Alessandro Magno

Materie:Tesina
Categoria:Storia

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Testo

Alessandro Magno, figlio di Filippo II di Macedonia e di Olimpiade, nacque nel 356 a.C. a Pella.
Suo padre affidò la sua educazione ad Aristotele, che gli insegnò retorica, letteratura, scienza, medicina e filosofia.
Si appassionò in questo modo ai racconti classici ed in particolare ad Omero e ai suoi poemi. Venne molto affascinato da Achille, eroe dell’Iliade, nel quale si riconosceva per carattere e spirito.
A sedici anni, gli venne affidato dal padre il controllo del regno di Macedonia, mentre egli era impegnato in alcuni affari a Bisanzio. Quello stesso anno, il 336 a.C. suo padre morì ed Alessandro salì al trono del Regno di Macedonia.
Divenne un grande condottiero, il primo a cui venne riservato l’appellativo di Magno, cioè “GRANDE”.
Infatti mostrò subito un grande spirito di conquista, mirando alla creazione di un impero universale, cioè un unico impero sotto il quale unire tutte le genti del mondo fino ad allora conosciuto. Proprio per facilitare questa coesione, convinse molti dei suoi sudditi a sposarsi con donne dei territori da lui sottomessi.
Lui stesso nel 327 a.C. sposò la principessa Rossana figlia del satrapo di una provincia persiana detta Sogdiana.
Si sposò una seconda volta con Statira, figlia di Dario III.
Continuò le sue opere di conquista, ma nel 324 a.C. a Ecbatana, morì il suo compagno d’infanzia Efestione, che ricopriva anche la carica di gran visir. Questa fu per lui una grandissima perdita e scoraggiato fece ritorno a Babilonia, dove iniziò la programmazione di nuovi piani di conquista, che furono però bruscamente interrotti dalla sua morte, nel 323 a.C., provocata da attacchi febbrili.

Dopo la morte del padre Alessandro venne presentato all’esercito come il nuovo re.
Appena preso il potere fu costretto a fronteggiare alcune rivolte all’esterno ma anche all’interno dello stato. Le città greche sottomesse dal padre Filippo, infatti, pensavano di poter riacquistare la loro indipendenza approfittando della giovane età di Alessandro, ma non fu così. Egli si dimostrò infatti ancor più forte e deciso di suo padre e, come prova della sua forza, fermò un’insurrezione scoppiata a Tebe distruggendo la città nel 335 a.C. e sconfisse le popolazioni barbare confinanti.
Egli decise di proseguire la missione del padre di conquistare la Persia.
Si diresse verso l’Anatolia e sul fiume Granico sconfisse l’esercito persiano e liberò le città greche sotto il suo dominio,nel 334 a.C., si diresse poi verso le montagne per costringere con la forza le popolazioni di questi luoghi ad entrare nel suo esercito.
Il suo viaggio continuò verso le zone della Cilicia, della Siria e della Turchia. Qui ad Isso nel 333 a.C. Dario III provò a fermarlo cogliendolo di sorpresa, ma il suo tentativo non ebbe buon fine.
Alessandro si diresse verso l’Asia conquistò la Siria e la Fenicia, distruggendo la città di Tiro, che per lungo tempo aveva assediato.
La tappa successiva fu l’Egitto, dove venne accolto come un faraone. In questa terra si recò al tempio di Amon (per i Greci Zeus) e l’oracolo lo identificò come figlio degli dei (successivamente anche due oracoli Greci confermeranno quest’asserzione).
Alessandro Magno aveva in questo modo conquistato tutta la costa del Mediterraneo Orientale.
Da questo momento iniziò a fondare una serie di città costiere recanti il suo nome, la prima delle quali fu Alessandria d’Egitto.
Quindi, ritornò in Asia nella zona fra il Tigri e l’Eufrate dove sconfisse Dario III nella battaglia di Gaugamela (331 a.C.), occupando le città di Susa, Babilonia e Persepoli; nello stesso anno conquistò la città di Cirene, capitale di un antico regno nordafricano.
Dario, sconfitto si rifugiò nella città di Ecbatana e nel 330 a.C. venne ucciso da Besso, satrapo di Bactriana, che si proclamò re.
Alessandro inseguì l’uccisore di Dario, sottomettendo durante il viaggio, tutti i territori per cui passava. Nel 329 a.C., dopo averlo catturato, lo fece giustiziare da una corte persiana.
Due anni dopo, nel 327 a.C., decise di dirigersi verso l’India. Durante la marcia conquistò il Punjab ed andò avanti varcando il fiume Indo, e successivamente il fiume Ifasi, dal quale pensava di dirigersi verso l’Oceano Indiano.
I suoi soldati, però, non accettarono di marciare oltre, così decise di ritirarsi.
Egli con una parte del suo esercito navigò l’Ifasi; raggiunse le foci dell’Indo e da lì riprese il viaggio di ritorno verso la Persia, mentre Nearco, suo ammiraglio ritornò indietro passando per il Golfo Persico e risalendo il corso del fiume Tigri.
Giunse in Persia verso il 325-324 a.C. dove scoprì che il suo potere si era indebolito anche a causa della diffusione di alcune voci che lo davano per morto in battaglia.
Ritornato in patria dimesse molti governatore, dignitari e milizie mercenarie (la maggior parte di origine greca), sostituendole con altre.
A causa di questi licenziamenti di massa, si creò malcontento tra la popolazione, che scaturì inuna guerra civile.
Alessandro diede la colpa alle città greche chiedendogli di riprendersi i loro uomini.
Egli morì improvvisamente a Babilonia nel 323 a.C., senza indicare il suo successore, mentre già progettava il modo per invadere l’Arabia.
Il suo impero verrà poi diviso in quattro regni: il regno dei Tolomei o d’Egitto, il regno di Pergamo o degli Attalidi, il regno di Siria o dei Seleucidi ed il regno di Macedonia.

