Da Piero della Francesca a Bramante

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Piero della Francesca Battesimo di Cristo c’è senso di chiarezza cristallina (1440 o 1450); Ciclo di Arezzo continua il lavoro di Bicci e riveste pareti cappella Chiesa S.Francesco con storie della croce tratte da leggenda aurea di Varagine. Non segue ordine cronologico narrazione, ma logica compositiva scene maggiori divise verticalmente in 2 settori: in alto tra lunettoni e archi acuti in basso le 2 battaglie, sinistra vincitori, destra vinti. A Piero interessa il coordinamento razionale, quindi sentimenti per la profondità espressi in un tono molto elevato attorno ad Adamo morente c’è Eva che si appoggia ad un bastone con la sx e con la dx tiene il capo. La giovane è severamente immobile, bionda treccia, volto aureolato; Seth ascolta il padre; un giovane appoggia ascella al bastone appare sintetico come un kouros arcaico tutti si dispongono a semicerchio, sono maestosamente grandiosi come il momento che vivono; Incontro della regina di Saba con Salomone l’evidenza ritrattistica dei borghesi è assorbita dall’organizzazione che hanno dentro un’architettura aulica dove le colonne a Vasari sembrano «divinamente misurate»; c’è alternanza chiastica dei colori. Sogno di costantino tenda a forma di cilindro sormontato da cono; in alto a sx angelo piomba verso il basso; luce e spazio coincidono, luce crea spazio. Prima volta che si affronta razionalmente problema di luce divina e notturna (sintesi di luce e ombra); tutto è eterno. Federigo da Montefeltro e Battista Sforza fa dittico su recto effigi, su verso i trionfi; duchi raffigurati di profilo secondo disposizione tipica medievale e primo-rinascimentale; raffigurando lateralmente (no indagine psicologica), e visione a ¾ fa in modo che Piero eviti espressioni di sentimento individuale volti condotti a forme stereometriche pure rilevate cromaticamente dal cielo che è chiaro. Viso di Battista è tondeggiante con superficie levigate, niente la turba. In Federico cappello e veste girano. Sono rosse evidenziano colore volto. Tra i due volti c’è distacco da realtà però Piero non trascura nessun elemento reale. Tutto molto dettagliato influenza fiamminga (Italia ‘400 = Atene). Nella concez. di Piero ragione attraverso occhi controlla tutto spazi retti no atmosfera, visione superiore al reale da ai ritratti eternità ideale. Madonna di Senigallia elementi fiamminghi, no aureola. Pala di Brera angeli a semicerchio attorno a Madonna, Fedeico assicura spazio antistante. Tutto entro architettura a croce graca con volte a botte, cupola al centro; figura dominate è cerchio; uovo simbolo creazione e qui di perfezione geometrica teste forma ovoidale; trattato De prospectiva pingendi. In Piero c’è sintesi luce spazio forma colore.
Ambiente urbinate: Luciano Laurana i Montefeltro gli affidano di unire una vecchia rocca del ‘300 con palazzotto del ‘400: non è facile per i dislivelli di terreno e per la posizione sfalsata. Luciano costruisce un facciata ad ali che genera uno spazio misurato delimitato di 2 corpi che formano angolo a 90°. Sulle superfici i vuoti e i pieni si alternano con equilibrio e ritmo: pacata chiarezza. Porte e finestre sormontate da architravi incorniciate con paraste. Dove c’è dislivello, facciata dei Torricini due torri cuspidate (come castelli medievali settentrionali) simbolo potenza militare dei Montefeltro. Anche se ci sono torricini a merli è rinascimentale, perché 1) le torri strette sottili cilindriche sembrano colonne incastonate su superficie 2) finestre accostate a torri risalto logge sovrapposte sporgono un po’ e penetrano palazzo, volte a botte evidenziano impianto prospettico, tolgono aspetto bellico. C’è idea umanistica di compentrazionespazio libero-costruzione. Cortile rettangolare con 6 arcate nei lati lunghi, 5 nei corti, ma variando intercolumnio sui lti corti sembra quadrato e immobile, negli angoli no colonna singola ma ci sono 2 paraste che definiscono il lato no continuità e no movimento rotatorio ma statica solenne.
Francesco Laurana Busto Battista Sforza e Eleonora d’Argona parte da realtà persone rappresentate idealizzando. Fa arco di Alfonso di Aragona.
