Sant'Ambrogio

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

BASILICA DI SANT’AMBROGIO – MILANO

La basilica di Sant'Ambrogio a Milano fu costruita dove prima c'era un cimitero cristiano

ARCHITETTURA
Il materiale di costruzione è povero (principalmente mattoni di diversi colori, pietra e intonaco bianco). La rinuncia a preziosi materiali è da attribuire al periodo, dove non si pensa più la materia in opposizione allo spirito: essa è, anzi, come il corpo vivente del lavoro umano.
La Basilica presenta una croce latina e una pianta formata da: tre navate absidate con quadriportico antistante. La pianta interna della basilica è longitudinale e (se si escludono le absidi) ha le stesse dimensioni del portico antistante.
La facciata (detta "a capanna") è larga e bassa, tipica anche dei casali di campagna: la sua forma esprime l'attaccamento alla terra che sta alla base della progettazione della chiesa. Presenta due logge sovrapposte. Quella inferiore ha tre arcate uguali e si ricongiunge con il perimetro interno del portico, mentre quella superiore ha cinque arcate che scalano in altezza assecondando il profilo degli spioventi. Presenta anche degli archetti pensili, cioè file di piccoli archi a tutto sesto che "ricamano" la cornice marcapiano e gli spioventi.

L'INTERNO DELLA CHIESA
L'interno venne strutturato con l'uso di volte a crociera a costoloni, nelle quali ogni elemento confluisce in una struttura portante apposita, con un'architettura rigorosa e coerente. In sostanza, ogni arco delle volte poggia su un semipilastro o una semicolonna propria, poi raggruppati nel pilastro a fascio, la cui sezione orizzontale non è quindi casuale, ma legata strettamente alla struttura dell'alzato. Le volte delle navate laterali, con campate di dimensioni pari alla metà del lato di una campata nella navata centrale, poggiano su pilastri minori e reggono i matronei. Questi ultimi occupano tutto lo spazio eventualmente disponibile per il cleristorio: lo sviluppo in altezza ne risulta bloccato ma, coerentemente con lo sviluppo complessivo, la luce si tende lungo l'asse maggiore (la stessa forma plastica dei pilastri polistili è subordinata a questa illuminazione bassa) e passa dalle finestre della facciata (qui, peraltro, filtrata dalle logge) e dal tiburio (come detto, successivo). Complessivamente, la luce non risulta diffusa e leggera come nelle chiese paleocristiane ma scarsa, spezzata e fortemente contrastata, la qual cosa non risulta contraddetta neppure dall'aggiunta del tiburio, il quale si limita ad illuminare il cerchio ad esso sottostante. I capitelli dei pilastri del robusto porticato sono adorni di decorazioni vegetali, animali simbolici e figure mostruose. La Basilica conserva inoltre notevoli opere d'arte, come il prezioso altare d'oro di Volvinio, realizzato nel IX secolo con lamine dorate e gemme incastonate e il sarcofago di Stilicone, dell'epoca tardo romana.

IL QUADRIPORTICO
Il quadriportico, antistante la chiesa, aveva un tempo la funzione di raccogliere le masse di catecumeni al cospetto della chiesa. Tuttavia, dai primi anni dell'XI secolo, i fedeli venivano ormai battezzati fin dalla nascita, per cui il quadriportico perse la sua funzione iniziale (un tipico residuo del quadriportico è l'esonartece). Assumendo un ruolo nuovo, finisce per fungere da luogo scoperto dove si radunano le persone per discutere e ragionare, per assemblee religiose o civili. Dalla loggia superiore della facciata il vescovo dà la sua benedizione ai cittadini, mentre le cariche pubbliche possono interloquire con la folla.
Il portico è delimitato da quattro mura, particolarità da cui prende il nome. Nel cortile interno, sono presenti eleganti arcate sostenute da pilastri fiancheggiati da semicolonne. Tutte le membrature del portico sono ben evidenziate, anche coloristicamente. Le arcate hanno doppia ghiera, le cornici sono sorrette da archetti pensili analoghi a quelli della facciata, i pilastri sono fiancheggiati da semicolonne, mentre sottili lesene si profilano sulle superfici superiori, dividendole con regolarità.

ESTERNO
I due portali laterali, con possenti architravi, recano raffigurazioni tratte dai bestiari medioevali; il mediano è fiancheggiato da colonnine con architrave

I CAMPANILI
Il campanile di destra, detto dei monaci, risale all'VIII secolo e ha l'aspetto austero tipico delle torri di difesa. Quello di sinistra, detto dei canonici, è più alto e risale al 1144. La sua ideazione è probabilmente da attribuire allo stesso architetto che ha progettato la basilica, poiché riprende in verticale gli stessi concetti del quadriportico, mentre gli ultimi due piani sono stati aggiunti solo nel 1889. I due campanili sono uno degli omaggi più riconoscibili in Italia allo stile transalpino delle doppie torri scalari in facciata, derivato dal Westwerk carolingio.

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