Scultura e pittura dall'antica Roma all'età dei Comuni

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Pittura parietale
A Pompei troviamo l’encausto: una tecnica di pittura che rende i colori più luminosi; viene usata la cera d’api: il pigmento viene diluito a caldo (cera scaldata) e i colori si fissano. Questa tecnica veniva usata in tutte le ville. Una parola simile, ma contraria è encausticale: prima si dipinge diluendo il pigmento a freddo e pois si scalda; questa tecnica verrà usata ne ”la battaglia di Anghiari” di Leonardo da Vinci, ma fallì poiché i colori invece di fissarsi colarono.
Siamo soliti distinguere la pittura parietale in 4 stili tutti utilizzati nello stesso periodo storico:
1. a incrostazione: (II secolo - prima metà del I secolo a.C.) veniva utilizzato nelle domus dei meno agiati, per evitare l’elevata spesa dei marmi preziosi che, erano in uso nelle case dei ricchi signori. Infatti venivano riprodotti, o imitati i materiale preziosi usando lo stucco che veniva poi, colorato.
2. dell’illusione prospettica: (seconda metà del I secolo a.C. - I secolo d.C.) avviene un illusione ottica di dilatare o restringere lo spazio (trompe œil: illusione della parete mancante). A Pompei è stata scoperta verso la prima metà del ‘700, la Villa dei misteri; una villa in cui le pareti, interamente dipinte in una prospettiva assiale, e a fondo rosso, rappresentano con numerose figure monumentali ad altezza naturale, un rito di iniziazione ai misteri dionisiaci (ovvero un rito di iniziazione di una ragazza a riti orgiastici).
3. della parete reale: (fine I secolo a.C. – c.ca 60 d.C.) il linguaggio della pennellata è diverso dal secondo stile (si usa infatti il contrasto chiaro-scuro). La figura emerge da un fondo scuro a macchie chiare. È una tecnica compendiarla, cioè riassuntiva. Si tratta infatti di poche pennellate (con tocchi di colore bianco che da luce), che non si soffermano sui particolari, ma danno l’idea immediata di ciò che viene rappresentato.
4. fantastico: (metà del I secolo d.C.) copia molto più sfarzosa e fantasiosa del secondo stile.
La scultura
L’arte per i romani è uno strumento per fare storia, per celebrare le vittorie, divulgare ai posteri la grandezza dell’impero; l’arte è quindi uno strumento, un mezzo che serve per distrarsi dalle cose veramente importanti. L’arte romana è realistica, non perché viene dalle cose quotidiane, come per gli etruschi, ma perché si rappresentavano tutti i particolari dalla quale venivano fuori la bellezza e la purezza della morale umana (il suo scopo infatti è cogliere l’anima del personaggio per descriverne la purezza). Viene usato il rilievo con figure allegoriche che fungono da metafora. Il personaggio è molto realistico con la tecnica del sottosquadro (lo scalpello crea alcuni punti in cui gli scavi sono ad angolo retto). Abbiamo quindi una fedeltà nei caratteri somatici.
Statua Barberini: il patrizio dal ricco e complicato panneggio della toga (abito tipico romano), sembra in posa davanti all’artista e reca con se le immagini di due suoi antenati con la quale è evidente la somiglianza. La statua Barberini sta quindi a significare tre diverse generazioni di una stessa famiglia. (Museo Capitolini). È particolare il modo di lavorare la materia, si utilizza la tecnica del sottosquadro, si creano quindi in alcuni punti delle profondità ad angolo, e troviamo una terza dimensione. È una rappresentazione relisica, poiché vengono messe in evidenza le calvizie e le rughe per la sua saggezza. C’è una fissità nello sguardo.
Augusto di prima porta: riprende l’atteggiamento equilibrato del Doriforo di Policleto. Ma Augusto, l’imperatore che si ergeva a favore della tradizione e della moralità, non poteva essere nudo come un generico eroe greco. Fu così che al corpo del princeps (principe) venne apposta una corazza però aderente, in modo da rivelare comunque il disegno anatomico dell’uomo. Le immagini su di essa rappresentano divinità. L’uomo viene mostrato in una posizione di immobilità (statica) con il braccio sollevato in un gesto solenne di comando. Il suo volto venne modificato quel tanto che bastava per renderlo sereno e idealizzato. Né derivò l’espressione di un uomo equilibrato al quale volentieri chiunque avrebbe dato la sua fiducia. Lo sguardo è perso nel vuoto. È un arte aulica: non c’è un autore preciso. Si trova nella stessa posizione dell’arringatore del Trasimeno. Le allegorie mettono in evidenza l’importanza di Augusto, come il bambino che galleggia sul delfino (origine divina). (Città del Vaticano).
L’arte romana si divide quindi in due:
1. l’arte aulica o patrizia: uno stile di corte: nobile, illustre, colto ed elevato.
2. l’arte plebea: l’arte del popolo.
