Civiltà Egea e Greca

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Categoria:Storia Dell'arte
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SCHEMI PER INTERROGAZIONE STORIA DELL’ARTE

CIVILTA’ EGEA E ARTE MICENEA

Per i popoli dell’Egeo, il mare rappresenta una difesa naturale e una via di comunicazione con le altre genti; il cuore di questa civiltà è Creta: siamo fra il III° e II° secolo a.C. e la massima fioritura la ritroviamo fra il 2000 e il 1400.
Inizialmente l’isola è divisa in due stati, Cnosso e Festo, dove ritroviamo due grandissimi palazzi reali senza fortificazioni, che sorgevano su alture vicino al mare. Gli ambienti di questi palazzi erano raggruppati intorno a grandi cortili; v’erano inoltre luoghi destinati alle varie funzioni di governo, agli spettacoli e ai giochi ginnici, magazzini e laboratori artigianali: il palazzo era dunque il centro vitale, con sale decorate con grandi pitture ad immagini piatte, profilate e senza profondità, disegnate con tinte chiare e luminose in contorni stilizzati e ritmici. Ritroviamo già una primordiale soggettistica a carattere mitologico naturalista.

LA CERAMICA

Per quanto riguarda la ceramica, inizialmente aveva solo uno scopo d’utilità, poi, col passare del tempo e con l’esperienza, ritroviamo un gran valore estetico e artistico.
V’è un primo stile detto di Kamares, a figure geometriche dai colori brillanti che sviluppano coloristicamente la curvatura del vaso.
Altro stile è quello della Brocchetta di Gurnià, dove le raffigurazioni sono più animate e naturalistiche, in quanto il soggetto principale e la sua decorazione sono rivolti all’immagine di un polpo; l’andamento ondulato del segno alterna i chiaroscuri e deforma la simmetria del vaso, che diventa un vero e proprio episodio.

L’OREFICERIA

Anch’essa nasce solo con scopi d’uso comune, per poi passare a vere e proprie opere d’arte, sbalzando lamine d’oro rendendole sensibili alla luce: esempi sono pettorali, tazze e maschere facciali per i defunti.

LE ARTI MINORI

Le arti minori sono segnate:
- dall’oreficeria
- dalla cemistica
- e in seguito dalla lavorazione del vetro.
CIVILTA’ E ARTE GRECA

PERIODI
ARCAICO dal VII° sec, alla fine del VI° a.C.
CLASSICO dal VI° sec, alla metà del IV° a.C.
ELLENISTICO dalla seconda metà del IV° sec alla metà del I° a.C.

L’ARCHITETTURA

La città greca è dominata dall’altura dell’acropoli, scendendo ritroviamo il centro della vita civile, politica e commerciale, l’agorà. Ancora al disotto, ritroviamo la città di artigiani e contadini, l’Ástù.
Per quanto concerne i templi, domina il proporzionale equilibrio di orizzontali e verticali, di pieni e di vuoti; i sostegni sono colonne i cui diametri sono commisurati all’altezza e all’intervallo, così manifestano visibilmente quella legge di misura e di equilibrio di forze che regge la natura. Il tempio è stato costituito dal popolo per dare una forma al sentimento del sacro; il fulcro della costruzione è il porticato, o peristilio e lo spazio anteriore dov’è collocata l’ara e dove si svolgono i riti. Secondo la disposizione delle colonne, il tempio può essere:
Prostilo: quando sono presenti su un lato soltanto
Anfiprostilo: quando le troviamo su due lati opposti
Periptero: quando il tempio è circondato da colonne
Diptero: quando ritroviamo più file di colonne attorno alla costruzione.
Altre strutture importanti sono: il teatro, le palestre, gli ippodromi e gli stadi.

