Le Imposte Italiane: tesina sui principi costituzionale e giuridici

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Testo

LE IMPOSTE
PRINCIPI GIURIDICI DELLE IMPOSTE
PRINCIPI COSTITUZIONALI
L'affermazione dello stato di diritto ha comportato il superamento dell'antica concezione dell'imposizione fiscale basato sui criteri del privilegio, che esentava dal pagamento delle imposte i ceti sociali dominanti, ai quali spettavano agevolazioni per supposti meriti e alimentari o di ceto, mentre faceva ricadere del tutto il carico fiscale sulle classi più povere.
Nel testo costituzionale sono formulati i principi cui si deve ispirare il sistema fiscale nel suo complesso.
Principio della legalità
Questa importante principio giuridico è stabilito dall’art. 23 della costituzione: “nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”.
Il principio di legalità stabilisce una riserva di legge in base alla quale la materia fiscale è regolata solo da leggi ordinarie (o atti aventi forza di legge, come i decreti legge e decreti legislativi), escludendo quindi norme collocate a un livello gerarchico più basso, come, ad esempio, i regolamenti amministrativi.
Ciò allo scopo di evitare rischi di abusi e i comportamenti discrezionali da parte della pubblica amministrazione cui spetta la potestà tributaria concreta.
Solidarietà politica economica e sociale
Principio fondante è la solidarietà tra individui e gruppi sociali, così come sancisce l'art. 2 della costituzione, laddove richiede “l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
Ogni cittadino, in quanto componente della collettività nazionale, deve contribuire al conseguimento del bene comune con pagamento delle imposte, che strumento di una più equa distribuzione del reddito allo scopo di ridurre le sperequazioni sociali.
Capacità contributiva e principi di generalità e uniformità dell'imposta
in base all'art. 53 della costituzione, “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, ovvero la capacità del soggetto di contribuire alla spesa pubblica per effetto dei mezzi economici a sua disposizione.
L'art. 53 presuppone due importanti principi giuridici:
• La generalità o universalità stabilisce che tutti coloro che risiedono nello stato in sono tenuti a pagare le imposte. Si possono verificare deroghe a questo principio nel caso, ad esempio, di esenzioni fiscali accordate a chi disponga di redditi minimi, o nel caso di agevolazioni concesse a iniziative di interesse sociale o economico collettivo o realizzate in zone particolarmente disagiate.
• L'uniformità o uguaglianza discende dalla seconda parte dell'articolo citato, in quanto il carico tributario va ripartito in maniera equa in modo che i cittadini risentano uniformemente del prelievo fiscale, partecipando alle spese dello Stato secondo le proprie disponibilità economiche e sociali. L'attuazione di questo principio presenta diversi problemi perché poi che non è facile individuare un meccanismo di attribuzione del carico fiscale proporzionale alle reali disponibilità economiche dei contribuenti. Alcuni validi indicatori sono costituiti dall'ammontare e dal tipo di reddito, dalla consistenza del patrimonio, dalle spese effettuate per i consumi, altri elementi di carattere personale, economica e sociale concretamente accertabile, come la composizione del nucleo familiare ecc…
Principio di progressività
Sempre dello stesso articolo si trova l'indicazione relativa a come applicare il principio di uguaglianza: il sistema tributario deve essere “in formato a criteri di progressività”.
La moderna impostazione dell'economia pubblica ritiene che la capacità contributiva dei soggetti cresca in misura più che proporzionale rispetto alla base imponibile, per cui, secondo la teoria progressività, un'imposta che aumenta in misura più che proporzionale al crescere del imponibile corrisponde a criteri di equità fiscale.
PRINCIPI AMMINISTRATIVI
Perché allo Stato possa perseguire e efficacemente le proprie finalità sociali ed economiche occorre che sistema di accertamento e riscossione delle imposte sia realizzato dalla pubblica amministrazione in base ad alcuni principi, individuate suo tempo da Adam Smith.
Tali principi si possono definire come segue:
• giustizia: tutti devono contribuire alle spese pubbliche;
• certezza: l'imposta da pagare deve essere certa che non arbitraria;
• comodità: ogni imposta del essere riscossa nel tempio nel modo più agevole per il contribuente;
• economicità: le spese di accertamento e di riscossione devono essere ridotte al minimo, per cui sistema tributario deve essere poco costoso proprio stato.
A questi principi sono informati importanti operazioni tributarie, quali l'accertamento dell'imposta, che consiste nella determinazione dell'imponibile e nella liquidazione, che permette di calcolare l'ammontare dell'imposta, e la riscossione dell'imposta, che può venire in modi diversi.
RIPARTIZIONE DELL’ONERE DELLE IMPOSTE
IL PRINCIPIO DEL BENEFICIO
La teoria del beneficio si fonda sul principio che le imposte debbono essere distribuite in maniera eguale in modo che per ogni singolo contribuente si realizzi una equivalenza tra le imposte pagate e i servizi pubblici ricevuti.
Alla base di è il presupposto contrattualistico secondo il quale il cittadino cede involontariamente allo Stato una parte dei suoi diritti in cambio di talune attività realizzatemi solo da una struttura super individuale.
In ambito fiscale il cittadino cede una parte del proprio reddito per avere in cambio una serie di benefici offerti dallo Stato.