Un'altra caratteristica dell’arte romana è il rilievo celebrativo o storico: ricorda cioè un fatto storico accaduto:
L’Ara Pacis Augustea (l’altare della pace di Augusto): 10 x 11 m, è uno spazio funzionale. Venne decretata la sua costruzione dal Senato nel 13 a.C. per celebrare il ritorno vittorioso di Augusto, ma i lavori partirono solo nel 9 a.C. L’Ara Pacis è costituita da un recinto pressoché quadrato posto su un basso podio e avente due accessi, uno solo dei quali dotato di gradinata. Sulle pareti, sia all’interno sia all’esterno pochi sono gli elementi architettonici. Rilievi interni: bassorilievi sulla parte superiore e inferiore divisi da una fascia geometrico - decorativo che rappresenta molta razionalità. Nella fascia inferiore viene rappresentata una finta palizzata. Nella fascia superiore si alterano bucrani (teste di bue o teschi) a cui sono appesi dei festoni (rito pagano). Al di sopra di quest’ultimi sono collocate le patere, coppe usate per versare i liquidi sull’altare durante i sacrifici. L’esterno è realizzato in maniera più complessa e senza relazioni con l’interno. Solo la parte superiore continua la decorazione floreale con foglie d’acanto. Questo monumento appartiene all’arte aulica (stessa posizione differente nel pensiero). I portali sono affiancati da 4 rilievi (2 dei quali conservati quasi interamente; essi rappresentano:
1. la Lupercale;
2. Enea che sacrifica ai Penati;
3. Terra fra l’aria e l’acqua: saturnia terris: una matrona con 2 bambini in grembo e due figure alate. C’è la profondità attraverso il bassorilievo, in alcune parti incise, in altre a tutto tondo. Il sottosquadro (la profondità delle immagini, facendo assumere quindi una terza dimensione) è presente del collo della madre, nel bambino e nelle figure laterali. Le immagini non occupano tutta la scultura: c’è infatti il cielo che da una profondità. La serenità e l’equilibrio sono indicate dalla simmetria delle due ancelle e dei due bambini. Ai piedi della matrona sono presenti ovini e bovini che portano fertilità e fecondità. Il drago e la papera rappresentano la serenità durante l’epoca di Augusto (pece terra marique).
4. La dea Roma seduta sopra un cumulo di armi.
La processione: il fregio storico occupa per intero la porzione superiore dei due lati maggiori del recinto sacro e può rappresentare la processione del giorno dell’inaugurazione. Sono presenti solo figure umane, comprese quelle di alcuni personaggi che erano già morti. Ma la presenza di Agrippa, genero di Augusto, morto prima del 9 a.C., fanno di questo rilevo storico la glorificazione della famiglia imperiale. L’illustrazione mostra Agrippa al quale il figlio, il piccolo Gaio Cesare, si aggrappa con estrema tenerezza. Livia, la moglie di Augusto, è accompagnata dai figli Tiberio e Druso; quest’ultimo è affiancato alla moglie Atonia Minore e dal figlioletto, il piccolo e paffuto Germanico. Viene rappresentata a piani. Il primo piano aggetta in altorilievo; nel secondo aggettano le figure, mentre nel terzo sono incise. Tutto ciò permette di visualizzare una profondità. È presente il sottosquadro nelle vesti e nelle braccia.
Colonna di Traiano: monumento celebrativo – funerario eretta nel Foro Traianeo tra il 110 e il 113 d.C. per celebrare le due campagne vittoriose di Traiano in Dacia (tavole pitte rappresentate nell’arco di Tito). Un tempo la colonna era posta tra la biblioteca latina e greca, ed era circondata da colonne corinzie. La sua altezza sfiora i 39 m. Sono tanti tamburi collegati insieme da catene di ferro. È fasciata da un lungo nastro a spirale figurato che narra i fatti simbolici delle guerre disposti in successione cronologica, chiamato coclide (spirale). Procedento dal basso verso l’alto l’altezza del nastro varia dai 60 a 80 cm perché vista dal basso l’effetto prospettico la fa apparire di dimensioni costanti.L’autore (presumibilmente Apollodoro di Damasco) si è servito del rilievo molto basso per ottenere effetti pittorici, mentre alcuni particolari sono addirittura incavati e non rilevati. Si suppone una tecnica ad encausto, pittura a secco fissata con delle colle; venne restaurata 15 anni fa.
I monumenti più significativi sono le terme pubbliche o ninfei (per la loro forma) che hanno una funzione demagogica. Hanno una pianta circolare con una successione di absidi (( di sfera). La struttura muraria si dilata all’esterno in uno spazio centrale e centrifugo. I pavimenti sono rivestiti di mosaici. Sono importanti dal punto di vista ingegneristico: sono infatti i primi a scoprire le tecniche di riscaldamento chiamate ipocausto→calore che passa dalle intercapedini sotto le vasche). Il frigidarium era lo spazio che ospitava le piscine con l’acqua fredda; il tepidarium era lo spazio che ospitava le piscine con acqua tiepida; il caldarium era l’unica sala con piscine con acqua molto calda. Gli ambienti che circondavano le vasche erano adibiti a apoditerium (gli spogliatoi), alle palestre, ai lacunicum (sudatorio o bagni a vapore), e ai massaggi con oli od unguenti profumati. Tutti gli ambienti erano coperti da volte o da cupole. All’aperto erano presenti le biblioteche.
Catacombe: sono dei cimiteri sotterranei: dei corridoi distinti dai loculi nelle pareti. Erano usate prima dell’editto di Costantino del 313 d.C.. I corridoi si dilatavano in absidi che prendevano il nome di cripta; altre volte si dilatavano in ambulacri, in cui le pitture vanno da una pittura pagana a pitture simboliche.
