OGM

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Categoria:Scienze

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Testo

Organismi Geneticamente Modificati
Gli OGM - Organismi Geneticamente Modificati - sono organismi artificiali, spesso brevettati e dunque di proprietà privata di una azienda. Sono ottenuti inserendo nel patrimonio genetico dell'organismo "ospite" pezzi di DNA di organismi diversi che in natura non potrebbero in alcun modo scambiarsi il materiale ereditario. Ogni organismo è portatore di un elaborato set di istruzioni che contiene l’informazione necessaria al suo sviluppo e al suo mantenimento in vita; questo manuale vivente di istruzioni si trova nel nucleo di ogni cellula, in forma di una molecola chimica di nome DNA. Il DNA ha una struttura a "doppia elica" un po’ simile a quella di un doppio filo di perline torto a spirale o anche, come si dice spesso, a quella di una scala a chiocciola. Le unità costitutive di ciascun filamento si chiamano "nucleotidi". Ciascun nucleotide è composto da uno zucchero a 5 atomi di carbonio, da una "base azotata" e da un "gruppo fosfato". Ciascuna perlina rappresenta un nucleotide la cui base azotata è rivolta verso l’interno. Nel DNA ogni base di un filamento si lega con la base "complementare" dell’altro filamento. La complementarità delle basi azotate è dovuta al fatto che le coppie possono essere solo di tipo G (guanina)-C (citosina) e A(adenina)- T(timina). La sequenza delle basi lungo i filamenti del DNA è un codice. Si dovrebbe usare una sequenza di 3 basi,con 64 possibili combinazioni (triplette) per codificare 20 amminoacidi diversi. Una sequenza di DNA che codifica per una determinata proteina è un gene strutturale. Il processo attraverso cui la sequenza delle triplette di DNA di un gene strutturale si traduce in quella degli amminoacidi di una proteina, è articolato in due tempi: nel primo, detto trascrizione, il DNA, immobilizzato nel nucleo della cellula, stampa una copia "mobile" della sequenza genica interessata; nel secondo, detto traduzione, la copia mobile esce dal nucleo della cellula e viene letta, decodificata e trasformata nella sequenza primaria di una specifica proteina.
Una mutazione genetica è una modificazione, casuale o indotta, di una determinata sequenza di nucleotidi lungo la doppia elica del DNA. Le mutazioni indotte sono dovute ad agenti esterni all’organismo detti agenti mutageni. Il tipo più semplice di mutazione è quella che modifica una singola coppia di basi, attraverso la sostituzione di una base con un’altra.
Mutazioni per inserimento o delezione di basi
Gli inserimenti e le delezioni, sono mutazioni molto importanti nell’ambito del discorso sulla tecnologia del DNA ricombinante, in quanto hanno una probabilità elevata di verificarsi proprio in seguito all’inserimento di transgeni in una cellula ospite.
I metodi usati dalla tecnologia del DNA ricombinante sono relativamente semplici. Per prima cosa si deve trovare ed isolare dal DNA di una cellula donatrice il gene che codifica per la proteina cui si è interessati; quindi si deve inserire e fare esprimere questo "transgene" dal DNA di una seconda cellula (cellula ospite), generalmente un batterio o un lievito che, dividendosi molto rapidamente, genererà miliardi di copie identiche a se stesso: ogni individuo del clone conterrà anche il transgene ed esprimerà la proteina cui si è interessati.
Per isolare la sequenza di DNA rappresentante il transgene dal resto del genoma della cellula donatrice, si usano delle "forbici molecolari" (endonucleasi di restrizione) che riconoscono e tagliano i due filamenti della doppia elica di DNA in modo molto preciso, a livello di una determinata sequenza.
I plasmidi
I plasmidi sono DNA batterici circolari indipendenti dal DNA cromosomico e in grado d'autoreplicarsi autonomamente nelle cellule. Il DNA plasmidico porta, oltre ai geni necessari a dirigere la propria replicazione, anche un certo numero d'altri geni tra i quali ci sono spesso quelli che inducono la resistenza agli antibiotici e che stimolano nei batteri comportamenti pseudoriproduttivi come la coniugazione. Questi comportamenti facilitano il trasferimento di materiale genetico da un ceppo batterico ad un altro e sono responsabili, tra l'altro, del trasferimento genetico orizzontale dei geni per la resistenza agli antibiotici da ceppi resistenti a ceppi sensibili. Per la loro capacità di trasmissione da un batterio ad un altro, i plasmidi sono tra i DNA-navetta più utilizzati nell'ambito dell'ingegneria genetica. Infatti, se accanto al gene di cui si desidera l'espressione ne viene messo anche uno che induce la resistenza per un determinato antibiotico, le linee batteriche trasformate saranno le uniche a sopravvivere in presenza dell'antibiotico. Questo consente di selezionarle rapidamente, distinguendole da tutte le altre.