Il tributo non dovrà risultare superiore al valore del beneficio secondo la valutazione del contribuente, poiché in caso posto costui non avrebbe interesse a richiederlo.
Questa teoria non considera la diversa distribuzione della ricchezza, né si propone di intervenire in funzione perequativa.
Inoltre sembra non tener conto della peculiarità dei beni pubblici e della loro esternalità, per cui lo Stato deve far ricorso suo potere coattivo per far pagare tutti coloro che ne ricevono vantaggio anche indirettamente (rete viaria, illuminazione pubblica, servizio sanitario, ecc…).
IL PRINCIPIO DEL SACRIFICIO
Le teorie che si rifanno al principio del sacrificio si fondano sulla necessità di comparare e benefici che l'azione dello Stato procura al cittadino con la capacità contributiva di quest'ultimo.
Fino alla metà del XIX sec., nell'ambito della “finanza neutrale” predomina il concetto che tra capacità contributiva e carico fiscale vi sia un rapporto proporzionale; questa impostazione viene superata dalla convinzione di stampo radicale che la capacità contributiva cresca in rapporto più che proporzionale all'aumentare del reddito.
Vengono elaborate le teoria del sacrificio, distinte in tre branche, che si basano sulla quantità di utilità che viene sottratta al singolo mediante l'imposizione di prestazioni patrimoniali differenziate a seconda che si richieda contribuenti un sacrificio uguale, proporzionale un minimo:
• Il principio del sacrificio uguale, elaborato da John Stuart Mill, sostiene che l'uguaglianza del essere intesa in modo che l'imposta sottragga ad ogni contribuente una quantità uguale di utilità; perciò vanno maggiormente passati i ricchi, per il principio della decrescenza dell'utilità economica, inversamente proporzionale alla crescita del reddito.
• Il principio del sacrificio proporzionale ritiene che per ottenere l'uguaglianza di tutti cittadini di fronte all'imposta non basta che questa determini uguali sacrifici in termini di utilità, ma occorre differenziarla in proporzione all’utilità totale di cui gode ciascun soggetto, in modo che i sacrifici supportati dai diversi contribuenti siano proporzionali all’utilità totale della ricchezza di cui ciascuno dispone. Non è più necessario, per stabilire l'imposta, operare come nell'esempio precedente, confrontando i valori assoluti dei sacrifici sostenuti dai diversi contribuenti. In tal modo si determina un maggior sacrificio a carico dei ricchi, allo scopo di riequilibrare il divario rispetto ai meno abbienti (Cohen Stuart). L'applicazione di questo principio rende più semplice la determinazione dell'imposta, che assicura un equa ripartizione del carico tributario.
• Il principio del sacrificio minimo collettivo si propone di ridurre al livello più basso possibile la somma dei sacrifici dell'intera collettività. Il prelievo tributario deve risultare più elevato sulle classi ricche, laddove le imposte prelevano unità di ricchezza che hanno una minore utilità (Edgeworth). Ciò presenta, tuttavia, un disincentivo del risparmio e dello stimolo a lavorare e produrre quantità crescente.
In conclusione, si osserva che gradazioni del carico fiscale sono ammesse unicamente in relazione alle diverse condizioni economiche dei soggetti contribuenti.
Nei sistemi attuali, inoltre, vengono spesso assegnate all'imposta compiti ulteriori e più complessi della semplice ripartizione del carico tributario.
In proposito si possono distinguere fini fiscali, volti ad ottenere un gettito tributario, in fini extrafiscali, intesi a realizzare un'azione protettiva, redistruttiva, ecc...
infine l'imposta può essere un mezzo per ripartire in base a criteri politici i costi dell’attività degli enti pubblici, nel caso che si decida di non utilizzare il criterio della controprestazione (si paga solo se e quando si diceva in servizio).
LA TEORIA DELLA CAPACITA’ CONTRIBUTIVA
Un sistema fiscale basato sulla capacità contributiva mette in atto i seguenti criteri:
• esenzione dei redditi minimi, ovvero si solleva dall'obbligo di pagare le imposte chi gode di un reddito appena sufficiente per la sussistenza e perciò non presenta nessuna capacità contributiva;
• discriminazione qualitativa dei redditi, ovvero vengono trattati in modo differenziato redditi che hanno diversa origine; ad esempio, un reddito da capitale deve essere trattato in maniera più sfavorevole rispetto reddito da lavoro, poiché il primo è percepito con continuità e senza richiedere sforzo, mentre il secondo è temporaneo e risultato da un'attività faticosa;
• considerazione delle condizioni personali contribuente, ovvero si tiene conto dei fattori quali carichi familiari, condizioni di salute o malattia, ecc…
IMPOSIZIONE DIRETTA E INDIRETTA
Imposta diretta
L'imposta diretta colpisce manifestazioni immediate della capacità contributiva, come reddito e patrimonio; svolge una funzione di ridistribuzione progressiva del carico fiscale, esentando i redditi minimi e applicando aliquote progressive.
Le imposte dirette insistono essenzialmente sul reddito più che sul patrimonio, in quanto il reddito è l'indice più efficace e accertabile per misurare la capacità contributiva e ha natura di flusso periodico di risorse, per cui colpire il reddito significa incidere su una ricchezza che si riforma.