Basiliche pagane
L’elemento più importante del foro sono la borsa merci e il tribunale. La basilica ha uno spazio fruibile e una pianta longitudinale (rettangolare). Hanno gli absidi e l’ingresso nei lati più corti. La navata centrale è contraddistinta da volte a crociera, mentre nelle navate laterali possono essere presenti le volte a botte.
Basilica paleocristiana
È contraddistinta da una pianta longitudinale (se si traccia la tangente ai punti esterni si ottiene un rettangolo), in cui l’abside era presente nel lato opposto all’ingresso. Riprende dalla basilica pagana e poteva accogliere molte persone. Le strutture che caratterizzano la basilica cristiana sono:
• La colonna usata come struttura portante;
• Soffitto a campate;
• Le navate presentano ai lati file di colonne e non più pilastri con pseudo colonne; sono dispari; quella centrale è più alta e più grande.
• Soffitto: struttura di forma triangolare fatte di legno + ferro.
• Baldacchino;
• La cripta;
• Tutte le chiese paleocristiane vengono costruite in onore di un martire.
• Ignostasi: (icona) struttura a volte in ferro o in legno, costruita per dividere la funzione religiosa dai fedeli, in cui venivano appese le immagini religiose.
• Transetto: navata che divide ortogonalmente le navate. Il transetto può formare varie croci, tra cui, la croce latina (se i due bracci del transetto sono più corti delle navate;croce greca: se i due bracci del transetto sono uguali alle navate; se nella croce latina il transetto è posto a circa 2/3 della navata si parla di croce immissa; se è in fondo alla navata si parla di croce commissa o pianta a “T”.
• Si aprono finestre nei lati che danno luce;
• I materiali esterni non sono peziosi; l’interno è decorato con motivi geometrici decorativi.
Il prototipo è la Basilica di S. Pietro; Struttura: quadriportico (spazio di solito a forma pressoché rettangolare, circondato da un porticato) che ha funzione di raccogliere i fedeli. Nella chiesa lo spazio ha la direzionalità verso l’altare. È suddiviso in 5 navate, di cui la centrale è la più grande. Il transetto precedeva l’abside. Il soffitto era formato da ¼ di sfera chiamato catino absidale.
Santa Maria Maggiore: è fra le basiliche paleocristiane quella meglio conservata. L’interno è diviso in tre navate tramite due file di classiche colonne ioniche lisce e architravate. Al di sopra di queste le pareti della navata centrale sono forate da finestre. La chiesa è stata costruire di modo che lo sguardo dei fedeli sia convogliato verso il punto principale: l’altere nel presbiterio.
Santa Sabina: l’interno della basilica è formato da un ampia navata centrale e da altre due navate più ristrette. Il particolare di questa basilica è che è costituita da 2 absidi. I costruttori, inoltre, hanno adottato l’arco a tutto sesto. Infine, le 3 grandi finestre nell’abside centrale, non sono soltanto un motivo strutturale, ma anche ornamentale, poiché percorre, unificandolo, tutto lo spazio della proporzione centrale della basilica.
Santa Costanza: è a pianta circolare (non ci sono le navate), con le pareti scavate da nicchie; è uno spazio centripeto; ha un nartece esterno (esonartece); lo spazio è copertola una cupula che si imposta su un tamburo coperto da archi. Questi a loro volta poggiano su colonne in una disposizione binaria (accoppiate, uguali a due a due) e radiale.
Il mosaico
Tra il IV-V secolo si sviluppa la tecnica del mosaico (o tecnica musiva), diventata la più diffusa a Roma e in tutto l’impero per decorare i pavimenti. I mosaicisti romani usavano le pietre dure, di terra cotta (anche colorata) e ciottoli di forma parallelepipeda detti tessere. A cominciare dalla I metà del secolo a.C., però iniziò a diffondersi anche l’uso di tessere in pasta di vetro. I colori a disposizione, via via, aumentarono con l’uso della pietra vitra, in quanto era sufficiente aggiungere del pigmento colorante, in quantitàvariabili, per ottenere intensità diverse di una stessa tinta. Soprattutto l’uso del dorato e dell’argentato era ricorrente, poiché bastava frapporre una sottilissima lama d’oro o d’argento fra due colate di vetro.
L’arte a Ravenna
Strutture caratteristiche dell’arte paleocristiana. Nell’arte bizantina (da Bisanzio o Costantinopoli, attuale Instambul) troviamo la particolarità del capitello. Le basi erano o tronchi di piramidi o simili al capitello ionico. Il fusto è liscio. Come ornamento abbiamo elementi geometricizzati vegetali.
Mausoleo di Galla Placida: la costruzione presenta una pianta irregolare e quasi a croce greca, con volte a botte sui 4 bracci e una cupulo all’incrocio di questi. All’esterno l’edificio è semplice e povero poiché sembra costrito di mattoni a vista. Ma all’interno troviamo le pareti ricoperti di splendi mosaici (principalmente di colore verde smeraldo e blu) e di marmi pregiati. Inoltre dall’esterno la cupola è invisibile poiché è chiusa nella in una struttura di controspinta: il tiburio, ed appare come un parallelepipedo.
