Sigmund Freud, dagli studi sull'isteria alla psicanalisi

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Testo

Sigmund Freud

Dagli studi sull’isteria alla psicanalisi.

La rivoluzione psicanalitica ha influenzato tutta la cultura del ‘900. Sigmund Freud nasce a Freiberg nel 1856. Si laurea in medicina e intraprende gli studi di anatomia del sistema nervoso. Nel 1882 abbandona la ricerca scientifica e intraprende la professione medica dedicandosi alla psichiatria. Nel 1885 si reca a Parigi dove Charcot studiava i fenomeni isterici. Nel 1889 si stabilisce a Nancy dove venivano praticati e studiati i procedimenti dell’ipnosi. Torna a Vienna dove, in seguito a ricerche sull’isteria con Breuer, scopre l’inconscio e fonda la teoria psicanalitica. Grazie al successo delle sue teorie nel 1910 nasce a Norimberga la Società internazionale di Psicanalisi, di cui Jung è il primo presidente. Nel 1933 i nazisti bruciano a Berlino le opere dell’ebreo Freud. Egli nel 1938 lascia Vienna e si reca a Londra dove muore nel 1939.
La medicina ufficiale dell’ 800 non prendeva sul serio gli stati psiconevrotici (isterie) in cui non fossero rintracciabili lesioni organiche corrispondenti. Ma ai tempi di Freud l’isteria aveva attirato l’attenzione di un gruppo di medici. Charcot era giunto ad usare l’ipnosi come metodo terapeutico. Breuer utilizzava l’ipnosi come mezzo per richiamare alla memoria avvenimenti penosi dimenticati, avendo notato che il superamento delle amnesie circa fatti spiacevoli della propria vita consentiva una liquidazione delle cariche emotive connesse a quei fatti. Breuer e Freud mettono a punto il metodo catartico, consistente nel tentativo di provocare una scarica emotiva (abreazione) capace di liberare il malato dai suoi disturbi. Ponendosi il problema dell’eziologia, delle ragioni dell’isteria, Freud scopre che la causa delle psiconevrosi è da cercare in un conflitto tra forze psichiche inconsce, operanti al di là della sfera di consapevolezza del soggetto, i cui sintomi sono psicogeni, non derivanti da disturbi organici, ma dalla psiche. La scoperta dell’inconscio segna la nascita della psicanalisi, psicologia abissale o del profondo.

La realtà dell’inconscio e i modi per accedere ad esso.

Prima di Freud si identificava la psiche con la coscienza. Per Freud invece la maggior parte della vita mentale si svolge fuori della coscienza e l’inconscio non è il limite inferiore del conscio , ma la realtà abissale primaria di cui il conscio è solo la manifestazione visibile. Freud divide l’inconscio in due zone. La prima comprende l’insieme dei ricordi che, pur essendo momentaneamente inconsci, possono divenire consci. Tale è il preconscio. La seconda zona comprende gli elementi psichici stabilmente inconsci, mantenuti tali da una forza specifica, la rimozione, che può essere superata solo in virtù di tecniche apposite. Se l’inconscio coincide con il rimosso, per superare le resistenze che sbarrano l’accesso alla coscienza, Freud in un primo tempo pensò di usare l’ipnosi. Ma la scarsa efficacia lo indusse a elaborare un nuovo metodo: quello delle associazioni libere. Anziché forzare il malato, questo metodo mira a rilassarlo e consiste nel mettere il paziente in grado di abbandonarsi al corso dei propri pensieri, facendo si che tra le parole che pronuncia si instaurino delle associazioni collegate con il materiale rimosso che si vuole portare alla luce, che agisce come un campo gravitazionale verso cui sono attratti i pensieri del paziente. Questo metodo, pur aggirando più facilmente le rimozioni, presenta notevoli difficoltà, che solo lo sforzo solidale del paziente e dello psicoterapeuta sono in grado di superare. Tutto deve essere messo al servizio della cura, compreso il transfert o traslazione, il trasferimento sul medico di stati d’animo ambivalenti provati dal paziente durante l’infanzia nei confronti dei genitori. Il transfert, implicando una sorta di attaccamento amoroso verso il medico, può fungere da condizione preliminare per il successo dell’analisi. Scoperto l’inconscio Freud si propose di decodificarne i messaggi tramite lo studio delle sue manifestazioni privilegiate: i sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici.