LA SCULTURA GRECA, AUTORI E OPERE
Scultura classica

AUTORI
OPERE
Maestro di Olimpia, di cui le notizie sono ignote (si pensa possa essere Fidia giovane).
Invenzione dello scorcio.
Apollo dal frontone occidentale dal tempio di Zeus
Mirone di Eleutere, grande bronzista del V° sec.
Il Discobolo, esempio perfetto di ponderazione. La figura, che rappresenta la potenza di un atleta durante il lancio del piattello, in ogni sua veduta contiene in se tutte le altre, come se la statua potrebbe essere veduta contemporaneamente da tutti i punti di vista possibili.
Fidia è molto verista nelle sue opere, pur rispettando il canone, ammette libertà ed espressività personali. Molto presente il tema del mito.
Partenone, tempio periptero di ordine dorico del 448 a.C. in cui troviamo un’enorme statua d’oro e avorio, opera di Fidia, e decorazioni come la nascita di Atena, e la sua lotta contro Poseidon. Testa di cavallo, in cui troviamo precisione nei lineamenti ed espressività che rendono la perfezione dell’opera.
Policleto di Argo, fissa nel V° sec., un canone proporzionale, un principio strutturale della figura statuaria che si basa su posizioni e proporzioni specifiche del corpo umano in cui la testa deve stare 7 volte nel corpo
Policleto cerca il bello in ogni forma d’arte.
Il Doriforo in marmo in cui l’autore propone i canoni da lui stesso fissati.
Sotades
Auriga, che fa parte di una quadriga bronzea, votiva, a Delfi: è una figura quasi senza gesto, la cui lunga veste fa del corpo una sola massa cilindrica; nonostante ciò le fitte pieghe donano una luce e dei riflessi irradianti in tutte le direzioni.
Callimaco
Nel ciclo delle Menidi le figure sono assorbite dai veli attorno ai corpi: i solchi delle pieghe formano aloni di luce vibranti, trasformandosi in un vorticoso luminismo.
Scopa scultore dl VI° sec. si richiama a forti motivi costruttivi ed espressivi e ai canoni.
Il suo ideale eroico lo porta ad un sentimento aspro, come avesse un’insofferenza verso la condizione umana: l’uomo deve trovare in se stesso la forza, in quanto, secondo Scopa, l’Olimpo è lontano. Secondo lui nella scultura la forma plastica conquista lo spazio di forza.
- Testa di guerriero dal frontone del tempio di Atena.
- La Menade danzante.
- Il Pathos.
Prassitele: le sue figure, prevalentemente di marmo, sono calate nella dimensione dell’umano. Predilige porre le sue statue isolate, perché rendano la perfezione dell’immagine di una persona reale.
- Apollo Sauroctonos.
- Testa dell’Afrodite Cnidia, perfezione in tutte le forme.
- Hermes e Dioniso.
Lisippo di Sicione, con lui si chiude il periodo classico e si apre quello ellenistico. Avrebbe scolpito 1500 statue, imitando le immagini dall’occhio, come appaiono.
L’Apoxyomenos, atleta che si deterge il sudore, posto in una posizione differente dagli scultori precedenti: la nuova posizione produce efficaci effetti di ombre.
Leone di Corfù è una massa di tensione rafforzata da profondi vuoti, ha molte più zone d’ombra, differente dal leone di Milo che è una statua più luminosa.
Frontone orientale del tempio di Aphaia a Egina raffigura le due lunghe fasi dei Greci contro Troia. Al centro c’è la statua di Atena, nume tutelare dell’ellenismo. La composizione è paratattica per la giustapposizione di figure isolate. Lotta fra Eracle contro Laomedonte.
Frontone occidentale del tempio di Zeus
Scene di lotta, con Zeus ritto al centro, a tema fra il contrasto tra la chiara mitologia delle idee e la buia mitologia delle forze. Caratter. è la composizione sintattica, per combinazione di figure in gruppi formanti un unico insieme.
I bronzi di Riace la qualità e il colore della materia riflette la luce, la isola e richiama maggiore attenzione visiva. La scultura bronzea, ha un modellato nervoso e accidentato, capace di offrire molti giochi di riflessi.
Le cariatidi nell’Eretteo sono delle statue che fungono da colonne nel tempio di Atene; in queste statue, ritroviamo una fluidità dei ritmi lineari e una grande scioltezza nel movimento.
L’Acropoli di Atene formata dal
- Eretteo – Propilei - Tempio di Atena Nike - Partenone, eretto da Ictino e Callicrate, contiene numerosi lavori di Fidia, fra cui le numerose metope doriche: con Centauromachia, lotta fra centauri, Amazzonomachia, lotta fra le amazzoni, Gigantonomachia, lotta fra giganti.
Scultura arcaica
AUTORI
OPERE
Kouros (statue rappresentanti uomini nudi)
Inizialmente sono molto stilizzati e geometrici, i loro volti e gli atteggiamenti sono molto simili tra loro e il sorriso li fa apparire come delle maschere, le loro braccia sono distese e solitamente troviamo una gamba avanti rispetto all’altra (SX).
Poi, con l’esperienza, iniziano le decorazioni, come i capelli, fatti tutti a treccioline molto lunghe, o come i manti, i periplo o himation, o le vesti, chitone, dove c’è più movimento nelle braccia. Tutte queste pieghe nelle vesti e nei capelli, costringono la luce a non trascorrere, ma a indugiare nella superficie incurvata.
Esempio di tale opere: Hera di Samo, che dimostra come il processo della statuaria greca, sia un processo stilistico di determinazione dell’immagine.
Kauros di Polymedes, il valore dominante è quello dello squdrato volume dell’insieme.
Aristocle
Stele del guerriero Aristion, è un bassorilievo in cui lo spessore dilata il volume; il vuoto è dato nel fondo da un piano liscio.
La plasticità della figura è affidata all’andamento dei contorni, la forma è come iscritta tra le facce di un parallelepipedo. Più forte è il solco d’ombra, più il piano sembra luminoso.
Scultura ellenistica
Con il passaggio dalla polis all’impero, l’ideale non è più il cittadino perfetto, ma il personaggio illustre: condottiero, poeta, filosofo.
Molto importante è la statuaria ritrattistica: poiché si vuole tramandare la virtù morale ed intellettuale dei grandi uomini. I tratti del volto devono manifestare la qualità del pensiero e dell’animo. Per rendere visibili le qualità morali nell’atteggiamento e nei tratti fisionomici, si rinuncia ai canoni formali e si ricorre alle più sottili affinità della tecnica.
CONFRONTO:
NEL PERIODO CLASSICO: la scultura dava la priorità al bello in assoluto
NEL PERIODO ELLENISTICO: devono essere individuate le qualità morali del personaggio.
- III° sec. Pergamo diventa la città ellenistica per eccellenza, ritroviamo un’architettura celebrativa molto forte. E’ un’acropoli monumentale

