Il Bilancio dello stato

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Categoria:Scienze Delle Finanze

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Testo

Il bilancio dello Stato
I bilancio dello Stato consiste in un conto in cui vengono indicati gli elementi attivi e passivi relativi ad un determinato periodo di tempo.
Si tratta di un documento contabile che rappresenta, sotto forma di previsione i risultati di una serie di operazioni che saranno effettuate in un determinato periodo di tempo; ma è anche la trascrizione in termini contabili dell'indirizzo del programma politico dello Stato. Attraverso l'analisi del bilancio è possibile verificare in che modo il governo interviene nel campo degli obiettivi generali della politica economica e in che misura vengono attuate le scelte operate dal potere esecutivo.
Funzione dei bilancio dello Stato:
~ funzione di controllo politico: la sua approvazione da parte del Parlamento costituisce un'autorizzazione data dai rappresentanti dei cittadini al governo per realizzare il suo programma politico, mediante la riscossione delle entrate e l'erogazione delle spese previste;
~ la funzione di controllo finanziario: poiché mediante tale documento si controlla che il denaro pubblico sia effettivamente speso per le attività previste nell'ambito degli stanziamenti autorizzati dal bilancio;
~ la funzione di controllo operativo: poiché tale documento contabile è utilizzato come strumento atto a stabilire le modalità più convenienti per raggiungere gli obiettivi della politica economica.
Anno finanziario ed esercizio finanziario
L'anno solare va dal 1 gennaio al 31 dicembre ed è il periodo di tempo considerato quale misura per l'individuazione temporale dei bilancio dello Stato e degli enti pubblici.
L'anno finanziario è lo spazio di tempo entro il quale si svolge un determinato ciclo di gestione e in cui viene ripartita l'attività dell'ente pubblico.
L’esercizio finanziario è invece un concetto economico giuridico inerente al complesso degli atti di gestione compiuti dallo Stato, cioè al complesso delle operazioni amministrative che si riferiscono a un determinato anno finanziario.
Tipologie di bilancio
Per quanto riguarda il contenuto i bilancio può essere di due tipi:
~ Il bilancio economico: che individua i costi sostenuti e i ricavi acquisiti nell'ambito di una certa attività, allo scopo di accertare un utile di gestione;
~ il bilancio finanziario: che rappresenta i movimenti di denaro in entrate in uscita che possono comportare tanto aumenti o diminuzioni del patrimonio aziendale quanto lasciarlo invariato.
Gli enti pubblici per lungo tempo hanno adottato il solo bilancio finanziario fino a quando il decreto legislativo del 7 agosto 1997 numero 279 ha stabilito che anche per il bilancio dello Stato l'adozione di una contabilità analitica per centri di corso che consente la valutazione economica dei servizi e delle attività prodotti attraverso il collegamento tra le risorse umane e finanziarie strumentali con i risultati conseguiti dai vari centri di responsabilità amministrativi.
Tale sistema si realizza monitorando i costi, i rendimenti e l'attività di ogni amministrazione.
L'esigenza di questa contabilità è quella di interpretare economicamente e non soltanto finanziariamente i fatti di gestione dell'attività delle varie amministrazioni pubbliche e di consentire di evidenziare non solo le spese relative all'acquisto delle risorse, ma anche il costo nel senso di sacrificio economico correlato all’effettivo utilizzo delle risorse ed espresso monetariamente.
I bilanci preventivi e consuntivi
I bilanci si distinguono in:
Bilanci preventivi: si riferiscono all’ esercizio finanziario successivo a quello in cui essi vengono redatti. Indicano le entrate che si prevede di realizzare e le spese che si prevede di sostenere nell'esercizio successivo. Il governo redige questo tipo di bilancio prima dell'inizio dell'anno finanziario.
Bilanci consuntivi o rendiconti: sono inerenti a un esercizio finanziario già concluso. Indicano le entrate realizzate e le spese sostenute in tale periodo.
I bilancio preventivo si distingue in:
~ Bilancio di competenza o giuridico: qui sono riportate le entrate che si ha diritto a riscuotere e le spese che si è impegnati a erogare nel periodo considerato, indipendentemente dal fatto che le entrate siano riscosse e le spese siano effettivamente erogate. Questo tipo di bilancio ha come vantaggio che fissa limiti rigorosi, che consentono a Parlamento di controllare l'azione economica del governo in modo più efficace; individua l'esercizio a cui si riferiscono le previsioni, tenendo separate, anno per anno le responsabilità degli amministratori e dei governanti; consente di conoscere il costo reale dei servizi pubblici e di comparare le risultanze dei vari esercizi.