La scomposizione psicanalitica della personalità.

Freud afferma che la psiche è un unità complessa costituita da un certo numero di sistemi, dotati di diverse funzioni e disposti in un certo ordine, come metaforici luoghi psichici. La prima topica psicologica (studio dei luoghi della psiche) distingue tre sistemi: il conscio, il preconscio e l’inconscio. La seconda topica (1920) distingue tre istanze: l’Es, l’Io e il Super-io. L’Es è il polo pulsionale della personalità, la forza impersonale e caotica. L’Es non conosce bene, male, moralità e obbedisce solo al principio del piacere. Esso esiste al di là delle forze spazio-temporali codificate da Kant e ignora le leggi della logica, soprattutto il principio di non-contraddizione. Il Super-io è la coscienza morale, l’insieme delle proibizioni instillate all’uomo nei primi anni di vita e che lo accompagnano sempre anche in forma inconsapevole. Esso è il successore di genitori e educatori. L’Io è la parte organizzata della personalità, che deve fare i conti con l’Es, il Super-io e il mondo esterno. Esso è l’istanza che deve equilibrare, tramite compromessi, pressioni in contrasto tra di loro. La seconda topica, molto adatta a dar ragione della fisionomia composita e conflittuale della psiche, obbedisce a esigenze e finalità diverse della prima. Bisogna però evitare di confondere le due topiche o di farne corrispondere i termini.

I sogni, gli atti mancati e i sintomi nevrotici.

Freud vede nei fenomeni onirici la via verso la conoscenza dell’inconscio nella vita psichica. Egli ritiene che i sogni siano l’appagamento, camuffato, di un desiderio, rimosso. Freud distingue all’interno dei sogni un contenuto manifesto (la scena onirica vissuta dal soggetto) e un contenuto latente ( le tendenze che danno luogo alla scena onirica). I desideri non sono richiamati direttamente dai sogni perché sono inaccettabili dal soggetto e cadono sotto l’azione della censura. Il contenuto manifesto dei sogni è la forma elaborata e travestita dalla censura in cui si presentano i desideri latenti. Se ogni sogno è la realizzazione di un desiderio, l’interpretazione psicanalitica dei sogni consiste nel ripercorrere a ritroso il processo di traslazione del contenuto latente in quello manifesto, per cogliere i messaggi segreti dell’Es. Freud prende in esame quei contrattempi della vita di tutti i giorni (lapsus) che prima di lui si attribuivano al caso. Poiché nella nostra mente nulla avviene in modo fortuito, ma ogni evento è il prodotto necessario di determinate cause, Freud scopre come anche tali fenomeni abbiano un significato preciso. Egli scorge in essi una manifestazione camuffata dell’inconscio, un compromesso tra l’intenzione cosciente del soggetto e pensieri inconsci che si agitano nella sua psiche. Per i sintomi nevrotici Freud sostiene che il sintomo, come il sogno manifesto, rappresenta il punto d’incontro fra tendenze rimosse e forze della personalità che si oppongono all’ingresso di tali credenze nel sistema conscio. Freud scoprì presto che gli impulsi rimossi, alla base dei sintomi psiconevrotici, sono sempre di natura sessuale.
La teoria della sessualità e il complesso edipico.
Prima di Freud la sessualità era identificata con la genitalità, con il congiungimento con un individuo di sesso opposto, ai fini della procreazione. Secondo questo schema la sessualità dovrebbe mancare nell’infanzia, subentrare intorno alla pubertà e la sua meta dovrebbe essere l’unione sessuale. Se tutto ciò fosse vero, resterebbero inspiegate tutte le tendenze psicosessuali differenti dal coito: la sessualità infantile, la sublimazione e le perversioni. Freud fu condotto ad ampliare il concetto di sessualità, sino a vedervi un energia suscettibile di dirigersi verso diverse mete e in grado di investire gli oggetti più disparati: la libido. Freud immaginò la libido come un flusso migratorio localizzato di volta in volta, in corrispondenza dello sviluppo fisico, su alcune parti del corpo, dette zone erogene. Contemporaneamente Freud elaborò la dottrina della sessualità infantile. Freud giunse a definire il piccolo uomo come un essere perverso polimorfo, come un individuo capace di perseguire il piacere indipendentemente da scopi riproduttivi (perversione) e mediante i vari organi corporei (polimorfismo). Freud sostiene che lo sviluppo psicosessuale del soggetto avviene attraverso tre fasi, caratterizzate da specifiche zone erogene: fase orale, anale e genitale. 1) La fase orale caratterizza i primi mesi di vita e dura sino a un anno e mezzo, ha come zona erogena la bocca ed è connesso alla principale attività del bambino: il poppare. 2) La fase anale va da un anno e mezzo a tre anni, ha come zona erogena l’ano ed è collegata alle funzioni escrementizie, per il bambino oggetto di interesse e piacere. 3) La fase genitale inizia alla fine del terzo anno, ha come fattore erogeno la zona genitale. Si articola in due sottofasi: quella fallica e quella genitale. La fase fallica è così chiamata perché la scoperta del pene è oggetto di attrazione sia per il bambino che per la bambina, che soffrono di un complesso di castrazione (il primo perché vive sotto la minaccia di una possibile evirazione, la seconda perché si sente evirata e prova l’invidia del pene); perché l’organo di eccitamento sessuale è il pene o la clitoride. La fase genitale va dal quarto o sesto anno sino alla pubertà ed è caratterizzata dall’organizzazione delle pulsioni sessuali sotto il primato delle zone genitali. Connessa alla sessualità infantile è la dottrina relativa al complesso di Edipo. Il complesso edipico consiste in un attaccamento libidico verso il genitore di sesso opposto e in un atteggiamento ambivalente verso il genitore dello stesso sesso. Tale complesso si sviluppa tra i tre e i cinque anni, durante la fase fallica, e a seconda della sua risoluzione determina la futura strutturazione della personalità.

