Caspar David Friedrich

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

La Pittura nell'età romantica

Il romanticismo ha nella musica e nella letteratura i suoi linguaggi più adeguati: nella musica perché questa, svincolata dalla necessità di riprodurre oggetti reali, può, meglio di ogni altra forma artistica, esprimere il mondo interiore dell'autore; nella letteratura perché la parola, malgrado i limiti imposti dalla sua finitezza concettuale, riesce, organizzandosi nella complessità del periodo, ad analizzare i sentimenti, più che l'aspetto fisico, dell'uomo e a comunicarli al lettore. Anche la pittura, tuttavia, ha avuto un ampio sviluppo in età romantica poiché anche quando imita il mondo esterno, dà all'artista la possibilità di interpretarlo, inventando spazi, forme, luci e colori. Ed è proprio a questo scopo che si sono indirizzati gli artisti che in questo periodo, specialmente in Inghilterra e Germania, si sono alternati. Tra questi bisogna ricordare il paesaggista tedesco Caspar David Friedrich e gli inglesi John Constable e Joseph Turner nonché il poeta-pittore William Blake che ha tanto interessato la critica del tempo.

Caspar David Friedrich

Caspar David Friedrich nacque il 5 settembre 1774 a Greifswald cittadina della Pomerania sulla costa baltica, suo padre era un uomo di discreto successo negli affari e un protestante di rigida osservanza e per questo motivo ricevette un'educazione quasi spartana e condusse un genere di vita che avrebbe lasciato un'impronta duratura sul carattere dell'artista. L'avvenimento più drammatico fu la morte del fratello Johann Christoffer; accorso in aiuto di Caspar David che, pattinando sul ghiaccio e caduto in acqua, fu salvato dal fratello che perse la vita. Per questo egli si sentì responsabile della disgrazia e ciò acuì la sua innata malinconia, la sua tendenza alla contemplazione della morte. Qualche anno più tardi avrebbe scritto: «Perché, mi sono spesso domandato, scegli tanto spesso a oggetto della tua pittura la morte, la caducità e la tomba? Perché per vivere in eterno bisogna spesso abbandonarsi alla morte». L'interesse per la religione e la morte condusse Friedrich ad un'interpretazione mistico-romantica del paesaggio che lo rende particolarmente figlio del suo tempo. Probabilmente fu anche influenzato dall'opera di un poeta locale, L.T. Kosegarten; questi, che ammirava i poeti inglesi della natura come Thomas Gray, era pittore oltre che letterato e aveva trovato l'ispirazione religiosa nella contemplazione della natura, dalla quale traeva insegnamento come dalla "Bibbia di Cristo". Il primo maestro di pittura di Caspar David, Johann Gottfried Quistorp, amico di Kosegarten, alimentò certo i sentimenti poetici del giovane allievo, ma forse aveva in mente uno scopo più pratico quando incoraggiò Friedrich a specializzarsi nella pittura di paesaggio. Infatti la moda della poesia della natura aveva risvegliato l'interesse del pubblico per tale genere pittorico, in particolare per le vedute pittoresche con resti di costruzioni primitive o medievali che il giovane pittore poteva trovare in gran numero nella remota provincia della Pomerania, nella Germania settentrionale, dove viveva. A vent'anni Friedrich lasciò la città natale e si trasferì a Copenaghen per studiare arte. L'accademia locale era la più famosa dell'Europa settentrionale e Friedrich venne in contatto con il severo stile neoclassico allora dominante. Come tutti gli altri allievi, cominciò a studiare la figura umana, ma fu soprattutto affascinato dalle vedute cariche di connotazioni sentimentali dipinte da uno dei suoi insegnanti, Jens Juel. Friedrich si sentiva profondamente distante dal rigido, accademico approccio all'arte con il quale era venuto in contatto a Copenaghen e scrisse in seguito: «L'insegnamento e l'esercizio finiscono con l'uccidere la natura spirituale dell'uomo». Nel 1798, dopo un breve soggiorno a Berlino, si trasferì a Dresda, dove avrebbe abitato per il resto della vita. La capitale