~ Bilancio di cassa o materiale sono indicate le entrate effettivamente riscosse e le spese effettivamente pagate nel periodo considerato, indipendentemente dal fatto che il diritto a riscuotere le entrate o l'impegno a effettuare le spese siano sorti nel periodo di tempo considerato o in quello precedente. Il bilancio di cassa mostra solo le entrate riscosse e le spese pagate, ma non considera né gli accertamenti e gli impegni assunti nell'anno precedente e addebitate al presente, né le entrate e le uscite impegnate nel corso dell'esercizio successivo.
In Italia il bilancio di previsione è stata redatto esclusivamente in termini di competenza fino alla legge 468/ 88, che ha introdotto un doppio sistema, nel quale sono previsti entrambi i bilanci di previsione.
Tale soluzione è stata introdotta per soddisfare le seguenti esigenze:
~ conservare gli aspetti positivi e sistema della competenza;
~ avere un quadro dei movimenti finanziari, derivante da sistema della cassa
Principi dei bilancio
I principi dei bilancio sono i requisiti essenziali al cui rispetto il bilancio deve essere improntato.
Tali requisiti sono:
1. L'integrità: tutte le entrate e le uscite devono essere iscritte in bilancio al lordo, cioè comprensibile di qualsiasi onere o provento ad essi è collegato. Le compensazioni sono vietate perché nasconderebbero l'onere effettivo delle imposte e la dimensione reale della spesa.
2. La veridicità: per cui le previsioni di bilancio devono essere formulate in modo da rispecchiare i veri valori che si prevede di conseguire nell'esercizio futuro
3. l'universalità secondo il quale tutte le entrate e tutte le spese devono essere iscritte in bilancio, con divieto di contabilizzare evenienze finanziarie al di fuori di quelle stabilite in bilancio.
4. La pubblicità per cui bilancio deve essere divulgato e portato a conoscenza di tutti i cittadini con formalità idonee, cioè pubblicato sulla gazzetta ufficiale.
5. La chiarezza: secondo il quale la stesura dei bilancio deve risultare di facile lettura e comprensione da parte dei cittadini, nel rispetto dei limiti imposti dalle regole contabili.
6. L'unità: che prescrive l'unicità del documento contabile del bilancio, nel quale devono essere presentate tutte le entrate e tutte le spese riguardanti l'attività finanziaria statale. A tale principio si deroga ampiamente nell'ordinamento italiano, a causa dei numerosi bilanci allegati o annessi che pur essendo delle propaggini del bilancio dello Stato, ne sono distinti contabilmente e logicamente. Questi due tipi di bilanci sono detti anche bilanci speciali.
7. La specializzazione: il quale richiede che le entrate e le spese previste in bilancio siano rappresentate in modo sufficientemente analitico, senza voci onnicomprensive e poco significative che non consentirebbero al Parlamento un controllo efficace sulla successiva azione amministrativa del governo.
8. Il pareggio che prevede almeno in prospettiva un livellamento tra le entrate e le spese.
9. L'annualità che indica il periodo temporale di riferimento delle cifre esposte bilancio. Nel sistema della contabilità pubblica questo principio è rimasto nonostante l'introduzione del bilancio pluriennale formulato per fini di programmazione economica, che si affianca al bilancio annuale senza sostituirlo.
Il nuovo bilancio di previsione
Entrate spese
Titoli funzioni obiettivo
unità previsionali di base unità previsionali di base
categorie capitoli capitoli
la legge 421/ 92 ha avviato la riforma amministrativa delegando al governo il compito di razionalizzare e controllare la spesa per il pubblico impiego, ha stabilito:
~ separazione tra i compiti di direzione politica e di direzione amministrativa
~ maggiore autonomia di direzione, di vigilanza e controllo, soprattutto per la gestione di risorse finanziarie, anche con il ricorso a idonee tecniche di bilancio.
Il governo ha risposto alla delega con il decreto legislativo 29/ 93.
Successivamente con la legge del 3 aprile 1997 numero 94, il Parlamento ha delegato al governo, la ristrutturazione dei bilancio statale; la delega è stata attuata con la legge 279/ 97, che ha cambiato la struttura dei bilancio ripartendo le entrate in:
~ titoli: a seconda che siano di natura tributaria, extra tributaria o provenienti dalla vendita e dall'ammortamento di beni patrimoniali, da crediti riscossi o da prestiti accesi;
~ unità previsionali di base: fissate in modo tale che a ciascuna unità corrisponda un unico centro di responsabilità amministrativa, al quale è attribuita la relativa gestione. Esse raggruppano aree omogenee di attività che rientrano nelle competenze di ciascun ministero;
~ categorie: a seconda della natura dei cespiti;
~ capitoli: a seconda dell'oggetto rispettivo, ai fini della gestione e rendicontazione.
