Dal Realismo al Surrealismo

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Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Periodo storico: REALISMO
Significato della parola “realismo”: descrizione della realtà così come appare ai nostri occhi, riproduzione oggettiva della realtà, senza aggiunte da parte del pittore, senza interpretazioni.
Nasce in Francia nel 1848 ad opera del pittore Courbet e si diffonde con diversi gradi di intensità in tutta Europa.
Caratteri generali:
Movimento storico - artistico sorto in Francia intorno al 1848 ad opera del pittore Courbet, che espose a Parigi, al Pavillon du Réalisme, i suoi quadri (rifiutati dalla giuria dell’esposizione universale che decretava invece il trionfo di maestri quali Ingres e Delacroix), con l’intento di rivendicare, in reazione all’idealismo dei classici e dei romantici, il valore della realtà oggettiva come tema artistico valido a prescindere da ogni abbellimento. Il termine "realista" è stato spesso usato a qualificare opere in cui la rappresentazione di oggetti o figure è così fedele al vero da poter anche risultare "sgradevole", specie se considerata in relazione ai canoni della bellezza classica. I pittori appartenenti a questo movimento sostengono la necessità di trattare episodi della vita contemporanea, spesso ispirati all’esistenza dei ceti più umili. Dal punto di vista formale il realismo contrappose all’interesse per il disegno e alla fredda correttezza dell’accademia, la resa dei contrasti chiaroscurali risultante dalla diretta osservazione del dato naturale.
Autori e opere:
Courbet (1818-1877) [pag.292] capo dei pittori del realismo. Prende come tematica principale per la sua pittura: il sociale. Egli decide di manifestare le sue idee politiche e vuole mantenere intatta la sua libertà. Gli è stato dato l’appellativo di “pittore maledetto”. Ha sempre negato il valore della scuola poiché questa, insegnando regole, reprime la libertà, però ne fonda una nel 1861 per combattere l’influenza dell’Accademia, in cui egli insegna a non fare ciò che fa lui, ma a seguire il proprio istinto.
Il seppellimento di Ornans; Le signorine sulle rive della Senna; Lo spaccapietre.
Millet (1814-1875) [pag.299] pittore di origine contadina che dovette provvedere al mantenimento dei fratelli. Egli mette in evidenza la vita quotidiana dei contadini, tema costante della sua poetica. Il suo realismo, imbevuto di intenti sociali e umanitari, è modellato su un temperamento romantico e religioso. I contadini non hanno la crudezza dei lavoratori di Courbet; sono ripresi in atteggiamenti che si risolvono in un raccoglimento introspettivo. L’angelus.
Daumier (1808-1879) [pag.300] la sua attività principale è quella di caricaturista sui giornali, le sue vignette sono attacchi violenti al potere sostenuto dal capitalismo borghese, che reprimeva spietatamente la realtà, infierendo sugli umili. I suoi disegni di satira politica, energici e spietati, gli valsero una serie di arresti. Si dedicò anche alla pittura il cui stile si segnala per la felice sintesi tra il disegno e l'uso del colore, un chiaroscuro con tonalità calde; egli parla anche attraverso la linea rapida e deformata grottescamente in funzione espressiva. Litografia “A Napoli”; Scompartimento di terza classe.
Periodo storico: IMPRESSIONISMO
Significato della parola “impressionismo”: Il nome nasce da un quadro di Monet intitolato “Impressione del sole che sorge” e viene dato dal fotografo Nadar che ospita nel suo studio i quadri. Il termine veniva adoperato in senso spregiativo, poiché era usato per sottolineare che noi percepiamo la realtà attraverso “impressioni” di forme, di luci, di colori, impressioni diverse dall’uno all’altro osservatore. Le impressioni erano considerate prive di meditazione, superficiali, quindi non degne di diventare pittura; i quadri sembravano solo abbozzi in attesa di essere rifiniti.
Nasce in Francia nel 1874, anno sancito dall’apertura della mostra “Salon de refusés”; in realtà il movimento esisteva già da alcuni anni. Esso si sciolse nel 1886 dopo aver svolto in Europa una fondamentale opera di rinnovamento che determinò la pittura moderna.
Caratteri generali:
Il movimento pittorico francese fu chiamato “impressionismo” in seguito a un articolo del critico Leroy che definì gli impressionisti (richiamandosi in senso spregiativo al titolo di un quadro di Monet, Impression: soleil levant)un gruppo di artisti che avevano esposto le loro opere nelle sale del fotografo Nadar a Parigi. Questo movimento contrappose all’accademismo della pittura ufficiale nuovi valori pittorici e formali, consistenti nella rivalutazione della luce e del colore come mezzi adatti ad esprimere le impressioni immediate e autentiche suscitate nell’artista dalla natura che lo circonda; di qui la preferenza per la pittura all’aria aperta, l’uso della pennellata rapida di colore puro, l’abbandono del chiaroscuro, l’osservazione della luce che dissolve i contorni e riflette i colori quasi scomponendoli, la giustapposizione dei colori primari sulla tela in modo che si mescolassero nella percezione visiva solo da una certa distanza, e ponendo in contrasto i colori primari con i complementari per esaltarne reciprocamente l'intensità e per ottenere una luminosità maggiore di quella solitamente prodotta mescolando i colori sulla tavolozza.
Gli impressionisti rappresentano anche le modifiche che la città subisce, solo per documentare 8ad esempio per la stazione di Saint – Lazare. Si riuniscono al Caffè Bourgois e alla nuova Atene, gli artisti diventano amici e spesso dipingono insieme. I pittori hanno tecniche diverse, ma ciò che li accomuna è il voler dipingere all’aria aperta. Spesso un artista dipinge più quadri con lo stesso soggetto. Gli impressionisti appartengono a diverse classi sociali.
Spesso gli impressionisti utilizzano la machina fotografica, per cogliere l’attimo (ad esempio per la corsa di un cavallo), solo per documentare il fatto, non per lo studio del movimento.
Eliminazione della prospettiva che si percepisce tramite il colore
Autori e opere:
Manet (1832-1883) [pag.312] pittore che appartiene alla piccola borghesia, abbastanza tradizionalista. Dipinge interni molto belli con stile Witermaier come i macchiaioli. Le sue opere rivelano con chiarezza la discendenza dai grandi maestri, studiati nei musei soprattutto nella composizione, tanto che poté sembrare un imitatore. Ha sempre tentato di entrare al salone Ufficiale e nel ’82 ci riesce.
Déjeuner sur l’herbe, Olympia, Il bar alle Folies-Bergère.
Monet (1840-1926) [pag.327] pittore che più di tutti rappresenta l’impressionismo. Si interessa all’acqua poiché questa frantuma l’immagine ed è sempre in movimento. Studia anche la luce nelle diverse ore e in diverse stagioni.
Impressione: il levar del sole, La Cattedrale di Rouen (effetto mattina e in pieno sole), Lo stagno delle ninfèe.
Degas (1834-1917) [pag.351] pittore di famiglia agiata fu indirizzato dal padre allo studio dei classici. Per lui è molto importante l’analisi che conduce sulle opere dei maestri del rinascimento. Dipinge anche bellissimi nudi in atteggiamenti non usuali, a volte si interessa al sociale. Utilizza molto il pastello. Dato che a partire dal 1880 in Europa si diffonde la droga, egli vuole parlare dell’assenzio che porta assuefazione.
L’assenzio.
Cézanne (1839-1906) [pag.360] la sua pittura sembra essere l’opposto di quella impressionista, ricercando la solidità costruttiva della forma. In realtà egli rappresenta uno degli aspetti più significativi del movimento. Ha un carattere introverso, egli nasce come impressionista che evolvendo la sua pittura diventa anti-impressionista. Punto di partenza: il contatto diretto con la natura e il superamento della rappresentazione di essa come qualcosa di immobile. Egli vuole cogliere la sostanza della natura. Egli sostiene che le impressioni o sensazioni sono il modo personale del pittore che ha per vedere la natura. Cerca la forma e la struttura compositiva delle cose, con la conseguente negazione dell’impressionismo. Egli nota che quando i colori si allontanano dall’asse visivo assumono un colore violaceo. È il precursore del cubismo.
La casa dell’impiccato, I giocatori di carte, La montagna Sainte-Victoire, (Bagnanti).
Periodo storico: POSTIMPRESSIONISMO
Nasce in Francia dopo l’impressionismo.
Caratteri generali:
A partire dal 1880 ci si pone il problema di come dare consistenza alla fugacità dell’impressione. È nell’ambito di questa crisi che si colloca la nascita del “neoimpressionismo” o “postimpressionismo” o “impressionismo scientifico”, cioè si stabiliscono le regole dell’impressionismo: colore puro dato a puntini (ad esempio se serviva il colore verde si associava un puntino giallo e uno blu, lasciando alla retina il compito di associare i colori).
