Pena di morte, ricerca svolta

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Testo

La pena di morte nel mondo
Paesi che mantengono la pena di morte
• Afghanistan,
• Algeria,
• Antigua e Barbuda,
• Arabia Saudita
• Armenia,
• Bahamas,
• Bahrein,
• Bangladesh,
• Barbados,
• Belize,
• Benin,
• Bielorussia,
• Botswana,
• Burkina Faso,
• Burundi,
• Camerun
• Ciad,
• Cile,
• Comore,
• Corea del Nord,
• Corea del Sud
• Cuba,
• Dominica,
• Egitto,
• Emirati Arabi Uniti,
• Eritrea,
• Etiopia ,
• Filippine,
• Gabon,
• Ghana,
• Giamaica,
• Giappone,
• Giordania,
• Guatemala,
• Guinea,
• Guinea Equatoriale,
• Guyana,
• India,
• Indonesia,
• Iran,
• Iraq,
• Kazakhstan,
• Kenya,
• Kuwait,
• Kyrgyzstan,
• Laos,
• Lesotho,
• Libano,
• Liberia,
• Libia,
• Malawi,
• Malaysia,
• Marocco,
• Mauritania,
• Mongolia,
• Myanmar,
• Nigeria,
• Oman,
• Pakistan,
• Qatar,
• Rep. Dem. Congo,
• Rep. Pop. Cinese,
• Ruanda,
• Russia,
• Saint Christopher and Nevis,
• Saint Lucia,
• Saint Vincent e le Grenadine,
• Sierra Leone,
• Singapore,
• Siria,
• Somalia,
• Stati Uniti,
• Sudan,
• Swatziland,
• Tadzhikistan,
• Tailandia,
• Taiwan,
• Tanzania,
• Territori dell'autorità Palestinese,
• Trinidad e Tobago,
• Tunisia,
• Ucraina,
• Uganda,
• Uzbekistan,
• Vietnam,
• Yemen,
• Yugoslavia,
• Zambia,
• Zimbabwe
Paesi che hanno abolito la pena di morte
Data abolizione
Abolizione per reati comuni
Ultima esecuzione
Albania
1999

1994
Andorra
1990

1943
Angola
1992


Australia
1985
1984
1967
Austria
1968
1950
1950
Azerbaijan
1998

1993
Belgio
1996

1950
Bermuda
1999

1977
Bulgaria
1998


Cambogia
1989


Canada
1998
1976
1962
Capo Verde
1981

1835
Città del Vaticano
1969


Colombia
1910

1909
Costa Rica
1877


Croazia
1990


Danimarca
1978
1933
1950
Ecuador
1906


Estonia
1998

1991
Finlandia
1972
1949
1944
Francia
1981

1977
Georgia
1997

1994*
Germania
1987


Grecia
1993

1972
Guinea Bissau
1993

1986*
Haiti
1987

1972*
Honduras
1956

1940
Irlanda
1990

1954
Islanda
1928

1830
Isole Salomone

1966
**
Isole Marshall


**
Italia
1994
1947
1947
Kiribati


**
Liechtenstein
1987

1785
Lituania
1998


Lussemburgo
1979

1949
Macedonia



Mauritius
1995

1987
Micronesia


**
Moldavia
1995


Monaco
1962

1847
Mozambico
1990

1986
Namibia
1990

1988*
Nepal
1997
1990
1979
Nicaragua
1979

1930
Norvegia
1979
1905
1948
Nuova Zelanda
1989
1961
1957
Paesi Bassi
1982
1870
1952
Palau



Panama


1903*
Paraguay
1992

1928
Polonia
1997

1988
Portogallo
1976
1867
1849*
Regno Unito
1998
1973
1964
Rep. Ceca
1990


Rep. Dominicana
1966


Rep. Slovacca
1990


Romania
1989

1989
San Marino
1865
1848
1468*
Sao Tomè e Principe
1990

**
Seychelles
1993

**
Slovenia
1989


Spagna
1995
1978
1975
Sudafrica
1997
1995
1991
Svezia
1972
1921
1910
Svizzera
1992
1942
1944
Turkmenistan
1999

