Aree industriali

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Categoria:Storia

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Le aree industriali italiane nel primo 900
Il decollo industriale italiano и portato a compimento solo dopo il primo conflitto mondiale. All'inizio del secolo il settore industriale rappresenta il 25% del prodotto lordo del paese. La congiuntura economica favorevole (uso dell'elettricitа, del petrolio, dei forni elettrici e del motore a scoppio) fa compiere il grande balzo all'industria manifatturiera, aiutate dal grande riassetto del sistema creditizio. L'Italia compie enormi progressi in tutti i settori pur rimanendo in assoluta inferioritа rispetto alle altre potenze industriali. Alla base della rivoluzione industriale italiana sta il risanamento delle banche di emissione e il riequilibrio delle finanze statali. Nel 1894 nasce a Milano la Banca Commerciale Italiana, con investimenti svizzeri e tedeschi, necessari anche per fondare a Genova il Credito Italiano l'anno successivo. Le nuove banche cominciano a finanziare tutte quelle imprese che si mostrano dinamiche e moderne, come la Edison e la Sade. Fondamentale per lo sviluppo industriale nostrano и l'arrivo massiccio di investimenti esteri. Si forma una nuova classe imprenditoriale giovane e aggressiva decisa a colmare il divario con l'estero. Le industre meccaniche aumentano la propria competitivitа conquistando il mercato nazionale strappato finalmente agli stranieri. Nel 1899 nasce la Fiat, nel 1910 l'Alfa e seguono la Bianchi e la Olivetti. Il settore meccanico и il piщ moderno e l'unico capace di crescere in maniera costante. Altro settore nuovo dalla crescita considerevolissima и quello della chimica e della gomma (Pirelli). Il mondo siderurgico esce dal protezionismo statale per trovare finanziamenti nelle banche. La Falk si lega alla Bci, L'Ilva al Ci e nasce inoltre la Dalmine. Il divario tecnologico con l'estero и perт incolmabile. Un buon appoggio alla crescita economica и garantito dalla politica di intervento statale che favorisce l'accentramento oligarchico in settori chiave come la cantieristica, la siderurgia e le ferrovie. Nel 1911 il tradizionale settore tessile rappresentava ancora il 60% della produzione industriale, ma la crescita italiana era ormai una realtа. Punti negativi del nuovo sviluppo sono la debolezza del sistema borsistico con difficoltа di reperire denaro e soprattutto l'enorme divario tra Nord e Sud. Nell'area compresa tra Milano, Genova e Torino, si concentra quasi il 90% del mondo industriale del paese. Queste debolezze strutturali danno inizio a una lenta recessione nel 1907 che viene perт cancellata dal boom provocato dal primo conflitto.

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