In Italia per dipingere si usano le lineette che danno origine al Divisionismo, usate poi anche dai Futuristi (Balla)
4 Personaggi importanti:
Cézanne Gauguin Van Gogh Tolouse-Lautrec
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CUBISMO SIMBOLISMO ESPRESSIONISMO “AFFICHES”
BELLE ÉPOQUE
Gauguin (1848-1903) [pag.374] figlio di una principessa, conduce una vita da ricco borghese fino a 35 anni circa. Sposa la figlia di un banchiere, ma fa un’azione bancaria poco corretta e fallisce perdendo tutto. Si dedica allora alla pittura. Dipinge per passatempo, ma poco dopo si appassiona e questa diventa la sua occupazione principale. Sente il disagio della società parigina e pensa di abbandonare questa terra così civilizzata per andare a vivere in luoghi “primitivi”. Si trasferisce in Bretagna (I° periodo), dove vede i famosi calvari, gruppi scultorei posti in cima alle montagne, che lo ispirano. Ad Arles conosce Van Gogh con cui instaura una forte amicizia, tanto che quando decide di abbandonare la Francia V.G. si taglia un orecchio e glielo fa recapitare. Il pittore però segue l’istinto, abbandona la Francia e sbarca nelle isole della Martinica (II° periodo) e qui dipinge le ragazze del luogo in atteggiamenti del tutto naturali. Il colore è piatto, quasi bidimensionale.
Nel quadro del presepe, rappresenta una ragazza nuda sdraiata su di un letto sfatto, alle sue spalle c’è un totem e fuori dalla capanna si possono notare delle persone intorno al fuoco. Gauguin vuole dire che questa ragazza non ha peccato poiché il suo atto d’amore è avvenuto davanti agli occhi del suo dio.
Egli è il precursore del simbolismo, poiché da questo momento in poi il colore è fondamentale e carico di significato.
Il Cristo giallo, Da dove veniamo? Cosa siamo? Dove andiamo?.
Van Gogh (1853-1890) [pag.381] anch’egli, come Gauguin, è un autodidatta che dipinge per necessità interiore e trasfigura la realtà a favore del proprio io. Figlio di un pastore protestante è di animo tormentato. Egli deve il suo sostentamento al fratello più piccolo Teo che cerca di vendere i quadri di Vincent e con i soldi che racimola, lo cura e cerca di mantenerlo fuori dagli ospedali psichiatrici. Questi disturbi appaiono quando nasce la vocazione religiosa, egli abbandonò il suo lavoro per predicare, ma lo fa in un modo tanto violento che viene allontanato anche dalla curia. Gli vengono somministrati degli psicofarmaci ma lui dipinge quando non è sotto sedativi. Viaggia molto per la Francia, ma non la abbandona. Muore suicida dopo aver agonizzato per 3 giorni. (si spara in bocca). È il precursore dell’espressionismo (quando l’Europa si trova davanti al bivio).
Autoritratto, I mangiatori di patate, Boulevard de Clichy, La camera da letto, Notte stellata, La chiesa di Auvers, Campo di grano con volo di corvi.
Toulouse-Lautrec (1864-1901) [pag.392] di famiglia molto nobile, in seguito a due cadute rovinose da cavallo, i suoi arti inferiori non crebbero più, restando per tutta la vita deforme. Si ritrova quindi emarginato e si rifugia nella pittura, si trasferisce poi a Parigi e frequenta il mondo dei locali notturni e delle prostitute. Va a vivere in un bordello dove può ritrarre le ragazze nei momenti di riposo. La madre gli mette accanto un servitore che si prenda cura del pittore quando questi era in difficoltà o aveva bevuto troppo. Lo stile è inconfondibile, la linea è nervosa, il colore è denso e privo di chiaroscuri, libertà di inquadrature e prospettive. Egli compone anche le locandine per gli attori che si esibivano. Disegna su foglio le modelle mettendone in evidenza le caratteristiche. È uno dei maggiori interpreti della sua società. Da lui si fa nascere il gusto per la linea, quindi il modernismo o liberty.
Periodo storico: I MACCHIAIOLI
Significato della parola “macchiaioli”: nome spregiativo dato a un gruppo di pittori toscani che si proposero di liberare l’arte da ogni accademismo creando una pittura spontanea di impressioni, volta a cogliere il senso delle cose, attraverso la tecnica della macchia.
Nasce a Firenze a questo movimento aderiscono artisti di tutta Italia, il periodo più intenso delle loro ricerche dura pochi anni, dal 1855 al 1860 circa.
Caratteri generali:
Questo movimento vede aderire artisti provenienti da tutta Italia, accomunati da interessi sociali e da orientamenti politici di tipo democratico. I primi artisti si riuniscono a Piagentina. Importante è il loro modo di dipingere a macchia, poiché è la prima cosa che noi vediamo e solo in un secondo momento analizziamo il disegno. I macchiaioli uniscono ai temi artistici anche i temi politici. Il principale luogo d’incontro degli intellettuali diventa il Caffè Michelangiolo (il cui capo è Diego Martelli, critico d’arte), in cui avviene un fecondo scambio di idee al di fuori di ogni sistematicità scolastica. Ed è qui che la cultura figurativa locale si allarga ed esce dai limiti della provincia. I Macchiaioli alla fine del movimento scoprono che le ombre sono colorate.
Quando anche il Granducato di Toscana attuerà un regime repressivo, i Macchiaioli si trasferiranno a Barbison e insieme con questi ultimi torneranno a Parigi dando vita al movimento Impressionista. Questi pittori hanno in comune il niente e il tutto: vogliono rappresentare il vero e lavorare all’aria aperta, il soggetto preferito è la città con i grandi Boulevard, invece non c’è più la ricerca dell’introspezione nella figura umana.
Ceccioni “Il Caffè Michelangiolo”
Fattori Giovanni (1825-1908) [pag.442] è il massimo esponente dei macchiaioli. Studia il disegno presso un pittore livornese, finché trasferitosi a Firenze entra nella scuola di Bezzuoli, dal quale impara la tecnica più raffinata. Nel ’48 prende parte ai moti risorgimentali. Nel ’50 riprende i suoi studi entrando a contatto con l’ambiente del Caffè Michelangiolo, dove si comincia a parlare di macchia. Gli inizi sono ancora legati all’ambito del quadro storico - romantico, e si dedica allo studio del reale. Successivamente i suoi quadri sono legati a contadini, butteri, operai, nel senso di persone qualsiasi che hanno accettato e accettano la loro sorte. Al ’59 risalgono i primi studi sulla macchia e si può notare che la tavolozza si è schiarita molto. Cambiano anche le pezzature dei quadri, poiché in Italia in quegli anni si stanno diffondendo i sigari toscani che erano venduti in scatole rettangolari, in cui ce n’erano 12 o 24. Queste scatole avevano il coperchio di legno, su cui i macchiaioli dipingevano direttamente (senza rivestirlo come invece facevano i rinascimentali). Fattori, invece di dare il senso della fugacità della vita, coglie nella transitorietà di ciò che vede il senso di eterno che vi è racchiuso. Per la stessa ragione interpreta il duro lavoro dell’uomo in paesaggi solenni resi eterni, come eterna è la fatica a cui è sottoposto l’uomo. Nel ’94 come conseguenza della crisi comune a tutti gli intellettuali (per la caduta dei valori liberali nei quali avevano creduto), questi evadono nel simbolismo o nei sogni tardo – romantici, ma Fattori insiste sul verismo e sui contenuti sociali. Per Fattori il disegno non serve solo per fissare su carta un’idea, ma è soprattutto mezzo espressivo.
Maria Stuarda al campo di Crookstone, Soldati francesi, Ritorno della cavalleria, La rotonda di Palmieri, Libecciata, Il riposo, Il cavallo morto.
Lega Silvestro (1826-1895) [pag.455]
La visita.
Signorini Telèmaco (1835-1901) [pag.460]
La sala delle agitate al S. Bonifazio di Firenze.
Realisti e Macchiaioli guardano il reale attraverso fatti storici e sociali
Impressionisti fissano la loro attenzione sul paesaggio, sulla figura umana, ma non si hanno più quadri storici.
Periodo storico: IL SIMBOLISMO
Significato della parola “simbolismo”: l’aggettivo symbolique fu utilizzato nel 1885 per designare i poeti decadenti con un termine che non esprimesse di per sé il giudizio negativo attribuito a decadente. In seguito, si usò la parola simbolismo per indicare quella tendenza tipica della poesia lirica che sviluppa gli aspetti musicali della parola e del verso. Per mezzo dell’analogia ogni parola divenne il “simbolo” di una realtà da essa evocata: l’arte divenne l’espressione della realtà mediante simboli.
