Materie: | Tema |
Categoria: | Storia Dell'arte |
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Data: | 26.01.2006 |
Numero di pagine: | 2 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Tema:
Si evidenzino i temi classici dell’architettura albertiana, frutto di profonde riflessioni sull’arte degli antichi.
Leon Battista Alberti, figlio di famiglia fiorentina Bandita dalla Toscana nel 1401, nacque a Genova nel 1404, poté tornare a Firenze solo nel 1428.
Alberti oltre ad essere un grandissimo architetto dell’epoca fu anche teorico, grande umanista e scrittore di molteplici testi nonché trattatista.
Pur essendo architetto come Brunelleschi dimostra la sua personalità assai differente da quest’ultimo, l’unica cosa che lo accomunava a Brunelleschi era la stessa passione per le antichità romane.
Firenze, Mantova e Rimini furono le città più importanti dove lui progettò. A Firenze fu impegnato per la restaurazione del Palazzo Rucellai (il quale si rifà molto alla tipologia Palazzo Medici – Riccardi di Michelozzo); in questo si può notare la suddivisione del Palazzo in tre registri nei quali troviamo tre differenti ordini: nel primo tuscanico, nel secondo ionico e nel terzo corinzio, tutto a bugnato liscio. Fra un registro e l’altro si possono notare delle cornici marcapiano tipiche dell’arte romana e in più altro particolare affine è lo zoccolo reticolato (che riprende l’opus reticolatum), lesene verticali e all’interno di ogni settore una finestra bifora. Sempre a Firenze lo vediamo protagonista dello studio di completazione della facciata di Santa Maria Novella.
A Mantova, lo troviamo al servizio dei Gonzaga. Come primo progetto si ha la chiesa di San Sebastiano: si propone con una pianta a croce greca rinascimentale, introdotta da un atrio presenta un’aula quadrata dalla quale si diramano tre bracci absidali. La parte che maggiormente si allega all’arte classica è la facciata, tipica di un tempio classico e l’uso centrale dell’architrave e del timpano e di uno stretto arco di tipo siriano. Inoltra c’è la presenza della cripta che ricorda le cisterne romane. Non è da meno in ogni caso la Chiesa di Sant’Andrea che come nelle tipiche facciate di Alberti segue severamente la tipica forma del quadrato.
Leon Battista è anche invitato a Rimini da Sigismondo Malatesta per la sistemazione del Tempio Malatestiano. Qui come in tutti i suoi cantieri Alberti non partecipa personalmente alla costruzione vera e propria degli edifici o comunque delle restaurazioni, ma come sempre si dedica solo ed esclusivamente allo studio grafico e architettonico