Piero della Francesca

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

PIERO DELLA FRANCESCA (1415/1420-1492)
Mai nessuno prima di Piero della Francesca aveva disegnato i poliedri regolari e semiregolari né studiato le relazioni che intercorrono fra i cinque regolari, anche se pare che mai egli li abbia dipinti.
Il nome di Piero della Francesca compare per la prima volta in un documento fiorentino del 1439 relativo a Domenico Veneziano. In quell’anno Piero fu dunque a Firenze ed ebbe occasione di conoscere le opere di Masaccio, del Beato Angelico e di Paolo Uccello. Nel 1442 Piero era già nella sua città natale; fu poi a Ferrara e nel 1451 dipingeva nel Tempio Malatestiano a Rimini, mentre era ad Arezzo l’anno successivo. Nel 1459 fu a Roma e dal 1440-1450 era entrato in contatto con la corte di Urbino, per la quale eseguì importanti opere. Morì a Borgo Sansepolcro il 12 ottobre 1492.
-Battesimo di Cristo (1440) Londra
La figura del Cristo, immobile come una colonna, occupa il centro della tavola. A destra Giovanni il Battista compie il suo gesto, mentre a sinistra tre angeli assistono alla scena. Questa avviene fra le acque del Giordano, in Palestina, ma in realtà è una veduta della valle del Tevere, chiusa fra le sue mura, alle pendici di un colle ridente: Sansepolcro, la patria di Piero.La solidità del corpo di Cristo è ripetuta, a sinistra, da quella del tronco eretto dall’albero, la cui chioma determina una sorta di cupola che copre l’immagine dell’uomo-dio sul quale è sospeso lo Spirito Santo in forma di candida colomba.La lunga strada leggermente ondulata che conduce alla città, insieme agli alberelli e ai tronchi d’albero tagliati che proiettano la loro ombra sul prato verde cupo, danno la misura della profondità dello spazio prospettico e della lontananza dei colli. I corpi hanno volti tondi, ovali, con rigidi profili e tutto è avvolto in un’atmosfera irreale. Venne eseguita per onorare Ambrogio Traversari (abate). Egli contribuì a fare in modo che nel concilio del 1439 prevalesse la tesi della chiesa romana contro quella della chiesa di Costantinopoli. La scelta del Battesimo di Cristo, raffigura la prima distinta manifestazione delle tre Persone della Santissima Trinità. Alla Trinità alludono gli angeli in numero di tre e il colore dei loro abiti: rosso, blu e bianco. Vengono unite le due chiese, greca e latina, raffigurata dagli angeli di destra e del centro che si tengono per mano.
-Storie della Croce (1373-1452) Arezzo, Chiesa di S. Francesco
Iniziato dal pittore Bicci di Lorenzo (gotico internazionale). Gli affreschi vennero introdotti nella Chiesa tra il 1458/59 e furono conclusi prima del 1466. Piero compose 10 scene distribuendole in 2 lunette e 8 riquadri. Le 10 scene sono disposte sulla parete di fondo della cappella e sulle due laterali.
-La morte di Adamo: particolare delle Storie della Croce (lunetta)
Adamo morente circondato dai familiari e invia suo figlio dall’Arcangelo Michele; il figlio colloca il ramoscello (dato dall’Arcangelo) nella bocca del padre; poi colloquia con l’Arcangelo alle porte del Paradiso Terrestre. Nel gruppo a destra Eva, in un abito che lascia scoperte le spalle, curve per gli anni, sorregge il capo di Adamo, mentre narra della promessa fattagli dall’Arcangelo Michele e il figlio ascolta con volto serio.
-Il sogno di Costantino: particolare delle Storie della Croce
Liberazione di S. Pietro dal carcere. La luce copre il volto dell’angelo e tutto pare vero simile. Questo conferma la capacità di astrazione di Pietro che rende vero ciò che non esiste nella realtà.
-Flagellazione di Cristo (1459) Urbino, Galleria Nazionale delle Marche
Fra l’interruzione dei dipinti di Arezzo e la loro ripresa dopo il viaggio romano si colloca la piccola Flagellazione di Urbino. Due scene distinte , ma fra loro connesse, si svolgono una all’aperto e l’altra in un interno. In una strada con edifici antichi e rinascimentali tre uomini colloquiano, mentre in uno spazio perfettamente misurato il Cristo è legato alla colonna e flagellato. Le fasce bianche, la pavimentazione a riquadri, gli architravi, le linee di gronda degli edifici sembrano voler mostrare l’unicità del punto di fuga, proiezione del punto di vista sul quadro prospettico. Le persone sono immobili e fermate in un attimo dell’azione in una specie di vitalità sospesa. I fustigatori sono irrigiditi con le braccia levate per colpire il corpo di Cristo. Il colloquio dei tre personaggi sulla destra, sembra congelato come il linguaggio muto della gestualità delle loro mani: Cardinale Bessiarone, Buonconte da Montefeltro e Giovanni Bacci. La tavoletta era stata inviata in dono a Federico di Montefeltro dal Bacci, per convincerlo ad appoggiare una crociata.
-Sacra conversazione (1472/74) o Pala Montefeltro. Milano, Pinacoteca di Brera
Si fa uso di olio oltre alla tempera e vengono rappresentati avvenimenti importanti lieti e tragici, di quegli anni. La Vergine in trono è circondata da 6 santi e 4 angeli preziosamente abbigliati. La sacra conversazione si svolge all’interno di un edificio classico e tutti i personaggi sono nella campata dell’edificio. Un coro coperto da una volta a botte cassonata decorata a rosoni, termina con un’abside il cui catino è occupato da una conchiglia alla quale è sospeso tramite una catena d’oro, un perlaceo uovo di struzzo, simbolo di rinascita. La prospettiva esalta l’architettura dipinta mentre grande attenzione è portata è portata ai più minuti dettagli (acconciature dei capelli, gioielli, volti incisivi). Sulla corazza di Federico riflettono il manto della Vergine e la finestra che è fonte di luce.
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