Esempi di imposte dirette sono:
• l'imposta personale sullo reddito globale delle persone fisiche, a carattere progressivo, che contribuisce alla ridistribuzione dei redditi e influisce sul potere d'acquisto dei singolo e della collettività, configurandosi come strumento per una politica di controllo del ciclo economico;
• l'imposta sulle persone giuridiche, che grava sulle imprese costituite come società di capitali e, operando una discriminazione fiscale tra reddito distribuito e reddito accantonato, è uno strumento di manovra della propensione al risparmio dei singolo della collettività, con riflessi sugli investimenti.
Imposta indiretta
L'imposta indiretta colpisce manifestazioni immediate con scambi e consumi, cioè atti che consentono di supporre l'esistenza di un reddito o di un patrimonio; grava con immediatezza sui consumatori (soggetto inciso) e, anche quando il prelievo fiscale viene operato a monte (presso un produttore o un cedente), gli effetti del prelievo fiscale possono essere trasferiti dal soggetto percorso al consumatore finale.
È un'imposta a carattere regressivo, in quanto va a incidere maggiormente dove i redditi sono più bassi, ma l'effetto regressivo viene mitigato dal fatto di essere differenziata secondo i beni consumati, invece di gravare su tutti i generi di largo consumo.
Un esempio, a questo proposito, è costituito dalle imposta generale sui consumi, che, potendo discriminare nell'ultimo stadio i tassi di imposizione a seconda della natura del bene, incide in modo diretto sulla propensione al consumo e interviene anche nell'incentivazione un disincentivazione di determinati consumi.
LA CURVA DI LAFFER
L'economista americano Laffer ha rappresentato graficamente l'ipotesi che una pressione fiscale troppo elevata può provocare una diminuzione del gettito fiscale.
Secondo la sua teoria il sistema economico produce di più se non è troppo appesentito dal imposizione fiscale.
L'eccessiva pressione tributaria del essere contenuta ed è sufficiente ridurre le tasse per dare impulso all'economia, con il risultato di innalzare l'imponibile e il relativo gettito fiscale.
Questa teoria ha ispirato la politica del presidente Ronald Reagan in Usa negli anni 80, ma la sua applicazione non ha corrisposto alle aspettative: le entrate sono diminuite, aumentando il deficit di bilancio.
IL DRENAGGIO FISCALE
Il drenaggio fiscale (fiscal drag) è un fenomeno emerso negli ultimi trent'anni, periodo in cui si è verificata una forte inflazione.
Consiste nell'inasprimento della progressività che si verifica quando a causa dell'inflazione cresce il livello generale dei prezzi e dei redditi monetari, che vengono così colpiti da un'aliquota più elevata.
Ciò accade in particolare perché i redditi gonfiati dall'inflazione slittano in scaglioni più alti e si riduce il valore reale delle detrazioni ed esenzioni di cui usufruisce contribuente.
Le classi maggiormente danneggiate sono quelle costituite dai lavoratori dipendenti, in genere titolari dei redditi più bassi, per due motivi:
• per le fasce basse di reddito sono più ravvicinati i confini tra scaglioni e quindi è più facile lo slittamento verso l'alto, con perdita di vari benefici (reddito esente da lavoro dipendente, detrazioni per carichi familiari, ecc…);
• l'inflazione danneggia i lavoratori dipendenti che hanno la trattenuta alla fonte, mentre gli altri contribuenti sono tassati con un anno di ritardo, beneficiando così degli effetti inflattivi che riducono il valore reale del carico tributario.
Per contrastare il fiscal drag le leggi finanziarie generalmente introducono rettifiche agli scaglioni di reddito e alle detrazioni d'imposta.
CLASSIFICAZIONE DELLE IMPOSTE
IMPOSTE, TASSE, CONTRIBUTI
Mentre l'imposta e coattiva che si applica in situazione di capacità contributiva, la tassa è un tributo che il singolo soggetto è tenuto a versare in relazione a servizi speciali forniti da un ente pubblico, generalmente resi a sua richiesta.
La tassa è caratterizzata da:
• la spontaneità del pagamento, poiché il cittadino può scegliere di usufruire del servizio o meno;
• la divisibilità del servizio richiesto, che può essere goduto da ciascun cittadino a sua richiesta.
Le tasse ci suddividono in tre categorie:
• tasse amministrative, dovute per ottenere autorizzazioni, certificazioni, emanazioni di atti;
• tasse e industriali, dovute per attività economiche pubbliche che avvantaggiano sia il cittadino richiedente sia la collettività: ad esempio, le tasse per i servizi postali o telefonici;
• tasse giudiziarie, dovute per servizi prestati da organi della giurisdizione civile, penale, amministrativa.
Contributo è il tributo che lo Stato, o l’ente pubblico impositore, stabilisce con prelievo coattivo di ricchezza a carico di determinati soggetti per il fatto che essi traggono vantaggio diretto o indiretto da alcuni servizi pubblici, anche se non sono stato espressamente richiesti.
