse una colonia, intesa come fonte di materie prime e mercato capace di sostenere la produzione manifatturiera; la legislazione protezionistica impediva agli abitanti delle regioni meridionali di comprare beni all’estero, quindi era costretto a comprare i prodotti delle industrie italiane, anche quando questi beni costavano di più oppure erano di qualità scadente, rispetto a quelli stranieri.
Date le circostanze di continua povertà e disoccupazione, cominciò il grande esodo d’emigranti meridionali verso l’America. Questo fenomeno è stato il risultato della politica economica, adottata dalla destra ( libero scambio che ha mandato in crisi la manifattura del sud), ma anche della politica economica adottata dalla sinistra (introduzione di dazi doganali a favore degli agrari che mandò in crisi le colture pregiate destinate all’esportazione).

Industria: progresso per l’industria tessile poiché le importazioni di cotone grezzo triplicarono, e le manifatture della seta furono meccanizzate.
Venne finanziata una grande acciaieria, per così avere le materie necessarie per la creazione di navi da guerra (aumenta la produzione di acciaio e vi fu una minore importazione di carbone).

Triplice alleanza: inizialmente era duplice, stipulata tra il nuovo Reich tedesco e l’impero asburgico; prevedeva un’alleanza difensiva che assicurò all’Austria-Ungheria l’appoggio della germania, in caso di un attacco russo. Divenne triplice, poichè nel 1882 vi si aggiunse l’italia, irritata per la conquista francese della Tunisia. Il trattato stabiliva che, qualora l’Italia fosse stata aggredita dalla Francia, sarebbe stata appoggiata dagli imperi centrali; in cambio essa assicurava il proprio intervento a fianco di uno dei 2 alleati nel caso di un attacco congiunto da parte di 2 grandi potenze

Francesco Crispi: nuovo presidente del consiglio, siciliano, ex mazziniani, che sostituì depretis alla sua morte. Questo volle rafforzare i poteri del governo, a scapito del parlamento, tenendo un comportamento autoritario, che sfiorò la dittatura. Controllava personalmente il ministero degli interni e degli esteri, in modo da poter controllare personalmente tutti i principali aspetti della vita politica.
In campo internazionale, rafforzò i legami militari dell’Italia, entrando così in contrasto con la Francia; tra i due paesi vi fu una guerra economica, tanto che le esportazioni italiane calarono, con gravissime ripercussioni sia al nord che al sud, ed è in questo contesto che nascono movimenti e partiti finalizzati a difendere gli interessi dei lavoratori.
Emanò una serie di riforme, tra quale troviamo, una riforma amministrativa che introdusse l’elezione dei sindaci e l’allargamento del voto alle elezioni comunali e provinciali.
Diede il via ad una dura repressione delle lotte popolari, culminata con l’intervento dell’esercito contro i fasci siciliani nel 1894 e la messa fuori legge del partito socialista.
Crispi inoltre portò l’Italia ad una prima avventura coloniale, la guerra d’Abissinia, che finì tragicamente con la sconfitta d’Adua, e la conseguente caduta di Crispi

Fasci siciliani: è un movimento di massa popolare d’ispirazione democratica e socialista, nato in Sicilia tra il proletariato contadino, minatori e operai. Queste classi meno abbienti protestavano nei confronti della proprietà terriera siciliana, in stretto contatto con ambienti mafiosi dello stato, che appoggiava apertamente la classe benestante. La società siciliana era arretrata,. Il feudalesimo, anche se abolito nel XIX secolo, condizionò la distribuzione delle terre e quindi delle ricchezze, e l’unità nazionale non portò quei benefici sociali sperati; dunque il malcontento covava fra i ceti + umili. Il movimento chiedeva fondamentalmente riforme, soprattutto fiscali ed una riforma + radicale in campo agrario, che permettesse una revisione dei patti agrari, con l’abolizione delle gabelle e la ridistribuzione delle terre. Nel 1893 si organizzarono scioperi in tutta l’isola; si ebbero violenti scontri sociali, ed il movimento dettò le proprie condizioni alla proprietà terriera per il rinnovo dei contratti. Così Crispi decise d’intervenire militarmente, sciolse il movimento, ed i suoi capi (tra cui Giuseppe de felice giuffrida, rosario bosco, Nicola barbato…) furono arrestati. Così si concluse in modo violento, il primo movimento organizzato di lotta, contro la mafia dei proprietari fondiari e di emancipazione delle classi + umili.

