Ricerca sulla figura donna nel Romanticismo

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Testo

LA DONNA NEL ROMANTICISMO

La situazione della donna durante il romanticismo

Uno dei settori in più rapida espansione nella prima metà dell’800 fu l’istruzione pubblica delle donne, che cominciavano a reclamare la loro parte di diritti. Per quanto riguarda la donna il 1800 segna per alcuni versi una svolta. Tra le grandi nazioni europee quella che presentava la situazione più disastrosa era la Francia. Infatti solo nel 1860 il ministro Durry promosse corsi serali per le donne. Il livello d’istruzione della donna francese, anche dei ceti più elevati, rimase a lungo generalmente molto basso. In Germania esistevano alcune scuole pubbliche secondarie, ma nessun istituto superiore. Solo l’Inghilterra presentava una situazione leggermente migliore .
I socialisti, come Maurice e Kingsley si impegnarono per la fondazione di alcuni college femminili. Da questi istituti uscirono personaggi del tipo Mary Buss o Doroty
Beale, le quali a loro volta organizzarono corsi serali.
Il passo decisivo stava nell’arrivare all’istruzione universitaria.
A Londra il Bredford college fu incorporato nell’università nel 1869 e l’anno dopo fu possibile anche per le donne conseguire una laurea. Tuttavia era ancora un privilegio solo per le appartenenti alle famiglie più importanti e prestigiose .
Quindi, mentre Manzoni o Leopardi eseguivano le loro opere, la donna occupava una posizione nettamente subalterna all’uomo. Per legge, ad esempio non poteva né utilizzare i propri beni né chiedere il divorzio senza il consenso del marito.
Nel 1948 in Europa e negli USA cominciavano a nascere movimenti femministi, chiamati con ironia e disprezzo “suffragette”, che organizzavano proteste e manifestazioni con lo scopo di denunciare la loro condizione e ottenere il diritto di voto.
Personaggi
Jane Austen
Jane Austen ,una delle più grandi scrittici inglesi dell’epoca romantica, ha affidato la sua fama ed il suo valore letterario alla composizione di sei romanzi, che possono essere ritenuti le prime importanti opere psicologiche della narrativa britannica.
La Austen fin da giovanissima si cimentò nella composizione di brevi racconti, definiti da lei stessa “storie dalla trama leggera ed esile.
In questi primi lavori, tramite la parodia, ovvero con una versione satirica e burlesca del romanzo sentimentale, si proponeva di mettere in luce la falsa e ingannevole visione della vita. In questo modo la Austen riuscì a creare divertenti storie, caratterizzate da un susseguirsi di disgrazie, amori frenetici, inganni, tradimenti, e scontati colpi di scena.
Una ragguardevole maturazione letteraria venne raggiunta intorno ai venti anni: scrisse infatti i suoi primi due romanzi, Sense and Sensibility (buon senso e sensibilità) Pride and prejudice (orgoglio e pregiudizio), a cui seguirono Mansfield Park (parco Mansfield), Northanger Abbey (Abbazia di Norhanger), Emma e Persuasion (Persuasione).
Jane Austen, vivendo la prima stagione del romanticismo, fu contemporanea dei grandi poeti inglesi Wordsworth, Coleridge, Byron, Shelley, Keats, e dei grandi scrittori in prosa Walter Scott, l’ideatore del romanzo storico , e Radcliff e Walpole, autori di celebri “romanzi neri”. Con il romanticismo in Inghilterra si diffuse l’ interesse per il soprannaturale , per storie che avevano come ambientazione luoghi esotici, quindi per l’esotismo, per raffigurazioni macabre e misteriose, per personaggi che esprimevano passioni estreme ed impegnati in azioni eroiche. Tutti elementi che ritroviamo nella cultura gotica. Nonostante la sua adesione alla corrente romantica, Jane Austen non condivise mai pienamente questi aspetti detti “gusti romantici”, ma si dedicò ad un tipo di letteratura d’ispirazione maggiormente realistica, dedita ad’ una indagine minuziosa dei personaggi sotto il profilo psicologica e ad una rappresentazione fedele dei costumi e dell’ ambiente.
