Analisi della pietà di Michelangelo

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

PIETA’ Michelangelo

Su commissione del cardinale francese Jean Bilhères de Lagraulas, Michelangelo realizza una Pietà marmorea per la Chiesa di Santa Petronilla a Roma. Il gruppo scultoreo viene però trasferito nella Basilica di San Pietro nel 1517, trovando diverse sistemazioni prima di quella attuale. Michelangelo realizza l’opera fra il 1498 e il 1499, anche se sembra si sia procurato il marmo già nel 1497. La scultura è alta 174 cm, larga 195 cm e profonda 69 cm.
Il dinamismo e la morbidezza delle linee, la resa plastica delle forme corporee e delle pieghe di tessuti, fanno della scultura uno dei capolavori del genio michelangiolesco.
La figura rappresenta la Madonna che tiene sulle ginocchia il figlio appena deposto dalla croce.
La Vergine ha il capo abbassato e non volge gli occhi al pubblico;essa sorregge il figlio con la mano destra sotto il braccio di lui lasciato andare; nelle mani di Gesù sono perfettamente visibili i buchi della croce.
La pietà non narra il dolore della madre, non mostra lo strazio del corpo martoriato di Cristo: l’una e l’altro, la vita e la morte, riuniti insieme, raggiungendo la “perfezione” divina.
Si spiega così la forma piramidale che, dalla larghezza della base salendo a spirale, conduce al vertice, quindi all’unità, nella testa della Vergine. Lo spessore relativamente piccolo, rispetto alla larghezza e all’altezza, significa che lo spettatore è costretto a percepire il gruppo statuario come un rilievo addossato a un piano ideale di fondo. Il punto di vista di Michelangelo, è sempre, perciò, uno solo: quello frontale.
Le pieghe sovrabbondanti della veste, hanno lo scopo di far risaltare maggiormente, per contrasto, la bellezza, la ricercatezza alessandrina del corpo nudo, e di dare un senso avvolgente a tutta la composizione. Questo ampio panneggio della Madonna è in contrasto con il corpo levigato di Gesù. La perfezione di questo e del volto rassegnato della Vergine esprime il superamento delle fattezze terrene e il raggiungimento della bellezza ideale.
Perciò, a chi gli faceva osservare l’estrema giovinezza della madre, in confronto al figlio, Michelangelo poteva replicare di aver voluto rendere la castità di lei.
Nella Pietà non vi è edonismo, cioè la bellezza goduta di se per se stessa; vi è invece il senso più profondo del neoplatonismo e del classicismo fiorentino: l’idea è compiutamente espressa, le forme sono perciò totalmente finite.
L’estrema levigatezza della superficie marmorea conferisce un effetto mimetico straordinario, paragonato da Vasari ad un miracolo.

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