PSI: il partito socialista d’ispirazione marxista nasce dalla crescita del movimento operaio. È il primo partito di massa che si origina dalla spaccatura tra socialisti ed anarchici, la prima di una lunga serie di scissioni della sinistra. Si formarono 2 correnti: i riformisti o gradualisti ed i massimalisti o rivoluzionari. I primi si concentravano ad un programma minimo di riforme, i massimalisti invece, consideravano le conquiste parziali come trampolino di lancio per la rivoluzione socialista. Nel 1907 i rivoluzionari furono cacciati dal partito, di cui ne faceva parte Mussolini.

Età Giolittiana: periodo compreso fra la crisi di fine secolo e l’esplosione della prima guerra mondiale, un’epoca caratterizzata dallo sviluppo del capitalismo e dall’assorbimento dello stato dei nuovi ceti, rappresentati politicamente dal partito socialista., e che vide come protagonista politico il liberale Giovanni Giolitti. Ebbe la consapevolezza che le masse operaie, da anni in contrasto con lo stato, erano diventate un soggetto politico ineliminabile, quindi il suo obiettivo fu quello di prevenire ogni rivoluzione sociale, guidate dal partito socialista, mediante una nuova strategia politica, che garantisca il diritto di sciopero e permetta il graduale miglioramento delle condizioni di vita delle masse, dissuadendole da idee rivoluzionarie. Giolitti a tal proposito tenne un discorso alla camera, dove evidenziava l’obiettivo che egli si proponeva, in pratica quello di convincere la borghesia italiana a modificare il proprio comportamento per prevenire ogni forma di rivoluzione, proprio perciò immediati aumenti di salariali potevano essere molto più efficaci delle leggi eccezionali, adottate in passato, capaci solo di esasperare le masse.
Nonostante il tentativo di collaborazione da parte della borghesia con i lavoratori, questi cercarono esplicitamente lo scontro tanto che nel 1904 si arrivò al primo sciopero generale su scala nazionale a cui giolitti non rispose limitandosi ad attendere che l’agitazione svanisse da sé.

Sciopero: ha come fine la completa paralisi della società capitalistica. I lavoratori di tutti i settori produttivi, sono chiamati dal sindacato a cessare ogni attività in modo da bloccare completamente il funzionamento delle fabbriche, del commercio, dei trasporti… secondo il partito dei lavoratori, una serie di scioperi avrebbe provocato il collasso del capitalismo e aperto la strada alla rivoluzione.

Le riforme sociali del governo Giolitti furono: misure di legislazione sociale ovvero fu fissato a 12 ore l’orario massimo di lavoro per le donne e a 12 anni l’età minima per il lavoro minorile. Legge Daneo-Credaro sulla scuola, che prevedeva che le spese per le scuole elementari passano dai comuni allo stato (scuola statale). Riforma elettorale ovvero diritto di voto per tutti maschi che abbiano superato i 21 anni di età e sappiano leggere e scrivere, per gli analfabeti occorre aver superato i 30 anni di età o che abbiano svolto il servizio militare.
Voleva migliorare le condizioni di vita dei lavoratori ed ecco che adottò le riforme come mezzo di riuscita a tale scopo.
Provvedimenti, risultati conseguenze sociali: Protezionismo industriale ,sostegno della borghesia imprenditoriale, sviluppo economico delle città del nord
Neutralità del governo in caso di scioperi privi di valenza rivoluzionaria, sostegno della corrente riformista del partito socialista, aumento del salario e miglioramento delle condizioni lavorative
Dazio sul grano, favorì i grandi proprietari terrieri latifondisti del sud; Protezionismo agrario, sostegno parlamentare dei deputati meridionali, stagnazione economica delle regioni meridionali ed emigrazione di massa (compra voti).

Industria: crescita industriale, dovuta all’aumento del consumo di energia elettrica; risultati brillanti nella metallurgia, chimica e meccanica, sviluppo dell’industria automobilistica che generò una crescita d’esportazione di automobili italiane all’estero. Nasce la fiat, fondata da giovanni agnelli.
Lo sviluppo industriale, riguardò solo il nord

1911 Guerra Libia: conquista della Libia, per spartirsi gli ultimi territori africani rimasti liberi dal dominio coloniale europeo. La guerra ebbe straordinaria popolarità tra l’opinione pubblica. Nel 1911 la Libia faceva parte dell’impero ottomano. La vittoria fu facilitate poiché la Serbia, Grecia, e la Bulgaria intervennero contro l’impero ottomano, obbligandolo alla concessione di parte della macedonia. oppositori alla guerra furono i socialisti poiché questa guerra non avrebbe portato alcun vantaggio alle classi popolari, ma solo arricchito gli industriali, nella loro qualità di fornitori, dello stato, di cannoni, uniformi ed altre merci indispensabili all’esercito. All’interno del partito, nel 1912 prese direzione Benito Mussolini che organizzo numerose dimostrazioni contro la guerra e persino tentato di bloccare la partenza dei treni carichi di soldati. Difesa del Giolitti:

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