Nasce in Francia nel 1886, quando Jean Moréas pubblicò su “Le Figaro” il Manifesto del Simbolismo in cui citava come precursore Baudelaire e come modello il suo sonetto Correspondances.
Caratteri generali:
È principalmente una corrente letteraria che si pone come reazione alla poetica realista e naturalista (legata al razionalismo e al positivismo). Il S. è considerato anche un movimento etico ed estetico che possiede forti legami filosofici (Schopenhauer, Nietzche e Bergson, il quale sosteneva che si poteva raggiungere la verità attraverso l’intuizione, cioè attraverso una comprensione istantanea non mediata dalla logica).
Il Simbolismo fu un fenomeno di portata internazionale, che si diffuse in tutta Europa pur con declinazioni tra loro assai diversificate: elemento comune non fu tanto lo stile, poiché non dappertutto il distacco dal realismo comportò la rottura con la figurazione oggettiva e l’elaborazione di un nuovo linguaggio, quanto il rifiuto di tematiche legate all’attualità, alla contingenza, e il desiderio di sostanziare i contenuti con colti riferimenti alla poesia, al mito, all’indagine psichica.
Il critico Albert Aurier aveva definito i caratteri fondamentali del simbolismo, che sono:
ideismo e simbolismo (=l’opera d’arte doveva esprimere un’idea per mezzo di forme)
sintesi (= per meglio suggerire l’evocazione, i simboli dovranno essere ridotti alla loro essenza)
soggettivismo (= l’oggetto doveva essere considerato come un segno dell’idea percepita dal soggetto)
decorativismo (= poiché forma artistica, la pittura doveva essere considerata al tempo stesso soggettiva, sintetica, simbolista e ideista, come già avevano capito gli antichi.)
In Gauguin e Van Gogh si possono riscontrare tali canoni, ma essi non possono essere considerati simbolisti nel senso più esatto della parola, perché i loro punti di partenza restano la natura e l’uomo.
Il colore, puro, viene steso in larghe superfici piatte delimitate da contorni neri; le immagini vengono progressivamente stilizzate, semplificate e ridotte a elementi intensamente carichi di significato.
I presupposti si trovavano negli artisti decadentisti Mallarmé, Verlaine, Rimbaud ed in musica Wagner e Debussy. In letteratura “Il Piacere” e “Il trionfo della morte” di G D’annunzio, “Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde, e Huysmans.
Nella pittura simbolista notiamo che diventa protagonista il subcosciente (Froid). L’estetica decadentista privilegiava l’esaltazione della vita dei sensi, perciò la rappresentazione di tematiche scabrose, la perdizione mortale, la decorazione ossessiva di testi religiosi di Morris, tema annunciazione, donne distruttive di Salomè
Autori:
- Germania: si confonde con l’Art Nouveau
- Francia: i precursori sono Gustave Moreau e Odilon Redon.
- Gran Bretagna: i precursori sono i preraffaelliti: W.H. Hunt (romanticismo lacrimoso), D.G. Rossetti e E.C. Burne-Jones.
- Italia: un gruppo di artisti presero ispirazione dal puntinismo francese e diedero origine al divisionismo, poiché un pittore aveva contatti con gli impressionisti francesi.
Segantini, Previati, Morbelli, Pellizza da Volpedo. La diversità di questi artisti italiani, rispetto ai francesi, consiste nel fatto che gli italiani si limitarono ad esaminare la natura e la società.
Moreau Gustave (1826-1898), con un linguaggio raffinato, è considerato il precursore del simbolismo fin-de-siècle, fu autore di fantastiche visioni, dense di riferimenti mitologici, biblici e storici. Fu maestro di Matisse, dipinse con una pennellata molto corposa, però la sua pittura ruppe con il passato, poiché la sua era soltanto un forte decorativismo coloristico.
Odillon Redon (1840-1916), pittore che meglio di altri assomma in sé l’estetica simbolista. Per lui la pittura non è che la visualizzazione dell’inconscio, così come si presenta nel sogno; in lui c’è questo scambio continuo fra rappresentazione di oggetti reali e la loro scomposizione, con l’accostamento di elementi tratti dalla natura in maniera diversa dalla realtà in cui ci appaiono, così da renderci certi che ciò che vediamo nel quadro non è altro che l’espressione dell’invisibile. In un primo momento Redon non usa il colore, ma solo il bianco e il nero, perché secondo lui è troppo vincolante, (mentre nel mondo dei simboli non ci devono essere vincoli) creando così un gruppo di opere dette “I neri”. In un secondo momento invece, utilizza il colore non ad olio, ma il pastello (come Rosalba Carriera) poiché questo può dare forme evanescenti, atmosfere rarefatte, forme vaghe. Fu anche un abile ritrattista.
( ? ) La ragazza ci appare quasi in un giardino però non ci sono fiori, ma sono solo macchie di colore. Ella è vestita di bianco, quasi apparizione, tentativo di immagine però troppo debole. L’immaginazione sfugge e sfugge anche la personalità della fanciulla.
Periodo storico: IL DIVISIONISMO
Significato del termine “divisionismo”: analogo al pointillisme, sostiene la necessità di non mescolare i colori sulla tavolozza, ma di accostarli direttamente sulla tela, così che la fusione venga fatta dall’osservatore. Ma dato che i colori sono divisi, la corrente pittorica fu detta “divisionismo”.
Nasce in Italia ed ha il suo principale centro artistico a Milano, il movimento nacque ufficialmente nel 1891, quando le prime opere divisioniste vennero esposte in occasione della prima Triennale di Brera..
Caratteri generali:
Movimento pittorico che, sentendo l’esigenza di rappresentare il vero e gli effetti della luce, si propone di ottenerla accostando i colori puri direttamente sulla tela, a piccole pennellate sulla scia di quanto era già stato elaborato dal puntinismo francese.
Il divisionismo italiano mise in evidenza soprattutto il carattere artistico e simbolico, come la riaffermazione dell’intima spiritualità dell’artista contro il verismo e i macchiaioli. Fonti importanti da cui gli artisti divisionisti trassero insegnamento furono la scapigliatura e la pittura lombarda dell'Ottocento. Il pittore, teorico e mercante d'arte Vittore Grubicy de Dragon grazie alle conoscenze del mercato europeo diffuse l'opera all'estero. I principali rappresentanti sono: G. Previati, G. Segantini, A. Morbelli, Pellizza da Volpedo.
Autori:
Segantini (1858-1899) è considerato il meno sistematico nell’applicazione delle teorie. Egli si immedesima nella natura, riuscendo a farne parte e creando così un rapporto di unità fraterna con tutto ciò che lo circonda. Egli utilizza la tecnica divisionista come mezzo espressivo e trasforma in visione le teorie. L'atmosfera colma di luce è presente in tutte le opere, che hanno per tema principale la natura incontaminata (paesaggi di alta montagna)
Pellizza da Volpedo (1868-1907), anche se affrontò soggetti naturalistici, è considerato il più sincero e convinto pittore italiano di temi sociali della fine del secolo. Per questo però gli fu rivolta l’accusa di inquinamento dei puri valori pittorici a fini politici, ma il pittore rispose dicendo che il suo scopo è rappresentare le verità che percepisce intellettualmente. (Il quarto stato).
Il divisionismo venne in seguito adottato dai futuristi, che trovarono nella separazione del colore un mezzo efficace per esprimere la dinamica del movimento.
Fine ‘800 – primo ‘900: profonda crisi che si ripercuote in quasi tutti gli artisti.
Periodo storico: IL DECADENTISMO
Nasce in Francia verso il 1880, ma già attorno al 1890, con il trionfo del simbolismo, non esiste più in senso stretto del termine.
Caratteri generali:
Inizialmente fu una corrente letterale e decadenti furono chiamati tutti quegli scrittori che risultavano legati all’eredità spirituale e formale di Baudelaire: Verlaine, Mallarmé, Rimbaud. Successivamente si definì decadentismo quella corrente culturale che si rifugiava in un mondo intimo e raffinato, svincolato dalle leggi rigorose della ragione, un mondo intellettuale quale sembrava essere stato quello delle epoche dette di decadenza.
È in questo clima “decadente” che nasce e si diffonde in tutta Europa il movimento detto:
Periodo storico: ART NOUVEAU
Nasce in Belgio nel 1884 e venne indicato come lo stile originato dalle secessioni. Si diffuse in tutta Europa ed anche negli Stati Uniti, assumendo talvolta nomi diversi a seconda delle interpretazioni delle diverse espressioni artistiche.