AUTORE
OPERE
Socrate, di lui rimane il ricordo spirituale e morale.
In nessun modo sono corretti i tratti fisionomici irregolari, anzi è celebrata la bellezza dell’alta mente pensierosa, dello sguardo vivo e pensoso rivolto all’intelletto.
Aghesandro, Polidoro, Antanadoro
Laocoonte, hanno lavorato su un tema letterario, cercando di tradurlo in scultura, descrivendo lo sgomento del padre e dei figli assaliti dai serpenti marini, l’inventiva contro gli dei ingiusti. La scultura è una tecnica al servizio di un fine retorico.
Galata morente, riflette il dramma sentito dai barbari, con tanta forza patetica ed evidenza veristica da meritare la qualifica di
. Il barbaro no è più un mostro, ma un essere umano che associa, alla naturale rudezza una sua nobiltà e una sua naturale e fiera bellezza.
Nike di Samotracia, figura alata che atterra risucchiata dal vento sulla prua di una nave. Il drappeggio sempre in movimento premuto sul corpo o sfuggente in ariosi svolazzi ha due funzioni:
- rendere, in una sintesi plastica, la figura e il vortice d’aria che è provocato dal suo atterraggio improvviso.
- Suscitare nella massa marmorea tensioni lineari che le tolgono ogni peso e le permettono di librarsi nell’aria.
Nel vecchio pescatore e nella vecchia ubriaca, l’arte interpreta la realtà e i suoi aspetti, belli o brutti: finisce l’era del bello ideale.

Esempio