Itinerari per Sestiere.

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

ITINERARI X SESTIERE
CASTELLO: 186 ettari di superficie il più esteso dei sestieri
ARSENALE
- simbolica fucina della potenza marittima della Serenissima
- alte mura e torri merlate racchiudenti grandi edifici e grandi specchi d’acqua
Il sestiere si estende da SAN PIETRO DI CASTELLO, nucleo originario della città predogale e sede x un millennio della Cattedrale di Venezia, e dall’isola di SANT’ELENA, di urbanizzazione piuttosto recente, è delimitato a nord e ad est dalla laguna, a sud dal Bacino di San Marco e a ovest dai sestieri di San Marco e di Cannaregio.
- Costituito da zone urbanistiche differenti
- Aree fittamente popolate cresciute attorno a chiese quali :
1) Santa Maria Formosa
2) San Francesco della Vigna
3) San Giovanni e Paolo
- Aree destinate al verde pubblico.
1) i Giardini Pubblici della Biennale
- Nuclei abitativi di formazione greco bizantina, gotica, rinascimentale e otto novecentesca
- Massima concentrazione rispetto al resto della città di
Conventi
Ospizi
Storici Ospedali
- Il suo sviluppo comincia dalla isola di San Pietro, anticamente chiamata Olivolo, forse x la sua forma ad ulivo o per la presenza di un uliveto.
- In epoca tardo – romana era sede di un FORTILIZIO o CASTELLO , da cui la sua denominazione
- L’isola fu forse la prima ad essere abitata tra quelle costituenti la confederazione che dette origine a Venezia
- VIII secolo al 1807 vi ebbe sede il potere religioso della città
- 775 la chiesa di San Pietro era stata elevata a sede vescovile dipendente dal Patriarcato di Grado
- x l’espansione del quartiere fu importante l’insediamento del centro economico produttivo dell’Arsenale, su una parte delle cosidette isole Gemini nel XII secolo
- attorno a questo complesso fiorirono numerose attività commerciali ed artigianali che diedero un nome alle calli lungo il suo perimetro
- XIII secolo sorsero non solo umili dimore, ma anche importanti palazzi padronali
- La parte periferica più a nord venne occupata dai grandi complessi degli ordini mendicanti dei Domenicani dei Santi Giovanni e Paolo del 1246 e i Francescani di San Francesco della Vigna nel 1253: essi richiamarono numerosi poli di sviluppo, istituti assistenziali e caritativi in cui la tradizione è mantenuta dall’Ospedale Civile e dalla Casa di Ricovero dell’Ospedaletto
- 1500 l’urbanizzazione invase l’estrema area sud orientale detta PALUDO, bonificata nella metà del 1300:
nacque la parrocchia di San Giuseppe di Castello contornata dai nuclei di Seco Marina e del Paludo Di Sant’Antonio
- 1800 interventi dell’epoca napoleonica
creazione dei Giardini Pubblici
apertura della Via Eugenia ossia Via Garibaldi
- 1936 37 si realizzò il progetto di prolungare la Riva degli Schiavoni con la creazione della Riva dell’Impero ora Riva dei 7 Martiri
- successivi interventi di edilizia popolare
1925 28 il grande quartiere dell’Isola di Sant’Elena
1938 39 il quartiere della Celestia
infine le abitazioni dell’Isola di San Pietro
- ITINERARIO:
PONTE DELLA PAGLIA: il suo nome ricorda la paglia destinata alle prigioni e alle scuderie del Palazzo Ducale, che qui davanti veniva scaricata.
Presso questo ponte venivano esposti i cadaveri degli annegati affinchè fosse possibile il loro riconoscimento
Originariamente in legno ricostruito nel 1360 in muratura e pietra d’Istria con parapetti e colonnine cilindriche simili a quelle del Palazzo
1847 venne allargato alle attuali dimensioni
leggenda del ponte della paglia ha ispirato numerosi dipinti tra i quali il SAN MARCO LIBERA VENEZIA DA UNA NAVE CARICA DI DEMONI del Giorgione o Jacopo Palma il Vecchio custodito nella Sala dell’Albergo della Scuola di San Marco
Il ponte reca in basso sul fianco verso il Bacino di San Marco il TABERNACOLO DELLA FRAGLIA del Traghetto con il prezioso rilievo datato 1583 della Madonna dei Gondolieri.
RIVA DEGLI SCHIAVONI
- IX secolo venne realizzato questo percorso per collegare l’area di San Marco con l’antica cattedrale di San Pietro
- Il suo nome allude ai marinai e ai mercanti della Schiavonia l’odierna Dalmazia che qui svolgevano i loro commerci
PALAZZO DELLE PRIGIONI
- 1500 prima metà e inizi 1600 per supplire all’insufficienza di quelle del Palazo
- 1919 cessarono la loro destinazione carceraria
- 1848 vennero liberati dal popolo Daniele Manin e Nicolò Tommaseo
- sede di uffici e Circolo degli Artisti
- vi risiedettero i Signori della Notte al Criminale, magistratura istituita nel XIII secolo presieduta da sei patrizi veneziani incaricati di vigilare sui buoni costumi dei veneziani e sulla vita notturna della città, al loro seguito un centinaio di sbirri che avevano l’incarico di far rispettare le norme relative alle taverne e al porto d’armi, dovevano reprimere il turpiloquio
CALLE DEGLI ALBANESI
CALLE DELLE RASSE
- Panni di lana della Rascia o Serbia usati x coprire le gondole che qui venivano venduti
- 1172 di fronte a questa calle venne trucidato il doge Vitale Michiel II mentre secondo la tradizione si recava a visitare la chiesa di San Zaccaria essendo giorno di Pasqua. L’assassino, un certo Marco Cassolo, si nascose in una delle case della calle x cui la Signoria ordinò di raderne al suolo tutti gli edifici, proibendo in futuro che fossero ricostruiti in muratura.
- 1947 48 su questa area di case basse e rade di legno venne costruito il DANIELINO, moderna dependence dell’Hotel Danieli
HOTEL DANIELI : PALAZZO DANDOLO
- 1500 Residenza dell’ambasciatore di Francia
- appartenne successivamente alle famiglie Gritti, Bernardo, Mcenigo, e Nani
- 1822 passò di proprietà del DAL NIEL, detto DANIELI, fu trasformato in albergo ospitando numerose celebrità
PONTE DEL VIN
- allargato e rifatto in forme simili a quelle del Ponte della Paglia nella seconda metà del 1800
SOTTOPORTEGO DI SAN ZACCARIA
- 864 venne uciso il doge Pietro Tradonico, in una delle sue visite a San Zaccaria ricevette come dono dalle monache benedettine un CORNO DUCALE tempestato da pietre preziose, con i quale si incoronarono i dogi
-
CAMPO SAN ZACCARIA
- campo San Zaccaria era un tempo uno spazio privato dell’omonimo complesso conventuale
- era servito da due soli accessi che venivano chiusi la notte da portone
- VII secolo secondo la tradizione venne fondata la Chiesa da San Magno
- I dogi Angelo e Giustiniano Patecipazio vi aggiunsero un monastero di benedettine quando ricevettero in dono dall’imperatore d’Oriente, Leone V, il corpo di San Zaccaria
- 864 il monastero venne riedificato sotto il doge Orso Partecipazio
- IX- XII secolo vi furono sepolti 8 dei primi dogi
- 1105 venne ricostruito il monastero dopo essere stato distrutto assieme alla chiesa da un incendio
- fine del XII secolo concessione delle monache al doge di una parte del loro BROLO per l’ampliamento di Piazza San Marco: visita del doge newl giorno di Pasqua alla chiesa
- 1456 57 le monache con una sovvenzione del Senato del 1461 decisero di costruire un tempio più grandioso
- 1483 90 il nuovo tempio di impianto TARDO GOTICO, ma con la decorazione scultorea improntata al gusto rinascimentale
- 1543 venne consacrata
- XVI secolo grande era il libertinaggio delle monache, vedi il PARLATOIO DI SAN ZACCARIA del Guardi esposta a Ca’ Rezzonico. Muneghin era il termine coniato per un giovanotto che se la intendeva con le monache
- 1810 trasformata la chiesa in caserma, il monastero venne ridotto in sede degli Uffici della Ragioneria Centrale
CHIESA DELLA PIETA O SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE
- fa parte dell’omonimo ospizio, che divenne famoso per le attività musicali
- XIV secolo era cresciuto a dismisura a Venezia il malcostume. Fra’ Pieruzzo D’Assisi reduce dalle missioni prese a pigione nel 1346 17 case a San Francesco della Vigna allo scopo di ricettare trovatelli, case che poi per il testamento della nobildonna Dolfin passarono di proprietà dell’Istituto. I trovatelli vennero affidati alle cure dei Francescani, ma poi successivamente vennero affidate alle Matrone dell’Umiltà della vicina chiesa della Celestia. Rimasero esse le uniche direttrici dell’ospizio che fu detto della pietà.
- 1735 sorsero la chiesa e l’ospizio dopo un concorso che fu vinto dal MASSARI
- 1745 i lavori interessarono la sola chiesa, che venne terminata nel 17690
- l’ospedale fu realizzato solo nell’innesto dell’ala sinistra
- 1906 venne ultimata la facciata della chiesa grazie ad un lascito cospicuo dio Gaetano Fiorentini
- 1703 1740 la lapide ricorda la lunga attività di Vivaldi, come maestro di coro e violino all’Ospedale
INTERNO DELLA CHIESA
- assenza delle cappelle
- ampie cantorie con grate in ferro battuto che corrono sulla parete d’ingresso e su quelle alterali
- atrio della chiesa che riprende il discorso delle chiese palladiane affacciate sul Bacino di San Marco e che aveva la funzione di proteggere e isolare l’interno dai rumori
CALLE DELLA PIETA

PONTE DEI BECCHI
Così chiamato dai caproni che vi venivano sbarcati per essere condotti al mercato
PONTE DEL SEPOLCRO
CASA NAVAGERO
- edificio gotico del 1438
- Monastero di San Sepolcro soppresso nel 1806 orA Sede del Presidio Militare
- Il monastero venne istituito nel 1475 presso un ospizio di pellegrine di Terra Santa e amplliato nei primi anni del 1500 includendo il Palazzo Barbo poi detto Molin delle 2 Torri Questo Palazzo fu dato in dono a Framncesco Petrarca nel 1362, quale sua abitazione
CALLE DEL DOSE
CAMPO BANDIERA E MORO O DLLA BRAGORA
- dedicato ai patrioti veneziani Attilio ed Emilio Bandiera e Domenico Moro, fucilati dai Borboni nel Vallone di Rovito Cosenza nel 1844
- BRAGORA, antico toponimo deriva al termine greco AGORA, piazza e in effetti questo campo Dalla forma quadrangolare del X secolo fu centro del più cospicuo nucleo predogale
- PALAZZO GRITTI, poi Morosini e Badoer del XIV secolo
- PALAZZO SODERINI dove nacquero i fratelli Bmdiera
CALLE DELLA MORTE
- vi si giustiziavano i rei
- calle cieca
CHIESA DI SAN GIOVANNI IN BRAGORA
- VIII secolo risale la sua fondazione
- IX secolo venne rifastta quando vennero portate le reliquie dall’oriente di San Giovanni Battista cui è dedicata
- 1168 venne ristrutturata
- 1475 successivamente venne ritoccata mantenendo la sua pianta di forma basilicale
- 1505 venne consacrata
INTERNO
- navata sinistra. VASCA BATTESIMALE in marmo rosso di Verona ricavata nel XV secolo da un capitello gotico ottagonale: Vennero battezzati PIETRO BARBO, poi Papa Paolo II e Antonio Vivaldi di cui è esposto la copia dell’atto di nascita.