Le spese sono articolate in:
~ funzioni-obiettivo: stabilite in modo tale da definire le politiche pubbliche di settore e misurare il prodotto delle attività amministrative, quando è possibile anche in termini di servizi finali resi al cittadino;
~ unità previsionali di base: le quali saranno suddivise in unità di spesa corrente e in unità di spesa in conto capitale, al momento dell'approvazione da parte del Parlamento;
~ capitoli: secondo l'oggetto, il contenuto economico e funzionale della spesa riferito a categorie e funzioni, nonché secondo il carattere obbligatorio e discrezionale della spesa.
Le unità elementari per gestire le spese e rendicontarle sono dunque costituite dai capitoli. Esse rappresentano una delle misure tese a favorire un sistema di contabilità di tipo economico per i seguenti due motivi:
~ non prevedono erogzioni per materie astratte, ma evidenziano il significato economico del proprio rapporto giuridico a essi sotteso;
~ sono possibili variazioni compensative fra capitoli della stessa unità previsionale, che avvengono con decreto del Ministro competente, su proposta del dirigente responsabile. Sono escluse le variazioni delle unità di spesa oggetto della deliberazione parlamentare.
La legge 94/ 97 autorizza infine il governo a emanare un decreto legislativo riguardante la procedura di formazione dei bilancio, basato sull'esame delle esigenze funzionali e degli obiettivi perseguibili concretamente nel periodo cui il bilancio si riferisce, non considerando il criterio della spesa storica incrementale.
UNITA’ 4
DPEF, LEGGE FINANZIARIA
E DISCIPLINA GIURIDICA
IL DPEF
Il documento di programmazione economico finanziaria è un importante strumento di programmazione finanziaria introdotto dall'articolo 3 della legge 362/ 88.
La legge 208/ 99 ha successivamente cambiato sia il termine di presentazione del Dpef sia suo contenuto.
Il governo deve presentare il Dpef al Parlamento entro il 30 giugno di ogni anno e non entro 15 maggio, come previsto in precedenza.
Il Dpef ha una parte introduttiva che contiene una valutazione motivata sulla realizzazione degli obiettivi previsti nei precedenti documenti di programmazione economica e l'evoluzione economico finanziaria internazionale, in particolare dell’ Unione Europea, cui fa seguito l’illustrazione dei criteri e dei parametri adottati.
Per la programmazione finanziaria sono importanti anche altri due documenti:
~ La relazione previsionale e programmatica: che è uno strumento di programmazione degli interventi pubblici previsti nel bilancio pluriennale dello Stato o dell'intero settore pubblico allargato. È accompagnata da una serie di relazioni programmatiche di settore e da osservazioni sulle leggi pluriennali di spesa, delle quali è allegato un quadro riassuntivo. Il ministro dell'economia e delle finanze deve presentare al Parlamento entro il 30 settembre di ogni anno;
~ La relazione generale sulla stima del fabbisogno del settore statale: illustra i dati relativi all'economia del paese per l'anno precedente, con particolare riferimento allo sviluppo del reddito e dell'occupazione. Il ministro dell'economia e delle finanze deve presentarla alle camere entro il 31 marzo di ogni anno.
Contenuto del Dpef
Il documento di programmazione economico finanziaria, che ha lo scopo di permettere al Parlamento di conoscere, con congruo anticipo, le linee di politica economica e finanziaria del governo, indica, a norma dell'articolo3 della legge 468/ 78, così come modificato dalla legge 208/ 99:
I parametri economici essenziali utilizzati e le previsioni tendenziali, per grandi comparti, dei flussi di entrata e di spesa del settore statale e del conto consolidato delle pubbliche amministrazioni basate sulla legislazione vigente, ivi compreso il flusso di risorse destinate al Mezzogiorno, con l'indicazione dei fondi nazionali addizionali, e, per la parte discrezionale della spesa, sull'invarianza dei servizi e delle prestazioni offerte.
Il bilancio annuale di previsione
Il bilancio annuale di previsione, redatto in termini di competenza e di cassa e coerente al bilancio pluriennale, è il documento portante della gestione finanziaria statale.