Geni Marker
I geni marker si usano per distinguere da tutte le altre le cellule il cui DNA risulta geneticamente trasformato; tale distinzione è resa possibile dall'espressione di una caratteristica facilmente identificabile. Molti geni marker sono di origine batterica e sono dotati di specifiche sequenze regolatrici capaci di promuoverne l'espressione nelle cellule vegetali. Essi inducono resistenza ad una sostanza specifica, comunemente un antibiotico, altrimenti tossico per la cellula. Le linee di piante geneticamente ingegnerizzate possono contenere questi marcatori inseriti all'interno del proprio DNA. La presenza di geni marker nelle linee di piante transgeniche è fonte di potenziali rischi per la salute umana e per l'ambiente; i prodotti d'alcuni geni marker, infatti, possono essere tossici o allergici per l'uomo o per gli animali, mentre i geni per la resistenza agli antibiotici possono essere trasferiti orizzontalmente ai batteri presenti nell'ambiente.
Resistenza agli antibiotici
In Francia era stata autorizzata - e successivamente sospesa - la coltivazione di un mais transgenico della Novartis in cui era stato introdotto un gene resistente ad un antibiotico comune, l'ampicillina. Questo gene viene definito "Marker": permette di identificare le cellule in cui è riuscito il "trapianto" dei geni. Successivamente, il marcatore non svolge più alcuna funzione, ma la sua eliminazione sarebbe stata toppo costosa e difficile.
Gli antibiotici sono le uniche armi efficaci contro i batteri patogeni (che causano malattie); la resistenza agli antibiotici dipende dal fatto che, con l’uso eccessivo di questi medicinali negli ultimi anni, si selezionano (cioè sopravvivono) solo quei batteri che contengono i geni che permettono loro di resistere a questi "veleni". Il problema è che i batteri non solo possono scambiarsi tra loro questi geni, ma possono acquisirli anche da organismi superiori.
Numerosi studiosi temono che la diffusione di geni con resistenza agli antibiotici - tipici delle piante transgeniche - possano accelerare questo processo creando, così, nuovi batteri contro i quali gli antibiotici sono assolutamente impotenti. Gli scienziati più attenti, temono che la resistenza agli antibiotici possa quindi passare dagli OGM ai batteri patogeni, che possono infettare l'organismo umano, tramite uno o più passaggi intermedi.. Lo stesso fenomeno potrebbe succedere in animali d’allevamento o anche in natura. Fino a materializzare il fantasma che tutti temono: un batterio patogeno resistente a tutti i tipi di antibiotici conosciuti.
Gli impatti sulla salute
I pericoli che la manipolazione genetica comporta per la salute umana sono ancora in gran parte sconosciuti e per questo oggetto di attentissimi studi.
Uno dei rischi a cui ci esponiamo assumendo OGM è sicuramente quello delle allergie. Manipolare geneticamente un organismo vuol dire “inserire” in esso DNA che gli permette di produrre una proteina che altrimenti non sarebbe in grado di sintetizzare. L’uomo si nutre da sempre di proteine, che a volte però possono essere rifiutate dal nostro organismo, perché riconosciute come non self, che risponde con la cosiddetta reazione allergica.
L’ ingegneria genetica spesso utilizza geni, e quindi proteine, che non fanno parte del consumo alimentare tradizionale. Questo si traduce in un rischio non prevedibile se il gene trapiantato proviene da uno scorpione o da una petunia o da altri organismi finora utilizzati nell’alimentazione. Le multinazionali del settore garantiscono che non c'è rischio di risposta allergica trapiantando un unico gene. Purtroppo però questa teoria è stata già contraddetta: un esempio è la soia manipolata con un gene proveniente dalla noce brasiliana. Questo gene contiene le istruzioni per la sintesi della metionina, non prodotto direttamente dall’uomo. La noce brasiliana è nota per la sua forte potenzialità allergenica. Lavorando su una serie di campioni di sangue provenienti da soggetti allergici alla noce brasiliana, si è osservato che in ben 7 dei 9 campioni analizzati si era sviluppata una reazione allergica anche ai semi di soia transgenica.
