Il Neoclassicismo (Canova, David)

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

NEOCLASSICISMO : Caratteristiche generali
⇒ Pag 617
Il Neoclassicismo è la logica conseguenza sulle arti del pensiero illuminista, rifiutava gli eccessi del Barocco e guardava all’arte dell’antichità classica (specialmente quella greca). Il termine fu coniato alla fine dell’800 come dispregiativo per l’arte del non originale, fredda e accademica. Questo è caratterizzato da una forte passione per l’antico, da un forte desiderio di possedere pezzi antichi originali o riprodotti di sculture classiche, che si fece maggiormente sentire dai ritrovamenti di Ercolano e Pompei. Il movimento ebbe come sede privilegiata Roma, fonte inesauribile di ispirazione classica, e il suo massimo teorico fu J.J. Winckelmann. Questi per tutta la vita non vide mia un originale greco, solo copie del tardo ellenismo romano, ma partì dal presupposto che il buon gusto avesse avuto origine in Grecia. L’imitazione era molto diversa dalla copia, imitare significava ispirarsi a un modello cercando di eguagliarlo.
Secondo Winckelmann una scultura neoclassica non doveva mai mostrare passioni o il verificarsi di un evento tragico, ma essere rappresentata nel momento precedente o successivo all’azione tragica. Nelle opere degli antichi Winckelmann riconosceva i valori, la bellezza, i contorni ed il panneggio, da cui ne deriverà il gusto neoclassico per i contorni ben definiti e per il disegno.

⇒ Pag 620 - Antonio Canova
Fece il suo apprendistato a Venezia dove aprì uno studio, nel 1779 si trasferì a Roma dove risiedette quasi tutta la vita. Dopo il Congresso di Vienna, fu mandato nella capitale francese, in veste di ambasciatore, per ottenere la restituzione delle opere d’arte sottratte da Napoleone allo Stato pontificio.
Ebbe incarichi di lavoro dalla nobiltà veneta e romana, da Napoleone e dalla sua famiglia, dai nobili russi e amici inglesi, dagli Asburgo d’Austria, dai Borboni di Napoli, dalla corte pontificia. Dal 1802 fu Ispettore Generale delle Belle Arti dello Stato Pontificio. Canova incarna i principi neoclassici di Winckelmann, sia nel disegno che nella scultura. Questo mostrava un’attenzione costante per il nudo maschile e femminile.
opera
Tèseo sul Minotauro
grandezza
145 cm di altezza
Data di
realizzazione
1781-1783
committenza
Zuliàn
Tipo di opera
Gruppo marmoreo
Esposizione
odierna
Victoria and Albert Museum, Londra
Soggetto
Tèseo seduto sul corpo del Minotauro
⇒ Pag 522 – Tèseo sul Minotauro
Fu la prima opera scultorea realizzata a Roma, il soggetto e il modo in cui viene proposto indicano la vicinanza dell’artista alle teorie di Winckelmann. L’eroe è seduto sul corpo del mostro che ha ucciso, è rappresentato dopo la lotta, momento in cui ogni passione è spenta. Questo è simbolo della vittoria della ragione sull’irrazionalità bestiale. I due corpi sono perfetti :l’essere semiumano è riverso su una roccia in posizione a “S” rovesciata, Teseo è appoggiato su una gamba del mostro, inclinato all’indietro. Lo scopo di Canova era di raggiungere una bellezza ideale simile a quella greca. L’opera è in marmo, Canova trattava con cera rosata totalmente o parzialmente le proprie sculture al fine di dare un colore simile all’incarnato.