La stessa Austen, in una lettera alla cugina Cassandra, afferma che la sua intenzione è quella di “dipingere un quadro di vita domestica, con un pennello, così sottile, che solo dopo molto tempo si ottiene un piccolo risultato. Quindi prediligeva storie quotidiane, talvolta banali, in un ambiente a lei familiare come quello della piccola borghesia e della nobiltà di campagna. I protagonisti dei suoi romanzi sono generalmente giovani donne in piena maturazione interiore, alle prese con i primi problemi della vita, quasi sempre dovuti a intricate vicende amorose.
Il tema ricorrente de i romanzi della Austen è proprio il conflitto tra due “universi: tra quello interiore del personaggio, costituito dai sentimenti, dalle virtù, e dai difetti, con quello esteriore delle relazioni sociali, a sua volta caratterizzato dalle norme di comportamento, dalle imposizioni e dai doveri che finiscono per oscurare la vera
uno schermo dietro quale l’individuo tende a nascondersi, causando un conflitto interno spesso doloroso, al quale si può porre rimedio, secondo la Austen, per mezzo di una profonda autoanalisi.
I romanzi della Austen si avvalgono di un linguaggio chiaro, diretto, dal quale non traspariscono riflessioni personali, e con un uso sapientissimo del dialogo riesce a calare il lettore in seducenti atmosfere teatrali.
Il romanzo “Orgoglio e Pregiudizio” costituisce l’opera più celebre di Jane Austen: concluso nel 1797, inizialmente venne intitolato “Prime impressioni” (First Impressions), fu da lei sottoposto a continue e appassionate correzioni, tanto che fu pubblicato diciannove anni dopo, nel 1816, con il titolo definitivo “Orgoglio e Pregiudizio”.
L’ambientazione è quella delle famiglie appartenenti alla piccola nobiltà di provincia e alla borghesia terriera residenti nelle campagne intorno a Londra. Si tratta di un mondo regolato da rigide gerarchie sociali e da un sistema di comportamento che impone determinati ruoli a cui si devono attenere gli uomini e le donne.
Jane Austen intende mettere in luce l’abitudinarietà della classe borghese tramite la presentazione di una serie di fatti quotidiani che scandiscono il normale alternarsi della giornata.
I personaggi della storia sono quasi tutti descritti all’interno dei rispettivi nuclei familiari, da un lato i figli prossimi al matrimonio e dall’altro i genitori preoccupati di dar loro una buona sistemazione futura. Il principale protagonista è comunque il mondo femminile, non solo perché le donne sono in netta maggioranza, ma perché il punto di vista dell’ autrice è volontariamente propenso a descrivere i problemi della donna. Nel romanzo emerge la personalità di Elisabeth Bennet, una ragazza poco più che ventenne, che viene coinvolta in un intreccio di passioni con il giovane Wiliam Darcy. La Austen ,tramite la vicenda di Elisabeth, conduce la descrizione critica dell’ambiente intorno a lei. Jane in questo romanzo sottolinea il difficile rapporto tra l’individuo e la società: l’orgoglio, come difesa della propria dignità e dei valori in cui crediamo, e il pregiudizio, nell’osservare e valutare il comportamento altrui, portano ad incomprensioni e talvolta a spiacevoli equivoci. Il tutto è comunque narrato con un tono ironico che tende a sminuire d’importanza le vicende.

