Da Tiberio a Domiziano

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Testo

CAPITOLO 23 DI STORIA
TIBERIO (14-37 d. C.)
Alla morte di Augusto il potere passò in mano a Tiberio.
La politica esterna; invitò suo nipote Germanico che in una serie di campagne militari sconfisse i Germani (14-16 d. C.) ma, improvvisamente, G. mori’ avvelenato e si incominciò a pensare che fosse stato Tiberio.
La politica interna inauguro’ la prima banca di Roma dive fu’ nascosto il tesoro romano.
Dopo la presunta accusa contro di lui di aver ucciso Germanico, Tiberio si trasferisce nella sua villa a Capri; il potere viene, così, delegato a Seiano, il quale si servì del suo potere x creare un suo partito. Qundo Tiberio venne a sapere della congiura fece uccidere Seiano
Gli storici antichi hanno tramandato un giudizio molto critico di questo imperatore anche il suo principato fu’ tuttaltro che negativo.

CALIGOLA (37-41 d. C.)
Il testamento di Tiberio nominava come successori Gaio e Tiberio, ma il senato annullò tutto e acclamò imperatore solo Gaio, chiamato inseguito CALIGOLA.
Dopo un anno di buon governo, dove riprese a dare feste e tolse un po’ di tasse, incominciò a dare segni di pazzia.
Negli atti di Caligola si distingue una tendenza verso una politica di assolutismo monarchico, aveva degli atteggiamenti autocratici. Ciò non piacque ai suoi oppositori che diedero vita a una congiura e lo uccisero.

CLAUDIO (41-45 d. C.)
Gli stessi pretoriani che avevano ucciso Caligola proclamarono imperatore Claudio.
Lui pero’ non era tenuto molto in considerazione, forse x le sue malformazioni fisiche. Era però molto colto.
Gli storici gli danno però il merito di aver reso più efficiente la BUROCRAZIA DELLO STATO, fece infatti parecchie riforme:
- riforme finanziarie
- rinforzo’ i confini con la germania
- intraprese la conquista della Britagna.
All’avvicinarci della sua morte, la moglie Agrippina (era la seconda xchè prima aveva sposato Messalina, che condanno’ a morte x i suoi comportamenti osceni) tramo’ una congiura. Fece avvelenare il marito x far si’ che l’erede fosse suo figlio Nerone.

NERONE (54-68 d. C.)
All’inizio Nerone era molto influenzato dal filosofo Seneca , ma dopo poco si sbarazzo’ sia di lui che della madre Agrippina.
Coma Caligola, anche lui aveva degli atteggiamenti da sovrano.
Durante il suo principato avvenne il devastante incendio di Roma che distrusse la città. La colpa venne data ai cristiani dando così inizio a una dura repressione.
Nerone aveva un grande interesse x la cultura greca: aveva anche lui degli atteggiamenti da monarca assoluto (ad es. fece costruire una reggia festosa –Domus Aurea-).
Nel 68 le legioni Spagnole proclamarono imperatore GALBA; Nerone venne ucciso da una sommossa.
VESPASIANO (69-79 d.C.)
L’avvento al trono di Vespasiano segnò un importente svolta: il potere in mano dei militari.
Lui apparteneva alla classe die cavalieri: primo imperatore non aristocratico.
La sua politica:
- indusse il senato a promulgare una LEGGE SPECIALE: decretava che V. aveva il diritto di includere trattati internazionali e non essere vincolato da leggi.
- Il suo atteggiamento verso il denaro veniva considerato da avaro, ma non era cosi’: lui lo faceva xche’ Nerone aveva sperperato le casse dell’impero e poi perché la guerra contro gli Ebrei era costosa.
- Dopo un’oculata amministrazione dei beni, lui risanò il bilancio e incominciò a fare grandi lavori pubblici: costruì delle strade che collegavano Roma con le città del sud e costruì il Colosseo.
- La guerra contro gli Ebrei si concluse con la presa di Gerusalemme nel 70 da Tito.
Vespasiano designò come suoi successori i figli Tito e Domiziano.

TITO (79-81 d.C.) E DOMIZIANO (81-96 d.C.)
Tito venne ben giudicato per la moderazione nei confronti del senato.
A quel periodo risale l’eruzione del Vesuvio (79) che distrusse Pompei.
A Tito successe Domiziano, il quale, al contrario, era un “mostro”. Aveva anche lui delle tendenze autoritarie, le quali si manifestarono soprattutto nei confronti degli aristocratici e degli intellettuali stranieri.
Discendendo da una dinastia di soldati, era anche lui un combattente valoroso: era molto amato dall’esercito.
Politica estera: consolidò i confini con la Britannia e cercò di conquistare la Dacia.
Rimase vittima di una congiura.

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