VERA DA POZZO di rara forma cubica del XVI secolo con l’immagine di San Giovanni in rilievo
CALLE DEL DOSE, CALLE DELLA MALVASIA VECCHIA, CAMPIELLO DEL PIOVAN
- Piovan è il parroco, tale denominazione indica la presenza in loco dell’abitazione del parroco, che a Venezia, prima di esser chiamato pievano, era detto vicario o rettore. In origine i pievani non erano sacerdoti, ad essi toccava il compito di regolare l’economia delle chiesa e di allestire le funzioni Erano eletti dai fondatori delle chiese e dai loro discendenti, in seguito vennero scelti dai parrochiani
- Uno dei piovani di San Giovanni in Bragora è legato alla fondazione dell’Università di Venezia
- Il patrizio veneto Pietro Barbo diventato papa concesse il permesso di fondare un’università sul modello di quello delle altre città italiane
SALIZZADA SANT’ANTONIN
- Il povero elefante che scappò e venne ripreso è ricordato nell’Elefanteide del BURATTI, il poema satirico che gli costò un mese di prigionia
CALLE CROSERA
Vi terminano incrociandosi diverse altre strade
CALLE SCOAZZERA
Un chiuso quadrato di muro senza tetto ed aperto davanti dove si ammucchiavano le immondiziew, dette scoazze, in attesa che venissero i burchieri a caricarle su imbarcazioni per trasportarle fuori città. Le scoazzere ebbero originre nel XV o XVI secolo per impedire che si continuasse a gettare la spazzatura nei canali come era stat fino ad allora l’abitudine
Il servizio dipendeva dal Magistrato alle Acque sotto gli ordini del quale stavano i cosidetti Nettatori dei sestieri
1662 i rifiuti invasero Venezia tanto che il Magistrato dovette riorganizzare la ricostruzione minacciando castighi severi a chi non se ne fosse servito
1711 il numero delle scoazzere venne aumentato grazie alle entrate di una pubblica imposta
PONTE DI CA’ DI DIO
XIII secolo Venne eretto un ospizio per pellegrini in terra santa e successivamente destinato a donne cadute in povertà
1545 venne ricostruita su progetto del Sansovino
1658 62 e 75 fu completata dl Longhena e di Bernardino Maccaruzzi 1770 73 che ne treminò l’iltimo piano con i camini classici
LA CALLE DEI FORNI
- forni destinati alle milizie marittime e terrestri di Venezia
- 1473 furono destinati 8000 ducati per la costruzione di 32 forni nuovi
- i biscotti confezionati in calle de due forni avevano la proprietà di non subire l’attacco delle camole, tanto che nel 1821 vennero ritrovati ancora in perfetto stato di conservazione alcuni di questi biscotti
- 1646 un incendio distrusse la maggior parte dei forni
- 1821 ne erano attivi solo 4
- Forni militari e Depositi del pane della Flotta della Repubblica attualmente proprietà della Marina Militare
CALLE DELLA PEGOLA- calafai o pegoloti: gli operai addetti alla stagnatura e alla impermeabilizzazione delle parti dello scafo destinate a stare immerse o a contatto con l’acqua che qui abitavano
CAMPO SAN MARTIN
- fondata nel VII secolo da esuli della terraferma che fuggivano l’invasione dei Longobardi
- 1540 rinnovata dal Sansovino
- 1653 venneconsacrata
- la chiesa mostra vicino al portale una bocca di leone destinata ad accolgliere le denunce anonime contro i bestemmiatori
INGRESSO DELL’ARSENALE VERSO LA TERRA
- 1460 portale rinascimentale
- 1694 grandiosi battenti in rame sbalzato con trofei d’arme eseguiti per celebrare le gesta di Francesco Morosini, in particolar modo la conquista della Morea
- è strutturato come un arco trionfale è ritenuto la prima opera rinascimentale a Venezia
- fiancheggiato da colonne binate in marmo greco del secolo XI
- sormontato da un attico con un grande Leone marciano attribuito a Bartolomeo Bon
- l’arco centrale ebbe aggiunte le vittorie alate sui pennacchi
- l’iscrizione della vittoria navale dopo la vittoria sui Turchi a Lepanto
- 1692 94 il ponticello di accesso fu trasformato da Alessandro Tremignon in una terrazza cinta da una cancellata con pilastri decorati da trofei a rilievo portanti otto statue allegoriche barocche
- 1692 furono collocati ai lati della cancellata due colossali leoni marmorei, preda di guerra del Morosini
- il leone di ds stava sdraiato sulla strada Lepsina , tra Atene ed Eleusi
- il leone di sinistra era collocata al porto del Pireo, che da esso prendeva sulle carte geografiche dell’epoca il nome di porto Lion, dalla sua bocca pare uscisse uno zampillo d’acqua di una fontana pubblica. Questo leone ha il petto avvolto da cartigli con scritti in caratteri runici e interpretati nel 1856 furono incisi dai Veringi, mercenari scandinavi al soldo di Costantinopoli, per aver ricordato di aver domato nel 1040 una ribellione contro le tasse.
- Due leoni di taglia minore, quello si sin proveniente dall’isola di Delo una scultura greco arcaica del VI secolo
- Sul muro di cinta a ds del portale la testa di Dante Alighieri opera di Giulio Monteverde
- Il poeta era giunto a Venezia quale ambasciatore di Guido Novello da Polenta, signore di Ravenna, verso la fine del 1321
- Visitò l’Arsenale, ritratto nel XXI canto dell’Inferno.
- IL termine ARSENALE deriva da DARSINA
INGRESSO DELL’ARSENALE VERSO L’ACQUA
- 1104 l’Arsenale è considerato il cantier di stato, sorto x volontà del doge ORDELAFFO FALIER
- Costituito da 24 scali all’aperto, collocati 12x parte, intorno alla darsena
- L’ARSENALE VECCHIO condizionò le costruzioni del settore urbano circostante, dove si insediarono le abitazioni x le maestranze e gli edifici di servizio ( granai, forni, i depositi di viveri ed i cordami)
- 1304 primo ingrandimento nell’area sud orientale: ARSENALE NUOVO
- 1473 ARSENALE NUOVISSIMO alla darsena omonima si formò successivamente
- 1519 1589 la serie di cantieri denominata NUOVISSIMA GRANDE
- 1539 vennero incorporati gli orti del convento della Celestia, questa zona venne destinata a reparto polveri, dopo numerosi incendi venne destinata al reparto delle galeazze
- 1800 mutate esigenze della marina militare comportarono numerosi sconvolgimenti all’interno dell’arsenale
- 1875 venne demolito l’Isolotto per creare un grande bacino interno ed iniziarono gli interramenti della zona settentrionale per la creazione di 3 BACINI DI CARENAGGIO
- seconda guerra mondiale furono costruiti vari rifugi antiaerei in cemento armato
IL GOVERNO del complesso cantieristico venneaffidato a 3 patrizi chiamati: Provveditori o Patroni dell’Arsenal, i quali risiedevano nella zona che a loro spettava
PONTE DELL’ARSENALE
- Costruito nel 1936 da Duilio Torres, in luogo di quello ottocentesco girevole in ferro, che a sua volta aveva rimpiazzato quello più antico in legno apribile mediante catene per permettere il passaggio dei navigli
RIO DELL’ARSENALE
CAMPO SAN BIAGIO AI FORNI
- questa chiesa fino all’erezione dlla Chiesa di San Giogio dei Greci ebbe la particolarità di essere officiata con rito latino e bizantino
- 1052 venne fondata quale parrocchiale della famiglia Boncigli
- 1749 54 ricostruzione di Francesco Bognolo o di Filippo Rossi
- 1807 sconsacrata e spogliata degli arredi
- 1817 Cappella militare, funzione che mantiene tuttora.
- Conserva il monumento funebre di Angelo EMO, ultimo Capitano da Mar morto nel 1792
IL CAMPO DELLA TANA
- 1848 una lapide ricorda l’occupazione dell’Arsenale da parte della Guardia Civica, episodio da cui ebbero inizio i moti contro il governo austriaco
- Tana viene da TANAI, fiume Don, da cui proveniva la CANAPA,
- Il campo della Tana è chiuso dalle Fonderie dell’Arsenale: 5 edifici del 1390 rifatti nella prima metà del secolo XVI e ristrutturati nel 1800 in origine separati da calli x evitare lòa propagazione di incendi e delle Corderie della Tana.
- Le CORDERIE erano adibiti a magazzini della canapa e alla fabbricazione delle gomene,
sono lunghe 316 metri
1303 vennero erette
1579 vennero ricostruite da Antonio da Ponte
considerate in origine una azienda indipendente dell’Arsenale in quanto avevano un ingresso separato nel Campo della Tana
l’ingresso ora murato comunicava con il resto dell’Arsenale tramite una piccola apertura per il passaggio delle gomene
all’interno dell’Arsenale in corrispondenza di questo foro si nota un grande mascherone con la bocca aperta dalla quale venivano fatte passare le sartie e le gomene delle corderie alla darsena dell’ArsenaleNuovo.
Arsenale è ora proprietà del Demanio Militare
- IL GIOCO DELLE FORZE D’ERCOLE veniva praticato nel Campo della Tana
Gli abitanti di Castello erano gli avversari dei Nicolotti
Steso un tavolato sopra alcune botti, se il gioco era fatto in terra, e sopra due chiatte se veniva fatto in un canale, vi si innalzava sopra un edificio vivente perché composto da uomini.