sassone era uno dei principali centri artistici della Germania, con la sua importante Accademia, la sua celebre pinacoteca ricca di grandi maestri del passato, e una fiorente comunità di artisti e intellettuali. All'inizio condusse un'esistenza dura, ma, benché vivesse quasi una vita da recluso, le lettere scritte durante i primi anni a Dresda documentano che si trattò di un periodo abbastanza sereno. Prima di essersi fatto un nome come pittore, si procurò da vivere in vari modi: fece il maestro di disegno e perfino il cicerone per turisti. Gradatamente cominciò ad essere conosciuto per le vedute dei grandi spazi selvaggi della sua terra natale. Intorno al 1800 l'artista introdusse per la prima volta nella sua opera temi mistici e drammatici ripresi dai Romantici di Dresda, tuttavia questo cambiamento fu causato probabilmente anche da ragioni personali. Verso il 1803 attraversò un periodo di grave depressione e si dice che abbia tentato di uccidersi tagliandosi la gola. Si racconta perfino che si fosse fatto crescere barba e basette per nascondere la cicatrice. Certamente da questo momento Friedrich assunse un aspetto da monaco, che gli valse la reputazione di uomo eccentrico e solitario. Nonostante questo drammatico avvenimento, è proprio in questo periodo che il pittore conobbe i suoi primi successi. Nei dieci anni seguenti doveva diventare famoso in tutta la Germania e avere protettori infuenti come la famiglia reale di Prussia e il duca di Weimar. Una data importante fu il 1805, quando ebbe il primo premio ex aequo per due disegni a seppia inviati al concorso annuale di Weimar. Il premio era assegnato dagli Amici dell'Arte di Weimar, ossia da Goethe e dal pittore Heinrich Meyer. Goethe era il poeta più celebre e intellettuale di primo piano della Germania dell'epoca e aveva dato vita ad una competizione artistica annuale a Weimar nell'intento di elevare il livello della pittura. Dal momento che il suo gusto artistico era classico, fu un notevole successo per Friedrich ottcnere un premio con opere di paesaggio, che non trattavano il tema proposto.
i paesaggi dello spirito
Caspar David Friedrich è il maggior pittore tedesco del Romanticismo. Egli visse in un'epoca in cui la pittura di paesaggio aveva assunto un nuovo significato, era divenuta un mezzo per magnificare il mondo della natura e glorificare il suo divino creatore. «Il divino è ovunque - scrisse Friedrich - anche in un granello di sabbia». Per lui la natura era cosi vicina a Dio che usò un paesaggio come soggetto di una pala d'altare.
Friedrich suggeriva di chiudere gli occhi prima di cominciare a dipingere e poi di portare alla luce ciò che si era visto nella più profonda oscurità. Le descrizioni dell'artista nel suo studio lasciano supporre che egli si comportasse proprio così. Come appare da un dipinto di Kersting, Friedrich aveva solo cose essenziali intorno a sé, in modo che nulla potesse distrarlo dalla sua intima contemplazione. Il suo amico Carus scrisse che a volte Friedrich stava in piedi in silenzio davanti alla tela fino a che l'immagine del quadro non si delineava «viva davanti alla sua anima». Allora la schizzava con tratti sottili e procedeva direttamente alla stesura del colore. La tesi che Friedrich lavorasse totalmente di fantasia è un po' esagerata. E' evidente che l'artista utilizzò spesso, nei suoi quadri, schizzi di singoli elementi, come rocce e alberi, già tracciati in precedenza; tuttavia sembra che abbia realmente usato il metodo contemplativo per arrivare a creare le sue composizioni. Tra i numerosi disegni che ci sono pervenuti non c'è praticamente nessuno studio preparatorio. Il legame con l'immagine mentale sottolinea la natura visionaria dell'opera di Friedrich: tuttavia non si trattava di un caso isolato, bensì di un metodo abbastanza diffuso fra i pittori di paesaggi 'ideali'. Ciò che caratterizza Friedrich è il fatto che usando questo procedimento ottenesse immagini di enorme suggestione, che dovevano fissarsi in modo indelebile nella mente dell'osservatore. All'inizio della sua attività Friedrich dava forma ai suoi disegni soprattutto grazie a un forte gioco di contrasti: un'immagine centrale - per esempio un albero - si stagliava su uno sfondo indefinito. Sceglieva soggetti affascinanti, anche se spesso lugubri: il chiaro di luna, un tramonto infuocato, l'oceano, la spiaggia, paesaggi coperti di neve, cimiteri, brughiere desolale, torrenti spumeggianti tra le foreste, vallate rocciose.