Esso è articolato per le entrata e per la spesa, in una quantità previsionali di base, ciascuna delle quali indica i seguenti elementi:
~ L'ammontare presunto dei residui attivi e passivi alla chiusura dell'esercizio precedente a quello cui si riferisce il bilancio;
~ il preventivo di competenza, cioè l'ammontare delle entrate che si prevede di accertare e delle spese che si prevede di impegnare nell'anno cui bilancio si riferisce;
~ il preventivo di cassa, cioè l'ammontare delle entrate che si prevede di incassare e delle spese che si prevede di effettuare nell'anno cui il bilancio si riferisce, senza distinzione tra operazioni in conto competenza e in conto residui.
Le somme di ciascuna unità revisionale di base riferite alla parte spesa sono suddivise in :
~ spese correnti: in cui sono evidenziate le spese di personale;
~ spese di investimento: in cui vengono enucleati gli investimenti destinati alle regioni poco sviluppate.
Il bilancio annuale di previsione è composto:
~ da uno stato di previsione dell’ entrata;
~ da stati di previsione della spesa, corrispondenti ai diversi dicasteri e alla presidenza del consiglio;
~ da un quadro generale riassuntivo.
Agli Stati di previsione della spesa di alcuni dicasteri sono legati come appendici i bilanci delle aziende e amministrazioni autonome che fanno capo ad essi e sono annessi i consuntivi degli enti cui contribuisce in via ordinaria lo Stato.
Il bilancio annuale è contenuto in un unico disegno di legge.
Esso è composto da distinti articoli che prevedono l'approvazione dello Stato di previsione dell’ entrata, del totale generale della spesa e del quadro generale riassuntivo; tutto ciò con riferimento alle dotazioni di competenza e di cassa.
Quadro generale riassuntivo
Il quadro generale riassuntivo contiene le risultanze complessive del bilancio in base all'articolo 6 della legge 468/ 78, ed è riferito sia alle dotazioni di cassa sia alle dotazioni di competenza.
Esso deve indicare i seguenti saldi o risultati differenziali:
~ Risparmio pubblico:(entrate tributarie+extratributarie-spese correnti) è uguale alla differenza tra il totale delle entrate tributarie ed extra tributari e il totale delle spese correnti. Se il risultato differenziale è positivo, esso misura la quota di risorse correnti destinabili al finanziamento delle spese in conto capitale; se è negativo esprime la quota delle spese correnti da soddisfare ricorrendo all'indebitamento.
~
~ Saldo netto da finanziare o fabbisogno: (entrate finali – spese finali) è uguale alla differenza tra entrate finali di e spese finali. Nel calcolo non vi entrano le spese per il rimborso dei prestiti, dato che tali spese servono a rimborsare, ai possessori di titoli del debito pubblico, prestiti che lo Stato si è obbligato a restituire in anni precedenti, per finanziare, quindi, disavanzi pregressi. Il fabbisogno indica in quale misura l'operazione dello Stato determinano il ricorso al mercato monetario e finanziario.
~ Indebitamento o accreditamento netto: (totale entrate - totale spese – operazioni finanziarie)è uguale alla differenza tra il totale di tutte le entrate e il totale di tutte le spese, sia correnti sia in conto capitale, escluse le operazioni finanziarie, come accensione e rimborsi di prestiti, concessioni e riscossioni di crediti ecc. Le operazioni di intermediazione finanziaria iscritte a bilancio, nelle quali o Stato agisce come banchiere, sono dunque eliminate.
~ Ricorso al mercato: è uguale alla differenza tra il totale delle entrate e il totale di tutte le spese aumentate dei prestiti da rimborsare. Considerato che le spese includono in questo caso anche il titolo III costituito dalle spese per rimborso dei prestiti, il ricorso al mercato è dato da fabbisogno più le spese per il rimborso dei prestiti. Il ricorso al mercato indica il totale lordo del finanziamento necessario per coprire il totale complessivo delle spese.
Il bilancio pluriennale
In bilancio di previsione pluriennale è stato introdotto, accanto al bilancio di previsione annuale, dalla legge 468/ 78. È redatto per unità previsionali di entrata e di spesa.
In bilancio pluriennale è elaborato dal ministero dell'economia e delle finanze e presenta i caratteri che seguono:
~ è predisposto in termini di competenza, cioè si riferisce alla fase dell'accertamento delle entrate e dell'impegno delle spese ed è coerente con le regole e gli obiettivi del Dpef;
~ ha una proiezione pluriennale, in quanto copre un periodo non inferiore a tre anni;
~ è un bilancio finanziario di competenza, ma non ha la natura di atto giuridico formale di autorizzazione alla riscossione delle entrate e all'esecuzione delle spese che esso prevede;
~ è approvato con un articolo apposito del disegno di legge del bilancio e viene aggiornato ogni anno;
~ non è un bilancio scorrevole, cioè non inserisce automaticamente le previsioni del terzo anno al posto di quelle del primo. Le previsioni pluriennali sono difatti riviste annualmente;
~ è uno strumento di programmazione di medio termine.