Francesco di Giorgio Martini Rocca di SassoCorvaro, Palazzo ducale di Gubbio, Palazzo della signoria di Gesi, S.Maria delle Grazie al Calcinaio
Uomo-spazio seconda metà ‘400 tema conquista del mondo da parte dell’uomo
Antonio del Pollaiolo al contrario di Piero, concepisce vita come moto: modelli sono Donatello e Castagno (luce e linea); Pollaiolo con linea esprime la continuità del moto nello spazio; David arretra, si imposta obliquamente, linea tagliente crea immagine e la muove: figura fiera ma inquieta. Il significato dell’opera è l’uomo che vince grazie a qualità interiori: il significato è biblico ma anche umano; c’è tema mitico che è nuovo e che cmq non è evasione dai propri tempi; Ercole e l’Idra; Ercole e Anteo Ecole vince per la sua intelligenza e qualità fisiche (è eroe), la forza di Anteo invece non è sua, non è eroe. Le figure disposte su asse se sale zigzagando, per linee angolate, c’è continuo divergere di direzioni: il disegno genera e muove figura.Linea funzionale o energetica (genera energia); spazio deve accogliere slancio vitale, quindi si dilata oltre limiti scatola prospettica. Ritratto di gentildonna tutto basato su linea; fondo no elementi panoramici o architettonici, definisce il limite del volto, il volume gira verso spettatore e l’altro lato, c’è molta delicatezza, eleganza, viva partecipazione alle cose del mondo (no impassibile volumetria di Piero). Ercole e Anteo non c’è punto di vista principale; la base triangolare invita a grare intorno; come nel dipinto c’è la pluridirezionalità delle linee: forma proiettata nello spazio. L’attenzione per l’anatomia rivela la drammaticità. Le piccole dimensioni si hanno perché opera destinata alla borghesia.
Antonio del Verrocchio (1435-88) la conquista umana dello spazio avviene senza violenza con un moto lento graduale integrazione tra figura e ambiente David dalla rigidezza del Pollaiolo, dolcezza, compostezza, sorriso del volto. Anche lui tiene conto dell’anatomia, particolari da scultore. Nella testa di Golia c’è la drammaticità donatelliana. Importanza dei particolari, ornamenti e capelli. Sorride per la vittoria ottenuta grazie alla sua virtus (intelligenza razionale). Ha una posa libera, forma aperta, non è inscrivibile come quello di Donatello. Monumento funebre a Piero e Giovanni De’Medici (1469-72); Putto con delfino (1476);L’incredulità di S.Tommaso(Orsammichele) inserisce 2 figure in uno spazio per una; l’equilibrio rimane (Tommaso è fuori, ma Gesù è più grosso) con schema piramidale. Busto di dama ignota scolpisce il busto al di sotto dei gomiti (maggiore psicologia), c’è un leggero movimento della camicia, piccolo gioco di chiaroscuro nel volto, nei capelli, nel panneggio della veste. Particolare bellezza delle mani (forse fatta Leonardo); Monumento equestre di Bartolomeo Colleoni moto divergente (testa cavaliere – testa cavallo); Colleoni ha il volto duro da dominatore (precisa psicologia); [Donatello nel Gattamelata realizza uomo maturo calmo in modo sintetico. L’opera rientra in una ipotetica cornice] Verrocchio apre la figura, da un moto, sembra scendere dal piedistallo. Il Colleoni è un uomo anziano, ha intensità nel volto (forza espressiva), dramma dell’uomo VS neoplatonismo di Firenze. Il battesimo di Cristo l’angelo di sx forse di Leonardo.
Sandro Botticelli Temi: intelletto e amore (motore del mondo che porta a Dio), la linea è un segno inesistente in natura, questa estranea gli oggetti dalla realtà, li rende idee. Il ritorno di Giuditta ricorda il Pollaiolo, la linea si organizza sul piano, le figure sono su un poggio rialzato, le 2 donne si muovono sinuosamente, armoniosa composizione dei busti, no figure disposte spazialmente, ma singole dotate di vita propria. La primavera letta da dx a sx, in ordine c’è Zefiro, Flora, Primavera, Venere con Eros, 3 grazie, Mercurio. Figure coordinate fra loro, Venere arretrata appare dominatrice, Botticelli osserva il reale: piante fiori alberi. La realtà è idealizzata attraverso l’idea di bellezza, la perfezione della natura e del piano mentale regolatore. Il colore evidenzia gli elementi. La linea è condotta senza interruzioni, come melodia. La sua continuità prevale sullo sfondo. C’è sempre tristezza (da fragilità bellezza amore). La nascita di Venere (1485) figure disposte in 1 solo piano. Venere: al centro con venti e Ora che convergono, nuda, classicamente ponderata, realizza continuità grafica. Tutto il corpo ha linea ininterrotta che individua le fattezze. Un leggero chiaroscuro provoca volumetria. Venere=ideale di bellezza. Cielo e mare impostati verticalmente, la cosa di dx è mossa. La malinconia si accentua (caducità delle cose). Le linea comincia a spezzarsi (onde e corpi volanti) coloi impalliditi tutto questo perché Savonarola è vicino. La calunnia (1495) soggetto classico, su ambiente classico. Nasce la vera drammaticità di Botticelli col frantumarsi della linea che perde fluidità. La natività (1500-01) tutto diventa innaturale, il naturalismo fiorentino non c’è più, caduta della fede nella ragione per comprendere il mondo. La sua arte non ebbe futuro, la ricerca grafica venne superata da Leonardo che fa muovere la figura nello spazio e no linea di demarcazione.
