Campi di concentramento

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

LA VITA NEI CAMPI DI CONCENTRAMENTO
Dopo la sveglia, fra le quattro e le cinque, d'estate, fra le sei e le sette, d'inverno, gli internati ricevevano un tozzo di pane e una scodella di zuppa leggera; incolonnati, si recavano poi all'appello nelle loro divise a strisce; indi raggiungevano il posto di lavoro, talvolta a passo di ginnastica o cantando, o persino al suono di un'orchestra. Il lavoro terminava verso le diciassette d'inverno e le venti d'estate, con un intervallo di mezz'ora per il pasto di mezzogiorno, consistente in un boccone di carne e margarina; facevano poi ritorno al campo e, dopo la zuppa e l'appello della sera, alle ventidue tutti dovevano essere coricati nelle loro cuccette di legno, solitamente due per cuccetta. L'arbitrio dei Kapт non trovava limite se non in quello delle SS; le punizioni piovevano in mille modi sotto ogni pretesto; le piщ frequenti erano: privazione del cibo, obbligo di rimanere in piedi sullo spiazzo dell'appello, colpi di bastone o di frusta, l'essere appesi a un albero o a un palo, carcere duro, ginnastica a digiuno nel freddo gelido del mattino; la sera avevano luogo le esecuzioni pubbliche, mediante bastonature o impiccagioni, per le gravi mancanze, ad esempio per i tentativi d'evasione.

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