Der blaue Reiter

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Data:24.08.2007
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Testo

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Fra il 1909 e il 1911 la scena artistica di Monaco è in grande fermento:. La città non è più il primo centro culturale tedesco da circa due decenni, da quando, cioè, il più facoltoso collezionismo privato e le più prestigiose committenze pubbliche si sono spostate a Berlino. Monaco resta tuttavia una città di grandi tradizioni artistiche e culturali, sede di prestigiose istituzioni culturali la secessione e importanti musei. Ospita anche, a partire da 1909 un’associazione di artisti radicali, prevalentemente pittori, che condividono il proposito di organizzare mostre d’arte in Germania e promuoverle con conferenze, pubblicazione e altre iniziative. L’associazione dal nome “Nuova associazione di artisti di Monaco” accoglie artisti tedeschi e alcuni russi con molteplici relazioni nell’ambiente artistico internazionale. Tra questi Kandinskji, Moscovita di buoni studi ; prima di dedicarsi alla pittura studia giurisprudenza, già residente a Parigi, dove è entrato in contatto con i simbolisti e ha esposto in numerosi saloni. Approssimato d’arte popolare è acceso sostenitore della supremazia dell’elemento spirituale in arte. Se consideriamo “il paesaggio con torre”, dipinto da Kandinskji nel 1908, prima di aderire alla nuova associazione di artisti, comprendiamo immediatamente quali conseguenze sul piano della pittura, abbia il suo appassionato desiderio di collezionare esperienze interiori. Le forme della realtà si dissolvono quasi magicamente divenendo simili nubi, a vele gonfie di vento, a mongolfiere. L’accesa fantasia del pittore nega pesantezza ai corpi, li riscatta dalla loro materialità, li accende nell’intuizione. La stessa tecnica della pennellata divisa, che rimanda ovviamente a Van Gogh e alla composizione dei Fauves è applicata con particolare intensità. Sembra quasi che Kandinskji desideri proporsi come virtuoso della pittura; i contrasti di colore non sono semplicemente vivaci e gioiosi e difficilmente potremmo dire dell’artista russo quanto diciamo di Matisse, che le ombre e i toni scuri, in altre parole, sono banditi dalle composizioni. Al contrario “il paesaggio con torre” sorprende per la profondità delle ombre che nascondono le forme, che interrompono l’azione della luce.. È infatti alle ombre che si deve la segretezza quasi occulta dell’immagine. Paradossalmente è proprio la nuova associazione di artisti a opporre le maggiori resistenze al progetto di una pittura che liberi le forme da ogni elemento contingente. Kandinskji appare troppo radicale e le sue commozioni, giunte alla soglia della non figurazione, risultano incomprensibili alla maggior parte degli artisti che lo conoscono e ne hanno finora sostenuto l’impegno. La rottura con la nuova associazione avviene nel 1911, quando Kandinskji decide di allestire per proprio conto una mostra che sia quanto più possibile esemplificativa delle nuove tendenze: prende inizio, così, la nascita del “Cavaliere azzurro”.
“Improvvisazione V”, eseguita nel 1911:
siamo ancora di fronte ad un paesaggio sebbene gli elementi concreti paesaggisti non siano più riconoscibili; vediamo una linea di montagna, sentieri, la linea dell’orizzonte, siluette di persone. Diviene essenziale la funzione espressiva del disegno o del colore: sono le linee lineari e tratteggiate, le accensioni improvvise dei gialli, dei verdi, dei rossi a comunicare uno stato d’animo, a destare immediatamente emozioni, a tenere in qualche modo un discorso che immagina costellate di esclamazioni di gioia, di meraviglia e di stupore. Il problema di Kandinskji non è quello di legare figura e racconto al quadro, come pure accadrà più tardi nel corso degli anni ’20, quanto di rendere l’esperienza interiore immediatamente accessibile, comunicabile a partire da se stessa e non dalle circostanze che l’hanno resa possibile.

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