Basilica di Sant’Apollinare nuovo: era una basilica fatta costruire da Teodorico per il culto ariano della sua gente. Si tratta di un edificio a tre navate, privo di quadriportico e preceduto dal solo nartece. La navata centrale è conclusa con un abside semicilindrico e gli archi a tutto sesto che lo delimitano sono sorretti da colonne dotata di pulvino. I mosaici interni appartengono al epoche differenti.
San Vitale: a Ravenna è uno dei più grandi esempi di basilica paleocristiana. L’edificio ha una pianta ottagonale preceduta da un nartece esterno. All’esterno la struttura mostra la sua semplicità essendo di soli mattoni. Gli spazio sono ottenuti dall’insieme di vari solidi elementari come prismi, piramidi, cilindri e porzioni di cono. Il volume centrale del tiburio ottagonale, nasconde la cupola. Lo spazio centrale è coperto da una cupola emisferica. Due sono gli ingressi che si aprono su altrettanti lati adiacenti: uno in asse con il presbiterio, seguito dall’abside, da quest’entrata la struttura sembra in linea retta, mentr dall’altra entrata troviamo uno spazio centrale.
Stile romanico
Dall’anno 1000-1200 (epoca dei comuni) troviamo il periodo romanico: fioriscono le chiese e le città, si estende in tutta Europa (Uk e Spagna). Qui si parlano le lingue romanze (DOC e D’oil) in sostituzione del latino. Romanico: aspetto culturale e letterario. Le città sono cinte da mura, hanno un aspetto medioevale. Tutte le strade confluiscono nella piazza principale e le chiese si affacciano sulla piazza in maniera radiale o concentrica. Le mura possono avere 2 tipi di merli:
• Guelfe: squadrate.
• Ghibelline: a V (coda di rondine).
Il borgo rurale (castello governato dal feudatario) si trova al di fuori della città. La chiesa è il luogo dove si parla di commercio e di giustizia. Si dispone il battistero di fronte alla facciata della chiesa, perché aprendo la porta si vede l’interno della chiesa (simbolicamente nascita, vita e morte). Si tende a concentrare tutti gli edifici più importanti insieme in un solo luogo. L’uso di archi a tutto sesto permette la costruzione di case torri (es: San Gimignano a Siena)
Chiesa romanica
La struttura muraria è come quella a sacco romana. Sono tutte molto buie; non c’è la figura dell’architetto che nascerà a partire dal XI secolo e che curerà soprattutto la decorazione scultorea, sono maestranze. Si cerca la perfezione anche con i materiali da costruzione. Si usa la pietra, per una scelta quasi filosofica, un avvicinamento a Dio; la scultura viene usata ma è come una Bibbia scolpita in pietra. Si usa il bassorilievo. Grande spessore delle mura. Prevalgono le piante longitudinali. Finestra strombata (trapezoidale) per non perdere la staticità della chiesa. Si riprende la volta a crociera e gli archi a tutto sesto, al posto delle capriate lignee. Lo spazio quadrato coperto da ciascuna crociera è detta campata. A una campata nella navata centrale corrispondono 2 campate nelle navate laterali (rapporto 1:2). La volta a crociera scarica il proprio peso sui quattro pilastri della campata che la ricevono e la scaricano a loro volta nei contrafforti. Contrafforti: pilastri di rinforzo addossati alla parete esterna che contro-spingono nei punti di maggior tensione: le spinte delle volte a crociera. Puntellato all’esterno. Il pilastro è cruciforme che sostituisce o affianca le colonne. Il presbiterio è rialzato.
Italia romanica
Alla base di questa architettura non ci sono teorie particolari, vengono utilizzate soprattutto le maestranze. Nell’Italia settentrionale il romanico si differenzia da regione a regione (romanico lombardo, veneto ed emiliano). Al contrario nell’Italia centrale si differenzia da città a città. Infatti le caratteristiche del romanico cambiano a seconda della storia e della posizione geografica.
Il prototipo di chiesa romanica lombarda è Sant’Ambrogio, a Milano, ricostruzione di una chiesa paleocristiana. La facciata, guardando l’alzato, è monocuspidata o a capanna: gli spioventi racchiudono le 3 navate. Ha 3 portali strombati. Inoltre le cornici pensili-decorative sottolineano gli spioventi a semicerchio, che troviamo spesso anche nell’interno e/o nella torre campanara. Le gallerie pensili non sono percorribili. I rosoni sono a volte o sovrapposizioni di bifore o monofore. Gli archi che troviamo sono a tutto sesto. La scultura si fonde con l’architettura. Troviamo qui un archivolto. Guardando la pianta si nota che è priva di transetto. C’è la presenza di un quadriportico grande quanto lo stesso edificio. La pianta è rettangolare con tre navate terminanti con tre absidi semicilindrici (triabsidata). La navata centrale è il doppio delle navate laterali con quattro ampie campate. Le navate laterali sono formate da otto campate minori.
C’è un altro modo per rappresentare le facciate oltre che a capanna: a salienti (usato soprattutto nell’Italia centrale, la troviamo quando nella parete centrale (determinata dalla navata centrale) 2 pilastri (2 rettangoli), sottolineano la parete più alta.
