Materie: | Altro |
Categoria: | Sistemi |
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Data: | 14.03.2006 |
Numero di pagine: | 3 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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Testo
Relazione di sistemi
Scopo:Verificare il rapporto di trasformazione “k” del trasformatore e il numero di spire poste sul primario e sul secondario
Oggetto: Trasformatore monofase a vuoto
Schema:
Disegno:
Esperienza 1
Esperienza 2
Strumenti:
MULTIMETRO= multimetro, posto in parallelo al reostato, impiegato come voltmetro per misurare la tensione entrante nel circuito magnetico ossia nella macchina statica chiamata “trasformatore”
TESTER= Tester, posto in parallelo all’uscita del trasformatore, utilizzato come voltmetro.
REOSTATO= Reostato utilizzato come potenziometro il quale grazie ad una resistenza variabile ci consente di ottenere svariati valori di tensione.
TRASFORMATORE MONOFASE= macchina elettrica statica formata da un circuito di materiale ferromagnetico con un’alta permeabilità magnetica dove viene inserito 2 bobine solitamente con diversi numeri di spire per modificare la tensione entrante nel trasformatore
BOBINA= Solenoide in grado di generare un campo magnetico dipendentemente dall’intensità di corrente che lo percorre, dal numero di spire e dalla sua lunghezza
RETE ELETTRICA: Genera una tensione non variabile pari a 220v
Svolgimento
Prima di descrivere la nostra esperienza esponiamo brevemente come funzione un trasformatore.
Quando applicando una tensione ad un trasformatore applichiamo una tensione ad una bobina chiamata circuito primario. La corrente che circolerà nel circuito primario produrrà un flusso magnetico variabile il quale viene assorbito dal materiale ferromagnetico che si trova lungo l’asse della bobina e che lo collega con un’altra bobina chiamata circuito secondario. Nella bobina attraversata da un flusso magnetico variabile trasmesso dal materiale ferromagnetico si creerà una corrente indotta con un valore che dipende principalmente dal rapporto del numero di spire che c’è tra il primario e il secondario.
K=rapporto di trasformazione
Ora passiamo alla nostra esperienza.
Esperienza 1
Nella prima esperienza abbiamo collegato ad un trasformatore un reostato il quale tramite un cursore dosava la tensione presa direttamente dalla rete elettrica (220v) e anche dei voltmetri all’entrata e all’uscita del trasformatore per misurare le varie tensioni. In questa esperienza abbiamo preso numeri di spire uguali sia per il circuito primario che per il secondario e cioè 500. cosi facendo volevamo verificare che la seguente formula fosse esatta : e che quindi la tensione entrante nel trasformatore fosse uguale a quella uscente dal trasformatore in quanto e quindi infatti abbiamo notato che la tensione uscente era uguale a 209v diciamo comunque che la formula è verificata tenendo conto delle perdite dovute all’effetto joule e le perdite di potenza nel nucleo magnetico cioè nel ferro (a causa del ciclo di isteresi),per le correnti parassite e i flussi dispersi.
Esperienza 2
Nella seconda esperienza abbiamo più volte variato il numero di spire poste sul circuito secondario. In seguito ci siamo calcolati il numero di spire poste sul primario, sapendo la tensione uscente dal trasformatore e il numero di spire del circuito primario che abbiamo lasciato costante nelle varie provre.
Nella prima prova avevamo: tensione entrante nel trasformatore = 220v
tensione uscente nel trasformatore = 6.24v
n° di spire sul primario = 500wdg
Nella seconda prova avevamo: tensione entrante nel trasformatore = 220v
tensione uscente nel trasformatore = 12.49v
n° di spire sul primario = 500 wdg
OSSERVAZIONI:
Il nostro scopo è stato raggiunto cioè verificare il valore k tendo conto che la teoria non si concilIerà mai con la pratica in quanto ci sono sempre delle perdite;anche se le macchine elettriche hanno un rendimento minimo pari al 95% circa
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