Era mesozoica - parte 1

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Testo

L’Era Mesozoica comprende un periodo di 170 milioni di anni, ed è un’Era di transizione nel processo dell’evoluzione biologica. E’ detta anche “ Età dei rettili “, perché è caratterizzata dalla presenza di rettili di ogni tipo e dimensione. Si svilupparono le ammoniti, che si diffusero rapidamente negli Oceani, mentre uccelli , mammiferi , piante che producevano fiori e molti degli attuali insetti apparvero per la prima volta.
Avvennero altri importanti mutamenti geografici, la Pangea cominciò a fratturarsi in zolle che iniziarono la deriva verso le attuali posizioni; si formarono quindi nuovi mari e continenti, sorsero catene montuose e si formarono vasti giacimenti minerari.
Il mesozoico si divide in 3 periodi: il Triassico, il Giurassico e il Cretaceo.
IL TRIASSICO
All’inizio del Triassico, la terra era formata da un unico grande continente: la Pangea, circondato da un unico Oceano chiamato Pantalassa. Praticamente non c’erano né mari né oceani fra le terre emerse, per cui tutti gli animali potevano spostarsi in ogni parte della Pangea camminando sempre sulla terraferma .
Il Triassico copre un intervallo di 30 milioni di anni : da 230 a 180 milioni di anni fa circa, e dal punto di vista climatico ci fu la totale scomparsa delle glaciazioni,
lasciando posto a un clima prevalentemente mite.
Durante questo periodo, il supercontinente Pangea, , cominciò a frammentarsi, e il livello dei mari cominciò a innalzarsi, portando a un ritorno delle varietà marine e a organismi dotati di conchiglia. Si svilupparono nuovi tipi di spugne e fecero la loro
Prima comparsa i coralli.

Questa enorme riserva di cibo marino, portò ad un rapido
incremento di rettili, con zampe palmate e una lunga pinna
dorsale adatta per il nuoto. Le mascelle erano lunghe e
armate di denti acuminati per catturare il pesce.

Quelli che si adattarono meglio all’ambiente acquatico,
furono gli Ittiosauri, pesci lucertola simili ai nostri
delfini anche nello stile di vita, che però non erano in
grado di ritornare sulla terraferma per deporre le uova,
così dovevano partorire piccoli già vitali.

Un altro tipo di rettile marino è il Plesiosauro, caratterizzato da quattro arti a remo, coda corta, collo lungo e testa piccola, munita di numerosi e affilati denti aghiformi, della lunghezza di circa sei metri. Si nutriva di pesci, ma non sapeva immergersi e quindi trascorreva il tempo nuotando in superficie e deponendo le uova sulla terraferma come le tartarughe.
Alla fine del Triassico, i rettili poterono decollare nel vero
senso della parola. Gli Pterosauri, erano provvisti di due
membrane, dove la prima collegava le zampe anteriori a
quelle posteriori, mentre la seconda partiva dalle zampe
posteriori e si collegava alla coda, cosicché lanciandosi dagli
alberi, gli animali allargavano queste membrane e planavano
fino a lunghe distanze, come il pipistrello.
Nel corso degli Nel anni, gli animali preistorici svilupparono
molte tecniche di volo. Il Longisquama era un rettile dotato
di squame molto allungate e saldate alla schiena, che
probabilmente venivano usate tipo paracadute quando si
lanciava dagli alberi. Queste squame erano disposte in coppia
e quelle posteriori erano sette volte maggiori di quelle
anteriori. Questa struttura potrebbe essere alla base
dell’evoluzione delle penne che sarebbero quindi derivate
dall’allungamento di normali squame.

In quel periodo comparvero i primi dinosauri, che assomigliavano ai nostri coccodrilli.

Si trattava di animali di dimensioni contenute, non ancora sviluppati quanto quelli che si sarebbero affermati nei periodi successivi, e si distinguevano in Saurischi, con il bacino da lucertola e Ornitischi, con il bacino da uccello. Erano carnivori eretti su due zampe , veloci ed aggressivi. Avevano mascelle potenti adatte a strappare le carni di animali, e zampe posteriori molto sviluppate che gli consentivano di muoversi con facilità nei terreni compatti delle steppe e delle savane dove cacciavano. Gli arti anteriori, che non servivano al movimento, erano ridotti, ma ugualmente armati di artigli.
Molti dinosauri erano erbivori, compresi i Sauropodi, ma essere erbivoro
comportava una serie di condizioni e“problemi anatomici” che i carnivori
non avevano. I vegetali offrivano uno scarso potere nutritivo che doveva
essere compensato con la quantità, inoltre l’assimilazione delle fibre,
sempre lunga e faticosa, richiedeva un apparato digerente molto sviluppato. I dinosauri inghiottivano senza masticare, sia foglie che pietre ruvide. Le specie erbivore, avevano anch’essi collo lungo, testa piccola e
denti affilati, ma le zampe erano corte in rapporto al tronco; tuttavia essi furono protagonisti di una radicale trasformazione nel modo di vita dei
dinosauri. La dentatura da carnivori si modificò e lo stomaco assunse la
capacità di digerire i tessuti vegetali. Assieme all’aumento di taglia, si verificò un altro importante cambiamento; i Prosauropodi furono i primi dinosauri a sangue caldo, capaci cioè di controllare la temperatura corporea grazie alle loro enormi dimensioni.