San Giminiano a Modena ha il protiro (tipico dell’Italia romanica emiliana, in cui c’è un’edicola che precede il portale e aggetta rispetto alla facciata) sorretto da leoni stilofori (la base non è ionica, ma è un leone stile colonna). È dotata di rosone. La facciata è a salienti. Le gallerie sono pensili non percorribili. Arcatelle sia nella facciata che all’interno. Torre campanaria con bifore o trifore. Accanto al protiro troviamo strutture a basso o alto rilievo di uno scultore famoso collegato a Michelangelo, Wiligelmo. Ha una pianta longitudinale, priva di transetto, triabsidata, ha tre navate.
Venezia rispetto alla Lombardia e all’Emilia si stacca completamente, non sembra romanico. Ha un aspetto figurativo molto diverso; l’architettura nel veneto è luce-colore.
San Marco:

• L’architettura in orizzontale (a causa della morfologia sul terreno che tende verso l’orizzontale).
• La storia che influisce: si notano quindi influenze orientali (arabesche e moresche); faceva parte dell’esarcato d Ravenna.
• La pianta a croce greca in ogni braccio c’è una volta a botte in cui si innesta una cupola (influenza orientale).
• Non ci sono volte a crociera e capate.
• Nartece che funge da eso.
• Guardando l’alzato si potrebbe dividere in due parti: la parte piena (si usa l’arco inflesso o genoflesso o inginocchiato; rivestita di mosaici; prevalenza di luce e colore; reazione alla luce che smaterializza: reagisce alla luce con reazioni luminose; diventa leggera); la parte vuota (esonartece molto strombato; arcate a tutto sesto; il vuoto da l’impressione di pieno, si da quindi un idea di massa)
Battistero: (Firenze) ha una pianta centrale poligonale che riprende i ninfei. Fu eretto nelle basi di un tempio romano a base ottagonale. La cupola ottagonale non emerge all’esterno (tiburio: rifacimento 800esco). Ha un rivestimento bicromo o dicromo fatto di verde prato e marmo rosa di Carrara. Il suo uso è come nell’architettura disegnata (funzionale: ciò che è disegnato di verde all’esterno ha delle corrispondenze nell’interno; tanto che queste prime costruzioni verranno in seguito riprese dal Brunelleschi). L’interno è fastoso ed ha una spazialità che richiama il Panteon. Delle colonne dal fusto liscio e dei capitelli dorati tripartiscono le facce, adorne di marmi pregiati, mentre un loggiato che corrisponde alle trifore disegnate all’esterno contribuisce ad alleggerire la struttura. Ha un richiamo classico.
Basilica di san miniato al monte: inizia la sua costruzione sulle basi di una chiesa carolingia. La componente disegnativa prende il sopravvento su quella decorativa. Presenta una decorazione bicroma bianca e verde con l’alternarsi di elementi geometrici. Ha la facciata a frontoni o salienti, pilastri cruciformi, un rivestimento all’interno, e il pavimento decorato da opus tesselatum. È dotata di un nartece finto disegnato. Nonostante ci non ci sia un portico le colonne con gli archi sottolineati dalla bicromia danno l’impressione della profondità e della presenza del nartece. Nella parte più alta della basilica i disegni geometrici sono più complessi. All’interno presenta una pianta rettangolare a tre navate, senza transetto. La cripta seminterrata, il presbiterio rialzato, la presenza di un unico abside e il soffitto a capriate lignee costituiscono caratteristiche tipiche paleocristiane.
Il restauro viene fatto in carta giapponese e attraverso colle acriliche.
Il duomo di Pisa: gli edifici sono al di fuori del borgo. È un romanico italiano che si innesca con altre strutture arabesche e moresche (la pieve d’Arezzo riprende da un romanico pisano). Ha una collocazione in asse. La pianta a croce latina è dotata di 5 navate nel corpo longitudinale e 3 nel transetto. La sua intersezione con la navata centrale sottolineata da una cupola a pianta ellittica, di tradizione orientale, che si erge su un alto tamburo. La decorazione all’interno è a fasce bicrome alternate. Un modello di Pisa verrà in seguito ripreso da Diotisalvi e Bonanno. Nel 1300 è stato costruito anche un cimitero. È dotato di nartece con arcate a tutto sesto. Ha una pianta centrale. Gli storici in sezione chiamano la cupola a pera (raccordo tra una cupola emisferica e una conica). Non si da più l’immagine di architettura plastica, ma leggera anche grazie alle ghimberghe (motivi floreali). Soffitto ligneo a cassettoni.
San Martino a Lucca: pisano-lombardo. Arcate strombate; nartece profondo. Interno costituito da tre navate, presbiterio absidato transetto diviso in 5 navate minori.
San Nicola a Bari: lombardo (per le difore, le arcatelle e il protiro) – normanno (per un architettura molto essenziale). Pianta a croce latina commissa. Divisa in senso longitudinale in tre navate da 12 colonne. Gli arconi trasversali dividono le colonne a gruppi di tre. Facciata percossa da due contrafforti. Mosaici all’interno.