Spagna: Modernismo (= modernità) Francia: Art Nouveau (= novità) Inghilterra: Modern Style (= modernità) Germania: Jugendstil (=giovinezza) Austria: Sezessionstil (= distacco dalla tradizione dell’800)
Italia: Liberty o Floreale
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gli italiani che andavano a Londra, compravano \
un souvenir della città in un emporio il cui la decorazione era costituita
padrone si chiamava Arthur Liberty, il quale, da forme stilizzate tratte da
fin dal 1875, vendeva oggetti di alta qualità, ma fiori o inerenti sempre alla
destinati a un largo numero di acquirenti. Natura; interessava anche le
(es: giapponesismo) arti minori (mobili, vestiti,
trame di stoffe, ricamo)
Questa corrente è simile in tutta Europa.
Caratteri generali:
Linea morbida, curveggiante e simbolica, ricerca di nobilitazione di ogni oggetto
mediante una forma esteticamente qualificata.
Nasce in questo periodo la plisettatura; l’abito doveva aderire al corpo esaltandone le forme. Detta anche Arte Fettuccia perché ha questa linea che è abbastanza decorativa. Nasce in questo periodo la scrivania a fagiolo.
Si fa molto riferimento alla natura e il ferro battuto spesso è modellato come tronchi d’albero, foglie, ecc.., si utilizzano anche vetri e smalti.
SPAGNA – MODERNISMO CATALANO
Antoni Gaudí (1852-1926) Difficile definire la sua attività tra le principali correnti europee. Egli pur negli inspiegabili contatti con l’Art Nouveau, plasma le forme senza un apparente rapporto con la tradizione classica, proiettando l’uomo in una dimensione fantastica. Fedele al principio che l’originalità consiste nel ritorno alle origini, Gaudí recupera non solo stili del passato, che rimescola, ma anche un concetto di architettura rupestre, generata da movimenti che sollevano il terreno in dossi e avvallamenti a formare viali e sedili, lo aggregano in archi e rampe e lo contorcono in colonnati.
In città vi erano abili ceramisti che erano specializzati in decorazioni di piccole mattonelle di tradizione araba così Gaudí le utilizzò per le sue costruzioni.
Un’altra caratteristica furono i comignoli.
G realizza il Palazzo Guëll per un ricco industriale di Barcellona, caratterizzato da archi e ricchi addobbi in ferro battuto, successivamente costruisce anche il Parco Guëll dalle forme biomorfe che ricordano alberi in pietra, fontane simili a rettili e mosaici fatti di frammenti di ceramica inseriti in calcestruzzo, e qui l’artista si diverte a studiare nuove forme di sedili rivestiti di ceramiche.
Casa Milà, che ricorda una pietra mal squadrata, è una grande struttura in pietra e ferro, in cui le linee rette e le superfici piane sono ridotte al minimo tramite l’uso di aperture arrotondate a distanza irregolare; il tetto e i balconi hanno un andamento che richiama le onde marine.
Nel 1883 l'architetto intraprese il progetto della chiesa della Sagrada Familia, che rappresenta l’estremo dell’interpretazione del gotico da parte dello stile art nouveau.. Questa struttura nasce dalla fantasia, come un castello di sabbia e sebbene sia rimasta incompiuta, ancora oggi si sta tentando di completare l’opera. Per struttura e per effetti cromatici l'edificio non ha eguali nell'architettura europea: le forme fantasiose e le alte guglie ricoperte di mosaici sono divenute una sorta di simbolo di Barcellona. Sulla facciata della chiesa ci sono alcuni numeri della cabala che per G avevano significato. Egli posizionò nel cantiere, all’interno della chiesa, una tenda dove visse per circa 10 anni, divenuto sordo a causa dei rumorosi lavori, venne investito da un tram = omnibus (mezzo pubblico)
Invenzione del motore a scoppio e poi diesel, Marconi.
Il periodo è stato definito “Belle époque” poiché non ci sono state grosse guerre, tutto risultava apparentemente bello, in realtà, anche se le macchine avevano apportato miglioramenti, era presente e in aumento lo sfruttamento della classe operaia e le nazioni si stavano preparando con conquiste e alleanze ai successivi conflitti.
Si aprì il canale di Suez, permettendo così una miglior commercializzazione con il medio- oriente. Ma le complesse vicende diplomatiche di fine ‘800 e inizio ‘900 portarono alla formazione di due blocchi contrapposti: Triplice Alleanza (Germania, Austria e Italia) e la Triplice Intesa (Francia, Russia e Inghilterra).
La moda del tempo porta a creare abiti in stile lampadario, nasce il soprabito e il tailleur, il décolleté e le calze abbinate al colore delle scarpe.
Le prime avanguardie del ‘900, riunite sotto l’etichetta dell’Espressionismo, dichiarano la volontà di rottura con l’arte del 1800 e in particolare il rifiuto dell’impressionismo, accusato di superficialità nel rapporto con il mondo.
L’Espressionismo risente delle tradizioni locali, ha origine nella zona dell’Europa centro- nord, utilizza colori molto freddi che si discostano da quelli utilizzati dai fauves.
Periodo storico: I “FAUVES” (parte POSITIVA dell’Espressionismo)
Il periodo “fauves” lo si trova in tutti i pittori quando iniziano a dipingere.
Significato della parola “fauves”: l’etichetta di fauves (belve; per indicare il nuovo modo di dipingere, sconvolgente per la popolazione) fu coniata casualmente dal critico Vauxcelles, che, andando a vedere l’esposizione al “Salon d’Automne” di questi artisti, vide al centro di una sala una statua che assomigliava a quelle di Donatello, così esclamò “Donatello in mezzo alle belve”; perciò questo termine venne attribuito agli artisti che possedevano una grande forza nella loro carica espressiva.
Nasce in Francia a Parigi nel 1905 in occasione dell’esposizione al “Salon d’Automne” di un gruppo di pittori, i cui dipinti sembravano opera di selvaggi, poiché presentavano un cromatismo acceso e arbitrario e una linea deformata; in realtà questa tendenza esisteva già da alcuni anni. Esso si esaurisce nel giro di pochi anni e precisamente nel 1908, quando nasce il cubismo. (Epoca eroica dell’industria)
Caratteri generali:
I “fauves”, non legati da manifesti o da dichiarazioni programmatiche, si rifacevano sia alla teoria divisionista del colore sia all’esperienza del sentimentalismo di Van Gogh e del decorativismo di Gauguin e, pur provenendo da almeno tre diverse esperienze: Matisse, Marquet e altri dall’atelier di Moreau, trovavano la loro unità sia nella opposizione estrema alla polemica antimpressionista sia nell’analogia d’intenti. La pittura doveva essere espressione esclusiva dell’artista, che, in modo soggettivo, proiettava in essa il proprio sentimento, senza obbedire a regole esteriori uguali per tutti. Il colore era fondamento dell’espressione pura, esso si liberava dei sottintesi simbolici, creando la forma e suscitando reazioni emotive determinate dalla suggestione, attraverso colori vivaci, puri e sensuali. Il fauvismo rivela sempre la finezza, l’equilibrio, la chiarezza solare e latina della Francia. Personaggio chiave del gruppo fu H. Matisse, che riuscì a coagulare gli altri intorno a sé in un lavoro appassionato che trovò il culmine nel Salon d’Automne del 1905.
Schema: tendenza
artisti non organizzati, senza programma, senza manifesti esplicativi
anti-impressionisti
proiettano nella realtà il proprio sentimento
no simboli
colore vivace, aggressivo, puro, sensuale.
Autori:
Matisse; Marquet; Derain; Dufy
Henri Matisse (1869-1954) ricerca la semplificazione nella pittura. Ha un’ottima e varia formazione professionale: Monreau lo lasciò libero nella formazione della sua personalità e ne intuì la qualità; Cézanne gli insegnò il senso della costruzione compositiva; da Signac apprese il luminismo derivante dall’accostamento di colori puri.
Il primo M del quadro Lusso, calma e voluttà appartiene al periodo post impressionista; nel dipinto M fece uso del pointillisme che gli servì per passare all’uso dei colori giustapposti, inizialmente frammentati in piccoli puntini o trattini, come nel quadro sopra citato, e poi distesi per larghe zone, come si può notare nel Ritratto con la riga verde. In questo quadro l’artista modella la figura attraverso macchie di colore e la linea verde presente sul viso favorisce la comprensione di dove arriva la luce, poiché costituisce una divisione che modifica l’incidenza della luce. Lo sfondo è una macchia colorata che evoca una emozione (sentimento) propria dell’artista.