opera
Amore e Psìche
grandezza
155 cm di altezza
Data di
realizzazione
1787-1793
Tipo di opera
Gruppo marmoreo
Esposizione
odierna
Museo del Louvre, Parigi
Soggetto
Amore che rinviene Psiche
⇒ Pag 624 – Amore e Psìche
Canova riprese la favola narrata nel romanzo L’asino d’oro, rappresentando l’episodio in cui Amore rianima Psiche svenuta, dopo aver aperto un vaso ricevuto da Proserpina nell’Ade. Nel marmo ha fermato un attimo che rimane sospeso: i due giovani si sfiorano appena, mentre si contemplano entrambi, l’uno rapito dalla bellezza dell’altra. È l’attimo precedente il bacio. Solo la visione frontale permette di ritenere un’immagine significativa del gruppo marmoreo, perché consente di coglierne la geometria compositiva formata da due archi che si intersecano (il corpo di Psiche, la gamba destra e le ali di Amore) e due cerchi intrecciati (le baraccia), ma i rapporti tra i due corpi mutano continuamente cambiando punto di vista.

opera
Ebe
grandezza
158 cm di altezza
Data di
realizzazione
1800-1805
Tipo di opera
Gruppo marmoreo
Esposizione
odierna
Ermitage, San Pietroburgo
⇒ Pag 626 – Ebe
Di quest’opera l’artista eseguì quattro esemplari un po’ diversi tra loro. La divinità femminile è sostenuta da una nuvola, il suo busto è nudo mentre la parte inferiore è avvolta da una leggera veste che mostra ne ogni curva, grazie all’aria. Il chiaroscuro è pronunciato nel panneggio della veste. Tutto della dea tende alla grazia: il corpo, il volto, la delicatezza nel tenere la coppa e l’anfora, il corpo leggermente inarcato in avanti. Canova fu criticato per la mancanza di espressività della dea, ma l’artista ribadiva la sua aderenza agli esempi della statuaria classica.

⇒ Pag 627 – Paolina Borghese
opera
Paolina Borghese
grandezza
200 cm di lunghezza
Data di
realizzazione
1804-1808
Tipo di opera
Gruppo marmoreo
Esposizione
odierna
Galleria Borghese, Roma
Soggetto
Paolina venere vincitrice
Quest’opera è testimonianza e l’esempio più celebre dei rapporti tra l’artista e Napoleone: è il ritratto di Paolina Borghese, sorella di Napoleone e moglie del principe romano Camillo Borghese. È raffigurata come una venere vincitrice, poiché in mano tiene il pomo della vittoria offerto da Paride alla dea giudicata da lui più bella. Questa è rappresentata adagiata su un divano, il busto è sollevato e nudo fino all’inguine, mentre la parte inferiore del corpo è coperta da un drappo che ne sottolinea le curve. Il volto idealizzato e le sembianze divine, collocano Paolina al di fuori della realtà terrena. Canova ancora una volta usa la cera per rendere le parti del corpo nude rosate, e con questo la riporta al mondo umano. Il letto di legno su cui poggia il marmo nascondeva un ingranaggio che consentiva alla scultura di ruotare.
opera
Monumento funebre a
Maria Cristina d’Austria
grandezza
574 cm di altezza
Data di
realizzazione
1798-1805
committenza
marito duca Alberto di
Sassonia-Teschen
Tipo di opera
Monumento funebre
Esposizione
odierna
Augustinerkirche, Vienna
Soggetto
Una folla che si reca alla tomba
della defunta
⇒ Pag 529 – Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria
Fu commissionato dal marito in ricordo della consorte. Nel monumento si legge facilmente il tema della morte:la sepoltura si presenta come una piramide, all’interno della quale una mesta processione reca le ceneri della defunta. L’artista sottolinea l’ingresso oscuro tramite uno spesso architrave. La defunta, la cui immagine in un medaglione è portata in volo dalla Felicità Celeste in forma di fanciulla, è onorata dalla personificazione delle proprie virtù: il leone per la Fortezza, la donna che guida il cieco per la Pietà, la Tenerezza dello sposo nel genio alato teneramente abbandonato sul leone. Canova medita sulla fatalità della morte, sul rimpianto che solo riesce a mantenere in vita, con il ricordo, gli affetti. Le ceneri vengono portate verso il buio della morte da un mesto corteo a cui prendono parte giovani donne e un vecchio. Tutti sono legati fra loro da una ghirlanda di fiori e tutti sono invitati ad entrare passando sul tappeto che unisce l’interno con l’esterno, la morte con la vita.