Antonello da Messina (olio) S.Gerolamo nello Studio(1474) vasto ambiente, portale spagnoleggiante, arco depresso, modanature rilevate, crociere gotiche sostenute da fasci di pilastri; sulla dx avanza il leone verso il santo assorto in lettura, circondato da libreria; precisione descrittiva fiamminga, la luce unifica illuminando razionalmente duplice fonte: anteriore da sx e posteriore dalle finestre (si vede il cielo) luce concentrazione Santo;opera rinascimentale,ma attenzione a ambiente. Pala di S.Cassiano (1475-76) la vergine sul trono in prospettiva, forme volumetriche tondeggiante realizzate col colore; anche i santi sono vivissimi, opera importante x il volume creato col colore S.Sebastiano (1474-75) la figura legata all’albero che è l’asse del quadro; c’è una colonna ai suoi piedi perfettamente cilindrica (per fez. Geometrica); descrive anche ambiente (particolari); tutto è misuarato come Piero d.F.; ha calore cromatico che si allontana dalla razionalità.Ritratto Trivulzio (1476) è a 3/4 , personaggio intelligente e furbo, fermo dai suoi propositi, immediatezza espressiva (saldezza del busto), volumetria del viso; è siciliano. Vergine Annunziata è siciliana, lo spettatore diventa coprotagonista, sa le reazioni quando c’è l’annuncio; si volge verso lo spettatore, vive nello spazio (mano dx in avanti, mano sx si chiude il mantello), stereometria col colore; leggìo, si vedono tutte e tre le dimensioni; il viso è ovale, tagliato dalla linea immaginaria del manto.
Andrea Mantegna S.Giacomo condotto al supplizio (dopo l453) sono donatelliani: l’arco a volta, la figura centrale appoggiata allo scudo, la storia incombe su uno spettatore, sembra altorilievo (architetture di fondo e figure umane in primo piano), ciò da loro vita eterna, incorruttibili, presenza oggetti antichi, l’uomo di Mantegna ha forza eroica e appartiene al mondo (dignità laica), riprende P.d.F.; impianto prospettico, grandiosità figure, ma c’è movimento plastico per gli energici chiaroscuri S.Sebastiano anche qui citazioni classiche, il Santo straziato fisicamente trapassato da frecce, figura monumentale (trae forza dai reperti marmorei); rapporti artistici col Bellini (il Bellini trae forza plastica da Mantegna che diluisce certe asprezze). Pala di S.Zeno figure come statue dentro ambiente architettonico (sembrano sopra l’altare); donatelliano è l’arricchimento delle architetture (fregio con putti in monocromo, tondi figurati); accentua movimento strutture architettoniche anche per il festone naturalistico). Orazione nell’orto elementi della narrazione evangelica: preghiera di gesù durante la notte; drammatica solitudine di cristo, terreno roccioso spoglio; arbusto d’olivo accanto ai dormienti, ma è spoglio con 1 corvo su un ramo; i 3 apostoli giacciono stanchi ignari, Gesù solo attende la sua fine; Giuda e altri uomini stanno arrivando x prenderlo; la città sul colle (monumenti romani e veneziani); il colore accentua la drammaticità. Camera degli sposi (x i Gonzaga) dipinto in 2 pareti contigue, 1) la famiglia Gonzaga con la sua corte, a sx 1 marchese con lettera aperta, voltatodietro. 2) lo stesso marchese con la sua famiglia, accoglie il figlio cardinale Francesco; trasforma fatti contemporanei in storia, eterna tutte le persone (monumentali); tende ad allargare le pareti; sul soffitto c’è oculo ove si affacciano i putti. La morte della Vergine nel fondo un panorama reale al di là della finestra (Mantova) Cristo morto monocromo, alta tragicità, scorcio violento, deforma il corpo;essenziale; testa sproporzionata
Coducci supera ogni residuo gotico e orientale pur inserendosi nell’alveo della tradizione veneziana
Giovanni Bellini Orazione nell’orto simile al cognato Mantegna Presentazione al tempio praticamente uguale a quello del mantegna Pietà tre figure in primo piano, volumetria elementi plastici mantegneschi ma tutto è trasfigurato dalla dolcezza del colore. Bellini è lirico. Trasfigurazione non segue la narrazione evangelica, fa solo differenza gerarchia tra i 3 protagnisti e i 3 apostoli, tutti uomini vivono in natura amica, uomo e natura rapporto egualitario di convivenza. No centralità punto di vista, no impianto prospettico; colore caldo in primo piano, freddo in lontana; caratteristica della pittura tonale veneta, tutto costruio col colore, amore x la natura. Allegoria Sacra la natura complessa, variata colpisce la nostra attenzione; la natura accoglie uomini e animali come parti costituenti; coordinamento col colore, l’acqua unifica perché riflette i colori fondendoli, l’acqua crea la distanza (la terrazza costruita con prospettiva, ma non c’entra, il colore più importante). Pala di S.Giobbe simile al S.Cassiano di Antonello, l’architettura umana è rappresentata piramidalmente con le ali avanzate; il colore unifica. Pala di S.Zaccaria prosegue sulla strada della Pala di S.Giobbe, raffina il delicato luminismo cromatico, anche qui architettura reale.