La religione e la civiltà.

Freud ritiene che le rappresentazioni religiose non siano risultati finali del pensiero, ma illusioni, appagamenti dei desideri più antichi e più forti dell’umanità; il segreto della loro forza è la forza di questi desideri. Tali desideri sarebbero quelli infantili di sentirsi protetti contro i pericoli della vita e la figura di Dio sarebbe la proiezione dei rapporti psichici ambivalenti con il padre terreno. Freud afferma che la civiltà implica un costo in termini libidici e di felicità, poiché è costretta a limitare un numero rilevante di desideri e di pulsioni, e a deviare l’energia libidica e la ricerca del piacere in prestazioni sociali e lavorative. La società, proseguendo l’opera paterna, da origine a un Super-io sociale incarnato in una serie di norme e di divieti. Ma Freud non è contro la civiltà, né vagheggia un umanità felice e buona da recuperarsi oltre le imposizioni sociali. L’antropologia dell’ultimo Freud, che presenta molti di contatto con Schopenauer, vuol essere realistica e pessimistica. Contro coloro che pensano che l’uomo possa essere davvero felice, Freud ribatte che la sofferenza è componente strutturale della vita, poiché siamo costretti a patire nel corpo e nella psiche, a decadere e a morire. Contro coloro che ritengono che l’uomo sia una creatura gentile che vuol essere amata, ribatte che è una creatura con un forte quoziente di aggressività. La civiltà è un male minore di quello che sarebbe un umanità senza società, che potesse dar sfogo a tutti i suoi desideri. In una situazione del genere, non solo l’uomo non sarebbe felice, ma diventerebbe ancora più pericoloso per il prossimo. Freud ha diviso le pulsioni in due specie, quelle che tendono a conservare e unire e sono erotiche ( Eros del Simposio platonico) o sessuali; e quelle che tendono a distruggere e uccidere, comprese nella denominazione di pulsioni aggressive o distruttive. Nella lotta tra Eros e Thanatos Freud ha visto condensata l’intera storia del genere umano.

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