⇒ Pag 629 – Jacques-Louis David
Compì i primi studi nella capitale francese, dove frequentò l’Académie des Beaux-Arts partecipando più volte al concorso Prix de Rome. Dopo aver vinto l’ambitissimo concorso nel 1775, soggiornò in Italia dal 1775 al 1780 dove divenne pensionnaire all’Accademia di Francia di Roma e dove potè studiare la scultura e pittura romane di Raffaello. In Italia si scopre artisticamente ignorante e non al passo coi tempi. Rientrato in Francia ebbe numerosissimi incarichi di lavoro e divenne sostenitore di Bonaparte da cui fu nominato Primo Pittore dell’Imperatore.
David rappresenta le proprie opere con colori molto austeri. Le finalità che David si propone nel disegno sono la chiarezza del segno e la purezza dell’immagine.

⇒ Pag 630 – Giuramento degli Orazi
opera
Giuramento degli Orazi
grandezza
330 x 425 cm
Data di
realizzazione
1784
committenza
re di Francia
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Museo del Louvre, Parigi
Soggetto
Il giuramento dei tre Orazi
Il soggetto è scelto dalla storia romana quando i tre fratelli Orazi, romani, affrontano i tre fratelli Curiazi, albani, per risolvere in duello una contesa sorta fra Roma e un’altra città. I tre Curiazi morirono e solo uno dei tre Orazi si salvò, decretando la vittoria di Roma. Il soggetto quindi sta a rappresentare il giuramento dei tre giovani al padre. La scena non è priva di teatralità e si svolge nell’atrio di una casa romana. I personaggi sono distinti in due gruppi mentre il padre si erge in mezzo, conscio della propria centralità nella storia, egli è l’unico ad avere le labbra socchiuse. Il rosso del mantello richiama su di lui l’attenzione, individuandolo come personaggio chiave della rappresentazione, la mano che tiene le spade il punto di fuga. A destra le donne, mute e meste, sono abbandonate nel dolore e nella rassegnazione; in posizione più arretrata la madre che copre uno dei figli più piccoli con il suo velo scuro, presagio di lutto, mentre Camilla affranta, si volge verso la cognata Sabina. In conformità all’estetica neoclassica, David non mostra il momento più cruento del combattimento ma sceglie di rappresentare il giuramento, congelando nei gesti tutti i personaggi che in tal modo illustrano l’amor di patria.

opera
La morte di Marat
grandezza
165 x 128 cm
Data di
realizzazione
1793
committenza
Convenzione
Tipo di opera
Olio su tela
Esposizione
odierna
Musée Royaux de Beaux-Arts, Bruxelles
Soggetto
Marat morto nel suo bagno
⇒ Pag 633 – La morte di Marat
Marat venne assassinato nel 1793 nel suo bagno dalla nobile Marie-Anne-Charlotte de Corday d’Armont. David fu incaricato dalla Convenzione di dipingere un quadro che rendesse onore al martire della rivoluzione. Nel quadro non appaiono tutti gli elementi che nella realtà caratterizzavano il luogo del delitto, al fine di non far apparire la morte di Marat troppo simile a quella di un uomo comune. La tappezzeria viene sostituita da uno sfondo scuro, il cesto che fungeva da tavolino viene sostituito da una cassa di legno chiaro, trasformata dall’artista in una sorta di lapide, sulla quale è scritto la semplicissima dedica. L’arredo sobrio e essenziale sta a testimoniare la virtuosa povertà di Marat: questi tiene ancora in mano un biglietto in cui si legge l’inizio della supplica dell’assassina. Il calamaio, la penna d’oca sulla cassetta, la penna ancora stretta in mano, il coltello lasciato per terra: sono come gli strumenti della Passione, infatti David costruisce l’immagine del defunto come se si trattasse di una Deposizione di Cristo o di una Pietà; questo parallelo con la morte di Cristo, eleva Marat al di sopra degli altri uomini, per esaltarne le virtù e proporlo come esempio da imitare.

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