Biagio Rossetti Palazzo dei diamanti all’incrocio col cardo e decumano, è stereometrico se visto dall’angolo, forma piramidale della bugne
Cosmé Tura Pietà disperata solitudine di Maria, veste e mano di Maria e corpo di Gesù sono spigolosi, tutto è drammatico
Pittori fiamminghi pittura ad olio, olio mescolato, colori più vivi, scoperto da Jan van Eyck, studio realtà minuziosamente, particolari.
1400-1490(primo rinascimento)1490-1520(morte Raffaello, rinascimento medio) 1520-1600(manierismo)
Rinascimento medio maturo (interesse per opere antichità classica), classico (bellezza idealizzata, più modelli). Roma nel ‘500 centro arte e politica (restauratio urbis Romae); secolo tormentato, crisi Rinascimento.
Bramante Cristo alla colonna umanità eroica, serenamente illuminato, risalto volumi. MILANO. S.Maria presso S.Satiro piccolo metricamente, misura grandiosa (rapporto larghezza/altezza), copertura a botte con lacunari (da movimento spaziale); sulla parte dietro all’altare realizzato in prospettiva un braccio longitudinale con volta a botte e lacunari (come fosse prosecuzione navata centrale); c’è equilibrio (ci vorrebbe pianta a croce greca, ma c’è croce commissa); lo spazio mancante è sostituito dalla prospettiva; perfetta corrispondenza assiale tra parte anteriore e posteriore, non importa se metà dietro è falsa basta percezione visiva (ripensare a Pala di Brera). Tribuna di S.Maria delle Grazie (1492-97) vano cubico sormontato da cupola, 2 absidi laterali, prolungamenti sul fondo da un ambiente simile, cncluso da una terza abside; la linea curva crea movimento, all’esterno alterna tribune (quadrangolari), semipilastri, absidi (semicircolari), cupola poligonale; si articolano liberamente nello spazio, rapporto tra edificio/ambiente; l’interno è simile alla Sagrestia Vecchia di Brunelleschi. ROMA. Tempietto di S.Pierto in montorio (1503)capolavoro, segna inizia Rinascimento romano; pianta circolare, sormontata da cupola, circondata da una peristasi di colonne tuscaniche, sopra c’è terrazza con balaustra: forma romaneggiante che richiama tempietto di Baalbek, tempio del Sole di Roma. C’è severità e essenzialità nella sua concezione dell’architettura mossa ma non fastosa; edificio viene definito come forma architettonica prioettata nello spazio. Lo sapzio attraverso colonne, balaustra, nicchie penetra nella costruzione; il tempietto si move, ruota; luce e ombra si alternano con ritmo e solennità; il tempietto poggia su gradini. Oggi si trova racchiuso in un cortile quadrangolare, ma nei progetti di bramante il cortile doveva essere circolare e porticato. Palazzi Vaticani era stato progettato con enorme cortile rettangolare; conserva il nicchiane. La pigna era nella Basilica si S.Pietro e rappresenta quella del tempio di Delphi (ombelico del mondo). S.Pietro in Vaticano Bramante deve ricostruire la basilica paleocristiana; sarà GianLorenzo Bernini a dargli l’aspetto definitivo. L’odea di Bramante è: croce greca con 4 absidi semicircolari, 4 campanili angolari, 4 cupolette, 1 cupola centrale grande. Pinta è quadrata, va contro tradizione (longitudinale), così che o fedeli siano disposti nello stesso modo rispetto al sacerdote; proprio per questo incontra difficoltà e dopo la sua morte verranno fatte le modifiche. Medaglia rappresentante la Basilica di S.Pietro secondo il progetto bramantesco.

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