Rientrano in questa categoria i contributi di migliorie o di utenza stradale, i contributi sanitari, quelli della previdenza sociale, ecc…
ELEMENTI COSTITUTIVI DELL’IMPOSTA
L'imposta è un prelievo coattivo di ricchezza che lo Stato dispone nei confronti dei contribuente, in base alla sua sovranità, senza alcuna correlazione con la prestazione di un'attività da parte di un ente pubblico, allo scopo di disporre delle risorse necessarie al finanziamento dei servizi pubblici indivisibili, cioè quelli di cui beneficia la collettività nel suo insieme.
L'imposta è dunque caratterizzata dall'acqua attività del prelievo e dalla contributi di vita, cioè dal fatto che essa è dovuta prescindere da qualsiasi controprestazione dell'ente.
Gli elementi dell'imposta:
• presupposto dell'imposta è l'esistenza di una situazione rivelatrice di capacità contributiva;
• soggetti dell'imposta sono:
o lo Stato, o soggetto attivo, dotato del potere impositivo, che talvolta può essere demandato ad altri enti locali (regioni, province, comuni);
o il contribuente, o soggetto passivo, ovvero la persona fisica o giuridica tenuto al pagamento dell'imposta;
• l'aliquota è la percentuale applicata all'imponibile per calcolare l'imposta, il cui ammontare risulta moltiplicando la base imponibile per la corrispondente aliquota;
• la fonte dell'imposta è la ricchezza utilizzata per pagare il tributo; in genere si ricava dal reddito o, più raramente, da patrimonio.
IMPOSTE DIRETTE E IMPOSTE INDIRETTE
DIRETTE
INDIRETTE
Colpiscono una manifestazioni immediate di capacità contributiva.
Sono riscosse periodicamente mediante ruoli nominativi dei contribuenti.
Incidono su manifestazioni indirette di ricchezza, come trasferimenti o consumo di un bene, di un servizio, ecc..
Sono riscosse saltuariamente, in modo irregolare nel tempo.
VANTAGGI
Realizzano una maggiore giustizia tributaria poiché:
• permettono di esentare dal pagamento dei tributi i titolari di redditi minimi;
• permettono di aumentare l'aliquota al crescere della reddito e patrimonio, con criteri di progressività;
• possono essere usate in senso anche inflazionistico, dato che non sono trasferibili.
Il maggior pregio dell'imposta indiretta consiste nella sua universalità, poiché colpisce tutti i beni che vengono prodotti o movimentati, e che riguardano pressoché tutti i cittadini.
Inoltre:
• assicurano un notevole gettito tributario;
• riducono i rischi di evasione in quanto il contribuente le paga senza accorgersene, per un ammontare non elevato compreso nel prezzo del bene o servizio;
• nuove imposte in dirette possono essere varate e applicate con rapidità, secondo le necessità economiche, come ad esempio sulla benzina;
• non scoraggiano gli investimenti produttivi, non essendo progressive;
• sono particolarmente efficaci nella lotta contro l'inflazione: le aliquote, infatti, possono essere facilmente incrementate per accrescere rapidamente il gettito tributario con l’effetto di raffreddare la circolazione monetaria e contenere l'espansione della domanda globale. Una riduzione delle aliquote permette, al contrario, di combattere tendenze inflazionistiche.
SVANTAGGI
Il particolare meccanismo di imposizione basato su dichiarazione e autoliquidazione dell'imposta offre possibilità di evasione ai contribuenti disonesti.
In primo luogo, sono trasferibili sul consumatore.
Hanno effetto regressivo e danno luogo a un’ingiustizia tributaria in quanto, gravando sul reddito nel momento in cui viene utilizzato per ottenere beni o servizi, prescindono dal suo ammontare: ne risultano colpiti in misura maggiore i redditi più bassi, soprattutto nel caso di acquisto di beni di largo consumo.
I prodotti nazionali colpiti dai imposte indirette hanno costi maggiori rispetto a merci concorrenti di altri paesi dove vige l'esenzione.
GENERALI
Colpisce tutti i redditi dei contribuenti, come l’Irpef.
Colpisce solo alcuni redditi e alcuni settori produttivi, come l’Ici, che colpisce solo terreni e fabbricati.
SPECIALI
Colpisce tutti settori produttivi nella stessa misura.
Colpisce solo i prodotti di alcuni settori, come gli alcolici o i prodotti petroliferi.
Se un imposta indiretta come l’Iva colpisce tutti i rami produttivi ma con aliquote differenziate, si considera Generale per la quota comune (nel caso dell’Iva al 4%) i speciali per la quota differenziata che riguarda ciascun settore.
IMPOSTE REALI E IMPOSTE PERSONALI
REALI
PERSONALI
Sono quelle che si applicano a un bene o un complesso di beni soggetti a trasferimento o produttivi di reddito: considero soltanto il presupposto oggettivo, senza tener conto delle condizioni personali, familiari, economiche o sociali del contribuente. L'applicazione di questo tipo di imposte prevale nella società a economia arretrata e ha reddito pro-capite e scarsamente elevato. Un esempio di imposta reale è fornito dall'Irap.
Colpiscono l'effettiva capacità contributiva del soggetto passivo, valutando le condizioni personali, familiari, economiche e sociali del contribuente. Corrispondono meglio a un ideale di giustizia tributaria, ma presentano difficoltà di accertamento di riscossione. Sono le imposte più frequentemente applicate nella società ad economia avanzata. L'imposta personale per eccellenza è l’Irpef.