Nel bilancio pluriennale sono esposti separatamente:
~ il bilancio pluriennale a legislazione vigente, che riguarda l'andamento delle entrate delle spese in base alla legislazione vigente, cioè a prescindere dalle decisioni prese con la legge finanziaria. È presentato dal governo alle camere entro il 30 settembre di ogni anno. Questa parte del bilancio pluriennale è integrata in un secondo momento con gli effetti della legge finanziaria e dei provvedimenti collegati alla manovra di finanza pubblica eventualmente già provati;
~ il bilancio pluriennale programmatico che riguarda le previsioni sull'andamento delle entrate e delle spese considerando gli effetti degli interventi previsti dal Dpef. È presentato alle camere entro il 30 settembre di ogni anno.
Legge finanziaria e leggi collegate
Il bilancio è un atto legislativo di indirizzo e perciò non può introdurre elementi innovativi di carattere sostanziale al quadro legislativo vigente. La crescita delle spese correnti e il forte indebitamento da parte dello Stato hanno ridotto la possibilità di decisioni effettive da adottarsi in sede di bilancio.
La legge finanziaria introdotta dalla legge 468/ 78 ha tuttavia creato diversi problemi, come l'espansione della spesa pubblica e l'ingorgo decisionale, tanto che si è provveduto a una sua riforma, prima tramite la legge 362/ 88 in seguito dalla legge 208/ 99.
Dopo gli interventi del legislatore, gli scopi della legge finanziaria sono quelli di:
~ disporre ogni anno il quadro di riferimento finanziario per il periodo compreso nel bilancio pluriennale in coerenza con gli obiettivi del Dpef;
~ regolare ogni anno le grandezze previste dalle disposizioni di legge, per adeguare gli effetti finanziari agli vi obiettivi.
Il contenuto della legge finanziaria non può riguardare norme di delega, ora gli ordinamentali o organizzatorie, ma solo norme con effetti finanziari a partire dal primo anno considerato nel bilancio pluriennale. Le legge finanziaria può predisporre per ciascun anno nuove o maggiori spese correnti, riduzione di entrate e nuovi interventi da finanziare ricorrendo al fondo speciale di parte corrente. In questo fondo l'iscrizione può avvenire solo nei limiti delle nuove e maggiori entrate tributarie, extra-tributarie e contributive e delle riduzioni permanenti di autorizzazioni di spesa corrente. Le nuove o maggiori spese disposte quella legge finanziaria non possono far lievitare la spesa in maniera non compatibile con quanto previsto dal Dpef.
Per agevolare il processo di approvazione degli strumenti impiegati per la politica di finanza pubblica la legge 208/ 99 ha abolito il collegato di sessione inglobando parte del suo contenuto nelle leggi finanziarie e lo ha sostituito con i collegati fuori sessione, contenenti disposizioni omogenee per materia che il governo deve presentare al Parlamento entro il 15 novembre di ogni anno. I collegati fuori sessione, costituiti da norme ordinamentali e leggi delega escluse dalla finanziaria, non essendo sottoposti al vincolo della sessione di bilancio, servono ad alleggerire la manovra finanziaria. Essi infatti, pur dovendosi presentare alle camere entro 15 novembre, possono essere approvati dalle stesse anche dopo il 31 dicembre.
La legge 208/ 99 integrando la legge 468/ 78 ha stabilito che le amministrazioni competenti devono corredare con una relazione tecnica i disegni di legge, gli schemi di decreto legislativo e gli emendamenti di iniziativa del governo da cui scaturiscono effetti finanziari. L'attendibilità della relazione e dei suoi dati deve essere verificata dal ministro dell'economia delle finanze. L'obbligo di stendere la reazione tecnica di accompagnamento riguarda sia i provvedimenti che comportano nuovi maggiori oneri, sia quelli da cui scaturiscono riduzioni di spesa o aumenti di entrata.
Preparazione e approvazione del bilancio
Il processo di costruzione dei bilanci annuali e di quello pluriennali, i quali devono essere presentati dal governo alle camere a norma dell'articolo 21 comma 1 della Costituzione, inizia:
1. con una circolare della ragioneria generale dello Stato, predisposta entro marzo di ogni anno. Questa circolare, inviata ai ministeri e alle amministrazioni autonome, indica le modalità di redazione delle previsioni di spesa, effettuate sulla base della legislazione vigente.
