Gian Lorenzo Bernini

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Gian Lorenzo Bernini

Gian Lorenzo Bernini era un tipico artista a 360 gradi. Fu lui a progettare le opere più importanti di Roma. Visse nello stesso periodo di Borromini ma, essendo più diplomatico ed accomodante di quest’ultimo, lavorò per ben otto pontefici.
Già il padre di Bernini lavorò per la Chiesa di Santa Maria Maggiore, e Gian Lorenzo iniziò la sua carriera come assistente del padre. All’inizio, fu uno scultore di stampo ellenistico; il suo desiderio più grande era di confrontarsi con il grande Michelangelo. Tutte le sue statue sono in marmo.
David: quello scolpito da Michelangelo è enorme, introspettivo e pensieroso. Quello scolpito da Bernini è una figura dinamica, ed è stato colto nel momento dell’azione. Sul volto mostra una smorfia di tensione, sottolineando la violenza dello sforzo. Il busto è in torsione (posizione tirata fuori da Michelangelo, in modo da poter sottolineare l’energia sprigionata). Secondo alcuni critici, si tratta di un autoritratto del Bernini.
Al Bernini viene assegnato il lavoro per il Baldacchino di San Pietro (per segnalare la presenza della tomba del Santo). Le colonne sono tortili (che hanno un movimento a spirale). La parte bassa ha delle scanalature d’oro che donano un senso di moto ascensionale. La struttura è in bronzo, con quattro colonne che creano un moto verso l’alto interrotto dalla trabeazione, che proseguono con delle volute a dorso di delfino. Si tratta di una riproduzione in grande scala dei baldacchini processionali. I drappi (in bronzo) portano il segno dei Barberini (le api) e sembrano mossi dal vento. Simbologia: il Santo resuscita e si eleva al livello del cielo.
Cattedra di San Pietro: è posta sull’altare principale. La finestra sfrutta i raggi del sole che confluiscono all’interno. Sono stati utilizzati il bronzo e degli stucchi dorati. Simbologia: la Luce di Dio.
Monumento funebre: lo si può confrontare con Michelangelo, che aveva costruito la tomba per i Medici nella Sacrestia Nuova, a Firenze. Come Michelangelo, Bernini pone il sacello (= sarcofago) in basso con due figure allegoriche ai lati. Michelangelo aveva utilizzato solo il marmo, mentre Bernini usa anche del bronzo. Anche qui si trovano le api dei Barberini. L’arte barocca si fonda sul colore come parte essenziale dello spettacolo che essa ricerca. Si concentra molto sul panneggio, togliendo monumentalità alle figure.
Con Innocenzo X lavora di più Borromini, anche se il papa gli commissiona la Fontana dei Fiumi in Piazza Navona. Alla base vi sono quattro statue, che raffigurano allegoricamente quattro fiumi.
Tra le altre fontane da lui progettate, c’è anche quella della Barcaccia.
Estasi di Santa Teresa: Bernini unisce in un’unica opera pittura (o, meglio, gli effetti pittorici), scultura ed architettura. C’è una finestrella con le statue dei committenti che si affacciano (i Cornaro). Il volto della Santa è in adorazione quasi carnale e sensuale (dai diari della Santa). Vi è una finestra nascosta dove partono i raggi.
Sotto papa Alessandro VII, al Bernini è commissionata la progettazione della piazza di San Pietro. Vi è una piazza trapezioidale, poiché si credeva che le proporzioni della facciata della chiesa fossero sbagliate, ed in questo modo si tenta di creare un cono ottico. Bernini colloca un colonnato (con 4 file di colonne) in due braccia semi – circolari (che creano un’ellisse) e che simboleggiano un abbraccio. Al centro è posto un obelisco, con due fontane ai lati. Se ci si pone su uno dei fuochi dell’ellisse si crea un effetto ottico per cui, delle quattro file di colonne, se ne vede soltanto una. Fu progettato un terzo braccio che, però, non fu mai realizzato. All’epoca, si accedeva a San Pietro attraverso strade tortuose.
A Bernini fu chiesto di realizzare una chiesetta per i Gesuiti, ai lati del Quirinale. Si tratta del Sant’Andrea al Quirinale. Egli utilizza l’ellisse, già consigliata da Sebastiano Serio per le chiese di piccole dimensioni. Secondo quest’ultimo, l’entrata avrebbe dovuto trovarsi sull’asse maggiore, mentre Bernini la colloca su quella minore. L’altare, in questo modo, è più vicino, ma i lati sono nascosti. Nelle chiese dei Gesuiti c’erano più altari, in modo da poter celebrare più messe (qui ci sono 4 cappelle per lato). I pavimenti sono in marmo, la cupola ha le finestre alla base, con una profusione di stucchi, ori, angioletti e raggi. L’esterno è molto sobrio. Vi è una scalinata semicircolare, che sembra accogliere i fedeli. Due bracci uniscono agli altri palazzi: essi sono semicircolari, in modo da dilatare la piazza e creare un contrasto con la scalinata.

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