IMPOSTE FISSE, PROPORZIONALI, PROGRESSIVE E REGRESSIVE
In base all'aliquota le imposte si distinguono in:
• imposta fissa: è predeterminata nell'ammontare e non si modifica al mutare della base imponibile (imposta di bollo, imposta di registro). Secondo alcune impostazioni della dottrina giuridica rientrerebbero in parte nelle tasse;
• imposta proporzionale: consiste nell'applicazione di un'aliquota costante, per cui ammontare dell'imposta cresce in misura proporzionale al crescere del imponibile (Irpeg): imposta progressiva: colpisce la base imponibile con un'aliquota crescente, per cui imposta cresce in misura più che proporzionale rispetto all'aumento del imponibile (Irpef);
• imposta la regressiva: vede crescere l'aliquota al aumentare del imponibile.
Tipi di progressività
La progressività si può realizzare in forme diverse:
• progressività per classi: i redditi o la base imponibile vengono collocati in diverse classi, cui corrisponde un'aliquota diversa e crescente. I contribuenti vengono assegnati a una classe e su tutto il loro reddito è applicata l'aliquota corrispondente a quella classe. Questo sistema penalizza i redditi che superano di poco il limite di una classe, poiché essi sono inseriti nella classe superiore e subiscono l'applicazione dell'aliquota più elevata. In tal caso l'aumento di imposta potrebbe del tutto controbilanciare, o addirittura superare, l'incremento di reddito;
• progressività per scaglioni: come nel caso precedente, il reddito imponibile è suddiviso in fasce cui si applica un'aliquota crescente. Le aliquote si applicano però relativamente ai diversi scaglioni in cui il reddito si divide, eliminando l'inconveniente segnalato prima. È questo il sistema adottato per l’Irpef e anche il più diffuso nei moderni sistemi tributari;
• progressività per detrazione: in questo caso l'aliquota è costante ed è applicata all'imponibile dopo che da questo è stata dettata una quota fissa. Con questo meccanismo si realizza una rapida progressività per i redditi bassi, che rallenta per i redditi più elevati, dimostrando la scarsa efficacia del sistema;
• progressività continua: l'aliquota crescere gradualmente al aumentare del reddito imponibile, secondo la formula matematica, e a ogni livello di imponibile corrisponde un'aliquota diversa. Data la complessità del calcolo, questa forma è oggi abbandonata.
IL SOGGETTO D’IMPOSTA
il contribuente, o soggetto passivo, è la persona fisica o giuridica tenuta pagamento dell'imposta.
Dal momento che la cellula di base della società e tuttavia la famiglia, che si costituisce come operatore economico, anche dal punto di vista fiscale essa potrebbe essere considerata come un oggetto unico.
Nelle società contemporanee prevale l'idea di passare singolo individuo, indipendentemente dal suo stato civile.
In Italia i redditi familiari vengono tassati separatamente.
In altri paesi dell'Unione Europea ci si comporta in modo differenziato, ad esempio:
• nel Regno Unito si tassa il reddito congiunto dei coniugi, ma con una progressione che dipende dall'ampiezza del nucleo familiare;
• in Francia il reddito familiare è suddiviso in base al coefficiente variabile secondo le dimensioni della famiglia, in modo da tenere conto delle economie di scala che si possono realizzare;
• negli Stati Uniti si adotta il sistema del income splitting (divisione del reddito) fra i coniugi, con correttivi modificati nel tempo per evitare surrettizi incentivi al matrimonio.
ACCERTAMENTO DELL’IMPOSTA
l'accertamento dell'imposta da pagare è una fase importante ed estremamente delicata in quanto dalla sua corretta attuazione indipendenza l'effettiva applicazione dei principi giuridici.
L'accertamento consiste nella determinazione dell'esatto ammontare dell'imposta dovuta dai contribuenti.
Determinazione dell’imponibile
ACCERTAMENTO SINTETICO
ACCERTAMENTO ANALITICO
L'imponibile viene determinato in modo indirette in base ad indizi ed elementi presuntivi.
Nel caso di un'azienda si possono considerare il numero dei dipendenti, il valore dei macchinari, la quantità di materia prima impiegata, l'energia consumata, ecc...; nel caso di un individuo il reddito può essere presunto dal suo tenore di vita, dal tipo di autoveicolo che possiede, dalla casa in cui abita, ecc…
Gli elementi presi in considerazione devono essere comunque significativi e tra loro coerenti.
Resta tuttavia una certa approssimazione nella determinazione dell'imponibile, per cui l'accertamento sintetico è utilizzato solo in pochi casi particolari, ad esempio quando si rileva una discrepanza tra reddito dichiarato in stile di vita, tale da far pensare a un caso di evasione fiscale.
Pur se semplice poco costoso per lo Stato, questo tipi di accertamento è oggi in genere abbandonato.
Determina l'imponibile in base alla rilevazione dei singoli elementi che lo compongono, che devono essere oggettivi, certi e documentati con fatture, ricevute, bollette, registri contabili, ecc....