La base veniva chiamata SAORNA: era formata da individui stretti ed uniti fra loro mediante alcuni regoli sostenuti dalle loro spalle
BANCHETTI: sopra i regoli per conseguenza sopra gli omeri di chi li reggeva, saliva un’altra mano di uomini,e così via, rinnovando il maneggio dei primi ed alle volte accasciandosi senza regoli
AGERI: diversi piani
Ad ogni piano andava a diminuire la massa delle persone di guisa che l’ultimo, il quale diveniva quasi il comignolo della fabbrica veniva nominato CIMIERETO, elmetto
MUSEO STORICO NAVALE
- 1600 Casa dei Modelli
- fatto erigere all’interno dell’Arsenale x conservarvi i modelli delle navi
- 1797 98 venne distrutto e devastato
- vi si conserva il modello dell’ultimo Bucintoro varato nel 1728
- FESTA DELL’ASCENSIONE era cominciata sotto il dogado di Pietro Orseolo II 991 1008 x celebrare la conquista della Dalmazia, avvenuta il giorno di quella sacra ricorrenza
- 1277 venne costruito il primo Bucintoro e l’ultimo venne distrutto nel 1797 98
- questo naviglio splendido x intagli e dorature era lungo m 43,80, largo 7,31, alto 8.35, aveva 42 remi ciascuno azionato da 4 vogatori che erano scelti fra gli operai dell’Arsenale
- l’ultimo Bucintoro venne costruito sotto il dogado di Alvise Mocenigo su progetto di Natale Stefano Conti dipinto in rosso e senza doratura che gli sarebbe stata aggiunta solo in seguito
- al Museo Correr si conserva oltre alla bandiera trapuntata in oro del penultimo Bucintoro si può osservare l vela dorata con il Leone di San Marco dell’ultimo, nel piccolo ospizio di Sant’Orsola, presso la corte Peschiera aSan Martino, si può rievocare la figura del Chiribiri, ultimo ammiraglio del Bucintoro
- la poppa del Bucintoro era scolpita in forma di vittoria navakle con i suoi trofei
- la prora adorna di una statua della giustizia, simbolo delle virtù civili di Venezia
- incontro con il Patriarca che benediceva l’anello destinato alle mistiche nozze
- da un pertugio dietro al seggio ducale il doge faceva cadere l’anello
RIVA SAN BIASIO
- 1936 VENNE ALLARGATA
PONTE DELLA VENETA MARINA
- anticamente mobile e di legno
- 1871 allargato e costruito in pietra
- detto anche ponte delle catene per le catene che lo sostenevano su ambedue i lati
RIVA DEI SETTE MARTIRI
1944 in onore dei martiri fucilati dai nazisti
MARINAREZZA
- 4 blocchi edilizi di alloggi popolari
- secondo una politica assistenziale a Venezia venivano gà dal tardo Medioevo assegnati gratuitamente ai marinai distintisi x meriti verso la Repubblica
- ù1645 venne aggiunto il fabbricato frontale
- i 3 corpi retrostanti risalgono al 1400
VILLINO CANONICA
- 1911 anno della costruzione
- dimora museo dello scultore Pietro Canonica e
- ora sede dell’Istituto di Biologia e di Studi Adriatici
GIARDINI PUBBLICI
- voluti da Napoleone con decreto del 1807
- 1808 1812 la loro costruzione richiese l’imbonimento del paludo di Sant’Antonio e la demolizione del nucleo di edifici religiosi
- la punta della MOTTA, zona paludosa
ISOLA DI SANT’ELENA
- Fino alla fine del 1800 l’isola era separata dal resto della città
- L’area più prossima alla punta della Motta era un tempo destinata a Piazza d’Armi è stato occupato dal quartiere di Sant’Elena
- 1905 venne progettato il quartiere di Sant’Elena
- 1930 venne realizzato il quartiere
VIA GARIBALDI
- Ampiezza media di metri 17,50
- Venne creata dopo il decreto napoleonico che ordinava la creazione dei giardini pubblici
- Vennero sacrificate la chiesa di SAN NICOLO DI BARI, con annesso quattrocentesco ospedale dei MARINAI E SEMINARIO SUCALE, la seicentesca chiesa di Santa MARIA DELLA CONCEZIONE,, con convento del Secolo XVI, la chiesa di Sant’ANTONIO ABATE,, fondata nel 1346, di forma gotica all’interno e facciata attribuita a Sansovino, la trecentesca chiesa di SAN DOMENICO, ristrutturata nel 1500 e dal 1560 sede del Tribunale dell’Inquisizione
FONDAMENTA DI SANT’ANNA
PONTE DI SAN PIETRO ricostruito alla fine del 1800 in ferro a 5 campate
ISOLA DI SAN PIETRO
- sede del più antico mercato veneziano che vi aveva luogo ogni sabato
i mercati veneziani si chiamavano bazar il Bazar di San Pietro con quello di San Giovanni in Bragora cadeva sotto la giurisdizione dei Signori della Notte che fin dal 1301 emanavano severe disposizioni contro i borsdeggiatori
Due anni prima era nato il più celebre mercato in piazza San Marco , ogni sabato e sui lastricati si leggono ancor oggi il nome di coloro che tenevano i singoli lotti
Il mercato di San Pietro era esente da tasse
- la Chiesa
814 –41 San Pietro venne edificata in luogo di una presistente chiesa dedicata ai santi Sergio e Bacco
XVI secolo lavori di ristrutturazione e primo trentennio del XVII secolo
1482 90 venne rifatto il campanile dal CODUSSI
1670 la cupola
1822 venne incendiato un cupolino
architettura rinascimentale che contrasta con la facciata del 1594 96 di Francesco Smeraldi in esecuzione di un vecchio progetto del Palladio
di impronta palladiana anche l’interno della chiesa a croce latina con tre navate
la Cattedra di San Pietro un seggio di marmo proveniente da Antiochia sul quale secondo la tradizione si era assiso l’apostolo opera del XIII secolo
775 sede vescovile dipendente dal patriarcato di Grado
1451 nomina del primo patriarca
vi si celebravano tutti i matrimoni della città
era tradizione dei veneziani benedire le loro unioni il 31 gennaio giorno della traslazione del corpo di San Marco o il 2 febbraio giorno della purificazione di Maria
FESTA DELLE MARIE
PARTENORD OCCIDENTALE DEL SESTIERE DI CASTELLO
- edifici appartenenti alla comunità greco ortodossa
- era la comuità più importante tra quelle straniere nella Venezia del rinascimento
- 1526 gli edifici sorsero su una vasta area allora acquistata
- costruzione di una cappellasostituita poi dalla chiesa di San Giorgio dei Greci
- Longhena stabilì l’aspetto monumentale dell’edificio
- SCUOLA DI SAN NICOLO DEI GRECI costruita dal Longhena contemporaneamente al COLLEGIO GRECO FLANGINI , dal 1959 sede dell’Istituto Ellenico di Studi Bizantini e Post Bizantini
- All’interno della Scuola vi sono gli archivi e il museo dell’Istitutp Ellenico, vi è una delle più importanti raccolte al mondo di icone del periodo bizantino e post bizantino insieme ad ìarredi sacri ed oggetti di culto della chiesa ortodossa
- La CHIESA DI SAN GIORGIO DEI GRECI
- Aula rettangolare con cupola centrale
- 1539 venne iniziata
- 1561 venne consacrata
- icone sull’iconostasi marmorea adorna di pitture tardo bizantine a fondo oro
- 3 absidi
- SCUOLETTA GRECA
- Si trova nella corte
- Del Longhena
- Dietro le sue absidi si trovava il cimitero della comunità
CORTE COPPO
FONDAMENTA DEI FURLANI
SCUOLA DI SAN GIORGIO DGLI SCHIAVONI
- fondata dalla confraternita dei Dalmati
- 1451 sede vicina alla chiesa di San Giovanni dei Cavalieri di Malta
- avviò i lavori dopo aver ottenuto un appezzamento di terreno nei pressi dell’Ospedale di Santa Caterina
- dipinti del Carpaccio
LA CORTE DI SAN GIOVANNI DI MALTA
- la chiesa venne fondata nell’ xi xii SECOLO
- 1300 Venne ampliata
- 1565 venne ricostruita
- il più importante vestigio templare di Venezia passò dopo lo scioglimento dell’ordine, nel 1312 ai Cavalieri Gerosolimitani poi detti di Rodi e infine di Malta di cui rimase proprietà fino alla caduta
CAMPO DE LE GATE
- Forse dei delegati o nunzi apostolici che dimoravano nei pressi prima di trasferirsi a San francesco della Vigna
- Ora intitolato ad Ugo Foscolo che qui abitò tra il 1792 97
SALIZZADA DI SANTA GIUSTINA
- Madonna con il Bambino scolpita da Giuseppe Torretti nel 1716
- Palazzo CONTARINI DELLA PORTA DI FERRO chiamato così dalle decorazioni in ferro battuto
-
CALLE DEL MURION
- morione specie di celata o di elmo
- Ospedale delle Boccole
PONTE SAN FRANCESCO
- Palazzo della Nunziatura o Palazzo Gritti
CAMPO DELLACONFRATERNITA
SAN FRANCESCO DELLA VIGNA
- questa chiesa è legata a San Marco che di ritorno da Aquileia sarebbe approdato ricevendo il saluto dell’angelo con le parole PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEUS
- 1253 la chiesa prende il nome dalla vasta vigna lasciata in testamento da Marco Ziani figlio del Doge Pietro
- 1300 sorse la primitiva chiesa gotica
- 1534 ricostruzione della chiesa da parte del Sansovino e Andrea Palladio con patrocinio del doge Andrea Gritti e sotto la presidenza del frate Zorzi
- dell’edificio gotico si prevedeva una ricostruzione a croce latina con una unica navata fiancheggiata da 4 cappelle x lato, cupola ottagonale a costoloni, facciata tripartita a due ordini e nuovo campanile, il tutto di chiaro gusto toscano
- 1535 quando la ristrutturazione era impostata nella zona del transetto e del presbiterio fu apportata al progetto una variante che tenendo conto di quanto era stato realizzato fissava le proporzioni della nuova chiesa in unsistema armonico proporzionale di derivazione cabalistico pitagorica, basata sulla progressione del 3, numero perfetto x il richiamo alla trinità.
- L a teorizzazione di questo singolare rifacimento era contenuta in un memoriale redatto dallo stesso Zorzi di concerto con il, Sansovino, e sottoscritto oltre che dal Gritti, dal tiziano, e da Sebastiano Serlio. Questa vasta opera del Zorzi vuole presentare l’architettura come musica. Governato da leggi numeriche, il tutto che è vivente immagine di Dio, può essere interpretato attraverso il numero, il quale può presentarsi in forma differente traducendosi in leggi fisiche, in ordinate azioni morali, in canoni estetici o in ritm musicali. Il compito che il Zorzi si prefigge è quello di ridurre tutto in termini musicali facendo risaltare l’armonica proporzionalità, la perfetta misura, la bellezza dell’universo. La sua trattazione si riduce ad una serie di combinazioni numeriche care a quel pitagorismo cabalistico che iniziato da Pico della Mirandola si può ritrovare in pieno 1600
CALLE TE DEUM che corre lungo la chiesa di Santa Giustina
Essa ricorda il doge Marcantonio Giustiniani, chiamato il principe del TE DEUM per i molti inni di ringraziamento da lui fatti cantare nelle chiese veneziane dopo le vittorie riportate contro gli infedeli
Altri suppongono che il nome della calle venga da un’altra interpretazione: dal TE DEUM che ogni anno si cantava nella chiesa di Santa Giustina, in memoria del trionfo riportato nel giorno ad essa dedictao dell’anno 1571 dalla flotta veneziana sopra quella turca presso le Curzolari.
