Vulcani: tesina di scienze

Materie:Tesina
Categoria:Scienze

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Testo

VULCANI.
Origine dei vulcani.
Anche il fenomeno del vulcanesimo è legato ai movimenti delle zolle crostali. Infatti un vulcano nasce là dove la crosta terrestre presenta una frattura dalla quale il magma fuoriesce, raggiungendo attraverso un condotto (il camino) la superficie, sulla quale si forma un cratere,cioè lo sbocco del camino: il materiale lavico eruttato, accumulandosi progressivamente, forma il vulcano. La velocità alla quale il magma si muove è determinata in primo luogo dal suo contenuto di silice, che è il principale costituente di tutti i magmi. I magmi che hanno un contenuto in silice sufficientemente elevato sono viscosi, di colore chiaro, e fluiscono assai lentamente. Sono i cosiddetti magmi felsici, viceversa si chiamano magmi mafici quelli a contenuto in silice basso; questi tendono a essere più fluidi e a scorrere più rapidamente. Molti magmi contengono gas che vengono emessi durante l’eruzione vulcanica. I più importanti composti gassosi sono il biossido di carbonio e i gas sulfurei, cui va aggiunto anche il vapore acqueo; altri elementi volatili sono l’idrogeno, il monossido di carbonio, lo zolfo, il cloro e il fluoro. Il quantitativo di gas determina il tipo di eruzione; quando un magma giunge in superficie viene infatti a mancare la pressione che agiva su di esso e i gas disciolti tendono a liberarsi sotto forma di bolle che si gonfiano fino a scoppiare. Come risultato, i magmi contenenti grandi quantità di gas disciolti tendono a dar luogo ad eruzioni più esplosive di quelli che contengono relativamente pochi gas. Il magma quando raggiunge la superficie, si chiama lava e ha composizioni differente da quella del magma originario: molti gas sono stati emessi e nuovo materiale si è aggiunto provenendo dalle rocce con le quali il magma, salendo, è venuto a contatto.
Prodotti solidi.
Durante le eruzioni di tipo esplosivo si producono dei frammenti di lava detti piroclasti. I più piccoli costituiscono le ceneri, mentre quelli più grandi sono detti lapilli; i frammenti ancora più grossi costituiscono le cosiddette bombe vulcaniche che vengono eruttate sotto forma di corpi liquidi che solidificano nel corso della loro emissione.
Tipi di eruzioni.
Le eruzioni lineari si verificano lungo le strette fratture della crosta terrestre: di solito sono eruzioni abbastanza lente e tranquille per il fatto che la lava è di natura basaltica e contiene pochi gas disciolti. Le eruzioni centrali invece si verificano in corrispondenza dei margini di subduzione, sono di solito esplosive, con emissione di notevoli quantitativi di proietti. La catena di vulcani più attiva del mondo si trova nelle isole dell’Indonesia, nelle Filippine, in Giappone.
Tipi di vulcani.
E’ possibile suddividere i vulcani della terra almeno in due grandi gruppi: vulcani a scudo e strato-vulcani. Nei vulcani a scudo la lava basica molto fluida, trabocca per un lungo tratto fuori dal cratere, dando luogo a coni molto appiattiti e larghi, costituiti da innumerevoli colate sovrapposte; alla sommità presentano dei crateri a pareti quasi verticali, detti crateri a pozzo, entro i quali si può formare un vero e proprio lago di lava con zampilli e cascate. Gli strato-vulcani sono costituiti da un’alternanza di colate laviche e depositi di proietti vulcanici; la forma classica è un cono piuttosto slanciato con fianchi esterni quasi concavi e cratere a forma di imbuto.
Sorveglianza dei vulcani e previsioni delle eruzioni.
Lo studio adeguato di un vulcano attivo richiede l’installazione, sul luogo medesimo o nelle vicinanze, di laboratori, attrezzati di complessi meccanismi che permettono la misurazione di diversi parametri e costanti. Da molti anni si sa che le grandi eruzioni vulcaniche, quasi sempre, sono precedute e accompagnate da terremoti di intensità variabile. Su questa constatazione si basa uno dei metodi più sicuri di previsione delle eruzioni; le vicinanze dei vulcani attivi devono essere attrezzate con sismografi, che rivelano e registrano in modo continuo l’attività sismica della zona in vista di un’ulteriore interpretazione. Il risveglio di un vulcano e l’imminenza di un’eruzione causano nelle zone limitrofe deformazioni del suolo, come innalzamenti, sprofondamenti, ecc. Lo studio di queste deformazioni e il controllo continuo del territorio possono fornire indizi importanti per intuire il risveglio di un vulcano. Per poter prevedere le eruzioni è molto importante lo studio dell’evoluzione termica delle zone vicine ai vulcani, come pure la composizione e la natura dei gas emessi da questi vulcani durante i periodi di scarsa attività.

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