Le opere più significative dell'umanesimo italiano

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Appunti.

CUPOLA DI SANTA MARIA DEL FIORE. ( Brunelleschi )
1. Cupola “ autoportante “ in quanto è capace di sostenersi da sé durante la costruzione senza richiedere l’ausilio delle armature in legno.
2. Cupola ogivale. ( tipica dell’arte gotica ).
3. Sistema costruttivo detto “ a spina di pesce “ ( tipico dell’arte romana ).
4. La cupola si trova su un tamburo ottogonale forato da 8 grandi finestre circolari che danno luce all’interno.
5. Sulla cupola poggia una leggera e slanciata lanterna.
6. La cupola è costituita da 2 cupole distinte, una interna all’altra, ( lo spazio fra le due cupole prende il nome d’intercapedine “).

LO SPEDALE DEGLI INNCENTI.
1. L’edificio è appoggiato su un ripiano ( cfr. stilobate del tempio greco ) a cui si perviene per 9 gradini.
2. 9 sono le arcate del porticato e le campate coperte dalle volte nella parte superiore dell’edificio e ognuna sormontata da un timpano.
3. L’intercolunnio è pari all’altezza delle colonne e alla profondità del porticato.

SAGRESTIA VECCHIA DI SAN LORENZO.
1. Ambiente a cui si accede dal braccio sinistro del transetto della basilica di S.Lorenzo.
2. Pianta quadrata. Copertura: cupola ombrelliforme.
3. Tutti gli spazi dell’interno sono scanditi dalle paraste, dalle cornici e dagli archi in pietra serena ( di colore grigio ) che risaltano contro l’intonaco nudo ( bianco ).

BASILICA DI SAN LORENZO.
1. Pianta a croce latina.
2. Corpo longitudinale diviso in 3 navate.
3. Presenza di cappelle a pianta rettangolare nel transetto e ai fianchi dell’abside
4. L’esterno dell’edificio mostra, con molta chiarezza, il compenetrarsi di solidi geometrici puri.
5. La copertura della navata centrale è a cassettoni.

BASILICA DI SANTO SPIRITO.
1. Organismo architettonico più complesso rispetto alla basilica di S. Lorenzo.
2. Croce latina.
3. È divisa in 3 navate ( le navate laterali corrono tutte attorno al perimetro dell’edificio )
4. Presenza di cappelle a pianta semicircolare.

SAN GIORGIO ( Donatello )
1. Nel decorativismo del mantello la statua conserva ancora qualche traccia del gusto gotico ma sia la posa, sia il volto già prefigurano la nuova sensibilità donatelliana.
2. San Giorgio ci appare solido, ben piantato al suolo con le gambe leggermente divaricate.
3. Il grande scudo romboidale contribuisce a dare un ulteriore slancio alla figura.
4. Alla fermezza fisica fa riscontro la fermezza morale.
5. Forte presenza dell’effetto del chiaro scuro.
6. Nel basamento della statua Donatello realizza un basso rilievo con S. Giorgio e il drago.

ABACUC ( Donatello )
1. Forte presenza dell’effetto. del chiaro scuro.
2. Fermezza fisica e morale della figura.
3. L’espressione del volto è lontana dai canoni di perfezione dell’arte classica e dai canoni decorativi del gotico internazionale.
4. Uomo magro, alto e calvo.
5. La BELLEZZA dell’uomo donatelliano, dunque, non sta tanto nel suo aspetto esteriore che può essere anche sgraziato ma nella sua interiorità, nella sua grandezza d’animo.

FORMELLA BRONZEA “ Banchetto di Erode “.
1. La scena mostra in primo piano a sinistra un servo che offre ad Erode la testa di S. Giovanni Battista posta su un piatto.
2. I personaggi del banchetto si ritirano agghiacciati, lasciando un vuoto proprio al centro della composizione.
3. Il punto di vista è leggermente rialzato e coincide con la donna musicante creando una visione aerea.
4. Tecnica della stiacciato.
5. Presenza di un drammatico realismo e Donatello ne approfitta , facendo un atto d’accusa contro la superficialità umana.
6. La successione degli archi contribuisce a dare una maggiore profondità alla figura.

DAVID - bronzo – ( Donatello ).
1. Donatello conferisce al suo personaggio una espressione di naturale pensosità.
2. Importanza della LUCE che viene utilizzata da Donatello come strumento di modellazione delle masse.
3. Donatello non vede il suo David né come un cavaliere medioevale né come un eroe classico ma come un uomo in carne d’ossa del suo tempo.
4. Tiene in una mano una lunga spada e poggia i suoi piedi sulla testa mozza di Golia.

GATTAMELATA - monumento equestre –
1. si trova nella piazza antistante la basilica di S. Antonio
2. è collocato su un alto basamento.
3. Richiamo con la statuaria romana ( “ Marco Aurelio “ ).
4. Verismo del destriero, della veste e del volto del personaggio che rivela tutta la sua serietà, austerità e profondità psicologica.

MADDALENA – opera lignea – ( Donatello )
1. Donatello abolisce ogni riferimento con l’arte classica.
2. Maddalena ci è presentata, dopo il digiuno nel deserto, magra, mal vestita, sgraziata con mani dalle dita lunghe e nodose.
3. Quello che conta è la sua grande interiorità.

SANT’ANNA METTERZA. – pala d’altare per la chiesa fiorentina di S. Ambrogio -.
1. Sono raffigurate la Madonna seduta su un trono con in braccio un bambino e alle spalle la madre di Maria, sant’ Anna.
2. Il corpo di Maria è dotato di volume grazie ai panneggi della veste e da una certa luminosità.
3. In sant’Anna il volume è quasi totalmente assente e notiamo una prospettiva ancora rudimentale in un braccio e nella rappresentazione della gamba sinistra.

CROCIFISSIONE
1. Maria a sinistra piange per il dolore. A destra San. Giovanni ha un’espressione attonita e al centro Cristo è rappresentato nella dolorosa immobilità della morte. In basso, sotto ai piedi del cristo, compare Maddalena della quale non vediamo che una cascata di biondi capelli e le mani protese verso quelle del Cristo quasi a formare un ideale triangolo rovesciato.

TRIBUTO – affresco – cappella Brancacci.
1. l’artista concentra nel dipinto tre momenti temporalmente diversi. Il primo al centro corrisponde quando il gabelliere esige il tributo da Gesù. Sulla riva, a sinistra, è raffigurato Pietro intento alla pesca prodigiosa. A destra dell’affresco Pietro ricompare, consegnando il denaro all’esattore. Tutti i personaggi hanno un rilievo quasi scultoreo, presenza del chiaro scuro che definisce i volumi dei personaggi. Il paesaggio sullo sfondo appare brullo e desolato.

LA CACCIATA DAL PARADISO TERRESTRE.
1. Fa parte degli affreschi della cappella Brancacci. Adamo ed Eva sono rappresentati nel momento in cui vengono cacciati dall’angelo dall’Eden. Le due figure sono nude. Masaccio descrive le due figure con volumetria massicce, quasi sgraziate, modellandone i corpi con l’uso del chiaro scuro. Adamo piange coprendosi il volto dalla vergogna ed Eva accortasi della propria nudità ha il volto sfigurato dal dolore e rappresenta uno dei vertici più drammatici della pittura massaccesca.

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