CALLE DEL CAFEIER
BARBARIA DELLE TOLE
CAMPO SAN GIOVANNI E PAOLO che è dopo quello di San Marco il più importante spazio pubblico x spessore storico culturale
- esso è articolato in aree di differente ampiezza dal volume della chiesa:
- di fronte alla chiesa il campo sagrato, chiuso a nord dal prospetto della Scuola di San Marco
- a destra il campo vero e proprio, ampliato nella seconda metà del 1800 demolendo la scuola dei Santi Vincenzo e Pietro Martire e includendo la zona retrostante adibita a cimitero
- centro ideale del campo il monumento equestre a Bartolomeo Colleoni, il celebre capitano di ventura bergamasco del 1448 al servizio della Repubblica Capolavoro della scultura del Rinascimento, modellato dal fiorentino ANDREA VERROCCHIO 1481 88 e fuso dopo la sua morte dal Leopardi, il quale lasciò la sua firma sulla cinghia al petto del cavallo e disegnò l’alto piedistallo marmoreo restaurato nel 78, cinto da sei colonne e decorato a bassorilievo, l’opera fu inaugurata nel 1496
- si racconta che il Colleoni lasciò erede di gran parte delle sue ricchezze la Repubblica a patto che questa gli costruisse un monumento equestre in piazza San Marco davanti alla basilica. Egli ignorava che un antico divieto impediva ulteriori costruzioni nella piazza e lo scaltro Senato si guardò bene dall’informarlo, cosicchè dopo la sua morte ne soddisfarono la clausola con la scelta di un luogo periferico.
- PALAZZO DANDOLO dei primi del 1600 con 3 grandi torrette di camino a campana trilobata
- PALAZZO GRIMANI della fine del 1500 detta Casa Bressana perché sede nel XVII secolo di un albergo x dignitari e uomini di affari bresciani . Nel cortile di questo palazzo si conserva una statua di MARCO AGRIPPA proveniente dal Pantheon di Roma. Morte furono le offerte fatte al Grimani perché la vendessero. La statua vi rimase fino al 1876 quando poi venne trasportataal Museo Archeologico.
- FONDAMENTA FELZI, prende il suo nome dai felzi che in esse si intrecciavano e che d’estate servivano a proteggere le gondole dalle intemperie al posto delle rasse, i pesanti panni che le ricoprivano d’inverno.
- PONTE STORTO O PINELLI
con una forma del tutto asimmetrica
Pinelli era un tipografo che aveva raccolto una biblioteca contenete libri rarissimi, manoscritti preziosi e una ricca collezione di volumi editi dai più illustri editori di ogni secolo.
- BASILICA DI SAN GIOVANNI E PAOLO
Dal 1450 vi si celebrarono i funerali dei dogi
Navata destra vi è un’urna di forme classiche rinascimentali attribuita allo SCAMOZZI che contiene la pelle del Bragadin, la cui crudele esecuzione è rappresentata nel monocromo alla parete intorno al monumento, affresco attribuito a Cosimo Piazza o a Giuseppe Alabardi
- 1234 la chiesa sorse al posto dell’oratorio di San Daniele su un terreno acquitrinoso donato dal Doge Jacopo Tiepolo ai domenicani
- 1246 1293 venne ultimata la prima chiesa, ampliata da Benvenuto da Bologna e da Niccolò da Imola
- 1300 inizi cominciò la costruzione delle grandi arcate
- 1345 55 venne interrotta la costruzione
- 13 anni dopo venne completata
- 1430 la consacrazione, anche se la parte absidale venne terminata verso la metà del secolo
BARBARIA DELLE TOLE perché vi si piallavano le barbe o tole, le tavole di legno utilizzate nei numerosi depositi o cantieri ubicati sul bordo della Laguna nord
Esisteva un tempo un poligono di tiro all’arco e alla balestra al cui posto sorse il complesso, chiesa e Ospizio dell’OSPEDALETTO
- 1527 sorse come ricovero x vecchi e infermi poveri
- esso è il più piccolo dei 4 Ospedali Maggiori veneziani
- elegante Sala della Musica interna
- la sala fu decorata da Jacopo Guarana e Agostino Mengozzi Colonna
- vi si svolgevano i concerti delle ragazze ospiti dell’Istituto, che ricevevano una educazione musicale di primo ordine
- tra i più insegni maestri il Cimarosa e Niccolò Porpora.
- la chiesa dell’ospedaletto era intitolata a Santa Maria degli Eremiti e rifatta nel 1662 sotto la direzione di Giuseppe Sardi e Longhena: vanno notate le grottesche
- All’inizio del 1800 in Campo San Giovanni e Paolo e precisamente nella Cappella della Madonna della Pace venne dissotterrato il sarcofago del doge Marin Faliero, che fu qui sepolto nel 1355. I suoi resti vennero portati all’ossario di Sant’Arian, mentre il sarcofago in un cortile dell’Ospedale Civile e successivamente al Museo Civico
- 1399 Il campo fu scenario di imponenti processioni della setta dei BIANCHI perché composta da uomini e donne in candide vesti con cappucci e faccia velata. Il governo di Venezia non li vedeva di buon occhio. Furono condannati al bando
- 1751 Scoppiò un incendio in una bottega da salsicciaio che bruciò anche gli stabili vicini di proprietà della famiglia Grimani
- 1428 primo incendio della serie Esso fu all’origine della costruzione della chiesa di San Giacomo di rialto e dovette avere effetti devastanti sul cuore della città
- 976 incendio appiccato al palazzo Ducale dai congiurati del Doge Candiano IV
- 1105 incendio nato in casa Dandolo ai Santi Apostoli che consumò quasi l’intero sestriere
- 1105 altro incendio che bruciò 16 isole e quasi tutto Dorsoduro
- 1569 incendio dell’Arsenale, che distrusse chiesa e monastero della Celestia
- 1574 venne distrutto il Palazzo Ducale
- 1683 e 1686 in Barbaria delle Tole ricordati dalle denominazioni di due calli trasversali note come Prima del Brusà e seconda del Brusà
- 1735 ai Santi Filippo e Giacomo
- 1709 a San Marcuola
- le leggi emanate dalla Repubblica a proposito degli incendi furono numerose
- 1450 si impose ai portatori dei secchi di vino e alle meretrici, sotto pena di multa, di prestarsi all’estinzione delle fiamme, quattro anni più tardi si affidò ai parroci la custodia di asce e secchi, estendendo anche ad essi l’obbligo di prestare aiuto
- 1759 a ogni sestriere venne preposto un capo fuoco,
- 1776 fu presentata al Senato la prima pompa aspiranteù1777 venne istituito in città un corpo regolare di pompieri
CALLE LARGA GIACINTO GALLINA
- allargata nel 1905 venne commerata in memoria del commediografo 1852 97
- incrocio con CALLE della Testa, così chiamata da un’enorme testa di marmo incastonata nel muro
RIO DELLA PANADA
RIO DI CA’ WIDMAN
CAMPIELLO DI SANTA MARIA NOVA con vera da pozzo
CORTE DEL PALAZZO BOLDU con vera da pozzo barocca in marmo rosso di Verona
PALAZZO BEMBO con figura rappresentante Saturno o il Tempo in forma di un uomo villoso che regge il disco solare. La scritta indica che finchè il sole girerà intorno ai poli, la città di Zara, Capodistria, Verona, Cipro, Creta, culla di Giove, testimonieranno le se imprese. Le ultime 4 sigle si riferirscono a Paolo Iovio o Giovio, e a Sebastiano Munstero che nelle loro storie avevano avuto il merito di menzionare le imprese del Bembo.
CALLE DEI MIRACOLI
- prende il suo nome dalla cappella in legno di modeste origini fatta erigere nel 1480 da Antonio Amadi per custodire una immagine della Beata Vergine alla quale si attribuivano numerosi miracoli
- 1488 la cappella venne rifatta in muratura
- PONTE DEI MIRACOLI
CAMPO SANTA MARINA
- Palazzi DOLFIN e MARCELLO
CALLE BORGOLOCCO
- Un tempo ricca di locande
- Chiamata così dalla frase veneziana tenir uno a loco e foco cioè albergarlo, tenerselo in casa
CAMPO SANTA MARIA FORMOSA
- VII Fu centro civile e religioso di un nucleo di antichissima origine
- fu sede di importanti consorterie artigianali e commerciali che vi avevano le loro scuole
- tra gli spazi più vasti di Venezia
- oltre alla chiesa numerosi palazzi di differenti epoche e di notevole interesse architettonico
PALAZZO RUZZINI
3 PALAZZI della famiglia DONA, il primo tardocinquecentesco e gli altri due gotici del 1400, e caratteristici x l’impiego del tufo alle finestre
Casa di Sebastiano Venier anche essa gotica, vincitore della battaglia di Lepanto
PALAZZO VITTURI che fu residenza della famiglia Vitturi di origine romana che produsse tribuni molto ingegnosi, architettura del XIII secolo con decorazioni e capitelli veneto bizantini e archi cuspidati
PONTE RUGAGIUFFA
- palazzo MALIPIERO TREVISAN: la facciata ornata da nicchie, medaglioni a rilievo, dischi e targhe di porfido.
RIO DEL PESTRIN
- Pestrino era a Venezia la rivendita del latte con annessa stalla x i bovini
- PALAZZO MOROSINI DEL PESTRIN

CALLE DEL PARADISO
- uno dei più importanti complessi di edilizia gotica programmata di Venezia
- presenza di barbacani lignei
- 1407 si iniziò questo complesso gotico, sotto Andrea, Abate ella Pomposa, presso Comacchio, passò ai Foscari e dopo le nozze di pellegrina Foscari, che portò in dote al marito Alvise Mocenigo le case di Calle del Paradiso, a questa ultima famiglia
- era costume di coloro che volevano sbandierare di essere proprietari di stabili posti su entrambi i lati di una via, li facessero unire alla somma x mezzo di un arco. Uno di questi archi si scorge in Calle del Paradiso verso la Salizzada San Lio, ed un altro a cuspide traforata con quadrilobo, noto come arco del Paradiso e molto più ornato del primo sul lato opposto della calle. Su entrambi i fronti presenta un rilievo con la Madonna della Misericordia: quello verso la calle con due donatori inginocchiati, l’uno in veste senatoria e la berretta, la donna in abito lungo fino a terra, con maniche a sbuffi e una cuffia in testa; quello verso il rio con un donatore, forse un frate con allusione agli antichi proprietari della casi vicine, e due stemmi Foscari
PONTE DEI PRETI
- cippo romano con rilievo e iscrizione murato sull’angolo di una casa
CHIESA DI SANTA MARIA FORMOSA
- 639 eretta la chiesa con la cooperazione della famiglia Tribuno, da San Magno vescovo di Oderzo, al quale sarebbe apparsa la Vergine nella vesta di una donna formosa, esortandolo di erigere un tempio là dove avesse visto fermarsi una nuvoletta bianca
- la chiesa venne dedicata alla Purificazione della Vergine
- 1060 il titolo di Santa Maria Formosa viene documentato x la prima volta
- 864 venne ricostruita parzialmente
- 1105 venne ricostruita
- 1175 assunse una pianta analoga a quella di San Marco
- 1492 la chiesa venne riprogettata dal Codussi, il quale sull’orientamento della croce greca innestò quella latina
- 1504 muore il Codussi
- 1585 venne ultimato l’edificio con l’erezione della cupola e la realizzazione degli arredi interni e della facciata sul rio nel 1542 a spese della famiglia Cappello di cui si vede lo stemma e l’urna .