Nell’opera La danza il colore è solo allusivo ad esempio il verde leggermente curvo può rappresentare il mondo su cui danzano le cinque figure nude dall’incarnato rosa, che si incurvano per dare il senso rotatorio, soprattutto il senso del movimento è dato dalla figura obliqua che risulta essere in primo piano. I corpi non hanno volume, ma noi osservando il quadro percepiamo una volumetria data dall’andamento sinuoso delle linee. La pittura è molto semplice e si basa su linee sia ideali, cioè costituite da ciascun corpo nella loro totalità, sia reali cioè quelle che contornano le forme, accennandone gli elementi anatomici. Esse sono ordinate in relazione alla superficie dipinta che presenta tre colori dominanti: blu, rosso e verde permettendo di percepire la composizione, distinguendo ogni elemento e creando la spazialità ideale.
Matisse, in seguito a viaggi, rimase influenzato dall’arte nera, dal mondo orientale e specialmente dal Giappone che presenta molta più eleganza per le linee pulite e una semplificazione formale ed espressiva come nel Nudo rosa, in cui l’artista cerca di giungere alla massima semplificazione dipingendo un corpo disteso, organizzato mediante linee verticali e orizzontali ed esaltato dal fondo piatto e intensamente colorato, anche in questo caso il contorno è dato dalla linea nera che dà il senso del volume.
A Sa Paul de Vence M fa delle decorazioni lavorando la ceramica e disegna linee nere, infine abbandona il pennello per utilizzare le forbici. Colora fogli di carta per poi ritagliarli componendo forme incollandole su altri fogli diversamente colorati. Preferisce i cachemoni (rettangoli minimi molto lunghi, in verticale) ai machemoni (come cachemoni però in orizzontale); così a noi sembra di vedere queste forme in rilievo (+ o – come le vetrate).
Periodo storico: CUBISMO
Significato della parola “cubismo”: il nome è stato attribuito occasionalmente. Inizialmente nel 1908 Matisse aveva già giudicato negativamente alcune opere di Braque perché composte da “piccoli cubi”, poi anche il critico Vauxcelles parlò di “bizzarrie cubiste”. Da allora le tele dipinte in quegli anni vennero chiamate cubiste.
Nasce in Francia nel 1907 con la composizione delle “Demoiselle d’Avignon” di Picasso, poiché quest’opera segna la rottura traumatica dei canoni della tradizionale raffigurazione; ma l’anno della nascita ufficiale è quando viene coniato il nome nel 1908. Il cubismo morirà con lo scoppio della guerra.
Caratteri generali:
Il punto di partenza rimaneva quello di opporsi sia alla riproduzione meccanica del reale, sia alla presunta superficialità dell’impressionismo, per rendere filtrato attraverso il proprio “io”, il significato, che, entrato a far parte della nostra coscienza, è compreso e perciò ricordato e rielaborato.
Il punto di riferimento è Cézanne ed anche la conoscenza per la scultura nera.
La vera novità sta nell’aver cercato di rendere nella bidimensionalità della tela, la nostra conoscenza del reale, nel senso che per trarne l’essenza bisogna scomporre la realtà nelle sue innumerevoli facce e ricomporla accostando le une alle altre sulla tela; solo così la si può apprezzare globalmente. Questa è la “quarta dimensione”, come venne definita nel 1913 da Apollinaire, a cui si deve dare sia significato volumetrico – spaziale, sia temporale (che permane in sintesi nella coscienza).
Si divide in periodi:
I) PROTOCUBISTA o CEZANIANO in cui Braque e Picasso collaborano, al punto che
loro quadri si confondono. Picasso accentua la ricerca del disegno compositivo, Braque la carica cromatica e i valori di superficie.
II) ANALITICO 1910-12 le forme e le figure sono scomposte; non c’è distinzione tra
immagine e fondo; c’è immedesimazione della luce ai piani cromatici; si mescola il colore con la sabbia per rendere la superficie ruvida (colore = materia); si sovrappongono varie proiezioni e i punti di vista sono messi in punti inusuali, poiché l’artista dice che diamo valore all’oggetto perché lo riconosciamo.
III) SINTETICO 1912-14 si aggiungono al gruppo Gris e Léger (tubista); abbandono di
ogni residuo di verosimiglianza rappresentativa; il colore è privo di chiaroscuri poiché ciò darebbe una visione in profondità del reale che è evocato con l’inserimento sulla tela d’oggetti veri.
IV) ORFICO (definito così da Apollinaire per diversificarlo da quello scientifico);
Delaunay (artista); arte di dipingere accostamenti nuovi con elementi esclusivamente creati dall’artista e animati per opera sua.
Premesse: antinaturalistico, recupero del Medioevo
dissoluzione in forme sempre più geometriche
influenzato dalle scoperte scientifiche di Einstain, dagli studi psicoanalitici,
dall’arte tribale africana, dalle ricerche di Strawinsky.
1910 si codificano le teorie del movimento nel manifesto di Metzinger.
Autori:
Pablo Picasso (1881-1973) artista di eccezionale talento.
1901 il pittore raggiunge un proprio stile contraddistinto dall’uso del colore blu nelle varie tonalità. La scelta di questo colore deriva da precise esigenze dell’artista, infatti il blu è un colore freddo, malinconico, attraverso cui può esprimere la tristezza e l’angoscia dei personaggi: mendicanti, ciechi, girovaghi, emarginati.
1904 si trasferisce a Parigi e il colore fondamentale sarà il rosa e muta anche i soggetti dei suoi quadri: gli uomini del circo che probabilmente aveva conosciuto frequentando il Circo Medrano. Il cambiamento è da porsi sempre in riferimento alla situazione di Picasso, poiché aveva conosciuto una donna che per alcuni anni sarà la sua compagna. Picasso mostra un rinnovato interesse per lo spazio e per il volume che preparerà un’ulteriore fase della sua arte, durante la quale costruirà le forme con solidità, semplificando i larghi piani compositivi. Influenzato anche dall’arte dei “fauves” dipinge le Demoiselle d’Avignon che però non rappresentano ancora il cubismo.
1909 nascono i primi paesaggi cubisti anche se sono ancora evidenti sia i volumi che la prospettiva, nel senso della visualizzazione della conoscenza mentale della realtà; egli cerca di capire la realtà attraverso la forma perché è ciò che contraddistingue un oggetto da un altro. Il colore è caratterizzato da colori scuri.
Con la successiva adesione al cubismo analitico scompaiono l’apparenza prospettica e la larghezza di piani e volumi. Picasso nella ricostruzione ideale del volume segue le proprie emozioni. Passò attraverso l’esperienza del cubismo sintetico e del collage.
1917 A Roma viene a diretto contatto con la cultura classica e rinascimentale che gli faranno mutare ancora una volta lo stile, con l’intento di riconquistare la costruttività della tradizione. Tela molto importante e riassunto dei vari periodi dell’arte di Picasso è Guernica (1937). In essa si riassumono portati al massimo livello i contenuti affrontati e trattati in tanti anni.
A partire dal 1900 gli artisti si dividono in 2 grandi gruppi:
gli impegnati che si interessano ai problemi e caricano i quadri di significato e quelli che si disinteressano alle problematiche, come Kandinskij.
/ (1866-1944)
russo di nascita, nel 1896 si trasferì a vivere a Monaco e dipinge paesaggi.
1910 conosce Klee, Jawlensky
1911 fonda con Marc il movimento de “Il cavaliere azzurro” ( a K piacevano i cavalieri simbolo romantico dell’eroe puro e a M i cavalli ricordo di giochi e di sogni d’infanzia = punto d’incontro). A Parigi intanto avviene la mostra dei cubisti al Salon d’Automne ( i fauves avevano rotto con il passato attraverso il colore, mentre i cubisti rompono quell’abitudine di rappresentare l’oggetto così come è nella realtà.
1916 sposa Nina, compagna della sua vita.
Viaggia molto, fonda musei e accademie e nel 1921 si trasferisce a Berlino prendendo cittadinanza tedesca e sembra dimenticare la sua origine. Entra a contatto con gli artisti della Bauhaus dove insegna la geometrizzazione delle forme del segno.
Subisce il controllo del Nazismo e si sposta a Dessau. Pubblica libri es: (Punto e linea e superfici ) 1928 problemi per la sua posizione poco chiara nei riguardi del nazismo.
Si trasferisce a Parigi ma viene emarginato perché lui russo parla con i russi in tedesco, ha visto chiudere la Bauhaus, non è però antinazista, non può entrare in Russia per la posizione ambigua che continua a mantenere.
Anni della mostra d’arte degenerata, alcuni suoi quadri vengono posti in questa mostra e poi bruciati, cmq non trova acquirenti. Per fortuna nel 1939 ha ottenuto la cittadinanza francese poiché era già in lista per la deportazione, poiché nel 1938 aveva acquistato un quadro di un pittore ebreo e questo andò a pesare sul suo curriculum. Rimane così a Parigi anche se i suoi amici l’avevano invitato ad andare in America.
