Agostino, Annibale e Ludovico Carracci

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

I Caracci

Nel ‘600 nascono delle nuove personalità che si oppongono al manierismo (ovvero dipingere alla maniera dei grandi). Si voleva tornare a dipingere dal vero. Vi sono due diverse correnti:
1) naturalismo classicista (i Carracci)
2) naturalismo realista (Caravaggio)

I Carracci sono tre, e sono di origine bolognese. Agostino ed Annibale sono fratelli, e Ludovico è il loro cugino.
Si tratta del primo vero caso di reazione all’intellettualismo estetizzante manierista. Essi fondano a Bologna l’Accademia dei Desiderosi (in seguito si chiamerà degli Incamminati), una scuola dove si impara a dipingere e gli allievi acquistano anche una cultura letteraria e scientifica. L’importanza notevole stava nella novità dell’approccio, poiché il tirocinio avveniva su soggetti tratti dal vero.

Ludovico rimase sempre a Bologna. La sua è una pittura religiosa, ed egli si fa interprete delle idee della Controriforma.

Agostino è il più teorico dei tre: predica il ritorno alla natura e alla semplicità e alla comprensione delle composizioni in sintonia con le idee del Concilio di Trento, abbandonando le bizzarrie manieristiche. È in possesso di una cultura vastissima ed una buona dose di curiosità.
“Comunione di San Gerolamo”: vi è rappresentata la morte del Santo. I suoi confratelli sono con lui mentre riceve l’ultima Comunione. Vi è un’ambientazione classica. Ogni personaggio è in possesso di una propria fisionomia e psicologia (molti si fanno gli affari loro), e vi è un estremo naturalismo nella scena. L’espressione ed il corpo del Santo sono molto naturalistici. Il teschio è un’allusione alla morte imminente.

Annibale fu il più innovativo dei tre. Egli aveva un carattere passionale ed irriverente, aperto alle nuove esperienze artistiche. Il suo realismo è causato da un’osservazione molto attenta del quotidiano e dalla volontà di fissarlo sulla tela senza allusioni nascoste. Egli passò attraverso tre fasi:

1° fase: fase giovanile. Si trova ancora a Bologna.
“La bottega del macellaio”: si tratta di una pittura di genere, dove è ripresa la tendenza fiamminga. Le dimensioni sono quasi reali, le forme sono monumentali. Esso rappresenta una novità: prima le dimensioni enormi erano riservate esclusivamente ai quadri di storia e mitologia. Sono rappresentati quattro macellai, un soldato ed una donna, senza nessun significato recondito. La pennellata è larga e densa, stesa a tocchi energici che modella le forme con una grande forza plastica, donando monumentalità alle figure.

2° fase: viaggio a Roma da Odoardo Farnese. Lì, entra in contatto con le opere greco – romane, che lo portano ad un cambiamento di stile.
Galleria Farnese: si tratta di un ciclo improntato al classicismo. In questa sala ci sarebbe stata l’esposizione della collezione di statue. La volta è come una pinacoteca. È utilizzata la tecnica dei quadri riportati ( o tecnica della quadratura = finti quadri su tela con soggetti mitologici molto in voga a quell’epoca).
3° fase: a Roma, Annibale ribalta il rapporto tra uomo e paesaggio nella pittura tradizionale. Tutto il quadro “Fuga in Egitto” è dedicato al paesaggio, e gli uomini sono quasi irrilevanti. Annibale fece degli schizzi del paesaggio dal vero e li terminò nello studio.

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