Wagner e la musica

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WAGNER E LA RIFORMA DELLA MUSICA

Il programma wagneriano si trova esposto nei suoi numerosi scritti, soprattutto Arte e rivoluzione, Opera e dramma e Opera d’arte dell’avvenire. Tutte le opere di Wagner vennero musicate su libretto proprio. Esse sono: La Novizia di Palermo (1836), Rienzi (1842), Il Vascello fantasma e l’Olandese volante (1843), Le Fate (1888 postuma). Quelle che, più in particolare, interessano la riforma sono: Tannhäuser (1845), Lohengrin (1850), Tristano e Isotta (1865), I maestri cantori (1868), la Tetralogia (1876), Parsifal (1882).
Per Wagner, la perfezione drammatica sta nella sintesi e nella vita unita delle tre arti temporali (poesia, musica e danza, intesa come libero movimento); tale perfezione era stata raggiunta nel teatro classico greco. Poi, con la decadenza greca, ognuna delle tre arti si sviluppò, vivendo di vita propria e cercando di esprimersi con mezzi sempre più diversi da quelli delle arti sorelle. Wagner vide nel dramma musicale la fusione di tutte le arti ritmiche, che un tempo congiunte poi dissociatesi, erano capaci di raggiungere pienamente il loro ideale, poiché v’è sempre in esse una continua tendenza ad aderire vicendevolmente. Wagner, con le sue opere, voleva ritornare a questo stato di unione.
Tale ideale fusione, che deve nascere da un unico creatore, meglio di può realizzare nel mondo puramente fantastico del Mito, libero da qualsiasi precisazione di tempo e di luogo; il Mito, inoltre, secondo Wagner, è storia elaborata e stilizzata dall’immaginazione del popolo e ridotta appunto in uno stato puramente umano: è così più facile per il drammaturgo trattare la favola drammatica in modo che lo stato d’animo di ogni personaggio, da lui creato, emerga in ogni situazione.
Ma il concetto fondamentale, per lo studio del dramma wagneriano, è questo: la musica, di per sé, non ha un’autonomia estetica ed espressiva e dev’essere fecondata dalla poesia (e viceversa). Pertanto, le esigenze fondamentali della composizione e della struttura sono le esigenze espressive del dramma poetico; ad esso la musica si deve adeguare, rinunciando perciò a forme prestabilite. Conseguenza prima è l’abolizione di ogni forma chiusa (aria, cavatina, finale, ecc.) e l’invenzione di una melodia continua, che fluisca interrottamente, dall’orchestra al palcoscenico o viceversa, senza soluzioni di continuità.

Le innovazioni wagneriane:

Cromatismo
Wagner è considerato un precursore della musica del XX secolo. Il suo cromatismo, infatti, è indicato come anticipatore della dodecafonia di Schönberg.
Con cromatismo s’intende l’uso di semitoni estranei alla scala diatonica, cioè la scala in cui si ha un passaggio diretto del suono da un grado all’altro della stessa.

Temi e motivi
Nella musica di Wagner si fa distinzione tra Grundthemen e Grundmotive, cioè temi e motivi di base, figure che nascono come netta conseguenza della musica continua wagneriano.
Prima di Wagner ogni opera si divideva in numeri chiusi, ben delimitati dall’azione scenica, e che potevano essere recitativi, arie, duetti o concertati.
Quando la musica assunse una continuità che durava per un intero atto, Wagner sentì la necessità di individualizzare i suoi personaggi sulla scena, così come i sentimenti espressi dalla musica (es. motivo della fede in Parsifal).
I temi di base hanno il ruolo di enfatizzare i momenti fondamentali dell’azione, mentre i motivi accompagnano l’entrata in scena di un determinato personaggio e, combinandosi tra di loro, danno vita ad un discorso (come nel Lohengrin). I motivi segnalano il personaggio anche quando questo si “camuffa” e permettono così al pubblico di seguire meglio la storia.

Voci
Per Wagner le voci sono come degli strumenti e, in quanto tali, richiede loro uno sforzo eccezionale, ai limiti delle possibilità fisiche e artistiche e dell’espressività della voce umana.
Non tutti i cantanti possono essere wagneriani.
Ciò che Wagner richiede non è tanto il fraseggio o il virtuosismo, quanto la potenza e l’intensità. Anche le scene più brevi e meno impegnative hanno bisogno, in Wagner, di uno stile particolarmente declamatorio, per poter sfruttare al massimo la fonetica della lingua tedesca.

La strumentazione wagneriana
Wagner apportò una notevole innovazione nel campo della strumentazione. Egli, non solo inserì nuovi strumenti come la romba contrabbasso o la tuba wagneriana, ma arricchì pure la vecchia tavolozza orchestrale: raddoppiò i fiati ed aumentò notevolmente le corde, inserendo pure notevoli percussioni.
Con una tale orchestra, dal suono imponente, Wagner voleva esprimere il senso della trascendenza, aprendo la strada ad infinite combinazioni timbriche.

Il teatro
Anche per quanto riguarda il teatro, inteso come edificio, Wagner auspicava dei cambiamenti. Egli riteneva inconcepibile la divisione in posti secondo l’importanza sociale. Il suo pubblico ideale doveva essere un mélange indistinto, capace di esprimere tutta la varietà della vita.

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