- 1604 la stessa famiglia finanziò la facciata sul campo
- 1689 restauro pagato da Torrino Tonini dell’interno
- 1842 notevoli modifiche
- 1688 venne demolita la cupola da un terremoto e successivamente nel 1916 da una bomba austriaca
- 1678 88 campanile su disegno del religioso Francesco Zucconi
INTERNO
- la tela del presbiterio di Antonio Moliari ricorda il ritorno delle spose rapite dai pirati triestini
- il medesimo episodio lega all’esterno tra il campanile e la facciata della chiesa, i piccolo edificio decorato da una Vergine con il Bambino, del secolo XV costruito nel 1833 unificando la ex Scuola dei Fruttaroli e quella della Purificazione, o dei Casselleri ricostruita nel 1550 e restaurata nel 1601 dalla confraternita dei fabbricanti di cassoni e casse nuziali che ebbe u ruolo decisivo nel rintuzzare l’attacco piratesco.
PONTE DELLE BANDE
- tra i primi forniti da bande o spallette
CALLE E PONTE DELLA GUERRA
- in passato teatro durante le feste popolari di accese gare di lotta
- anticamente Venezia era divisa in 2 fazioni che cercavano di superarsi a vicenda: i Castellani ed i Nicolotti, i primi portavano un berretto e una fascia rossi i secondi neri
- questi scontri erano assai violenti, si impose l’uso di tagliare la punta ai bastoni,
- 1574 combattimento sul ponte dei Carmini in onore di Enrico III re di Polonia e futuro re di Francia
- si sostituirono i bastoni con i nudi pugni
- tali pugilati collettivi erano permessi da settembre a Natale e vi si svolgevano su certi ponti privi di bande affinche scivolando direttamente in acqua i contendenti vi placassero i bollenti spiriti e fossero subito costretti a separarsi
- su ciascun lato questi ponti recavano scolpiti due forme di piedi che segnavano la linea dentro la quale dovevano attestarsi i combattenti
QUERINI STAMPALIA
1300 apparteneva alla famiglia Querini, Stampalia era il loro feudo nell’isola greca Stampalia dal 1207 al 1522
1528 venne costruito questo palazzo
1869 sede della fondazione
1868 il testamento di Giovanni ultimo discendente della famiglia
Biblioteca pubblica : 300.000 volumi e periodici
1156 manoscritti
99 incunaboli
1638 cinquecentine
450 carte geografiche
2600 stampe e disegni
Pinacoteca con disegni n 300, di scuola veneta, italiana, o straniera, commissionata o acquistati dalla famiglia
PIETRO LONGHI:il Ridotto, il Mondo Nuovo, la frateria di Venezia, Maschere a reduto, il casotto del leone, la caccia dell’anatra in laguna, la preparazione degli schioppi, il conteggio della cacciagione.
SESTRIERE DI SAN POLO E SANTA CROCE
SAN POLO 33 ettari
SANTA CROCE 94 ettari
- ESSI i costituiscono una vasta aerea nel cuore della città, di cui rispettivamente occupano la part4e sud orientale e nord occidentale delimitata a su d dal quartiere di Dorsoduro, a ovest dal canale della Scomenzera e per gli altri due lati dal Canal Grande
- L’area è caratterizzata da numerosi palazzi patrizi affacciati sul Canal Grande
- IL polo di Rialto, con i mercati che si prolungano in fitte calli a scacchiera
- Rio di San Polo con una zona di antichissima formazione
- O ovest del Rio di San Polo il tessuto edilizio si fa meno fitto ed accoglie un insieme di monumenti religiosi e assistenziali comprendenti la Basilica dei Frari, la Scuola di San Rocco e quella di San Giovanni Evangelista con la chiesa.
- Lo sviluppo urbano in questi sestrieri si caratterizzò fin dal IX secolo con la formazione di nuclei autosufficienti organizzati attorno alla chiesa e collegati tra di loro da percorsi pedonali ricavati sugli argini dei canali, le parrocchie più antiche sorsero attorno a Rialto e vicino al Rio di San Polo
- Tra l’XI e il XIII secolo si attuò il pieno sviluppo dell’area gravitante su Rialto, determinato dalla nuova ubicazione del Mercato che fino al 1097 era nella zona di San Bartolomeo, nel sestriere di San Marco
- Nel XII secolo per collegare queste due aree fu gettato sul canal grande un ponte di barche, più tardi sostituito da uno stabile di legno
- L’urbanizzazione della zona realtina proseguì con la costruzione di magazzini, di case fondaco di famiglie patrizie e di complessi popolari alle loro spalle abitate da operai occupati nelle attività del mercato.
- I secoli successivi videro il consolidamento dei percorsi pedonali più importanti e l’organizzazione degli spazi collettivi dei campi nonché lo sviluppo dell’attività edilizia abitativa, che si sviluppò in altezza nelle aree già completamente occupate e si impossessò di tutti i terreni disponibili anche nelle insule più lontane dal centro realtino.
- A partire dal XIX secolo che le zone attorno al complesso conventuale dei Frari, e tra il Rio Marin e ol complesso dei Tolentini, ancora libere per vaste superfici furono interamente occupate da insediamenti industriali, oggi x lo più smantellati e da nuclei di abitazioni popolari allineati lungo ampi percorsi pedonali.
- La zona di Rialto è una delle più caratteristiche di Venezia e secondo la tradizione è anche uno dei più antichi insediamenti della città alla quale diede anche il nome RIVOALTUS, prima che assumesse quello definitivo di Venezia.
- 1097 l’insula realtina divenne sede del mercato generale
- negli anni successivi in questa zona si concentrarono oltre ai mercati veri e propri e alle numerose botteghe e per lo smercio di preziosi prodotti di importazione quali l’oro, le spezie, i tessuti, anche le più importanti magistrature legate alle attività economiche insieme ai banchi pubblici e privati, alle agenzie degli assicuratori marittimi e ad una sorta di borda di merci.
- Questo concorso di funzioni e di interessi ricordati nella toponomastica determinarono l’organizzazione urbana di Rialto che assunse una particolare CONFIGURAZIONE.
Lunghe calli alternate a calli corte con funzione di servizi e a campi, dove l’assenza totale di ponti e di frequenti passaggi di collegamento tra i vari spazi e fra questi e il Canal Grande rendevano più semplici e rapidi gli spostamenti delle merci lungo le rive.
- 1514 tutto fu distrutto da un rovinoso incendio
- l’area fu interamente ricostruita dallo SCARPAGNINO, creatore del progetto di rinnovamento,
- propose di riutilizzare i muri e le fondamenta degli edifici preesistenti
- pur nella mutata veste architettonica l’immagine della zona serba molto di quella antica
LA RIVA DEL VIN
- chiamata anticamente riva del Ferro, nome passato poi alla fondamenta opposta
- questo è uno degli unici tratti affiancati da percorsi pedonali su entrambe le sponde
- si chiamò del Vino perché vi approdavano le barche cariche di questa nmerce o per la presenza delle numerose mescite e magazzini della zona
- 1505 i mercanti di vino della zona si riunirono in corporazione sotto la protezione della Santa Croce, erano anticamente distinti in venditori, portatori e travasadori de vin, uniti in confraternita sotto l’invocazione degli Ognisanti nella Chiesa di San Bartolomeo
- PALAZZO DEI X SAVI
Magistrati preposti alle tasse
Ricostruito dallo Scarpagnino dopo l’incendio del 1514
Pianterreno porticato
I due piani superiori sono caratterizzati da una lunga sequenza di finestre rettangolari
- PALAZZO DEI CAMERLENGHI
Sede al pianoterra delle prigioni DI Stato
Sede ora della Corte dei Conti
Ai piani superiori degli uffici dei Magistrati incaricati di provvedere alle finanze della Serenissima
- RUGA DEGLI ORESI
1331 decreto del Maggior Consiglio aveva deciso che a Venezia non si mercanteggiassero lavori d’oro e d’argento in luogo diverso da quello di Rialto
la ruga si chiamava un tempo degli Anelli
1300 nacque una vera confraternita degli oresi comprendendo i gioiellieri, i gioiellieri da falso e i diamantieri, a loro volta divisi in diamantieri da duro e da tenero
vennero posti sotto la protezione di Sant’Antonio Abate, al quale su disegno di Girolamo Campagna eressero nella chiesa di San Giacomo un altare con annesso un sepolcreto
nella loro arte erano esclusi gli ebrei
erano ammessi solo coloro che avevano superato delle severe prove di idoneità l lavoro prescelto
1693 la specialità riconosciute erano molte
- FABBRICHE VECCHIE 1520 22 SCARPAGNINO
Il pianterreno porticato ed i due piani superiori destinati ad uffici
SAN GIACOMO DI RIALTO
- zona commerciale
- zona dei mercati
- operazioni finanziarie
- messa al bando deirei
- prediche postprandiali di un religioso appositamente stipendiato che saliva su un pulpito di legno: Scopo di tale predica era rendere più morigerati i costumi
SOTTOPORTICO DEL BANCO GIRO
- Vi trovavano posto i tavoli dei banchieri presso i quali i mercanti effettuavano i propri pagamenti mediante il trasferimento dei crediti sui libri bancari, prima che questo servizio venisse assicurato direttamente dal Governo con l’istituzione di banche pubbliche
- Istituzione del Banco della Piazza nel 1587
- Banco Giro nel 1619
GOBBO DI RIALTO
- Opera di Pietro Salò 1541
- Rappresenta una figura inginocchiata che sostiene la scaletta di accesso alla Colonna del Bando in granito egiziano, d’alto del quale il Comandador dava lettura delle leggi e delle sentenze
- Annunciava l’arrivo e partenza delle navi
- Dava notizie che potevano interessare gli uomini di affari
- Restaurato nel 1836
- Era una libera tribuna
- Al gobbo è legata fin dai tempi più antichi la pratica della berlina con le quali le autorità veneziane esponevano ai maltrattamenti i rei delle più svariate colpe incoronati con una mitria di carta
- Tutto ciò cessò nel 1845
RUGA VECCHIA
RUGA DEL RAVANO
CALLE DELL’OLIO che costituisce il principale percorso tra Rialto e San Polo
CHIESA DI SAN GIOVANNI ELEMOSINARIO
- fondata tra il IX e X secolo
- 1527 38 venne ricostruita dallo Scarpagnino
CALLE CESARE BATTISTI
CALLE DEI VAROTERI
CAMPO DELLA CORDARIA
Dai fabbricatori di corde che tenevano qui 17 piccole botteghe
FABBRICHE NUOVE
- 1545 46 costruite su progetto del Sansovino per le Magistrature giudicanti in affari di commercio
ERBARIA CASARIA PESCARIA
La funzionalità di questa zona è data dal diretto affaccio sul Canale
1907 edificio della Pescaria, edificio neogotico su progetto di Cesare Laurenti e Domenico Rupoo
CALLE DELLE BECCARIE detta anche Panataria dalle numerose botteghe di pane
- centro del macello pubblico