Madame de Stael

Anne Louis-Germaine Necker baronessa di Stael-Holstein, detta Madame de Stael, fu una delle figure femminili più importanti della letteratura romantica, e le si deve riconoscere l’aver diffuso il romanticismo tedesco in Italia e, sebbene con molte difficoltà, in Francia. Figlia del banchiere ginevrino Jacques Necker, che fu per qualche tempo ministro delle finanze di Luigi XVI, sposa per convenienza dal 1786 del barone di Staël-Holstein, ambasciatore di Svezia a Parigi, cominciò assai presto a vivere nel mondo dei salotti, della letteratura e della politica. Subì fortemente l’influenza del padre, per il quale nutriva un autentico culto. Nel salotto della madre Suzanne Curchod (svizzera protestante del cantone di Vaud) aveva conosciuto tutte le celebrità del tempo: Marmontel, d’Alembert, Buffon, Bernardin de Saint-Pierre, Diderot, Raynal, Thomas, e fatto suo l’uso della conversazione e l’esercizio della letteratura. Nel 1788 pubblicò anonima la sua prima opera, Lettere sul carattere e gli scritti di Jean-Jacques Rousseau, che destò viva curiosità. Travolta dagli avvenimenti politici e dall’esilio paterno a Coppet, presso Ginevra (1790), pubblicò scritti di attualità e di circostanza, adoperandosi per far avere al suo amico Louis de Narbonne-Lara il ministero della guerra (1791-1792). In questo periodo, e successivamente in vari altri, il suo salotto in rue du Bac fu uno dei più brillanti ed eterogenei di Parigi, così come Coppet divenne poi grazie a lei centro culturale di prim’ordine. Alla caduta della monarchia abbandonò Parigi per Coppet, dove soggiornò, con l’interruzione di un viaggio in Inghilterra, sino al 1795. Risale al 1794 il suo incontro con Benjamin Constant, da cui ebbero origine una tempestosa passione reciproca e una stimolante collaborazione di idee; era praticamente finito il matrimonio col barone de Staël, che morì poi nel 1802. Germaine trascorse tutto il 1796 a Coppet, e qui fu concepita la sua prima grande opera, Dell’influenza delle passioni sulla felicità degli individui e delle nazioni. Nel 1797 tornò a Parigi. L’ascesa di Napoleone trovò in lei, inizialmente, entusiastici consensi. Ma il primo console diffidava di una donna geniale e, secondo lui, intrigante; i loro scontri, iniziati in questo periodo, durarono sino alla fine dell’Impero. La Staël e Constant organizzarono l’opposizione intellettuale al regime, e la pagarono con l’esilio. Nel 1800 uscì l’importante saggio Della letteratura considerata nei suoi rapporti con le istituzioni sociali, in cui la Staël, sviluppando alcune premesse di Montesquieu, stabiliva lo stretto nesso fra civiltà, clima e letteratura, il principio della perfettibilità umana applicabile alle lettere e alle arti, e infine la distinzione, ricca di conseguenze, tra letterature del Nord e letterature del Sud. Motivi certamente autobiografici ispirarono Delfina(1802), romanzo epistolare a tesi sulla condizione femminile, e successivamente in Italia Corinna o l’Italia (1807), scritta dopo il primo viaggio: ambedue i romanzi, che oggi vengono giudicati poco vitali, ebbero un successo enorme. Nel 1800 la Staël aveva ricevuto l’ingiunzione di allontanarsi, se pure di poco, da Parigi, seguita nel 1803 dall’ordine di tenersene distante almeno quaranta leghe. Fissò allora definitivamente la sua residenza a Coppet, circondandosi di personalità di grande rilievo, A. W. Schlegel, Sismondi, Fauriel. Ma numerosi viaggi l’occuparono nel frattempo: in Germania, dove conobbe Goethe, Schiller e Wieland, e dove la raggiunse la notizia della morte del padre, in memoria del quale compose l’elogio Del carattere del signor Necker e della sua vita privata; in Italia, poi ancora in Germania (1808) per preparare il libro che doveva rivelare ai Francesi la civiltà germanica: Della Germania (1810), autentico "manifesto" romantico e manuale di cosmopolitismo. Stabilitasi presso Blois per rivedere le bozze del libro, fu ancora una volta condannata all’esilio, mentre tutto il materiale dell’opera, giudicata da Napoleone non abbastanza francese e pericolosa per la sua politica, veniva distrutto. Di ritorno a Coppet, la Staël si unì con un giovane ufficiale ginevrino, Albert de Rocca, che sposò più tardi nel 1811; da questa relazione nacque nel 1812 il suo quinto figlio (una bambina era morta a pochi mesi, due maschi erano nati dalla sua unione con Narbonne-Lara e una figlia da Benjamin Constant). Viaggiò quindi in Austria, Russia, Svezia, Inghilterra (dove incontrò il futuro Luigi XVIII), dappertutto cospirando contro Napoleone. Di passaggio in Italia, pubblicò sulla Biblioteca italiana di Milano (gennaio 1816) il famoso articolo Sull’utilità delle traduzioni, che inaugurò la violenta polemica da cui ebbe ufficialmente inizio il Romanticismo italiano. Alla Restaurazione, che del resto la deluse, si trasferì finalmente a Parigi. La morte le impedì di pubblicare altre due opere, edite dai figli: Considerazioni sui principali avvenimenti della Rivoluzione francese (1818) e Dieci anni di esilio (1821), a cui gli storici moderni attribuiscono notevole importanza. Thibaudet definì la Staël "un principio della coscienza europea in via di trasformazione"; e gli storici della letteratura le hanno concordemente riconosciuto un posto di grande rilievo nel movimento culturale e ideologico del suo tempo, pur giudicando noiose quasi tutte le sue opere. Alcune opere minori tuttavia sono state riscoperte negli ultimi anni, ed è stata notata l’efficacia della sua inesauribile Corrispondenza. Uscita dall’ambiente dei salotti letterari e mondani, Madame de Staël non volle emergere grazie al suo spirito, come era prerogativa delle donne più intelligenti dell’epoca, ma con il suo genio, la passione, l’azione. La sua influenza si estese, in ogni campo, nella polemica e nella letteratura romantica, almeno sino al 1840.
LA DONNA COME STREGA