2. In un allegato apposito le amministrazioni espongono le modifiche che, secondo il loro parere, dovrebbero essere apportate alla legislazione vigente dalla legge finanziaria, nonché gli obiettivi e i programmi di ciascun ministero, sulla base di quello che hanno proposto i dirigenti responsabili della gestione delle singole unità previsionali.
3. Il ministero dell'economia e delle finanze, cui tali previsioni sono sottoposte, valuta gli oneri delle funzioni, dei servizi istituzionali, dei programmi dei progetti presentati dall'amministrazione interessata. Si cerca, in questa maniera, di assicurare che in ciascun capitolo siano incluse sono le spese della stessa categoria, e che ciascun capitolo corrisponda a un unico centro di responsabilità. Allo stesso tempo si esamina uno stato di attuazione dei programmi in corso e si valuta l'opportunità di conservare in bilancio come residui le somme già stanziate per spese in conto capitale e non impegnate
4. da ultimo il progetto di bilancio di previsione predisposto dal ministro dell'economia e delle finanze è sottoposto alla deliberazione del Consiglio dei Ministri
5. il bilancio annuale di previsione, che deve essere presentato entro il 30 settembre di ogni anno, è formulato sulla base dei decreti e dei parametri del Dpef, come deliberato dalle camere. Il disegno di legge di approvazione del bilancio viene trasmesso anche alle regioni.
6. Entro il 15 ottobre di ogni anno la conferenza Stato-regioni-autonomie locali esprime un proprio parere, che viene comunicato al governo e al Parlamento, sui criteri di ripartizione del fondo per il finanziamento dei programmi regionali di sviluppo.
ESAME E DISCUSSIONE
Ogni commissione parlamentare esamina lo stato di previsione di cui è competente. La commissione bilancio esamina lo stato di previsione in generale. Ciascuna commissione riferisce poi la propria relazione all'aula in cui si svolge la discussione generale in assemblea. L’esame e la discussione della legge di bilancio e della legge finanziaria avvengono in modo congiunto, considerata l'interconnessione fra i due provvedimenti. Prima viene votato lo stato di previsione dell’ entrata, poi i diversi Stati di previsione della spesa. Nel bilancio di previsione il totale delle entrate deve corrispondere al totale delle spese, perciò stabilire l'ammontare delle entrate equivale a determinare le spese complessive. I soli emendamenti ammessi sono quelli che compensano le spese tra i diversi dicasteri o all'interno degli stessi.
Approvazione
Il bilancio pluriennale è approvato attraverso un articolo apposito del disegno di legge di bilancio. I disegni di legge seguono lo stesso iter in entrambe le camere. Politicamente l'atto che approva il bilancio rappresenta un voto di verifica annuale obbligatorio dell'omogeneità delle forze politiche che governano il paese.
Le legge di bilancio con gli Stati di previsione, dopo l'approvazione del Parlamento, è presentato al presidente della Repubblica per la promulgazione e per la controfirma del presidente del Consiglio dei Ministri e dei ministri responsabili. In seguito è pubblicata nella gazzetta ufficiale.
I dirigenti generali titolari di centri di responsabilità delle rispettive amministrazioni ricevono le risorse dai ministri, entro 10 giorni dalla pubblicazione della legge di bilancio. I dirigenti generali sono responsabili della gestione delle risorse e dei risultati che da essa conseguono.
Il governo, una volta approvata dal legge di bilancio, ha la facoltà e il dovere di gestire dei beni, senza superare gli stanziamenti del bilancio per le spese. In questo senso la legge di bilancio è legge di autorizzazioni.
In bilancio non incide sulle diverse leggi preesistenti riguardanti i tributi e le entrate in genere e le spese, ma permette al governo di avvalersi della legislazione finanziaria per svolge la sua attività.
Il bilancio approvato non può essere rivisto nel potere legislativo, né da quello esecutivo e deve essere attuato nel rispetto della legislazione vigente in materia.
Esercizio provvisorio
L’esercizio provvisorio del bilancio è concesso dalle camere al governo, con legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi, qualora il bilancio non venga approvato entro 31 dicembre. Il bilancio di previsione, infatti deve essere approvato in tempo utile per gestire le entrate e le spese, dal momento in cui inizia esercizio al quale esso si riferisce.L’ Esercizio provvisorio serve dunque a evitare la paralisi che la mancanza di autorizzazioni a realizzare le entrate e a eseguire le spese provocherebbe nell’ attività finanziaria e in tutta l'amministrazione statale dal 1 gennaio.
