Paul Gauguin

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Paul Gauguin
Paul Gauguin nacque nel 1848 a Parigi da Marie Aline Chazal, di origine peruviana e da Clovis Gauguin, un giornalista.
L’ascesa al potere di Luigi Bonaparte in seguito alla rivoluzione del ’48, fece del padre di Paul un avversario politico del regime imperiale e costrinse la famiglia a partire per il Perù. Ma Clovis Gauguin, a causa di un aneurisma che lo colpì durante il viaggio, non riuscì a sbarcare a Lima, città che invece raggiunsero Aline e i suoi figli. La famiglia si stabilì a casa dei parenti di Aline, ma alla morte di suo padre ritornò in Francia e si stabilì nuovamente ad Orleans. Paul frequentò un collegio della città, ed è interessante riportare le parole di un suo professore riguardo a questo grande pittore; diceva: “ questo ragazzo sarà un idiota o un genio”.
Il 7 dicembre 1865 Paul entrò nella Marina mercantile come allievo, ma in seguito alla guerra Franco-Tedesca del 1870-1871 venne smobilitato. Trovò lavoro come impiegato di banca e si formò una famiglia sposando la giovane danese Sophie Gad detta Mette e avendo cinque figli ai quali fu sempre legato anche quando era fisicamente molto distante da loro. Prima del matrimonio Paul aveva imparato a disegnare e a dipingere, interessandosi in particolare al movimento impressionista nato in quegli anni e che cercò di imitare per un periodo della sua vita di pittore, prima di iniziare a concepire una nuova idea dell’arte, molto più personale.
Partecipò ad alcune esposizioni e i suoi quadri furono apprezzati; il romanziere Huysmas commentò molto positivamente una tela di nudo, affermando che nei suoi nudi vi era una “impetuosa nota reale” che nessuno aveva mai impresso. Come abbiamo detto inizialmente la sua arte seguì quella degli impressionisti e in particolare quella si Pisarro, dal quale rimase affascinato. Volendo dunque trovare nuove possibilità di vita attraverso la pittura lasciò il suo posto in banca e volle stabilirsi a Rouen. Purtroppo però fu costretto per problemi economici a recarsi in Danimarca dai parenti della moglie, coi quali legò ben poco anche a causa del suo carattere abbastanza difficile e così, in seguito al poco successo riscontrato ad un’esposizione decise di ritornare in Francia. Ma il suo animo inquieto lo portò sempre a spostarsi da un luogo all'altro in cerca di emozioni nuove che il più delle volte non riuscì a provare.
La sua pittura intanto iniziava ad allontanarsi da quella impressionista ed egli circondava le figure dei suoi quadri con un tratto opposto alle idee impressioniste. Pare che questa caratteristica l’avesse presa dall’amico simbolista Emile Bernard, contrario come lui alla pittura troppo analitica degli impressionisti. Infatti Paul rifiutò le immagini luminose degli impressionisti e ricercò una pittura capace di evocare e suggestionare. Non gli interessava rappresentare la realtà, ma creare immagini cariche di colori puri e ricche di forme semplici; disse, insegnando l’arte della pittura ad un giovane di nome Paul Serusier: “ Come vedete questi alberi? Sono gialli, e allora metteteci del giallo: quell’ombra piuttosto blu, dipingetela con dell’oltremare. Per quelle foglie rosse? Metteteci del vermiglio”.
Nel 1888 Paul si recò ad Arles, a casa di Van Gogh, col quale aveva stretto amicizia. Ma la convivenza provocò la rottura tra due uomini così diversi: l’uno duro, imperioso, capriccioso, egoista e generoso allo stesso tempo (Gauguin), l’altro sentimentale e impulsivo ( Van Gogh). Quest’ultimo, in seguito ad una discussione, minacciò Paul con un rasoio e poi scappò. Paul seppe la mattina seguiente che l’amico si era tagliato un orecchio.
Qui ad Arles Paul aveva dato sfogo alla sua idea di arte, dipingendo quadri come “ La lotta di Giacobbe con l’angelo”.
Questo quadro rappresenta una visione, un episodio carico di mistero, con colori rosso fuoco. C’è un contrasto tra gli abiti neri delle donne e i loro cappelli bianchi; sono presenti i soliti contorni spessi e scuri e non esiste una prospettiva o un qualche rapporto regolare tra le figure: una folla di donne è separata attraverso un tronco posto diagonalmente a metà quadro da uno spazio occupato soltanto da due figure, Giacobbe e l’angelo. Sembra quasi che il tronco voglia unificare in un modo molto suggestivo i due livelli di realtà.
Un altro quadro significativo è “Il Cristo Giallo”.
Il titolo dell’opera ci fa chiaramente capire che il quadro ha un valore simbolico. Tutto in esso è sintetizzato e semplificato, anche i colori che infatti sono quelli primari, mentre vengono eliminati quelli intermedi.
In seguito in Paul crebbe il desiderio di solitudine e il bisogno di evadere e forse anche la nostalgia per le sue origini esotiche, tant’èche decise di recarsi a Thaiti dove giunse nel 1891 e si dedicò alla pittura in grande libertà. Ma di nuovo si presentarono problemi economici e la nostalgia per il mondo da cui era fuggito e così tornò in Francia dove espose i suoi ultimi lavori che stupirono la critica per l’abbondanza di colori scuri.
Decise poi di ritornare nuovamente a Thaiti, dove desiderava finire la sua vita e abbandonò tutta la famiglia. Quando seppe della morte della sua figlia preferita, Aline , tentò il suicidio, assumendo una dose massiccia di arsenico che però non lo uccise!
Prima del tentativo di suicidio dipinse la celebre tela intitolata “ Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?”(sopra).Quadro di grandissime dimensioni, soprattutto in lunghezza. “A destra, in basso, un bambino addormentato e due donne sedute. Due figure vestite di porpora si confidano i propri pensieri. Una grande figura accovacciata, che elude volutamente le leggi della prospettiva, leva il braccio e guarda attonita le due donne che osano pensare al loro destino. Al centro una figura coglie i frutti. Due gatti accanto a un fanciullo. Una capra bianca. Un idolo, con le braccia alzate misteriosamente e aritmicamente, sembra additare l’aldilà. Una fanciulla seduta sembra ascoltare l’idolo. Infine una vecchia, prossima alla morte, , placata e presa dai suoi pensieri, completa la storia, mentre uno strano uccello bianco, che tiene una lucertola con gli artigli, rappresenta la vanità delle parole.”; così l’autore descrisse la sua opera. Pare volesse chiedersi dove andasse a finire la nostra vita, rappresentando la nascita ( fanciullo), la vita (le due donne) e la morte ( la vecchia). Il dipinto è carico di significati allegorici, ad esempio: la figura eretta che coglie un frutto da un albero, la più luminosa di tutto il dipinto, può rappresentare l’uomo che coglie, nel momento più esaltante della propria vita,il frutto prezioso e la parte migliore dell’esistenza. La vecchia stanca e rassegnata pare, invece, riflettere sulla sua vita passata, sui rimorsi e i rimpianti. Però le parole, come aveva affermato Gauguin, sono vane, inutili; esse non risolvono i problemi né danno risposte alle angosce della vita.
Paul Gauguin morì nel 1903 ad Atuana a causa di un eczema alle gambe a soli 55 anni, ma nonostante l’età della morte è innegabile che il suo temperamento non gli impedì di vivere una vita infinitamente ricca e intensa.

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