A lungo l’occidente ha conservato nel suo immaginario la convinzione che la pratica della stregoneria malefica e demoniaca fosse legata alla natura femminile e, per estensione, che in ogni donna risiedesse una potenziale strega. Per quanto questo stereotipo possa ai giorni nostri esser valutato, la concezione della donna come strega nasce intorno al 1400 e si è conservato sino al 1700. Nel 1800 il romanticismo l’ha riportato di moda con la mediazione dei racconti, del romanzo storico, della pittura e della musica lirica. E’ in questo modo che la stregoneria viene inserita in cupo, leggendario e soprattutto mal conosciuto Medioevo. Nel 1863, quando Jules Michelet pubblica La Sorcière, un libro provocatore che è pure un inno ammirevole alla donna, viene sfatata la concezione tradizionale della strega. La strega romantica di Michelet non è né cattiva né vecchia né malvagia, è soltanto una delle tante incarnazioni della donna, una madre tenera, guardiana e fedele nutrice, che diventa il personaggio centrale della sua opera, vittima, perseguitata, ma non criminale.
Durante il romanticismo con la riscoperta della stregoneria, viene condotta una critica alla Chiesa, ovvero l’aver sempre associato il mondo femminile alle potenze occulte.
E’ raro che un tema abbia affascinato così tanto la letteratura come la stregoneria. Gli storici l’hanno affrontata come un tema di primaria importanza per la cultura del mondo occidentale. Tramite la revisione della donna strega gli scrittori romantici ci presentano una visione del mondo, quella dei rapporti tra il genere umano e l’occulto, quella dei ruoli tra uomo e donna in una società fortemente borghese e perbenista come quella ottocentesca.

Esempio



  


  1. rossella

    sto cercando una relazione su la figura della donna nella letteratura del 1400 e in particolare Angelica in Boiardo e Ariosto. tesina di privatista IV liceo scientifico.