La legge stabilisce dei limiti al esercizio provvisorio, costituiti da:
~ Il tempo: in quanto esso non può essere concesso per periodi superiore complessivamente a quattro mesi;
~ la necessità: in quanto la sua durata non può durare oltre ai termini necessari per evitare la paralisi dello Stato;
~ la natura legislativa della concessione dell'esercizio provvisorio: in quanto può essere concesso solo con la legge, allo scopo di assicurare anche il controllo della corte costituzionale su questo importante atto dello Stato.
Le previsioni del nuovo esercizio devono essere considerate così come risulta dalla bilancio presentato e non a un
Rendiconto generale dello Stato
In rendiconto generale dello Stato è il documento contabile nel quale vengono riassunti e dimostrati i risultati della gestione dell'anno finanziario. Esso da atto dell'esattezza dei conti presentati dall'esecutivo e riporta eventuali rilievi mossi nel corso dell'esercizio finanziario.
Il rendiconto consuntivo deve essere presentato dal ministro dell'economia e delle finanze alle camere per l'approvazione entro il mese di giugno di ogni anno. L'approvazione del Parlamento garantisce un controllo annuale sulle modalità di esecuzione della legge di bilancio dell'anno precedente da parte del governo. Il rendiconto è composto da due parti:
1. Il conto del bilancio
2. il conto generale del patrimonio a valore.
1. Conto del bilancio
Il conto del bilancio dimostra i risultati conseguiti, confrontando le previsioni del bilancio con le operazioni e gli impegni relativi all'esercizio scaduto.
Il conto del bilancio è stato recentemente adeguato alla nuova struttura di bilancio di previsione. È costituito sulla base di una classificazione incrociata per funzioni obiettivo è l'unità previsionali di base, suddivise per capitoli.
In questa maniera è possibile controllare le politiche di settore e valutare economicamente e finanziariamente le risultanze delle entrate e delle uscite alla luce degli obiettivi fissati, degli indicatori di efficacia e di efficienza e degli scopi delle leggi di spesa.
Il conto del bilancio contiene:
~ Le entrate di competenza dell'anno, accertate, riscosse o rimaste da riscuotere;
~ le spese di competenza dell'anno, impegnate, pagate o rimaste da pagare;
~ della gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi anteriori;
~ le somme versate in tesoreria e quelle pagate per ciascun capitolo dei bilancio distintamente in conto competenza e in conto residui;
~ il conto totale dei residui attivi e passivi che si trasmettono dell'esercizio precedente.
2. Conto generale del patrimonio a valore
Il conto generale del patrimonio a valore indica la consistenza delle attività e passività dello Stato all'inizio e al termine dell'esercizio.
È preceduto da una nota preliminare ed è composto dalle seguenti parti:
~ dimostrazione della consistenza patrimoniale;
~ dimostrazione dei punti di concordanza tra il conto del bilancio è quello del patrimonio;
~ conto generale le rendite delle spese;
~ attività e passività classificate in relazione ai ministeri;
~ un documento contabile, che permette di analizzare l'economicità della gestione dei beni, nel quale sono rappresentate le componenti positive e negative, nonché gli indici di redditività della gestione stessa.
All'interno del rendiconto generale ci sono anche dei conti speciali, che riguardano le attività economiche delle aziende autonome.
Iter del rendiconto generale
Il rendiconto generale dell'esercizio finanziario scaduto il precedente 31 dicembre deve essere presentato al Parlamento dal ministro dell'economia e delle finanze entro il mese di giugno di ogni anno.
In ministro dell'economia e delle finanze predispone il rendiconto sulla base dei vari conti dei ministeri, trasmessi entro il 30 aprile di ogni anno alla ragioneria generale dello Stato.
Il rendiconto, entro 31 maggio di ciascun anno, è trasmesso solo alla corte dei conti che lo parifica, quindi lo trasmette il ministro dell'economia e delle finanze per la presentazione alle camere.
Il Parlamento esprimere una valutazione politica sulla gestione dei bilancio. La corte dei conti controlla preventivamente la legittimità degli atti del governo e successivamente la gestione del bilancio.
Il controllo del rendiconto è un controllo tecnico successivo.
Il rendiconto generale finanziario deve essere trasmesso alla corte dei conti che lo restituisce, insieme a una relazione, alle camere.
Al Parlamento spetta dunque un giudizio politico, mentre alla corte dei conti compete un controllo di legittimità.