1997
Tuvalu


**
Ungheria
1990

1988
Uruguay
1907


Vanuatu


**
Venezuela
1863


Pena di morte: Stati Uniti
Status: Mantenitore
Metodo d'esecuzione: Sedia elettrica, iniezione letale, camera a gas, impiccagione, fucilazione.
Note: Nel 1972 la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che la pena di morte violava la Costituzione essendo una punizione crudele ed inusuale e che la discrezione concessa ai giudici e alle giurie nel decidere se comminare o meno la pena di morte aveva portato a sentenze arbitrarie, colpendo soprattutto le minoranze. Gli Stati hanno avviato una revisione delle loro leggi sulla pena di morte. Nel 1976 la Corte Suprema ha approvato le modifiche legislative adottate da Florida, Texas e Georgia reintroducendo di fatto la pena di morte. Altri 36 stati hanno modificato le loro leggi permettendo l'applicazione della pena di morte per i casi di omicidio aggravato.
I processi si svolgono in due fasi: una prima fase per determinare colpevolezza o innocenza e una seconda fase per stabilire la pena. Le condanne a morte vengono automaticamente demandate in appello alla Corte Suprema dello Stato. Dopo l'appello automatico, il condannato puo' presentare una richiesta di Habeas Corpus al tribunale dello stato. Se la richiesta di habeas corpus e' respinta, i difensori possono presentare appelli alle Corti Federali e presentare ricorsi su questioni di costituzionalita' alla Corte Suprema degli Stati Uniti. I governatori degli Stati hanno il potere di commutare le condanne a morte e insieme ai Board of Pardons anche di sospendere le esecuzioni. Agli imputati che non si possono permettere un avvocato viene assegnato un legale d'ufficio. Molti stati non prevedono finanziamenti per la difesa degli imputati nelle fasi successive all'appello automatico.
Dal 1608 ad oggi sono state eseguite circa 19000 condanne a morte; dal 1632 520 donne sono state condannate a morte. Le esecuzioni sono state 3829 dal 1930 al 1976. Dal 1976 le esecuzioni sono state 625, di cui 14 nel 1991, 31 nel 1992, 38 nel 1993, 31 nel 1994, 56 nel 1995, 45 nel 1996, 74 nel 1997, 68 nel 1998 e 98 nel 1999. Delle 625 esecuzioni, 144 sono avvenute tramite sedia elettrica, 465 tramite iniezione letale, 11 tramite camera a gas, 3 tramite impiccagione, 2 tramite fucilazione.
Il 1999 ha registrato un record nel numero di esecuzioni, con un incremento del 44% rispetto all'anno precedente. Dei 98 condannati a morte giustiziati nel 1999 53 erano di razza bianca, 33 di razza nera, 8 Latino-Americani, 2 Asiatici, 1 Nativo Americano ed 1 di altra origine. L'83% delle vittime dei reati per cui sono stati giustiziati i 98 condannati era di razza bianca. Se si considera che le vittime di reati violenti sono in ugual misura di razza bianca e nera, appare ovvio che l'omicidio di un bianco ha molte piu' probabilita' di essere punito con la pena di morte rispetto a quello di un nero. Delle 98 esecuzioni del 1999 94 sono avvenute tramite iniezione letale, 3 tramite la sedia elettrica e 1 tramite la camera a gas.
Nel 1999 sono state commutate 5 condanne a morte e 8 detenuti sono stati rilasciati dal braccio della morte perche' riconosciuti innocenti. Dal 1973 84 persone sono state rilasciate dal braccio della morte perche' riconosciute innocenti.
Al settembre 1999 c'erano 3625 detenuti nel braccio della morte.
Al giugno 1999 le donne detenute nel braccio della morte erano 47, cioe' circa l'1.3% della popolazione carceraria nei bracci della morte.
Al giugno 1999 70 minori al momento del reato si trovavano nei bracci della morte, la maggior parte in Texas. Dal 1976 16 minorenni sono stati giustiziati negli Stati Uniti.
Al luglio 1998 44 nativi americani si trovavano nel braccio della morte negli U.S.A.
Gli Stati Uniti permettono l'esecuzione di ritardati mentali. Dal 1976 sono stati giustiziati 34 ritardati mentali .
2000
Dal 1976
Nome
Stato
Data
Metodo
1
599
Malcolm R. Johnson
Oklahoma
6/01/2000
iniezione letale
2
600
David Ray Duren
Alabama
7/01/2000
sedia elettrica
3
601
Douglas C. Thomas
Virginia
10/01/2000
iniezione letale
4
602
Earl Karl Heiselbetz
Texas
12/1/2000
iniezione letale
5
603
Gary Alan Walker
Oklahoma
13/1/2000
iniezione letale
6
604
Steve E. Roach
Virginia
13/1/2000
iniezione letale
7
605
Spencer Goodman
Texas
18/1/2000
iniezione letale