E’ il metodo accertamento più diffusamente adottato dei sistemi tributari, in quanto ha carattere di oggettività, che viene realizzato secondo 2 modalità:
• può venire d'ufficio se gli organi di amministrazione finanziaria procedono di loro iniziativa l'accertamento dell'imponibile e alla sua tassazione. Ciò è previsto in Italia in pochi casi, ad esempio per le imposte di fabbricazione o quando il contribuente omette di presentare la dichiarazione dei redditi, o la presenta incompleta o inesatta. In questo ultimo caso si procede al cosiddetto accertamento di rettifica, che determina l'imponibile reale, l'imposta effettivamente dovuta e le sanzioni del comportamento scorretto;
• accertamento per denuncia verificata comporta il coinvolgimento del contribuente che ha l'obbligo di presentare all'amministrazione finanziaria l'entità del proprio imponibile, nei modi e nei tempi previsti dalla legge (autoaccertamento). Gli uffici fiscali si riservono di verificare la veridicità e l'esattezza delle dichiarazioni, procedendo a un eventuale accertamento di rettifica. L'accertamento per denuncia verificata e sistema dotato dal nostro ordinamento tributario.
Liquidazione dell’imposta
Effettuato l'accertamento dell'imponibile, si procede alla tassazione, che consiste nel determinare l'aliquota di imposta dovuta dal contribuente.
La liquidazione è l'operazione contabile con cui, applicando l'aliquota, si calcola l'importo monetario dell'imposta da pagare.
Nel nostro sistema fiscale, in genere, il contribuente compie direttamente queste operazioni, come nel caso dell’accertamento per denuncia verificata; si parla in tal caso di autotassazione e autoliquidazione.
RISCOSSIONE DELL’IMPOSTA
La riscossione dell'imposta può essere effettuata nei seguenti modi:
• per ritenuta alla fonte: riguarda i redditi da lavoro dipendente e autonomo e alcuni redditi da capitale. La riscossione avviene tramite una trattenuta alla fonte, per cui il contribuente riceve il reddito già al netto dell'imposta. Può essere fatta a titolo definitivo, mentre in certi casi ha natura di acconto. Ciò può configurarsi come:
o ritenuta diretta, operata sui redditi corrisposti dallo Stato, come quelli dei pubblici dipendenti. Lo Stato non fa altro che trattenere l'imposta che è dovuta dal contribuente, versandogli lo stipendio al netto;
o ritenuta con rivalsa realizzata quando l'imposta viene pagata da un sostituto di imposta, che poi si rivale sul contribuente stesso. Sostituto di imposta può essere il datore di lavoro, per quanto riguarda i redditi erogati ai propri dipendenti, oppure la banca relativamente agli interessi pagati ai detentori di depositi.
• Per versamento diretto da parte del soggetto passivo a seguito di autotassazione e autoliquidazione. Ciò avviene per il versamento dell’Irpef e dell'Irap;
• per ruoli, ovvero elenchi compilati dagli uffici fiscali, dove sono indicati i nomi dei contribuenti, le generalità, l'imponibile accertato, l'aliquota applicata e l'ammontare dell'imposta. La riscossione può essere effettuata direttamente dallo Stato o affidata a esattori, che ricevono un aggio, calcolato in percentuale sul imposta da riscuotere. Questo sistema, utilizzato in passato, è oggi pressoché abbandonato;
• per regia, cioè tramite gli uffici fiscali che ne hanno effettuato l'accertamento, come per i dazi riscossi dagli uffici doganali. Ai tempi della monarchia, regia era la società a cui il governo regio aveva appaltato la riscossione delle imposte;
• e rampollo, cioè quando il contribuente paga l'imposta acquistando carta bollata (modo ordinario) o marche da bollo (modo straordinario), o effettuando un versamento al ufficio finanziario (modo virtuale).
EFFETTI ECONOMICI DELLE IMPOSTE
EFFETTI DELL’IMPOSIZIONE FISCALE
L'imposizione fiscale produce importanti effetti sia sul piano macroeconomico sia su quello microeconomico.
MACROECONOMIA
MICROECONOMIA
In ambito macroeconomico le conseguenze riguarda le sistema economico nel suo complesso, incidendo su grandezze aggregate, come reddito nazionale, consumi, risparmio, investimenti, occupazione.
In ambito microeconomico vanno considerate le reazioni dei singoli operatori economici o di particolari mercati di fronte all'introduzione di nuovi tributi o modifiche di quelli già esistenti.
Le reazioni dei contribuenti agli obblighi fiscali si suddividono in:
• reazioni illegittime, cioè atti illeciti che non rispettano il diritto vigente;
• reazioni illegittime, volte a diminuire l'onere impositivo nell'ambito del rispetto della legge.
EVASIONE FISCALE
L’evasione fiscale è un comportamento illecito che si verifica quando il contribuente, che deve rispettare l'obbligo dell'imposta, si sottrae in tutto (evasione totale) o in parte (evasione parziale) al pagamento del tributo, ricorrendo a comportamenti dolosi, come l'omessa dichiarazione dei redditi, l'occultamento di redditi percepiti, la simulazione di passività fittizie, il contrabbando, la fuga di capitali all'estero, ecc...
Essendo un'infrazione volontaria della legge, l'evasione viene punita severamente in base alla sua gravità, a seconda che si configuri come reato o come illecito amministrativo.