- mercato del pesce al minuto che sorge in luogo della casa proprietà della famiglia Q UERINI
- fu lasciato integra la parte appartenente al fratello Giovanni
- la casa di Marco e Pietro Querini venne confiscata e distrutta nel 1310 in seguito alla congiura di Baiamonte Tiepolo
- l’ala non demolita fu adibita a macello e poi ricostruita x divenire mercato del pesce
- rimangono le arcate e la trifora del 1200 sul fronte verso il campo delle bBeccarie
LA CALLE DELL’ANGELO
- totale assenza di spazi pubblici dalla necessità di ricavare maggior spazio possibile in un ambito così ristretto
la calle del cappeler
calle dei botteri, BOTTAI
calle del campanile
corte del teatro vecchio O Teatro Michiel
- teatro fondato nel 1580
- 1565 la Compagnia della Calza detta dei Sempiterni, aveva costruito in legno entro il perimetro di Santa Maria della Carità il primo teatro Veneziano
- In origine questi locali erano assai spogli e mancavano quasi dell’illuminazione escluse le due torce che si accendevano ai lati del sipario prima che lo si alzasse. All’inizio dello spettacolo oltre ai lumi di sego che ardevano sui leggii degli orchestrali non vi era altra luce se non quella che di tanto in tanto si accendeva sui palchi dove si cenava si giocava d’azzardo e si sputava sull’umile volgo della platea, infamia sferzata da Gaspare Gozzi sulla Gazzetta Veneta
- I teatri veneziani si aprivano verso al metà di ottobre, il ricavato degli abbonamenti e dei palchetti spettava al proprietario, mentre quello dei biglietti di ingresso ai comici
- Tra il pubblico era riprovata l’indecenza nel vestire tanto che nel 1776 fu imposto che si potesse assistere agli spettacoli in abiti succinti solo se mascherati con la caratteristica Bauta veneziana composta di un mantello di seta nera o di velluto o di merletto, ed un cappuccio aperto solo sul volto che si copriva con una mascherina
LA CHIESA DI SAN CASSIANO
- fondata nel X secolo
- più volte trasformata
CAMPIELLO E SOTTOPORTICO DELLA SIORA BETTINA
CALLE DELLA REGINA
CALLE DI CA’ CORNER
- PALAZZO CA’ CORNER opera di Domenico Rossi edificato a partire dal 1724
1975 è stato acquistato dalla Biennale e destuinato ad Archivio Storico delle Arti Contemporanee
comprende una biblioteca, una emeroteca, una fototeca
- PALAZZO CORNER DELLA CA’ GRANDE di Jacopo Sansovino nulla è rimasto della camera d’oro
I Corner vi abitarono anche dopo la caduta della Repubblica
1812 fu venduta dall’ultimo rappresentante della loro stirpe al governo austriasco che vi stabilì la Delegazione provinciale imperiale e reale
dopo l’unificazione divenne sede del prefetto di Venezia
1932 34 fu sottoposto ad un’altra serie di restauri
RIO DELLE DUE TORRI
CA’ PESARO
- SEDE del Museo d’arte Moderna e del Museo d’arte Orientale
- Il fondo iniziale di 30.000 pezzzi fu costituito negli ultimi decenni del secolo XIX da Enrico di Borbne conte di Bardi durante i suoi viasggi in Asia
- Venne poi ceduto dal governo austriaco a quello italiano in riparazione dei danni subiti nel 15 – 18
- L’edificio deriva dalla ristrutturazione di 3 palazzi contigui di origine medievale azcquisiti dal pesaro tra il 1558 e il 1628
- Fu il LONGHENA ad ideare il complesso gioco scenografico
- Teste leonine e mostruiose
- Alto basamento a bugne a punta di diamante
- Due file di finestre
- Due grandi portali ornati da figure a mascherone
- Alla morte del Longhena il GASPARI continuò i lavori che si conclusero nel 1710 con l’erezione di due piani superiori caratterizzati da imponenti finestre ed eleganti balaustre e poggioli
- I Pesaro giunsero dalle Marhe ove erano niti con ilNOME DI Palmieri verso la metà del XIII secolo Dapprima erano conosciuti come i Pesaro dal Carro, nome che derivava dal fatto che trasportavano le chiatte dal Brenta alla Laguna presso Fusina
- Uno dei membri più illustri della famiglia fu Jacopo che incaricò Tiziano nel 1519di dipingere la famosa pala PESARO x la chiesa dei Frari
SOTTOPORTICO GIOVANELLI
RIO della rioda
Campo San STAE
- facciata barocca
SALIZZADA CARMINATI
CALLE di CA’ TRON
- Sede dell’Istituto universitario di Architettura
- XVI secolo venne ampliato con una lussuosa sala da ballo
- in questo palazzo visse e tenne salotto Caterina DOLFIN , spostata in seconde nozze con Andrea Tron
Tra le sue vittime più illustri il segretario del Senato Pierntonio Gratarol, per sua disgrazia si innamorò dell’attrice Ricci, della quale si era invaghito pure Gasparo Gozzi, scrittore fratello del più celebre Carlo Gozzi
PALAZZI MOCENIGO, lungo la salizzada San Stae
- MOCENIGO Vecchio da il suo nome alla calle
- Ci sono 4 Palazzi Mocenigo, ma i due centrali sono in realtà un palazzo doppio che era intesoper essere abitato come unica casa
- Mocenigo vecchio è il più antico ed è il più vicino alla volta del canal
- Nel tardo XVI secolo venne costruito il Palazzo Nero e nel XVIII fra questi due fu costruito un doppio palazzo che nacque per ampliare il Palazzo Nero
- La casa vecchia, la più antica delle 4 era in origine un edificio gotico, come si può riconoscere dai dettagli architettonici
- I Mocenigo erano giunti da Milano e ritenuti discendenti dei Cornelii di Roma. Fu quindi una delle più antiche famiglie e potenti della città cui ha dato bel 7dogi, solo una inmeno della famiglia Contarini
- Il regno di Alvise I Mocenigo vide la vittoria dei Veneziani sui Tuirchi a Lepanto, la chiesa del Redentore dove è conservata la cazzuola con la quale il doge pose la pietra d’angolo e la celebre visita a Venezia del re di Francia Enrico III.
- 1591 92 Giovanni Mocenigo invitò il frate filosofo Giordano Bruno a vivere in palazzo comesuo ospiteVenne poi denunciato dal Mocenigo all’Inquisizione,
Gli Inquisitori di Venezia non eranoparticolarmente interessati alle questioni religiose, ma piuttosto a problemi riguardanti la sicurezza e la morale pubblica
Nel 1621 la Contressa di Arundel prese in affitto il Palazzo. Antonio Foscarini
CALLE DEL TINTOR
- I tintori si dividevano in tre classi: di sete, di fustagni e di tele. Apprezzati in tutta Europa erano lo scarlatto e il cremisi veneziano, il segreto delle cui tinture era proteto da un singolare accorgimento. Le leggi stabilivano puntigliosamente i periodi nei quali si dovevanocomporre le miscele per fabbricare lo scarlatto e perché si voleva distrarre il pubblico dall’interesse a tale segreto, venivano messe in giro folle che incutessero paura. Pertanto attorno alle tintorie venivano fatte passare di notte qualcuno travestito da fantasma, da brigante o da gigante con un lanternino in mano. Ciò introdusse nel dialetto veneziano la parola scarlatto per indicare un timore senza fondamento.
LA CALLE DEL MEGIO
- antichi depositi del Megio o migliodella Repubblica edificati nel XV secoloFu questo cereale a salvare la popolazione dalla terribile carestia del 1559 quando tali magazzini vennero aperti ed il loro contenuto fu distrbuito gratuitamente.
CASA SANUDO
- vi visse e morì nel 1536 il grande cronista Marino
CALLE LARGA
SAN GIACOMO dell’ORIO
- Festa il 25di luglio
- Incerto il significato del termine ORIO: forse viene da rio, un albero di alloro o la famiglia ORIO
- Il gioco del nobile Pallone
IL RAMO II DEL MEGIO
SALIZZADA DEL FONDACO DEI TURCHI
- casa veneto bizantina del XII XIII secolo
- emporio dei mercanti turchi
- 1225 costruzione dell’edificio e Jacopo Palmieri ne fu il proprietario, ma esso viene piuttosto associato alla Famiglia Pesaro. Fu venduto ai Pesaro alla Repubblica x 10.000 ducati nel XIV secolo. Nel 1381 venne donato dalla città al Marchese di Ferrara, dove venne in seguito ospitato Giovanni VIII Paleologo, Imperatore di Bisanzio,, a Venezia nel 1438
- Dalla seconda metà del XVI secolo i mercanti turchi cominciarono a raccogliersi aVenezia
- 1574 fu proposto dal Senato che fossero riuniti in un unico edificio. Per ospitarli i conformità ai loro xostumi le finestre del Palazzo vennero chiuse
- la comunità turca era sorvegliata dai Savii alla Mercanzia, una commissione del Senatio che si occupava del commercio e della navigazione
- 1627 il Senato ordinò la distruzione delle torreselle ed emanò una serie di leggi volte a proibire la presenza di armi da fuoco all’interno dell’edificio.
- I mercanti turchi che vi videro sopravvissero al crollo della Repubblica
- 1838 l’ultimo turco fu costretto ad andarsene dalla famiglia Manin che aveva ereditato il Palazzo dai Pesaro.
- 1858 il palazzo fu acquistato dal comune di Venezia
- 1922 ospitò il Museo CORRER successivamente il Museo Civico di Storia Naturale, comprendente collezione di fossili, di minerali, raccolte botaniche, e alcune curiosità come due basilischi, animali immaginari ricostruiti da naturalisti all’inizio della zoologia moderna
CALLE DEI PRETI
SAN GIOVANNI DECOLLATO
CALLE DI CA BEMBO
RIVA DI BIASIO
Leggenda di Biasio Luganegher
CALLE ZAN
LA lista vecchia dei BARI
- Bari erano i barattieri, baro significa terreno incolto, barena indica il tratto erboso che viene periodicamente ricoperto dalla marea
- Il termine lista significa strada prospiciente il palazzo di un ambasciatore, entro il quale vigeva l’immunità diplomatica
SAN SIMEONE GRANDE o SAN SIMEONE PROFETA
RIO MARIN
- Palazzo Contarini: Massoneria
- La prima loggia massonica a Venezia venne fondata nel 17874 da Pietro Grattarol segretario del Senato
- 1785 venne smantellata
PONTE E CALLE BERGAMI
LA CALLE DELLE CHIOVERETTE
SAN SIMEONE PICCOLO
- 1718 38 costruita dallo SCALFUROTTO, con la demolizione dell’edificio originario del IX secolo
- a ds di San Simeone la facciata dell’ex Scuola dei Tessitori dei panni di lana, vicino si trova il campo della Lana
- 1272 decreto fiorire dell’arte della lana in città, si assegnava alloggio gratuito a tutti i lavoranti forestieri che si fossero trasferiti sulla laguna x esercitare tale arte. La maggior parte dei lanaioli veniva dalla Germania e si spersero nei vari sestrieri ma soprattutto i quello di Santa Croce, nell’area fra la Chiesa di San Simeone e la Chiesa di San Giacomo dell’Orio. Il campo della Lana era coperto da un prato usato come stenditoio ed asciugatoio dei filati tinti, posti sopra cavvaetti di legno ordinati in lunghe file parallele. La calle dell Chioverette che si riferisce ai chiodi i legno o paletti di legno su cui si tiravano le corde perstendere.