Duomo di Monreale in Sicilia: influenze arabesche, moresche e normanne. La scultura come la pittura sono praticamente assenti. Il duomo presenta una pianta a croce latina commissa divisa in tre navate. Quella centrale è larga più del doppio di quelle laterali e vi sono nove colonne per lato. La copertura è a capriate, mancano le volte a crociera e i pilastri. Le decorazioni musive coprono la gran parte delle pareti interne. La facciata presenta un delicato intreccio di archetti ciechi a sesto acuto. Portico poco profondo con tre archi a sesto acuto sostenuti da colonne.
Scultura
Viene usata soprattutto all’esterno con funzione didascalica – illustrativa (come la bibbia di pietra). I capitelli sono differenti l’uno dall’altro con temi che si alternano (soprattutto la genesi e la sofferenza dell’uomo nel medioevo). Sono soprattutto maestranze (non c’è lo scultore che si distingue).
Wiligelmo
È un manierista (chi riproduce qualcosa già usato, in questo caso le sue sculture richiamano i Kuros). Nella facciata di San Giminiano è presente la sua “Bibbia in pietra”. Le sue sono soprattutto figure stilizzate racchiuse in una fascia di arcatelle che scandiscono il racconto. Non c’è descrizione di paesaggio o di profondità. Il personaggio principale è l’uomo. Le figure sono tozze e alte quanto le arcatelle. Si fa molto uso del bassorilievo.
Romanico vs Gotico
Analogie nella pianta:
• La pianta longitudinale che facciamo però risalire al paleocristiano.
• Le campate (quindi la presenza di volte a crociera).
Differenze nella pianta:
• Pilastri cruciformi nel romanico; fasci polistili nel gotico.
• Arco a tutto sesto nel romanico; arco a sesto acuto (con la spinta dal basso verso l’alto) nel gotico.
• Rapporto tra la campata centrale e la campata laterale: 1:2 nel romanico, 1:1 nel gotico.
• Finestre strombate nel romanico; finestre a parete nel gotico.
Elementi caratteristici:
• Romanico: protiro, difore e trifore, arcatelle, corridoi pensili non percorribili, temi sulla sofferenza dell’uomo nel medioevo. Mura spesse per dare stabilità.
• Gotico: predomina la forma del triangolo, nicchie, sculture, trilobati e mosaici nelle cuspidi che sono sopra, temi religiosi, leggerezza data da pilieri che sono nella facciata a scandire la tripartizione, contrafforti, fasci polistili, nervature, vetrate.
Antelami
Si rifà al periodo classico ed utilizza immagini allegoriche per far passare il messaggio. Ne “La deposizione” il tema è la deposizione della croce. Al termine c’è un grande respiro. La croce è simmetrica e partisce i personaggi in due zone. C’è un impressione del movimento ritmico per l’esaltazione della linea. Sulla destra le linee del panneggio si incurvano e si intuisce uno studio della linea. Abbiamo inoltre la ripetizione delle braccia dei personaggi più vicini alla croce. I rosoni e il fregio sono decorati con richiami all’arte greca. Il marmo è lavorato con motivi geometrici - decorativi, attraverso il processo di traforatura.
Gotico
Urbanistica: un esempio è Cortona: con la porta gotica e le mura etrusche inglobate da quelle gotiche. È un esempio di case a mensola con le travi che aggettano, ovvero un evoluzione delle insule romane, lungo la via del Gesu. L’evoluzione delle domus sono le case a torre con tutte le pareti affrescate. La torre più alta era uno status simbolo per la famiglia che la possedeva, ma non aveva funzione abitativa in quanto gli spazi erano bui e angusti.
Broletto: campo/piazza: palazzi con porticati con sale che si affacciavano nella piazza. Erano costruiti con la bugna ossia una pietra non lavorata.
Il termine gotico viene dato nel 1400 per fare una critica. Non si sviluppa contemporaneamente in tutta Europa e parte dalla “Ile de France” (Francia), e in seguito viene diffusa. In Italia è portata dagli ordini religiosi.
Nel gotico l’arco a sesto acuto si sostituisce a quello a tutto sesto. La volta costolonata sostituisce la semplice volta a crociera. L’arco rampante si sostituisce o si aggiunge ai contrafforti. Abbiamo l’esiguo spessore delle mura. Il pinnacolo è l’elemento estetico che da stabilità. Le piante sono longitudinali. Abbiamo il rapporto 1 : 1 tra le campate centrali e laterali, poiché la campata è rettangolare. Abbiamo la forma a ogiva dell’arco. Le spinte sono verso l’alto, perpendicolari alla base che si scaricano nei fasci polistili che a loro volta scaricano negli archi rampanti; i muri si alleggeriscono e subentrano ampie vetrate e rosoni. Nasce a Parigi e si diffonde in Italia attraverso gli ordini religiosi, tradotto con il pensiero domenicano, francescano e cistercense che è il più vicino al francese. Nella facciata predomina la forma del triangolo; la leggerezza è data dalle nicchie. Le sculture sono a tutto tondo inserite nelle nicchie e appoggiate nelle strombature con tema religioso. L’architettura si dirige verso l’alto. Il gotico nordico è più sfarzoso e complesso.