L'evasione incide in modo fortemente negativo sulla politica finanziaria dello Stato perché gli sottrae risorse dovute e destinate alla realizzazione di beni e servizi di pubblica utilità e vanifica il raggiungimento degli obiettivi delle misure tributarie, come, ad esempio, la riduzione dei consumi.
Provoca, inoltre, una grave distorsione del sistema economico, in quanto modifica la distribuzione del carico tributario sui cittadini, danneggiando soprattutto i contribuenti onesti sui quali grava l'onere di fornire le risorse necessarie al finanziamento della spesa pubblica.
L'evasione dipende fondamentalmente da due fattori di tipo tecnico: il livello delle imposte e il rischio di sanzioni penali.
Imposte troppo elevate stimolano un comportamento da evasione, così come il basso rischio di essere scoperti.
Sul piano etico e civico la propensione all'evasione testimonia una debole acquisizione dell'arti. 2 della Costituzione sui doveri di solidarietà.
In Italia l'evasione fiscale molto alta, raggiungendo nel caso dell'Iva il 40% del gettito e, secondo alcuni osservatori, il 25% dell'Irpef.
EROSIONE
L'erosione a un comportamento lecito che si attua quando il tributo non viene pagato in tutto o in parte per effetto di norme che riconoscono riduzioni o esenzioni dell'imponibile o dell'imposta; le agevolazioni sono applicabili a certe categorie di contribuenti, per certi beni, per certe zone del territorio nazionale.
Sono esempi di erosione:
• la detrazione di spese mediche, di interessi passivi sui mutui contratti per l'acquisto della prima casa, ecc…;
• la tassazione di redditi di capitale con imposte sostitutive proporzionali (interessi bancari, su obbligazioni, ecc…);
• l'accertamento su base catastale dei diritti di terreni e fabbricati;
• la possibilità di ripartire il reddito tra più contribuenti appartenenti, ad esempio, alla stessa impresa familiare, in modo da attenuare la progressività.
I trattamenti agevolati possono essere ottenuti tramite la pressione di alcune lobby sulle autorità di governo, allo scopo di proteggere gli interessi di determinate categorie, ai danni della festa della collettività.
In tal caso si parla di evasione legale.
ELISIONE O RIMOZIONE POSITIVA
L'elisione si verifica quando il contribuente, colpito dal imposta, incrementa la propria attività per evitare una riduzione del suo reddito e far fronte all'onere dell'imposta.
L'aumento di reddito gli permette di pagare l’imposta, annullando (elidendo) l’effetto della riduzione del reddito iniziale.
Il risultato è positivo per il contribuente, per il fisco e per la collettività che beneficia dell’impulso alla crescita della ricchezza nazionale.
L’elisione, tuttavia non è facilmente realizzabile, poiché è ostacolata da fattori quali la fatica connessa con l’aumento del lavoro, la limitata disponibilità di fattori produttivi, ecc…
ELUSIONE O RIMOZIONE NEGATIVA
L’elusione si è realizzata quando il contribuente, colpito dal imposta, diminuisce la propria attività o il consumo allo scopo di limitare l'imponibile, oppure quando, approfittando di oscurità un incoerente della legislazione vigente, si mette in condizione di evitare (eludere) l'imposta con abili accorgimenti giuridico-mministrativi.
Questo comportamento genera effetti negativi per il fisco e per l'economia del paese.
Sono forme di elusione:
• il contenimento, da parte di un professionista, del proprio reddito entro certi limiti per evitare di passare a scaglioni soggetti a maggiori aliquote;
• la fusione di società per beneficiare di una normativa più favorevole, come il “riporto perdite”;
• il trasferimento di attività produttive in Stati stranieri dove esse non sono assoggettate al fisco;
• il rigonfiamento di spese di rappresentanza, pubbliche relazioni e pubblicità per ridurre gli utili e la relativa imposta;
• l'atto di “domiciliazione” puramente formale di attività nei cosiddetti “paradisi fiscali”, ovvero Stati dove il regime di tassazione è particolarmente favorevole.
Per combattere l'elusione e necessario razionalizzare la normativa fiscale.
TRASLAZIONE
La traslazione è il processo economico con il quale il contribuente colpito dal imposta riesce trasferirla in tutto o in parte su uno più soggetti che ne sopportano l'onere effettivo.
Il soggetto che dovrebbe pagare l'imposta è detto contribuente di diritto o percosso; chi paga effettivamente l'imposta è detto contribuente di fatto o inciso.
Incidenza è la riduzione del reddito di chi in concreto sostiene l'onere dell'imposta.
Le condizioni della traslazione sono:
• l'imposta deve colpire beni e servizi oggetto di scambio; non si verifica, quindi, traslazione nel caso di imposte sul reddito o sul patrimonio;
• il prezzo dei beni e servizi deve poter subire variazioni. Ciò è possibile se si è in regime di mercato, se l'imposta è speciale, se c'è elasticità della domanda e dell'offerta del bene o servizio secondo l'andamento dei costi di produzione, in base alla trasferibilità dei capitali investiti nella produzione.