Palazzo DIEGO attribuito al TIRALI
I Diedo una delle famiglie patrizie veneziane più antiche
FONDAMENTA DEI TOLENTINI
1523 sacco ce Roma patì dai Lanzichenecchi di Carlo V i chierici regolari Teatini cercarono rifugio a Venezia Qui abitarono prima all’Ospedale degli Incurabili, quindi alla Giudecca, all’abbazia di San Gregorio, successivamente in un oratorio presso la chiesa di San Pantaleone.
La chiesa dei Tolentini veniva visitata ogni anno dal doge nel giorno di San Gaetano, tra i più importanti per lòa Signoria perché era da lì iniziata la riconquista della Grecia nel 1684
GIARDINO PAPADOPOLI
1834 63 sistemato su disegno del Bagnara
il giardino si estende sull’area dove sorgeva il complesso conventuale della Croce, demolito nel 1810
RIO NUOVO 1832 33
PALAZZO COCCINA E TIEPOLO
XVI SECOLO attribuito a GIANGIACOMO DEI GRIGI
FONDAMENTA DI SANTA CHIARA
- la chiesa venne ristrutturata e sconsacrata
FONDAMENTA CONDULMER
- famiglia di antiche origini longobarde
- venne a Venezia da Pavia prima del X secolo
- resa famosa per la salita al soglio pontificio di Gabriele che nel 1431 fu eletto Papa con il nome di Eugenio IV che ebbe una sorella di nome Polissena che sposatasi con Nicolò Barbo, fu madre di un altro pontefice PAOLO II
SAN NICOLO DA TOLENTINO
1591 95 venne progettata dallo Scamozzi
venne portata a termine nel 1602 dai Teatini che l’avevano commissionata
FONDAMENTA MINOTTO sul rio del Gaffaro, gaffaro forse califfo perché vi abitarono capi arabi
PALAZZO ODDONI
Palazzo gotico
PALAZZO MARCELLO
SAN PANTALON
RAMO CAMPO MOSCA
Nei o mosche che erano pezzetti di taffetà nero gommato che le donne applicavano qua e là sul volto per fa r risaltare la loro bellezza e la bianchezza della loro carnagione
Il nome PANTALON fu uno dei più diffusi nella città, venne interpretato come derivazione da piantaleoni, poiché i loro condottieri sulla città e sulle terre conquistate piantavano come insegna il Leone di San Marco.
Altri associano il nome alla maschera rappresentativa di un mercante onesto e brontolone e bonario e tutt’altro che difficile da ingannare
CHIESA DI SAN PANTALON
- venne fondata forse nell’XI secolo
tabella indicante le lunghezze minime consentite dei pesci posti in vendita al mercato
CAMPIELO ANGARAN
PONTE DELLA DONNA ONESTA
Meretrice nota nel sestriere come donna onesta perché assai prudente ed accorta nel suo mestiere
RIO DELLA FRESCADA
FONDAMENTA DEL FORNER
PALAZZO BALBI
- posizione in volta del canal
- i Balbi vennero a Roma dalla Spagna
- la famiglia Balbi raggiunse Venezia dopo varie tappe, prima Pavia, poi Milano ed infine Ravenna.
A Venezia diedero origine a 13 famiglie e i membri del ramo di San Pantalon erano famosi per la loro cultura Luigi Balbi formò una ricca biblioteca e uno studio musicale, Gasparo fu un celebre cosmografo e viaggiatore e Adriano fu un noto geografo.
- Fu dal balcone del loro palazzo che Napoleone osservò la regata che si svolse in suo onore il 2 dicembre 1807
- Alla metà del secolo scorso il palazzo fu di proprietà di Michelangelo Guggenheim, nella casa furono installati laboratori e botteghe, ma furono chiusi nel 1900. Successivamente la casa venne venduta all’asta ed acquistata dalla Compagnia elettrica Adriatica
CALLE STRETTA GALLIPOLI
- strettissima imboccatura dello stretto di Gallipoli o dei Dardanelli, la chiusura del quale era considerata una delle più funeste minacce per la prosperità del commercio della Repubblica
- all’estremità di questa calle nel 1531 abitò Tiziano prima di trasferirsi a SAN CANCIANO
SANTA MARIA GLORIOSA DEI FRARI O DELL’ASSUNTA
- racchiude in se stessa 5 secoli di cultura e di storia
- 1236 il doge Jacopo Tiepolo donò ai Frati Minori Francescani un’area in gran parte paludosa nota come LAGO BADOER sal nome dei proprietari, posta sul confine delle due parrocchie di San Tomà e di San Stin
- 1340 decisione di ricostruire in forme più grandiose la chiesa primitiva
- ultimata dopo circa un secolo, elementi del gotico primitivo e più severo si intrecciano con il gotico quattrocentesco
- la Basilica denota i segni dei mutamenti del guasto architettonico avvenuto nel corso della sua vicenda costruttiva
SALIZZADA DI SAN ROCCO
- campo di forma triangolare
- Scuola di San Rocco costruita a partire dal 1516 su progetto di Bartolomeo Bon, che diresse ilavori fino al 1524, quando fu sotratto dai lavori per divergenze con il Capitolo I lavori proseguirono sotto la direzione di Sante Lombardo e nel 1527 furono ultimati dallo Scarpagnino
- Per la decoraziione si pnsò di bandire un concorso a cui prese parte Paolo Veronese, Andrea Schiavone, Jacopo Tintoretto, Giuseppe Salviati, Federico Zuccaro.
- Essi furono invitati a preparare un disegno preparatorio per un quadro da apporre nell’ovale di un soffitto. Mentre i colleghi erano ancra intenti a terminare i loro bozzetti, Tintoretto , il quale era riuscito ad ottenere dagli inservienti della Scuola le esatte misure dello spazio da affrescare, dipinse con rapidità il quadro e senza dire nulla a nessuno lo ripose al posto giusto. L’astuto pittore fece dono alla scuola del suo dipinto ed ottenne la commissione. Egli si era valso di una delle leggi fondamentali delle scuole veneziane e ciò imponeva che un dono siffatto a un santo, di qualunque natura fosse e qualunque fosse il donatore, non potesse essere in nessun modo rifiutato.
- Sculture lignee di Francesco Pianta il Giovane Si tratta di figure allegoriche di non facile interpretazione, a meno che non si decifri il cartiglio apposto a destra dello scalone, posto dall’artista stesso in mano a MERCURIO collocato a destra dello scalone, cartiglio coperto di una calligrafia fitta ed ermetica Abbiamo in ordine le 12 moralità.
- La malinconia
- L’onore
- L’avarizia con i libri dei conti
- L’ignoranza con la testa d’asino
- La scienza circondata dai libri
- La distinzione del bene e del male
- Il furore incatenato
- La spia o curiosità che spia occhiuta di sotto il mantello
- Lo scandalo, una figura tronca
- Il piacere onesto contornato dalle figure di strumenti musicali
- Cicerone difensore della scultura
- Da ultimo la caricatura del Tintoretto, affaccendato tra rotoli di disegni e pentolini di vernice, l’inquietante Ritratto dell’artista intento a levarsi la maschera
- La Chiesa
- la scuoletta
RIO TERA SAN TOMA
CALLE DEL MAGAZEN
LA SCUOLA GRANDE DI SAN GIOVANNI EVANGELISTA
- allogata nel 1300 nella preesistente chiesa di San Giovanni, essa si differenzia nella struttura delle altre scuole Veneziane per il giustapporsi del suo prospetto di elementi decorativi di epoche e di stili diversi
- 1349 rilievi della Madonna con il Bambino e San Giovanni Evangelista adorato dai confratelli
- alle finestre di arte gotica fiorita
- dalla bifora e dal portale rinascimentale realizzati nel 1498 e 1512 su disegno del CODUSSI
- la finestra ovata del 1700
- 1806 soppressione della confraternita l’edificio fu spogliato della sua decorazione pittorica venuta arricchendosi di opere del XV secolo
- l’edificio venne salvato dalla demolizione da un gruppo di cittadini
- divenne sede della Società delle Arti Edificatorie e in seguito assunse il titolo di Scuola Grande e di Arciconfraternita
- Filippo Masser, cancelliere di Gerusalemme e di Cipro, elargì nel 1369 alla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista, la celebre reliquia della Croce ricevuta in dono da Pietro Tommaso, patriarca di Costantinopoli
- A tale reliquia furono attribuiti numerosi miracoli
CALLE DI CASTEL FORTE
- Vi fu costruita una nave chiamata Roccaforte capace di contenere 500 uomini e utilizzata per la prima volta per scortare un convoglio guidato da Michele Doro e diretto da San Giovanni d’Acri
CALLE DI SAN NICOLETTO
- i cronisti narrano a proposito di questa calle che il patrizio Nicolò Lion , procuratore di San Marco, scoprì la congiura di Marin Faliero, ammalato desiderò di mangiare della lattuga e che non potendola trovare altrove se la procurò nell’orto di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Rimessosi rapidamente in salute attribuì l’insperata guarigione a quell’insalata e in segno di gratitudine fece costrire nell’orto medesimo una chiesetta e un piccolo monastero che si chiamarono San Nicolò o San Nicoletto della Lattuga Consacrata nel 1582 la chiesa venne distrutta da un incendio nel 1743, ma in breve venne ricostruita in proporzioni più ampie e maestose del passato. Attualmente è stata inclusa nel vicino convento nel complesso Archivio di Stato di Venezia, uno dei più importanti del mondo, che raccoglie oltre 300 sale, circa 15 milioni di volumi e faldoni relativi alla storia di Venezia
- Archivio : vi sono conservati:
archivi dei consigli e delle magistrature
uffici e cariche veneziane dal ix secolo al 1797
gli archivi dei governi succedutosi dopo la caduta della repubblica e quella delle corporazioni : arti, scuole, corporazioni soppresse
RAMO DEI CALEGHERI
- di forma rettangolare
- ai calegheri era riservato il lavoro più fine delle scarpe di varie forme
- ai zavateri il lavoro delle pianelle per le popolane e il rattoppo delle scarpe vecchie
- la scuola dei calegheri è dedicata a sant’Aniano, è ora adibita ad uso privato
- la scuola venne comperata dai calegheri nel 1466
- 1479 sopra la porta un bassorilievo di stile lombardesco raffigurante San Aniano risanata da San Marco
- la scuola ogni anno offriva alla dogaressa un paio di zoccoli, ma anche a San Samuele si trovava una scuola di Calegheri, fin dal 1300 infatti molti calzolai tedeschi vennero nelle lagune venete e si costituirono a scuola con sede in calle delle Botteghe
- al Correr si conservano ancora alcuni calcagnetti. Gli zoccoli che le done veneziane portarono inizialmente per non imbrattarsi di fango e più tardi per pura civetteria¸ usavano lunghi strascichi. La repubblica fu costretta ad emanare leggi suntuarie per obbligare le donne a portare calzature più basse. Le scarpe muliebri erano di vari colori, con la punta rivolta all’insù, e con fibbie più o meno ricche, secondo il censo di chi le portava, fibbie di smalto, d’oro, d’avorio, e persino di diamanti.