Prodotti alimentari già presenti in commercio
SPAGHETTI CHE NON SCUOCIONO:E’ modificato il contenuto di glutenina, una proteina che dà resistenza alla cottura.
POMODORI CHE NON MARCISCONO:Si mantengono più a lungo grazie all’inattivazione dell’enzima che determina la marcescenza.
RISO CHE NON PROVOCA ALLERGIA:Modificato in modo che non contenga proteine che provocano allergie. In commercio in Giappone.
PATATE CON MENO ACQUA: Contengono una quantità maggiore di amidi e assorbono meno grassi durante la cottura.
FORMAGGIO ARTIFICIALE:La coagulazione non avviene più per effetto delle proteine del latte ma per l’utilizzo di microorganismi geneticamente modificati che sono in grado di replicare il processo di fermentazione della chimosina.
OLIO DI GIRASOLE A BASSO CONTENUTO DI COLESTEROLO:E’ stato modificato il contenuto di acido oleico e linoleico.
LIMONE SENZA IL GUSTO DI AMARO:Contiene un enzima limonoideglucoside che elimina il gusto di amaro.
PANE SEMPRE FRESCO:Impoverito di amilosio componente presente nell’amido del pane.
CAFFE’ AROMATIZZATO:Ha un sapore più forte con una ridotta quantità di caffeina
Gli OGM si stanno estinguendo sugli scaffali dei supermercati…
In Italia i consumatori hanno chiaramente rivendicato il proprio diritto ad alimentarsi di cibi non manipolati geneticamente. Le grandi aziende agroalimentari e le principali catene di supermercati hanno recepito questo segnale decidendo di escludere gli OGM e i loro derivati dai prodotti alimentari. In Europa la situazione è identica: le rivendicazioni dei consumatori si fanno sempre più pressanti e altrettanto avviene in Giappone, Corea, Australia e Nuova Zelanda. Anche all’interno dei grandi paesi esportatori come l’Argentina, gli Stati Uniti ed il Canada, dove il dibattito ha esitato a lievitare, i consumatori cominciano a far sentire la propria voce.
… Ma continuano ad insinuarsi nella catena alimentare!
La sensibilità che il settore alimentare ha dimostrato accogliendo le richieste dei consumatori per prodotti non- OGM non deve però far dimenticare che le colture transgeniche continuano a essere introdotte massicciamente nell’ambiente attraverso l’alimentazione destinata agli animali di allevamento (polli e tacchini, maiali, bovini, pesci). Infatti, l’alimentazione zootecnica ne costituisce il principale sbocco economico restando dietro le quinte: senza saperlo né volerlo, i consumatori continuano a consumarli indirettamente.
In Europa è aumentata la diffidenza nei confronti della zootecnia intensiva, penalizzata da gravi emergenze come i polli alla diossina in Belgio, il ricorso agli OGM nella mangimistica, l’individuazione di numerosi casi di BSE in Europa, l’afta epizootica dei suini inglesi, l’influenza aviare che ha decimato in Italia la popolazione di polli e tacchini e la più recente lingua blu che ha colpito le pecore in Sardegna.
Gli impatti ambientali
La maggior parte della ricerca mandata avanti dalle aziende si è finora focalizzata sull’ottenimento di piante resistenti agli erbicidi prodotti dalle stesse industrie. Cosi una coltivazione di piante geneticamente manipolate può essere trattata con quantità d'erbicida tale da essere sicuri di uccidere tutte le piante infestanti senza il rischio di uccidere la pianta stessa che chiaramente n'è resistente.
Il Bacillus Thuringensis (Bt) è un batterio del suolo che produce una tossina insetticida ed è molto utilizzato dagli agricoltori biologici come insetticida naturale, efficace e sicuro. Oggi alcune piante sono state manipolate con il gene della tossina del Bt, e sono quindi geneticamente in grado di produrre la tossina insetticida; il problema è che mentre gli agricoltori biologici facevano degli utilizzi occasionali di questa sostanza, le piante manipolate le producono per tutto il tempo della loro crescita: questo significa che gli insetti sono continuamente esposti alla tossina e quindi nelle condizioni favorevoli allo sviluppo di una resistenza. Inoltre la presenza sulle piante manipolate della tossina Bt può danneggiare un ampio numero d'insetti: un recente studio ha evidenziato che una specie di insetti predatori, le crisope, che si nutrono di parassiti del grano, presentano disfunzioni ed un aumento di mortalità quando si nutrono di prede cresciute su piante Bt.

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