I tipi di traslazione sono:
• La traslazione verticale riguarda il bene o servizio colpito dal imposta. Si dice progressiva o in avanti quando segue il senso dello scambio o del processo produttivo (dal produttore al consumatore); si attua con un rialzo del prezzo. È regressiva o all’ indietro quando si risolve in una riduzione dei prezzi dei beni o servizi acquistati da soggetto percosso;
• La traslazione obliqua o laterale avviene quando il trasferimento riguarda beni o servizi diversi da quelli colpiti dell'imposta, ma a questi collegati. Secondo la direzione può essere progressiva o regressiva.
Traslazione in regime di libera concorrenza
In regime di libera concorrenza l'elevato numero di operatori economici pressoché equivalenti fa sì che per nessuno di essi sia possibile modificare a piacere il prezzo di beni o servizi.
In questa situazione un'imposta generale non è soggetta a trasferimento poiché nessuno ha interesse a ridurre la propria produzione e investire in altri rami produttivi, essendo tutti ugualmente colpiti.
In caso di imposta speciale che colpisce solo alcuni rami produttivi, l'imprenditore è, invece, interessato a trasferire la propria attività in rami meno ho affatto colpiti.
Ciò determina una contrazione dell'offerta dei beni tassati e un aumento del loro prezzo.
In questo tipo di mercato l'imposta tende a trasferirsi.
L'entità della traslazione dipende da vari fattori:
• l'elasticità della domanda: la quota di imposta che si può trasferire è tanto maggiore quanto più la domanda e rigida, cioè non si contrae all'aumentare del prezzo;
• l'andamento dei costi di produzione: se i costi unitari di produzione sono costanti l'imposta si trasferisce totalmente; se i costi unitari sono crescenti il prezzo di mercato aumenta di una quota inferiore a quella dell'imposta, poiché la contrazione della domanda e della produzione determinata dall'aumento del prezzo riduce i costi unitari, compensando in parte l'onere dell'imposta; sei costi unitari sono decrescenti il prezzo di mercato aumenta oltre l'ammontare dell'imposta, poiché la contrazione della domanda e della produzione fa crescere il costo unitario gravando ulteriormente sul prezzo finale;
• la mobilità dei capitali: la traslazione richiede che l'imprenditore possa muovere facilmente i suoi capitali da un ramo produttivo a un altro meno gravato di imposte, per cui la facilità della traslazione dipende dal grado di mobilità dei capitali una considerevole presenza di capitale fisso, soprattutto nelle grandi aziende, ostacola notevolmente la mobilità.
Traslazione in regime di monopolio
In regime di monopolio si ha traslazione solo se l'imposta è proporzionale alle unità prodotte o domandate; in questo caso il monopolista ha interesse a realizzare un nuovo equilibrio, poiché il prezzo precedente non gli dà più il massimo profitto.
Il monopolista può fissare il prezzo che ritiene più favorevole, ma deve sempre tenere conto della domanda, poiché si fissa un prezzo troppo elevato a richiesta si contrae riducendo il profitto, che massimo quando raggiunge il punto di Cournot.
Si ha o non ha traslazione nei seguenti casi:
• se l'imposta è di ammontare fisso e non varia secondo il profitto una quantità prodotta monopolista non ha interesse a scostarsi dal punto di Cournot, perché ridurrebbe il profitto. In tre caso non c'è traslazione;
• se l'imposta è proporzionale alla quantità prodotta il monopolista può avere convenienza a ridurre la quantità (e di conseguenza l'imposta) aumentando il prezzo, trasferendo l'onere di imposta al consumatore;
• se l'imposta è proporzionale al profitto, calcolata secondo una percentuale, come nel primo caso il monopolista aumentando il prezzo si dal punto di Cournot, con il risultato di ridurre il profitto. Anche in questo caso non c'è traslazione;
• se l'imposta è progressiva rispetto al profitto cresce anche in base alla quantità prodotta, per cui monopolista ha interesse a ridurre la quantità di beni e aumentare il prezzo, trasferendo l’imposta sul consumatore.
Traslazione in forme di mercato intermedie
In regime di concorrenza imperfetta le imprese dominanti percosse si comporteranno come monopolisti, anche se eventuali aumenti dei prezzi da loro praticati potrebbero favorire l'immissione nel mercato di nuove imprese.
Nei casi in cui l'imposta colpisca le imprese marginali, esse tenderanno a scomparire o a essere assorbite, non essendo in grado di sopportare i nuovi oneri fiscali né di traslare il tributo.
L’AMMORTAMENTO
L'ammortamento è una forma di traslazione regressiva o all'indietro e si realizza nella perdita di valore del bene oggetto del tributo, che si verifica quando l'imposta colpisce il reddito di un capitale durevolmente investito (bene patrimoniale); la perdita di valore del bene uguaglia il valore dell’imposta capitalizzato al saggio corrente di interesse.
LA DIFFUSIONE DELL’IMPOSTA
La diffusione è il diffondersi degli effetti dell'imposta sul mercato, con le conseguenti variazioni dei costi delle quantità domandate e offerta dei beni.

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Esempio



  


  1. VALENTINO

    STO CERCANDO APPUNTI SUL PROCEDIMENTO DI EROGAZIONE DI SPESA DI UN ENTE PUBBLICO

  2. VALENTINO

    LA SPESA PUBBLICA DI UN ENTE PUBBLICO PROCEDIMENTO DI SPESA