Gotico in Italia
Viene definito gotico temperato commissionato dagli ordini religiosi.Tutto parte dall’evoluzione della cripta in basilica inferiore e basilica superiore a cui poi viene aggiunto un battistero. La basilica inferiore è di ordine romanico caratterizzato dall’uso di archi a tutto sesto, maestranze laziali e toscane, tarzie nelle vene per dare un illusione di spazio infinito. Molte chiese vengono dipinte. Il prototipo tra i francescani è san Francesco. Essi vogliono che sia espressa la povertà. Per questo la chiesa doveva essere semplice e povera, abolendo tutte le strutture (come le decorazioni, fasci polistili e altre navate oltre che quella principale), che rappresentano la sfarzosità. Ci sono fasci polistili; nelle campate le volte sono ogivali. Il gotico domenicano è caratterizzato da un'unica navata. Gli archi, le nervature delle volte sono fatti a bicromia. È un gotico disegnato che esprime razionalità. Le pitture parietali hanno il fine di comunicare ai fedeli.
San Francesco ad Assisi
Si dispone a due livelli: ha una pianta a croce commissa. La chiesa inferiore riprende il romanico, h un'unica navata di quattro campate. Un transetto voltato a botte, un abside a pianta semicircolare e cappelle laterali (aggiunte successivamente). La chiesa superiore definita esternamente da due contrafforti, è una grande aula suddivisa in quattro campate quadrate con transetto e abside poligonale. Le campate sono coperte da volte ogivali costolonate.
Il gotico a Firenze
Firenze si evidenzia per l’uso di materiali significativi, come il laterizio (una pietra rosata e usato per l’architettura disegnata).
Santa Croce è importante, tanto che è chiamata piccolo Phanteon per la ricchezza dei reperti (tombe di artisti illustri, tra cui Dante e Foscolo). Nel chiostro c’è la cappella dei Pazzi, che è paleocristiana, per il soffitto a capriate lignee. La basilica è a croce commissa con tre navate. L’interno è molto austero e spoglio in conformità dello spirito francescano.
In santa Maria Novella gli archi a ogiva sono evidenziati dalla bicromia per differenziarsi dall’intonaco bianco. È domenicana. La pianta della chiesa è a croce commissa, le campate sono sei che si restringono fino ad arrivare al presbiterio, troviamo un abside quadrato affiancato da quattro cappelle ai suoi lati. La navata centrale è molto ampia in modo da dar continuità con le altre navate.
Santa Maria del Fiore (il Duomo) deriva da S. Parata (paleocristiana). Ha la cupola del Brunelleschi. Dopo si ristruttura il duomo, che rimane al tamburo (struttura di raccordo). Dato che la navata centrale è molto ampia da l’idea di un’unica navata. Si ampia la parte del transetto formato da tre absidi che diventa una struttura centrale. L’architetto è il capomastro, si ha l’uso di maestranze locali e non sfarzose come nel gotico nordico francese. Il tamburo (struttura di raccordo) ha il diametro di circa 50 metri. Nel 1300 d.C. la chiesa non viene completata. Nel 1401 si ha un bando di concorso per trovare un artista che copra e volti il tamburo; viene vinto dal Brunelleschi. Cambia la figura del capomastro, non è più teorico (chi pensa, progetta). La campate sono rettangolari. Nel Rinascimento l’architettura è empirica, non studiata a priori. Inoltre si doveva disboscare moltissimo per trovare le centine (impalcature di legno). Il Brunelleschi fa una cupola antiportante (con una doppia cupola, archi a ogiva nell’interno, ed archi a tutto sesto nell’esterno). La facciata è dell’800, con rifacimenti del ‘900; è un falso storico, e si cerca di ricostruire come al Medioevo (architettura dell’800).
Catel del monte in Puglia
La pianta da un criterio razionale di tutta l’impostazione. La pianta è centrale, ha una forma ottagonale con un cortile interno ottagonale. Se si uniscono idealmente i lato esterni con quelli interni come risultato avremo dei triangoli aurei. Il cortile richiama le forme di tutto il complesso. Osservando l’alzato dato che è a pianta centrale da qualunque punto di osservazione avremo una visione 3D. Su ogni angolo sono presenti torri ottagonali. Il riferimento classico è dato dai frontoni.
Cassone = iconografia delle immagini. Ripreso da Gaugin nell’800. Vetrate: processo di cottura: tassoni di colore; è una pittura che riguarda le arti minori.
Umbria
San Rufino opera romanica con richiami al romanico lombardo.