Friedrich si servì spesso dei paesaggi per esprimere il suo sentimento religioso. Descrivendo la pala d'altare Croce in montagna, per esempio, scrisse che la roccia era il simbolo di una fede incrollabile, mentre gli abeti sempreverdi raffiguravano l'eterna speranza dell'umanità. Ma riconosceva che i suoi quadri potevano anche essere interpretati sotto un profilo naturalistico. A proposito di uno dei suoi paesaggi, Croce sul mar Baltico, scrisse: «Su una nuda riva pietrosa s'alza una croce: una consolazione per coloro che credono, per gli altri semplicemente una croce». Per quanto riguarda gli elementi naturali e paesaggistici delle raffigurazioni, Friedrich li riprendeva liberamente dagli schizzi tracciati durante i suoi numerosi viaggi nella Germania centrale e settentrionale. Sembra verosimile che questi schizzi fossero dettati dall'interesse dell'artista per determinati oggetti - in genere singoli, tutt'al più in piccoli gruppi - e non da una preesistente idea di composizione. L'artista non era condizionato dall'ubicazione originaria degli elementi che introduceva nei suoi quadri dato che il suo unico scopo era quello di ottenere un effetto maestoso e impressionante.
Quando accadeva di dover inserire nelle composizioni qualche personaggio, Friedrich si sentiva a disagio. All'inizio fu l'amico Kersting a disegnare le figure per lui, poi Friedrich decise di rappresentarle quasi sempre di spalle, solo dopo dieci anni di acquerelli e disegni a seppia Friedrich cominciò a usare l'olio. Inizialmente adottò questo mezzo per colorare o ombreggiare i disegni e tale abitudine condizionò in parte la sua iconica. Friedrich stendeva i colori in modo molto leggero, servendosi di pennelli sottili. Quando lavorava a seppia, era solito creare delle superfici 'retinate' che copriva di minuscoli segni per dare un'impressione di vibrazione. Nei primi dipinti a olio uso un metodo analogo per rendere lo splendore della luce del sole o il luccichio del chiaro di luna. Con il passare degli anni ampliò gradualmente la sua gamma di colori e adottò una pennellata più larga. Friedrich continuò anche a usare l'acquerello e la seppia, ma tendeva a riservare queste tecniche alla raffigurazione di paesaggi reali piuttosto che immaginari. Solo dopo la malattia del 1835 tornò a prediligere la seppia per opere che appaiono spesso una meditazione sulla morte. Il grande filosofo Arthur Schopenhauer ebbe occasionie di scrivere: «Fedele al vero sin nel minimo particolare, Friedrich è pervenuto anche per quanto riguarda la tecnica artistica a un altissimo grado di perfezione, sia nei dipinti a olio sia nei disegni a seppia. I suoi paesaggi hanno una religiosità malinconica e misteriosa. Colpiscono l'animo più dell'occhio».
John Constable (East Bergholt, Suffolk, 1776 - Londra, 1837)
Paesaggista inglese che muove dall'osservazione minuziosa della realtà dei pittori olandesi, ma rende la natura con immediatezza servendosi di macchie colorate in relazione reciproca e preludendo quindi ai grandi paesaggisti francesi. Constable considera "la pittura una scienza" e ritiene che si debba studiare la natura direttamente, senza la mediazione di altri quadri precedenti. A conferma di questo studio attento condotto sulla natura, o, meglio, sul modo con cui l'occhio umano percepisce i fenomeni naturali, dipinse, fra il 1821 e il 1822, una serie di quadri sulle nuvole e sui successivi e differenti rapporti fra il colore, la forma di esse e il cielo.

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