Canova

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

SCULTURA
Canova (Possagno, Treviso 1757 - Venezia 1822)
Il maggiore scultore europeo dell’età neoclassica e l’ultimo artista italiano di risonanza internazionale, che sintetizza e conclude la grande tradizione scultorea italiana ed interpreta le aspirazioni contemporanee al bello ideale e alla rinascita dell’arte antica.
A Venezia, dove si trasferisce ancora ragazzo e dove ha luogo la sua formazione, ha modo di studiare
• le sculture di Morlaiter
• le architetture di Temanza
Inoltre, imparando a conoscere il corpo umano, si esercita a disegnare i calchi in gesso di statue antiche, abituandosi a trasfigurare il vero nelle forme classiche.
Nel 1781 il Canova si trasferisce a Roma, dove entra in contatto con l’ambiente neoclassico influenzato dalle teorie del Winckelmann.
L’essere nato e vissuto nei pressi di fiumi e del mare, spiega il motivo del forte uso di chiaroscuri, tipici della vibrazione dell’acqua.
La sua scultura si basa principalmente su tre punti :
1. dà plasticità alle sue sculture, tanto da far sembrare la carne quasi vibrante. Inoltre, era solito ricoprire le sculture con delle patine di cera, che aumentavano questo effetto di plasticità e davano più morbidezza ai panneggi, sempre presenti nelle sue opere
2. nelle sue opere si nota un acceso rigore intellettuale, che toglie ogni movimento alla scultura, conferendogli una netta rigidezza. I volti non mostrano alcuna espressione o sentimento.
3. la maggior parte delle sue opere nasce da un’ispirazione venuta dalla natura che lo circonda.
Viene spesso incaricato di progettare monumenti funebri
• di papa Clemente XIII : più mosso
• di papa Clemente XIV : più compassato
Sul tema funebre il Canova tornerà altre volte: egli credeva, infatti, che il passaggio dalla vita alla morte è destino comune ad ogni uomo.
Mentre per la fede cristiana, la morte non è che il momento del passaggio dalla vita terrena a quella eterna; per il razionalismo, invece, essa rappresenta la fine.
Si ricordano I SEPOLCRI di Foscolo, in cui la tomba non ha alcun significato di per sé, ma diventa motivo di ricordo del defunto per i vivi.
Opere
Dedalo e Icaro : naturalismo e idealizzazione.
CORPO FIGLIO : levigato, giovanile
CORPO PADRE : movimento delle superfici per la decadenza senile della carne
Monumento funerario di Maria Cristina d’Austria
FORMA : piramidale, per quell’interesse all’antico Egitto (retour d’Egypte, dopo la scoperta della Stele Di Rosetta)
FIGURE : in basso a destra sui gradini: genio funebre
sulla sinistra : mesto corteo, che si accinge a penetrare nella tomba, con un movimento ritmico, lento ma continuo, a cui contribuisce il panno disteso sotto i loro piedi
a destra, sdraiato : un leone, in atto malinconico, che rappresenta la tenerezza coniugale
APERTURA LA CENTRO : sembra condurci in uno spazio infinito, illimitato, buio
MESSAGGIO : addio

Napoleone Buonaparte
come Marte pacificatore

La fama del Canova è ormai tale che Napoleone dal 1804 si fa ritrarre da lui, sia a mezzo busto che intero, nell’aspetto di Marte pacificatore, in piedi, nudo, un braccio alzato appoggiato all’asta, l’altro più basso con in mano il globo sormontato dalla vittoria alata.
La statua vuole essere l’esaltazione eroica di Napoleone: al di là della realtà fisica, esprime l’ideale. Il corpo è strutturato secondo un modello di perfezione nei rapporti proporzionali e la testa è regolarizzata. Ed è nudo perché secondo Canova
il linguaggio sublime dello statuario è il nudo
Infatti, la bellezza ideale del corpo umano non può nascere dal suo camuffamento con vesti, ma dalla perfetta corrispondenza di tutte le parti fra loro, in una scelta armonica delle migliori.
La statua, tuttavia, ha una certa freddezza. Canova, in realtà, non sente l’eroismo dell’uomo superiore, dominatore morale di sé stesso: egli, più che l’ideale etico, sente l’ideale estetico.

Paolina Borghese

È rappresentata nell’atteggiamento di Venere, vincitrice del pomo aureo nel giudizio di Paride. Giace semisdraiata su un lettuccio, il busto nudo sollevato e sostenuto dal braccio destro appoggiato sui cuscini, nella posa dei convitati romani.
La composizione permette un passaggio graduale dalla orizzontalità del giaciglio alla verticalità della testa, con un morbido andamento sinuoso, reso evidente dalla linea del contorno, determinata dalla posa frontale e dallo stacco fra il colore del marmo e lo spazio che la circonda.
Le superfici sono trattate pittoricamente con sottili trapassi luminosi, generati dall’incresparsi del lenzuolo ricamato sotto il peso della giovane donna languidamente distesa, dalle piaghe del panno che ne riveste la parte inferiore. Ciò conferisce al corpo nudo un calore trepido, cui non è estraneo l’accostamento al marmo degli ornamenti dorati del lettuccio, e che certamente Canova desiderava, avendo coperto le superfici con una patina che dava loro un tono ombrato.

Ebe
Ebe, la coppiera degli dei, avanza con la leggerezza di una danzatrice, in un perfetto ed armonico bilanciamento del movimento delle braccia e delle gambe, mentre la tunica, che avvolgendosi alla cintura, rende visibili le andature del seno, si appiattisce e si velifica anteriormente, ricevendo la luce, e svolazza posteriormente con ricchi giochi chiaroscurali.
Anche questa statua aveva ricevuto una patina sul corpo e tonalità rosate sul viso, così da rendere più vivo e palpitante il marmo, che riceve riflessi dorati dalla collana, dalla brocca e dalla coppa.

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