Alla fine del Triassico comparve un tipo di dinosauro ornitisco bipede, erbivoro e lungo un metro , il Lesothosaurus , che passava le stagioni calde infossato in buche scavate nel fango, come fanno ancora oggi i coccodrilli africani.

Un gruppo unico di rettili, i Placodonti apparvero alla metà del Triassico.
Erano dotati di una spessa corazza dorsale simile a quella della tartaruga, possedevano una lunga e robusta coda con pinna dorsale e zampe palmate .
Alcuni erano forniti di becco e denti a forma di bastoncino.
Il palato e il pavimento della bocca , erano coperti di grosse piastre dentate, destinate a frantumare i gusci calcarei di molluschi o altri organismi marini.
L’improvviso incremento degli organismi marini connesso alla crescita del livello del mare durante il Triassico, costituì dovunque un abbondante patrimonio alimentare , ma non potè essere sfruttato dai placodonti, perché caddero vittime dei pesci ossei, che avevano sviluppato mascelle molto robuste, e con denti atti alla frantumazione dei gusci.
Circa 70 milioni di anni fa un gruppo di lucertole marine, acquisì la capacità di cibarsi di organismi dotati di gusci calcarei. Oggi la loro nicchia ecologica è occupata dai trichechi.

IL GIURASSICO

Il periodo Giurassico , prende il nome dalla montagna del Giura nell’Europa Centrale. Il supercontinente Pangea continuava a frantumarsi , e il mare penetrò tra l’Europa e l’Asia, il clima era caldo e umido. Tale avanzata dei mari determinarono un’esplosione di vite marine e in particolare le ammoniti predatrici.
Le loro conchiglie vuote ricoprivano vastissime aree del fondo marino e queste,
fossilizzandosi formarono vere e proprie rocce creando così un’abitazione per i
molluschi bivalvi come le ostriche.

Le ammoniti avevano la conchiglia a forma di spirale con molte camere ripiene di gas che le faceva galleggiare.
Avevano tentacoli per catturare le prede e dal sifone, un organo piegato a tubo che aveva il compito di pompare acqua per farle muovere.

Nel primo periodo dell’epoca dei dinosauri la superficie dei continenti era stata invasa dalle Gimnosperme, piante senza fiore e con semi non protetti, che si suddividevano in due gruppi: le Cycadacee e le Conifere.
Le cycadacee avevano un tronco massiccio e una corona di foglie sempreverdi che la facevano assomigliare alle palme.

Le Conifere , così chiamate perché dotate di coni, si suddividevano in 3 gruppi: i pini, con organi riproduttivi maschili e femminili; l’Arillo che non possedeva coni femminili e i cui semi erano racchiusi in una coppa carnosa colorata ; e il Ginkgo, un albero che raggiungeva fino ai 30 metri d’altezza. Ha foglie a forma di ventaglio e frutti simili alle susine, che se calpestati emanano un cattivo odore. Le conifere costituivano il cibo principale dei dinosauri erbivori.
I DINOSAURI PIU’ GRANDI
I più grandi animali terrestri di tutti i tempi furono i Sauropodi erbivori .
Al Mamenchisaurus spetta il primato del
collo più lungo ( 10 m.), che gli offriva vantaggi sugli altri erbivori.

Il Diplodocus, aveva una lunghezza di 26 metri, la maggior parte della quale spettava al collo ( 7 m), e 14 m di coda. Aveva una testa molto piccola dal muso allungato.
Il Brachiosaurus che pesava fino a cento tonnellate.
Tra questi grandi erbivori, c’è l’Apatosaurus, il Brontosauro originale, ossia “ Lucertola dal tuono “ per il rumore che provocava portandosi in giro le sue 30 tonnellate di peso. Si alzava sugli arti posteriori per raggiungere le cime più tenere degli alberi. La massa del corpo era anche la sua difesa contro i carnivori: si alzava e poi si lasciava ricadere sul malcapitato assalitore. Nella parte anteriore del capo aveva denti posti in modo da costruire una specie di rastrello per la raccolta dei vegetali.

L’Allosaurus, lungo 12 metri , era il dinosauro carnivoro dalle dimensioni più grandi.

Gli erbivori escogitarono numerosi stratagemmi per poter sfuggire ai carnivori. Il più curioso fu quello adottato dagli stegosauri, detti “ rettili dal tetto “, per via dell’armatura dermica formata da grosse piastre ossee. Il Kentosaurus era munito di due file di piccole piastre ossee, di forma triangolare, che andavano dalla nuca all’estremità della coda, e all’altezza del bacino sporgevano verso l’esterno un paio di grossi aculei. Anche lo Stegosaures era dotato di grosse piastre ossee lungo tutto il dorso, le quali rimanevano erette ed erano percorse da grossi vasi sanguigni.

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