Lucca
Rifacimenti a Pisa e alla Lombardia
Duomo di Orvieto
Costruito sul tufo. Struttura rettangolare. Collocato su una piccola piazza; da un’imponenza per l’aspetto morfologico e per la collocazione. Un prete boemo non credeva nella transustattazione, si fermò a dire una messa. Rompendo l’ostia si macchiò il corporale di sangue. La pianta è longitudinale a croce latina. Ha un abside quadrata. Nelle pareti laterali le strutture si dilatano in tante absidiole. Troviamo il verticalismo e la leggerezza nella facciata poiché predomina la forma del triangolo. È divisa in quattro pilieri. I triangoli racchiudono i mosaici. La cornice è ornata con motivi floreali (ghimberghe) che smaterializzano il materiale dando luce. La facciata gotica è impiantata su una chiesa romanica. Il portale è un opera del ‘900 di Emilio Greco morto negli anni ’80. troviamo un riferimento al gotico francese nel rosone contornato da un quadrato formato da nicchie con sculture a tutto tondo all’interno. Le pareti laterali sono dicrome finalizzate ad un effetto visivo, ovvero rallentare la verticalità della facciata. Longitudinalmente è divisa da pilastri. Volte ogivali. Il coro è illustrato dal pittore Ilario Del Prete con la descrizione del miracolo. Nel braccio del transetto di sinistra si innesta la cappella del corporale, nel braccio di destra c’è la cappella di San Brizio, dove c’è un’opera del ‘500 restaurata da poco: Il Giudizio Universale di Luca Signorelli, manierista di Michelangelo. A sinistra c’è il corporale racchiuso in un reliquiario che ha la forma della facciata del duomo, adornata di smalti (con i quali si illustra il miracolo), oro e pietre. Nel ’300 si comincia a lavorare i metalli preziosi: l’oro (arte minore). Qui l’oro presenta incastonature di pietre, lavori di oreficeria con lo smalto. Il reliquiario viene fatto vedere (chiuso), solo durante il corpus domini. Si avvicina al gotico francese nordico.
Pittura
La pittura è su tavola. Si ha una ricerca del volume. Appese all’iconostasi (cancello che separa il clero dai fedeli, su cui si appendono le immagini in legno).Simbologia: oro, colori. Le immagini sono sempre religiose. Il fondo dorato si stende così: si lavora una lamina d’oro ridotta a fogli che poi viene stesa. Tecnica è molto difficile (a foglia) o sulle tavole o sulle croci di legno o sulle pale d’altare (trittico se le scene o pannelli sono tre; polittico se le scene sono tante). Cimabue da il volume alla figura di Cristo. Usa un’iconografia particolare (certe determinate caratteristiche). Gli angeli sono solo sulla cornice: rappresentati in maniera sproporzionata. Per la Madonna si usa sempre il colore blu. Si da una certa rotazione (non di profilo ne di fronte). Il Cimabue fa uso di una cornice geometrica e di un fondo geometrico. Cristo è descritto con capelli lunghi e barba (elementi ricorrenti). Il torace ha un volume (sottolineato dal passaggio di colore). Si anticipa Giotto.
Palazzo del comune a Firenze
Nelle città i palazzi sono comunali. Prototipo. Tutti hanno la torre campanaria. La bugna è la pietra non lavorata, il nome successivo alla lavorazione è concio. Il palazzo comunale di Firenze viene detto della Signoria o Vecchio. L’assenza di finestre al piano terra e la successiva disposizione di piccole finestre ai piani successivi da un’idea di castello fortificato. La forma è cubica (impatto visivo). Il ballatoio aggetta rispetto alla parte inferiore. Ha i beccatelli mensole in pietra sorrette da archi a tutto sesto; tra beccatello e beccatello si aprono le caditoie, una specie di feritoie. Il ballatoio termina con i merli guelfi (squadrati). Scientificità. Se si conducono le tangenti è racchiuso in un triangolo aureo. Serie di rapporti geometrici. La pianta è trapezoidale perché da una parte c’era la via maledetta, dall’altra una chiesa e non ci si poteva costruire. La torre campanaria sembra più bassa di quello che è perché non è ad un’estremità ma è stata inglobata. Riprende i motivi della parte inferiore. Il ballatoio della torre termina con merli ghibellini. L’edicola sovrastante la torre funge da cella campanaria. La torre sembra spostata verso destra poiché è stata costruita sopra un’altra torre preesistente.
Palazzo del comune a Siena
Palazzo pubblico a Siena. Conclude la piazza (chiamata del Campo) a forma di conchiglia. È disposta ad ottuso l’angolo. Torre del mangia di marmo bianco. Il palazzo è costruito con mattoni di terra rossa di Siena. In basso la pietra grigia, dove ci sono gli ingressi. All’interno sono molto importanti gli affreschi.
Effetti del buono e del cattivo governo
Dentro il palazzo pubblico di Siena ci sono dei musei. Ambrogio Lorenzetti è parente di Pietro Lorenzetti (colui che ha fatto il polittico sopra il presbiterio ne l’annunciazione nella pieve Arezzo con lamine d’oro a fogli). Ambrogio è nella sala dei nove. Sono di Ambrogio Lorenzetti due allegorie: il buono e il cattivo governo. Visione aerea degli effetti del buon governo in città e in campagna. Nel Buon governo sulla destra del monarca c’è una bilancia. Il monarca viene rappresentato cupo e cornuto, come una sorta di diavolo. I piatti della bilancia sono uguali; c’è una corda (da cui deriva l’espressione cum+cordia=concordia). Ai piedi del monarca ci sono 24 uomini. Ha un’estensione di 14 metri. La città è contornata, ovvero cinta, di mura merlate. All’interno della città i muratori continuano a costruire, ciò indica l’aumento demografico, c’è un maestro con i discepoli che indicano l’istruzione, tre ragazze che fanno la danza carola (ripresa dal Botticelli, da Matisse) che indicano il buon augurio. Fuori si vedono i nobili di cui uno con il falcone. È una rappresentazione assonometria tridimensionale (prospettiva usata per rappresentare la dimensione vista dall’uomo). Diventa un documento storico del pensiero aristotelico di San Tommaso D’Aquino.

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