Quando non può più tornare in Russia sublima la tristezza che sente per la sua patria.
Alla nuova Bauhaus lui non crede. La casa a Parigi l’aveva dipinta tutta di nero, perché diceva che solo in un ambiente nero si riusciva a vedere il colore. Isolamento totale e la moglie usciva per comprargli le tele e i prodotti per dipingere. Si rifiuta di interessarsi alle vicende sociali e politiche. Dipinge quadri che danno l’avvio al lirismo astratto, lui dice di rifarsi alla fase estetica della pittura del bambino (scarabocchi, perché poi quando inizia a ragionare il bimbo supera questa fase). Macchie o segni K dice che vivono in uno spazio carico di tensioni. Lui pensa che i colori abbiano una tensione particolare e al colore abbina un suono, in questo modo dipinge sonate e sinfonie.
Le spinte emozionali vengono tralasciate quando è cosciente e vanno nel subcisciente. Improvvisazioni, abbandona e scarabocchia e inserisce nel disegno simbologie cosmologiche. Si interessa anche a interni, la parete è un quadro che gira tutt’intorno, siamo nel 1926 quando lavora nella Bauhaus egli invitava i suoi alunni a copiare gli oggetti solo attraverso le sue linee compositive.
Rimane molto attaccato alla Bauhaus ma quando questa chiude nel ’32 lui non vede la possibilità che possa risorgere.
Gli artisti che appartenevano alla vecchia Bauhaus dopo la chiusura si trasferiscono in America chiamando anche K, che però decide di rimanere a Parigi anche se la scena è ancora dominata dai cubisti e fauves.
Nasce il movimento surrealista che cercava di portare innovazioni, senza però avere spazio. K continua a sentirsi tedesco, parla tedesco ma dai tedeschi non è visto bene poiché non prende una posizione netta. In questo clima interiore si sente di nuovo attaccato alla Russia. I titoli dei quadri di solito sono composti da 2 parole e sono abbastanza fedeli al contenuto della tela, non come Munch o Duschamp. Usa anche ossimori 8parole in contrasto). I titoli aiutano a leggere il quadro. Scrive poesie, lessico elementare e le strutture sono sempre le stesse, a volte a parla di lui stesso in esilio.
(es: Tu parli ed io non ti sento) Studia la natura al microscopio.
Vrubel (1856 – 1911) pittore russo conosce la pittura francese, il colonialismo interessi esoterici e archeologici. Cerca di far sorgere o risorgere l’arte nazionale, confluisce poi nel realismo.
Jawlensky (1864-1941) studia a Pietroburgo e a Monaco dove si trasferisce nel 1946. Misticismo folclore, ha contatti con l’occidente, Van Gogh, Matisse, Cézanne.
Fonda con Kandinskij la nuova fondazione degli artisti.
1914-15 in Svizzera studia il volto umano fino ad arrivare ad uno schema geometrico.
1924 con Kandinskij, Klee, Feininger fonda i 4 azzurri.
Periodo storico: FUTURISMO
Significato del termine “futurismo”:
Nascita in Francia nel 1909 con la pubblicazione del “Manifesto” scritto da Marinetti, come movimento letterario ristretto ai pochi intellettuali che si riunivano a casa sua a Milano (unico manifesto d’avanguardia italiana)
Caratteri generali:
Questo movimento è un inno alla modernità. Centro del futurismo è Milano, città simbolo per il lavoro e la crescente industrializzazione, tutto ciò però è visto solo dal piano estetico, con entusiasmo e ammirazione per la potenza, la superiorità.
Ha in sé la volontà dichiarata e programmatica di intervenire in ogni aspetto della vita moderna, modificandola e sollecitandola ad aperture verso il futuro. Il futurismo presenta aspetti antitetici e complementari con il cubismo, poiché è dinamico, presenta un’accensione cromatica, è irruente ed emotivo, sconfina in azioni d’arte totale e gesti plateali e provocatori.
Si colloca in una corrente che tende al superamento del provincialismo culturale italiano. Gli scritti futuristi sono anche pubblicati su giornali italiani come ”La Voce”, “Lacerba” che si avvale di letterati come: Papini, Parzeschi, di persone di teatro (nasce il teatro integrale), si interessa alla musica di (Strawinsky), di persone che fanno parte del mondo cinematografico.
Ideologia: all’inizio sono anarchici, con lievi tendenze al socialismo poi prendono posizione con la destra. In uno dei tanti manifesti Marinetti dice che il fascismo non è che una piccola branca del futurismo. Sono interventisti, dopo il ’45 avviene il rifiuto del fascismo e del futurismo. Si rifanno a Bergson (vitalismo) e a Nietsche (superuomo).
Autori:
Boccioni, Sironi, Balla
Boccioni (1882-1916) geniale artista, teorizza la necessità d’indagare gli oggetti inanimati scomponendoli in linee-forza che rivelino sia la psicologia e l’emozione di chi guarda, sia le influenze degli oggetti vicini e dei piani di fondo: così la realtà del dipinto potrà interagire con lo spettatore. In Autoritratto, quadro innovativo, la tecnica è quella divisionista, lineette che si ripetono sulla tela lasciando della materia (= spessore materico). La figura è posta su di un lato in obliquo = sensazione di movimento e dietro il paesaggio, la città urbana. In Officine a porta romana e Il Mattino ci sono elementi comuni poiché le vie sono tagliate obliquamente fornendo così il senso della distanza; le ombre lunghe, mentre le persone si affrettano al lavoro indicano che c’è molta frenesia; l’atmosfera è resa fumosa dalle ciminiere che sono operanti. La città che sale rappresenta la visione di un frammento che va oltre i limiti della cornice, in cui ci sono linee-forza pluridirezionali costituite sia dall’accostamento di colori vivi, sia dalle geometrie della prospettiva. Nel quadro c’è l’impeto, l’irruenza dei due cavalli che si scontranoimbizzarriti e travolgono i personaggi. In Visione Simultanea si vedono simultaneamente in sintesi tutto ciò che ci circonda e i vari piani risultano sovrapposti per la velocità con cui si è mosso lo sguardo. In Stati d’animo: quelli che vanno spicca subito la simultaneità e il moto dei futuristi: le linee oblique, direzionali che indicano la velocità. Nel Ritratto a Busoni la sfaccettatura dei piani cromatici e la volumetria ci fanno capire lo stato d’animo del musicista ed è questa una delle opere di maggior importanza di Boccioni.
Periodo storico: ESPRESSIONISMO (artisti di sinistra)
Significato del termine “espressionismo”: il nome è stato attribuito con l’intento di contrapporre alla serena visione coloristica degli impressionisti, un’arte che fosse una drammatica espressione del mondo soggettivo e una proiezione della tensione psicologica dell’artista.
Nasce in Germania a partire dal 1907 circa, ma ufficialmente nel 1911 con la pubblicazione del termine su una rivista intitolata “Sturm und drang” e si applica principalmente ai pittori tedeschi dei primi decenni del secolo.
Caratteri generali:
Questo movimento implica la conoscenza dell’impressionismo ma se ne differenzia profondamente, poiché ogni artista deforma coscientemente la realtà affinché risulti evidente che ciò che noi vediamo nella tela non è la riproduzione di un oggetto come appare, ma come lo “sente” l’autore che proietta in esso la propria vita interiore ed “esprime2 i propri sentimenti. Perciò solo l’espressionista costringe lo spettatore a vivere questi sentimenti con immediatezza. Ideatore di questo movimento fu Van Gogh e gli artisti più famosi sono Ensor e Munch.
A questo movimento si affiancano altre avanguardie del novecento:
- FUTURISMO esaltazione del futuro e della velocità
- METAFISICA con De Chirico, Savigno, Carrà e Morandi
- ASTRATTISMO modo per non partecipare al discorso politico (Kandinskij)
- SURREALISMO che rompe con tutto il passato
Autori:
Ensor (1860-1949) Poiché è nato in Belgio e dato che la pittura belga è permeata di ironia, egli la inserisce nella sua pittura. La sua città natia è Ostenda ed è caratterizzata dell’alta e dalla bassa marea. Il padre durante la bassa marea andava sulla spiaggia a raccogliere le conchiglie e gli esoscheletri. Ciò è molto importante perché spesso troviamo nei quadri la rappresentazione di esoscheletri a volte incrostati e quindi con l’apporto sulla tela di molta materia. Si ispira al tema religioso, ma non fa opere agiografiche secondo la tradizione. Egli parodizza e ironizza l’Entrata di Gesù a Gerusalemme, ambientando e attualizzando l’evento a Bruxelles, città moderna, tumultuosa e vociante. L’ingresso di Cristo a Bruxelles. La folla avanza a schiere parallele e si perde sul fondo in una miriade di puntini che acclama Cristo, non è composta da uomini che hanno la facoltà di pensare autonomamente, ma da maschere che fissano un atteggiamento caricaturale. Questa folla è perciò una massa anonima senza anima né idee. C’è anche la banda militare che accompagna questo avvenimento. Essa è preceduta da un generale, che ha il petto coperto di medaglie. Una scritta su uno stendardo ci avverte che si tratta di una fanfara che ha come scopo l’indottrinamento delle masse. In questa folla, Gesù quasi scompare, come inghiottito. Egli è l’unico vero uomo poiché è senza maschera. Questo quadro vuole anche essere un'accusa alla società, che intesa come “popolo-bue”, schiava delle mode e che banalizza e cancella i propri pensieri.