Controllo sulla gestione del bilancio
Il controllo sulla gestione del bilancio è previsto affinché vi sia la garanzia che il bilancio sia eseguito nel modo stabilito.
Il potere di controllo spetta:
~ agli uffici centrali del bilancio dei singoli ministeri;
~ alla ragioneria generale dello Stato;
~ alla corte dei conti.
La Ragioneria generale dello Stato durante la gestione del bilancio, svolge il controllo sugli atti di entrata e di spesa per assicurare la conformità degli stessi alla legge di bilancio e agli eventuali provvedimenti modificativi. Questo controllo è di tipo interno.
La corte dei conti opera, invece, un controllo di legittimità; tale controllo può essere preventivo o successivo.
Il controllo preventivo viene esercitato mediante le forme del visto e della registrazione dei decreti del capo dello Stato e dei ministri i cui dicasteri comportano spese. Se il decreto è ritenuto legittimo dalla corte, questa vi apporre il visto e lo registra. Prima di tale registrazione il decreto non ha efficacia giuridica e non può quindi essere eseguito. Se il decreto è ritenuto invece illegittimo dalla corte, questa rifiuta il visto e rimanda il decreto al ministro che lo ha emesso, insieme al rifiuto debitamente motivato. Il ministro, qualora reputi giusti i rilievi della corte, modifica il decreto, altrimenti lo sottopone al consiglio dei ministri, che delibera su di esso.
Se l'esecuzione del decreto è ritenuta necessaria dal consiglio, questo rimanda il decreto alla corte dei conti per la registrazione con riserva. Entro 15 giorni dalla registrazione il decreto deve essere presentato al Parlamento per l'approvazione della spesa contestata.
Il controllo successivo è attuato attraverso l'esame del rendiconto generale. La corte dei conti verifica il rendiconto e ne confronta il risultato con il bilancio preventivo. Il rendiconto generale e una relazione contenente le osservazioni della corte sulla gestione finanziaria del governo vengono inviati al ministro dell'economia e delle finanze che li deve presentare, entro che il 30 giugno, alle camere.
Residui
La formazione del bilancio secondo il principio della competenza finanziaria da luogo a residui, ovvero a entrate accertate che non sono state riscosse e spese impegnate che non sono state pagate alla data del 31 dicembre, termine dell'esercizio finanziario.
Nell'ambito del bilancio di cassa, che riguarda le previsioni di effettive entrate ed effettive uscite finanziarie, i residui non hanno ragione di essere considerati. In questo sistema è più opportuno parlare di minori entrate e di minori spese, che non di residui attivi e passivi.
I residui attivi esprimono entrate accertate ma non ancora riscosse, nonché entrate riscosse ma non ancora versate. Rappresentano i crediti dello Stato nei confronti di terze economie.
I residui passivi esprimono spese già impegnate e non ancora ordinate, ovvero ordinate ma non ancora pagate. Rappresentano debiti dello Stato nei confronti di terze economie. Anche somme che non corrispondono a debiti sorti nei confronti di terzi, come i residui per impegni latenti e quelle di stanziamento, rientrano tra i residui passivi:
~ i residui per impieghi latenti riguardano spese deliberate dagli organi amministrativi o previste per legge, ma non ancora impegnate;
~ i residui di stanziamento riguardano spese previste in bilancio non ancora accertate.
Riscossione versamento per i residui attivi o liquidazione, ordinazione e pagamento per i residui passivi si effettuano negli anni successivi a quello in cui i residui si sono formati.
I residui sono accertati alla chiusura dell'anno finanziario e sono iscritti nel rendiconto generale.
Sono riportati nella contabilità dell'esercizio successivo, ma tenuti distinti dalle somme relative alla competenza del nuovo esercizio finanziario.
In questo modo si hanno due gestioni finanziarie:
~ la gestione dei competenza, relativa alle somme previste per l'anno finanziario in corso;
~ della gestione dei residui che riguarda l'esazione e il pagamento dei residui. A seconda della natura dei residui varia il tempo di mantenimento in bilancio degli stessi.
La gestione dei residui costituisce un problema per la pubblica amministrazione. Problema che non è stato risolto neppure con l’introduzione del bilancio di cassa accanto a quello di competenza, soprattutto perché non sono state eliminate le cause che avevano portato a questo fenomeno il precedente sistema, come ad esempio la dissociazione tra decisioni legislative in materia di spesa e possibilità concrete della pubblica amministrazione o la tardività dei provvedimenti legislativi di variazione del bilancio ecc.

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