Alessandro Magno fu un grandissimo condottiero. Egli modificò il suo esercito per renderlo più efficiente.
Fu un grande stratega e tattico che elaborava tattiche di combattimento diverse a seconda dell’occasione.
Lo schieramento del suo esercito, tuttavia era costituito dalla fanteria, situata al centro su due colonne, mentre ai lati come due ali si estendeva la cavalleria, la cui ala destra era costituita dai soldati scelti e capitanata dallo stesso Alessandro.
Egli utilizzava in guerra anche molti strumenti di guerra, per esempio, torri su ruote, arieti e catapulte pesanti e leggere a seconda delle esigenze.
Il tutto era completato da numerosi collaboratori, per esempio rifornitori dell’esercito ed operatori sanitari.
Inoltre egli individuò l’utilità di informarsi sul nemico prima di scendere in guerra: non raramente, quindi egli mandava la sua cavalleria in avanscoperta.
Da quando iniziò le sue numerose conquiste, Alessandro Magno proseguiva l’idea di un impero universale, cioè riunire sotto un unico regno tutti i popoli delle terre fino ad allora conosciute.
Egli venne enormemente attratto dalla cultura persiana, tanto che impose il rito della genuflessione tipico del regno persiano: tutti i suoi sudditi, dovevano cioè prostrarsi davanti a lui.
Questo comportamento provocò molte polemiche e insurrezioni: per prime le città greche sottomesse, che non erano abituate a queste imposizioni e mantenevano, in ogni caso, il loro spirito di indipendenza.
Per esempio, nel 328 a.C. egli uccise un personaggio del tempo, Clito il Nero, il quale gli rinfacciava la sua pretesa di essere figlio di un dio e di costringere i sudditi alla genuflessione.
Il grande merito di Alessandro fu però quello, di unificare appunto tutti i popoli sotto un unico regno.
Egli non li trattava come suoi sudditi e rispettava le loro usanze e culture.
Cercò invece di creare una situazione di equilibrio basata sulle coesione di popoli con idee e culture diverse, che potessero vivere in pace gli uni con gli altri sotto un unico regno.

Alessandro Magno era un sovrano amato dai suoi sudditi.
Egli infatti fu un re alquanto generoso: perdonò i ribelli e fu sempre pronto a ricompensare i suoi seguaci e i suoi soldati.
Alessandro infatti, mirava alla creazione di un impero universale dove i popoli vivessero in armonia fra loro.
Durante il suo regno, però vi furono tuttavia dei motivi di contrasto.
Si ricordano soprattutto alcune ribellioni dei popoli da lui sottomessi, in particolare delle città greche, quando obbligò loro il rito della genuflessione schiacciando così la loro indipendenza.
Talvolta scaturirono alcune scontri con i suoi generali, alcuni dei quali terminarono con la morte. Essi erano causati generalmente dal suo carattere irascibile ed impulsivo.
Si racconta che Clito un suo generale, avesse osato mettere in dubbio il valore del suo sovrano.
Alessandro preso dall’ira, lo colpì ferendolo a morte. Capendo di essere stato troppo impulsivo e violento venne preso dai sensi di colpi e si fermò per tre giorni vicino alle spoglie del suo compagno rifiutando di mangiare, dormire e parlare con alcuno.

Molte letture narrano della vita del grande condottiero, raccontate anche dai suoi contemporanei (le biografie più famose sono state scritte da Tolomeo Soter e Aristobulo di Cassandria).
Le vicende narrate successivamente sono invece ispirate alla leggenda.
Tra gli scrittori si ricordano: Clitarco di Clofone, Lago, Nearco, Curzio Rufo e Giustino.
Molto considerata è anche l’opera di Callistene, scritta però probabilmente da un egiziano conoscente la cultura ellenica, intorno al III secolo d.C.
La figura di Alessandro Magno venne ricordata anche in numerose opere orientali, ma fece il suo ingresso soprattutto in Occidente, dove gli vennero dedicati canzoni e poemi.
Questo personaggio viene ritrovato anche nella letteratura spagnola, italiana, ma soprattutto nella letteratura tedesca (per esempio sotto forma cavalleresca nell’”Alexander”), oppure presentato nel teatro francese, tramite le tragedie di Jean de La Taille, Alexandre Hardy e Racine ed Inghileterra grazie alla commedia di John Lily.
BIBLIOGRAFIA:Tratto da Virtualis di Famiglia Cristiana, Omnia 2002, Encarta 2001, enciclopedia Conoscere.

Esempio



  


  1. Elena Nicotra

    una relazione su alessandro magno che comprenda anche la cultura che lui sviluppò nel suo impero che porto la nascita di uomini molto conosciuti come Erotodo e molti altri inoltre che perli anche dell'organizzazzione e come era composto