(Collegamento a Pirandello per l’uso della maschera)
Munch (1863-1944) è norvegese e la sua vita è stata caratterizzata da eventi infelici che hanno influito anche sulla sua arte. Esercitò un’influenza ancora maggiore di Ensor sull’Espressionismo tedesco, poiché espose alcuni suoi quadri a Berlino in una mostra, provocando tanto scandalo che la dovettero chiudere. Centro di grande interesse per lui è l’uomo, il suo dramma di esistere, del suo essere solo, con paure e conflitti psichici. Ha visto morire la madre, forse di tisi, dopo 12 anni di infermità, dopo poco muore anche la sorella e anche lui si ammala della stessa malattia ma riesce a guarire pur rimanendo molto debole. Diventa amico di medici e conosce anche biologi che gli permettono di usare i microscopi. Uno dei suoi interessi è quello di analizzare il liquido seminale. Ha la possibilità di vedere i feti di aborti spontanei e ne fa quadri che assomigliano a tavole chimiche. Inoltre utilizza le provette come raggi del sole. L’amore inteso come atto sessuale è vissuto drammaticamente e sempre violento. Nel quadro Pubertà c’è una ragazzina seduta sul letto con le gambe ben strette, le mani serrate che coprono il pube, gli occhi spalancati, perché si è resa conto di essere diventata donna e ciò le fa paura. Dietro di lei c’è un’ombra che rappresenta la natura ed ha la forma di un utero. La donna, a quel tempo, era proprietà del padre oppure del fratello. (Collegamento con il quadro “Il presepe” di Gauguin, in cui l’atto sessuale è qualche cosa di spontaneo di cui non ci si deve vergognare). Nei quadri Munch denuncia anche la sua paura e spesso rappresenta la donna che si vendica sull’uomo, come fosse un vampiro. I quadri li fa in serie e sono ripetuti una infinità di volte prima in bianco e nero e poi con l’uso dei colori. Ne “Il bacio” di Klimt c’è gioia, tenerezza, mentre in quello di Munch c’è dramma, paura. L’uomo abbraccia la donna ed egli pone una gamba tra le sue di lei, ed essa esce al di là di quelle della donna come uno scheletro.
In un altro quadro troviamo tre tipi di donne: una vestita di bianco e vicino a lei c’è un uomo che si confonde con la vegetazione, nella parte centrale la donna assume l’aspetto di un vampiro, ed è vestita di rosso. Ella sfrutta l’uomo per la procreazione. Infine troviamo la donna vestita di nero, che guarda lontano e l’uomo che è diventato una larva e si confonde con la natura.
Altro quadro importante è Il grido, in cui l’artista – pensatore esprime in immagini il proprio mondo interiore. Il titolo è significativo e indica l’espressione interiore attraverso il grido, ciò una reazione istintiva, un urlo primordiale che esprime moltissimi sentimenti, paure, insicurezze, angosce. Il dramma nasce dalla prospettiva, tesa e obliqua, dagli urti cromatici, dall’ondeggiare delle linee curve che si propagano con andamenti eccentrici quasi come ad amplificare l’urlo.
Periodo storico: LA PITTURA METAFISICA
Significato del termine “metafisica”: il termine ha origine dal titolo greco assegnato dal filosofo Andronico da Rodi a quelle opere di Aristotele in cui si tratta delle “cause prime” della realtà da lui collocate “dopo” (metà) quelle che trattano le “cose naturali” (physicà).
Oggi lo si usa per indicare ciò che è oltre l’apparenza fisica, ossia l’essenza intima della realtà al di là del sensibile. De Chirico attraverso i suoi scritti ha precisato meglio il significato del termine per rendere comprensibile la sua pittura e indica con metafisico ciò che è avulso dalla logica ambientale in cui siamo abituati a vederlo: un oggetto qualsiasi isolato dal contesto in cui vive e inserito in un altro.
Nasce a Ferrara ufficialmente nel 1915, dall’incontro di Carrà con De Chirico, e De Chirico in uno scritto pubblicato nel 1918, nel primo numero della rivista “Valori Plastici”, darà il nome di pittura metafisica; come tutte le avanguardie avrà breve durata.
Caratteri generali:
Questa pittura è riferita ad un mondo diverso rispetto al reale, di cui l’uomo, per sua limitazione, non può comprendere il significato assoluto e universale. E’ un’arte che non ha rapporto né con la natura né con la storia e non offre alcun mezzo di conoscenza o chiave di lettura, né si rende essa stessa conoscibile. Di qui il senso di mistero, d’inquietudine che aleggia nelle composizioni, insinuandosi nelle ombre, prendendo forma in manichini amplificandosi nel rapporto estraniante degli oggetti rappresentati con titoli enigmatici.
Autori:
De Chirico (1888-1978) è nato in Grecia a Volo poiché il padre che era un ingegnere ferroviario si dovette trasferire là per lavoro. Il padre era un uomo molto semplice, mentre la moglie era molto ambiziosa e voleva per i suoi due figli una vita di successo, così li manda a studiare in Svizzera e poi quando il marito morì, si trasferì in Europa.
Ferrara è il centro della cultura metafisica e Giorgio De Chirico fu l’iniziatore di questo movimento. Il fratello Alberto, si diede lo pseudonimo di Savigno, scrisse testi di filosofia e fu uno degli iniziatori del surrealismo.
Uno dei primi quadro che Giorgio dipinge è Canto d’amore, in cui troviamo un cielo terso, ma di un colore improbabile, si nota la forma di una locomotiva con una nuvoletta provocata dall’emissione del vapore e che ricorda il periodo in cui ha vissuto a Volo e poi nel quadro si notano oggetti realizzati con una tecnica accademica, poiché egli ritiene che il pittore debba prima essere un buon tecnico. Attaccati ad una parete troviamo una testa di gesso a ricordare la scultura greca (classicità) e vicino un oggetto che non ha nella a che vedere con la scultura: un guanto che sembra di gomma (preveggenza) per la sua flessuosità. Questo “lasciare in sospeso” è la magnificenza di De Chirico.
Per capire il quadro Mobili nella valle dobbiamo leggere una lettera che lui stesso ha scritto. L’ambiente riprodotto in questo quadro è un paesaggio deserto, in cui però sullo sfondo appare un tempio greco e in primo piano pone dei mobili di un salotto. Tutto ciò suscita in noi curiosità poiché ci soffermiamo ad analizzare questi mobili che sono fuori dal loro ambiente abituale, ma allo stesso tempo anche incertezza, inquietudine e angoscia, poiché è uno spettacolo insolito, e a-logico (unisce oggetti che non sono uniti dalla logica) I mobili secondo De Chirico sembrano parlare tra di loro ed anche sembrano avere una loro identità sessuale: la poltrona piccolina e tondeggiante potrebbe essere una donna, mentre l’altra molto rigida potrebbe essere un uomo.
De Chirico inoltre affermava di aver dipinto le piazze italiane senza mai averle viste. In esse si nota un trenino o una statua di matrice greca, sempre come ricordo di suo papà e della sua infanzia, l’architettura è molto semplice e lineare e sotto a questi archi non troviamo persone, ma solo solitudine e silenzio. Talvolta nei suoi quadri pone anche un orologio, che indica le ore in cui in città non c’è vita (ad es. alle 15 o 15.15 oppure 18 o 18.30). Gioca anche con le ombre che spesso non coincidono con l’ora segnata dall’orologio.
Nel dipinto Le Muse inquietanti De Chirico dipinge manichini, con busto in ricordo dell’arte greca, o provi di testa o con palloni da pugile. Rappresentano quindi una situazione irreale, in cui tutto è statico e sospeso. Si può riconoscere che siamo in una città, poiché sullo sfondo c’è il castello di Ferrara, degli Estensi; inoltre sono presenti un silo e due cinimiere. La città però è deserta. I colori sono caldi, ma fermi e privi di vibrazioni atmosferiche, la luce è bassa e le ombre sono lunghe e definite. La prospettiva accentuata dalle linee del pavimento crea un vasto spazio. In questa situazione onirica vi possono abitare solo manichini che hanno l’aspetto di uomini, ma non l’essenza.