- Altre limitazioni imposte dalla repubblica , non potevano sposare principesse bizantine, Domenico Selvo sposò Teodora. I Veneziani non gli perdonarono l’ambizioso matrimonio con una principessa straniera
- Fra i costumi importati dal mondo bizantino fu l’uso della forchetta
- 1525 l’uso degli orecchini
- uso della parrucca importata a Venezia dalla Francia nel 1665 ad opera del gentiluomo Vinciguerra Collalto Il primo doge che portò la parrucca fu Giovanni Corner nel 1709, prima della parrucca varie erano state le acconciature veneziane che anticamente lasciavano le chiome sciolte
- dal XV secolo commercio dei cappelli finti: i primi toupet
- uso delle tinrure: nel Rinascimento le veneziane eleganti si tingevano quasi tutt di biondo i cappelli con una specie di acqwua, detta la bionda, oppure acqua di gioventù
- Il processo era ilseguente: esse salivano sulle altane di legno che ornano molti edifici della città e si bagnavano la testa con una spugnetta impregnata dell’acqua suddetta ed attaccata in cima ad un fuso. Si coprivano le spalle con un accappatoio di seta o di tela leggera detta schiavoneto e si mettevano sul capo un cerchio di paglia a foggia di tesa di cappello detto solana, su cui si stendevano i cappelli per asciugarli ai raggi del sole
CALLE DEL TRAGHETTO
LA CALLE DEI NOMBOLI
- con questo nome a Venezia si indicavano i quarti di posteriore dei bovini
PALAZZO CENTANI
- casa del Goldoni
CALLE DEI SAONERI
- fabriccanti di saponi
RIO DI SAN POLO
CALLE E CAMPO DEL CAFETIER
- la seicentesca facciata dell’oratorio del Crocefisso incorporato nella chiesa di San Polo, che sulla salizzada volge il fianco destro
CHIESA DI SAN POLO
- IX secolo fondazione con il prospetto verso il rio di San Polo
- XV secolo venne modificata con l’inserimento di elementi gotici sull’originale impianto bizantino
- 1804 fu attuato da Domenico Rossi un radicale ristrutturazione della chiesa che adattò forme e rivestimenti neoclassici al preesistente organismo
- il campanile a canna lesenata in cotto con cella campanaria a trifore fu eretto nel 1362
- vi si possono scorgere 2 leoni, uno dei quali con il collo avvinghiato da un serpente e l’altro tiene fra le zampe una testa umana spiccata dal busto, allusione secondo la tradizione popolare alla subdola cospirazione e al supplizio di Marin Falier o di Francesco Carmagnola
CAMPO SAN POLO
- il più grande della città
- forma a parziale emiciclo fu determinata dall’andamento curvilineo di un rioninterrato nel 1761
- centro di feste popolari
- cacce al toro
- cerimonie religiose
- spettacoli teatrali
- sede di mercato
PALAZZO SORANZO
SESTIERE DI CANNAREGIO
- il sestiere di Cannaregio copre un’estensione di 150 ettari
- occupa il settore nord occidentale della città
- delimitato a sud dal Canal Grande
- a nord dalla laguna
- a est dai sestieri di Castello e di San Marco
- a ovest dal canale di Santa Chiara
- è il più direttamente collegato per via d’acqua alla terraferma
- il Canale di San Secondo, che attraversa la laguna correndo parallelo al ponbte ferroviario, vi penetra proseguendo nel Canale di Cannaregio
- il toponimo deriverebbe dalla contrazione del Canal Regio, a sottolineare l’importanza di questo canale
- per altri il toponimo sarebbe derivato dai canneti che abbondavano un tempo nella zona.
- L’area meridionale della zona è attraversata per tutta la sua lunghezza dalla stazione al Campo Santi Apostoli, da una importante area pedonale realizzata nel 1800
- Tutta l’area gravitante sull’ampio Canale di Cannaregio è caratterizzata da due lunghe fondamenta coperte senza soluzione di continuità di modesti edifici tra i quali di rado emergono alcuni imponenti palazzi
- La parte verso la laguna si estende su una vasta zona solcata da rii paralleli attorniati da edifici residenziali a carattere assai popolare intervallati da sagrati con chiese suggestive :Sant’Alvise, la Misericordia, la Madonna dell’Orto, palazzi con grandi giardini. Vecchi capannoni artigianali
- Ai margini meridionali dell’area si estende il Ghetto, il quartiere ebraico
- XI secolo il sestiere era ancora scarsamente popolato
Venne costituendosi grazie all’imbonimento di bonifica delle INSULE e solidificazione delle terre emerse
XIV secolo venne completato il quartiere di Santa Sofia e tutta la zona nord di questo fino al convento di Santa Caterina
Dal 1400 si definì la struttura nelle tre fasce parallele comprese tra il rio di San Girolamo e la laguna Nord
Le insule che le costituiscono parzialmente già occupate da insediamenti conventuali, furono allora riorganizzati seguendo il seguente schema urbanistico:
ad un canale rettilineo affiancato ad una lunghissima fondamenta rivolta a sud fu collegato un fitto sistema di calli trasversali e su questa griglia regolare l’edificazione cominciò ad estendersi lentamente tanto che ancora nel 1800 nessuna altra area di Venezia aveva tanti grandi spazi non edificati come questa
xvi secolo costruzione del ponte delle Guglie589 la realizzazione delle Fondamente Nuove accrebbero la funzionalità del sestiere
1700 numerosi restauri
1841 costruzione del ponte ferroviario
1860 costruzione della Ferrovia
CHIESA DEGLI SCALZI
- Dedicata a Santa Maria di Nazareth
- 1654 costruita su progetto del Longhena da una comunità di Carmelitani Scalzi
LISTA DI SPAGNA
- 1844 ampio percorso pedonale
PALAZZO CALBO CROTTA
PALAZZO LEZZE
PALAZZO ZENO
- Venne ricostruito nel \18 secolo x l’ambasciatore di Spagna
- Nell’interno si trovava un pozzo dedicato a San Magno
MOROSINI DELLA TRESSA
SAN GEREMIA
- campo dove si facevano le cacce al toro
CHIESA DI SAN GEREMIA
- VIII secolo, rifatta nell’XI e nel XIII
- La ricostruzione venne realizzata dal padre Carlo Corbellini, che sovrappose all’impianto originario a tre navate una nuova pianta a croce greca
PALAZZO LABIA
- costruito in onore di questa famiglia proveniente dalla Catalogna, subito dopo la sua aggregazione al patriziato veneziano nel 1649
RIO TERA SAN LEONARDO

CHIESA DI SAN LEONARDO
- chiesa dell’XI secolo, ricostruita da Bernardino Macaruzzi nel 1700
la CALLE DELLA RABBIA
RIO TERRA FARSETTI
RIO TERRA DEL CRISTO
- Ex scuola del Cristo
- Costruita nel 1644 x la Confraternita della buona morte, i cui seguaci avevano il compito di seppellire gli annegati
CAMPO SAN MARCUOLA
CHIESA DI SANTI ERMAGORA E FORTUNATO
- venne fondata da profughi della terraferma all’epoca dell’invasione longobarda
- XII secolo venne ricostruita dalle famiglie Memmo e Lupanizza dopo un incendio sviluppatosi in seguito ad un devastante terremoto
- 1728 36 venne ricostruita da Antonio Gaspari e Massari
- al suo interno si venera la mano destra di San Giovanni Battista, esposta ai fedeli il 24 di giugno, trasportata qui da Alessandria di Egitto e rimasta miracolosamente indenne attraverso tutte le vicissitudini sopportate da questa chiesa
CALLE DEL PISTRO
CAMPIELLO DELL’ANCONETTA
- aperto nel 1855 con la demolizione di un piccolo oratorio
RIO TERRA DELLA MADDALENA
- forse la prima strada realizzata con l’interramento di un canale
CROCE DEL VOLTO SANTO
- gia centro dei setaioli lucchesi, che emigrati a Venezia nel 1309 diedero impulso allo sviluppo della seta
- mblema della loro confraternita sia sull’architrave del sottopassaggio, sia sulla trecentesdca vera da pozzo che riproduceva quella di un crocefisso venerato nella cattedrale di Lucca come miracoloso
CALLE VENDRAMIN
PALAZZO LOREDAN
- si erge sopra ben 22 m di canale
- capolavoro del Coducci
- 1500 venne cominciato dal Coducci x la famiglia Loredan e fu completato alla morte dell’architetto dalla bottega degli intagliatori del Lombardo
- i Loredan vissero a San Marcuola per più di 80 anni
- l’entrata del palazzo alpianterreno venne arricchito con affreschi mitologici, blasoni e fregi
- di questo lavoro venne incaricato il Giorgione, ma anche il Tiziano ebbe diversi incarichi
- 1581 il palazzo fu veduto al duca Enrico di Braunschweig per 60.000 ducati
- due anni dopo alla famiglia dei Gonzaga di Mantova
- fu alla fine dopo diverse controversievenduto all’asta a Vittore Calergi che per averlo pagò solo 36.000 ducati.
- I Calergi erano una famiglia molto ricca di Candia La loro sottomissione a Venezia nel 1258 non solo aveva ermesso loro di conservare l’immenso patrimonio artistico, ma anche di essere inclusi nel rango di patriziato
- 138 vennero iscritti nel Libro d’Oro, grazie ai loro meriti ottenuti attraverso la guerra di Chioggia
- XVII secolo il Palazzo venne ingrandito. Venne aggiunta una ala da parte dell’architetto Scamozzi su richiesta di Marina Calergi
- 1738 l’ultimo dei Grimani- Calergi lasciò la casa a Nicolò Vendramin
- il palazzo fu venduto a MariA Carolina, vedova del duca di Berry: collezione di opere d’arte
- 1883 Richard Wagner
- 1926 il conte Volpi di Misur4ata acquistò il palazzo
- dopo la seconda guerra mondiale venne acquistato dal comuneche lo tramutò in casinò
- NON NOBIS , non a noi Signore: uesta scritta fu posta dalla famiglia Calergi x scongiurare la vendetta celeste che avrebbe potuto abbattersi sui facinorosi Pietro e Giovanni Grimani
RIO TERA DELLA MADDALENA
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