Altre volte questi manichini sono composti da oggetti che non hanno nulla a che vedere con il resto del quadro, associando una figura dipinta in modo accademico con parti di templi che vanno a formare parti del corpo. In realtà egli vuole testimoniare che l’uomo conosce ciò che c’è stato prima di lui.
E’ una persona molto ambiziosa e fa un suo Autoritratto in cui si dipinge con abiti del ‘600, con un virtuosismo di luci e di linee.
Carrà si specializza nei manichini
Morandi si specializza nelle bottiglie
Periodo storico: RELISMO ESPRESSIONISTA
in GERMANIA
Significato del termine “realismo espressionista”: c’è una volontà di giungere a una più rigorosa e lucida analisi della realtà.
Nasce in Germania alla fine della I° Guerra Mondiale, poiché era una nazione martoriata ed era stata sconfitta. La borghesia ne era profondamente delusa e inveirono contro le persone meno colpevoli: i soldati, accusati di non saper combattere e di non essere eroi.
La Francia e l’Italia avevano sofferto, ma avevano vinto, perciò erano moralmente soddisfatte.
Caratteri generali:
pittura fredda, analitica, sospesa nell’atmosfera immota e talora raggelata degli artisti della Nuova Oggettività tedesca.
Autori: i più importanti sono Käthe Kollwitz (ebreo), Otto Dix, George Grosz, John Heartfield, Hans Grundig
Otto Dix (1891-1969) illustra con un realismo acuto e deformante i disastri della guerra, che ha visto con i propri occhi combattendo sul fronte, e la decadenza della società borghese. Il quadro Il venditore di fiammiferi diventa il manifesto del realismo espressionista tedesco. Egli ingrandisce un mendicante ,che è “appoggiato” a terra, poiché è senza braccia e senza gambe, gli rimane solo la voce e l’udito perché a causa della guerra è anche diventato cieco. Appeso al collo ha una cassetta di fiammiferi. Ma la gente alla vista di questo tronco d’uomo fugge (prospettiva obliqua per accentuare la velocità con cui si allontanano) e anche i cani lo umiliano. Questi mendicanti (probabilmente ex- soldati) danno fastidio alla gente perché ricordano la sconfitta subita ed anche perché la Germania voleva continuare la guerra.
Il quadro Ritratto della giornalista Sylvia von Harden è permeato d’ironia, poiché è un ritratto apparentemente realistico, che tende invece a esprimere le reazioni e i giudizi dell’autore. Il tema è l’emancipazione della donna. E’ una giornalista di idee socialiste, intellettuale , che svolge un lavoro (da uomo), perciò è indipendente. E’ vestita alla moda (ciarleston), porta le calze di seta, si permette di sedere al tavolino di un bar da sola ed assume una posizione scomposta. Le sue mani sembrano artigli per indicare l’imponenza con cui si impone, il taglio di capelli è da uomo e porta l’occhialino tipico degli uomini.
Grosz (1893-1959) sulla stessa linea di Dix ma ancora più aggressivo. Fa lotta politica e combatte contro l’arte intesa come ricerca del bello. Il suo punto di partenza è perciò l’”antiarte”. Grosz odia le cattive istituzioni statali e i detentori del potere che le difendono. Il suo stile si basa sul disegno, che è semplificato per renderlo più comprensibile e grottesco. (Collegamento con Daumier per la lotta). Fa due cicli di quadri: uno intitolato “Dio è con noi” (frase con cui i militaristi di ogni epoca giustificano le loro conquiste e che poi Hitler adottò per le sue truppe) e l’altro “Il volto della classe dirigente” ( in cui mette a nudo i vizi dei ricchi, la classe dirigente vomita dopo aver mangiato per poi rimangiare, si abbassa alle situazioni più infime, donne ubriache e scollacciate, gli uomini assumono volti da porcellino. La borghesia è con la cravatta, ma in testa non ha più nulla, anche se c’è che ha in testa un vaso da notte.)
I comunisti cadono, tratto dal ciclo “Dio è con noi”, in primo piano due capitalisti che pensano solamente a come accrescere il loro capitale e a fare un buon pranzo. Non sono minimamente sfiorati dalla rivolta degli operai e dall’uccisione di uno di questi che sta avvenendo dietro di loro.
Alle cinque del mattino, tratto dal ciclo “Il volto …”, mentre gli operai all’alba si recano al lavoro nelle fabbriche, i borghesi, dopo una notte di festeggiamenti, continuano a fare baldoria, immersi nei loro vizi.
Periodo storico: DADAISMO
Significato del termine “Dada”: sembra sia stata pescata a caso dal dizionario francese, e non ha alcun significato, essendo un suono tipico del linguaggio infantile.
Nasce a Zurigo ufficialmente nel 1916 ad opera di quei giovani che si erano rifugiati in Svizzera durante la I° G. M., facenti capo al Cabaret Voltaire. Nel 1918 il romeno Tristan Tzara pubblicò il Manifesto, più propriamente ideologico che artistico, dove si esplicita che “Dada non significa nulla”. Negli stessi anni tale avanguardia si sviluppò anche in America, in Germania, a Parigi e si esaurì intorno al 1923, sostituito dal surrealismo.
Esso discende dall’atteggiamento nichilista degli artisti che rifiutavano il concetto stesso di “creazione di opera d’arte”, proponendo la scelta di oggetti banali, privi di valore estetico in sé, ma caricati di una serie di valenze simboliche, grazie al titolo che gioca sul doppio senso e su una umoristica ambiguità.
Caratteri generali:
I dadaisti si interessavano dello shock che le loro opere causavano nello spettatore per toglierlo dalle sue pigre abitudini mentali. Un’importante opera che simboleggia tali caratteri è “Fontanta” di Duchamp del 1917. Egli, sotto lo pseudonimo di Richard Mutt, inviò volutamente ad un mostra, che egli stesso aveva organizzato, tale “scultura”, per mettere alla prova l’apertura mentale dei suoi colleghi. Alla vista di questo orinatoio maschile collocato su un piedistallo, si scatenò uno scandalo immenso e l’opera fu rifiutata, così D. si dimise. Oggi si tenta di interpretare il suo pensiero riguardo al significato simbolico che voleva attribuire alla “scultura”. Nella parola Fontana si può notare una relazione con lo pseudonimo Mutt, forse derivante da Mutter (madre) o da Mut, dea – madre egizia; perciò in questo senso l’opera potrebbe rappresentare il ventre materno, fonte di vita.
Periodo storico: SURREALISMO
Significato del termine “surrealismo”: definito dallo stesso Breton come un automatismo psichico, puro, mediante il quale ci si propone di esprimere il funzionamento reale del pensiero, con assenza di ogni controllo della ragione.
Nasce in Francia nel 1924, quando Breton pubblicò il Manifesto del Surrealismo, di carattere letterario. Diventa movimento artistico solo nel 1926, con la creazione della “Galleria surrealista” a Parigi. Tale avanguardia storica ha rivestito un ruolo primario nello svolgimento della pittura del nostro secolo fino ad oggi, influenzando anche tendenze artistiche degli ultimi decenni come l’action painting americana.
E’ l’estrema conseguenza del decadentismo ed ha come precedente immediato il dadaismo
Tentativo di esprimere l’”io” interiore in piena libertà, senza l’intervento della ragione, che ci condiziona ad apparire come la società vuole che siamo. Trova i fondamenti nella psicoanalisi di Freud
Caratteri generali:
Il Surrealismo intende rompere gli schemi logici, cercando di scoprire il meccanismo con il quale opera l’inconscio, rivelatore della nostra autentica realtà, anche detta realtà superiore o “surrealtà”. In sintesi esalta l’interiorità dell’uomo. Principalmente consta di due indirizzi: un filone veristico, che rappresenta gli oggetti con meticolosa precisione, ma in combinazioni illogiche, che sconvolgono la consuetudine, generando un senso di assurdo (Magritte, Dalì, Tanguy); e uno non figurativo, che, suggestionato dall’astrattismo, va oltre la realtà e ricostruisce fantasticamente un universo popolato di esseri strani. (Mirò) Questo secondo indirizzo è ben espresso dall’opera “Il carnevale di Arlecchino” di Mirò (1924). In quest’opera si vedono minuscole forme in un grande spazio vuoto: oggetti fantastici, linee volanti curveggianti, piccole figure tra l’umano e l’animale, che suggeriscono al lettore immagini da cui nascono altre immagini. Si generà così un’atmosfera ideale per la libera immaginazione surrealista.

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