8
606
David Hicks
Texas
20/1/2000
iniezione letale
9
607
Larry Robison
Texas
21/1/2000
iniezione letale
10
608
Billy Hughes
Texas
24/1/2000
iniezione letale
11
609
Glen McGinnis
Texas
25/1/2000
iniezione letale
12
610
James Moreland
Texas
27/1/2000
iniezione letale
13
611
Michael D. Roberts
Oklahoma
10/2/2000
iniezione letale
14
612
Anthony Lee Chaney
Arizona
16/2/2000
iniezione letale
15
613
Terry Melvin Sims
Florida
23/2/2000
iniezione letale
16
614
Cornelius Goss
Texas
23/2/2000
iniezione letale
17
615
Anthony Bryan
Florida
24/2/2000
iniezione letale
18
616
Betty Lou Beets
Texas
24/2/2000
iniezione letale
19
617
Odell Barnes, Jr
Texas
1/3/2000
iniezione letale
20
618
Freddie Lee Wright
Alabama
3/3/2000
sedia elettrica
21
619
Ponchai Wilkerson
Texas
14/3/2000
iniezione letale
22
620
Darrell Keith Rich
California
15/3/2000
iniezione letale
23
621
Patrick Poland
Arizona
15/3/2000
iniezione letale
24
622
Timothy Lane Gribble
Texas
15/3/2000
iniezione letale
25
623
Lonnie Weeks Jr
Virginia
16/3/2000
iniezione letale
26
624
James Henry Hampton
Missouri
22/3/2000
iniezione letale
27
625
Kelly Lamont Rogers
Oklahoma
23/3/2000
iniezione letale
Pena di morte: minorenni
L'uso della pena di morte nei confronti di minori di 18 anni all'epoca del reato e' proibito dagli standard internazionali per i diritti umani. Tuttavia alcuni paesi permettono ancora l'esecuzione di minori. Rispetto al numero totale, le esecuzioni di minorenni sono piuttosto scarse, ma rivestono un ruolo significativo in quanto testimoniano le violazioni del diritto alla vita, degli standard per i diritti umani e della legge internazionale da parte di alcuni paesi.
IL fatto che quasi tutti i paesi mantenitori abbiano ratificato i trattati internazionali che proibiscono l'uso della pena di morte nei confronti dei minori conferma l'idea che un tale uso della pena capitale violi la legge internazionale.
Dal 1990 Amnesty International ha registrato esecuzioni di minori in 6 paesi: Iran, Nigeria, Pakistan, Arabia Saudita, Stati Uniti e Yemen. Il paese che ha eseguito il maggior numero di condanne a morte sono gli Stati Uniti.
STATI UNITI
Le prime esecuzioni di minorenni si registrano gia' nel 1642 con l'esecuzione di Thomas Graunger in Massachusetts. Nel 350 anni successivi circa 346 minorenni sono stati giustiziati su circa 19.000 persone giustiziate dal1608.
Al giugno 1999 70 detenuti minorenni all'epoca del reato si trovavano nei bracci della morte di 16 stati. Dal 1985 16 minorenni sono stati giustiziati negli Stati Uniti. Il Texas e' lo stato che registra il maggior numero di condanne e esecuzioni di minori.
La maggior parte dei minori giustiziati aveva vissuto un'infanzia di privazioni materiale ed emotive. Alcuni di loro erano drogati o alcolizzati e con un quoziente di intelligenza molo basso. Alcuni avevano danni cerebrali. Alcuni sono stati difesi da avvocati inesperti o senza fondi sufficienti. Dal 1985 sono stati giustiziati 16 minorenni:
• Charles Rumbaugh:
Diciassettenne al momento del reato, giustiziato in Texas nel 1985, Rumbaugh aveva iniziato la sua attività criminale già all'età di 6 anni e all'età di 12 anni aveva commesso la sua prima rapina a mano armata. è stato il primo minorenne giustiziato dopo 21 anni.
• James Terry Roach:
Diciassettenne al momento del reato, Roach fu giustiziato in South Carolina nel 1986, nonostante i numerosi appelli del Presidente Carter e del Segretario delle Nazioni Unite e le prove delle sue limitate capacità intellettive.
• Dalton Prejean:
Diciassettenne al momento del reato, Prejean fu giustiziato in Louisiana nel 1990, nonostante le prove del suo limitato quoziente di intelligenza.
• Jay Pinkerton:
Diciassettenne al momento del reato, Pinkerton fu giustiziato in Texas nel 1986.
• Johnny Garrett:
Garrett soffriva di disturbi mentali ed era stato violentato da bambino, tuttavia questi fatti non vennero presi in considerazione durante il processo.
• Curtis Harris:
Diciassettenne al momento del reato, Harris fu giustiziato in Texas nel 1993. Ad Harris era stato riscontrato un quoziente d'intelligenza molto basso e danni cerebrali dovuti a maltrattamenti subiti durante la sua infanzia.
• Frederick Lashley:
Diciassettenne al momento del reato, Lashley fu giustiziato in Missouri nel 1993. Lashley, nero, era stato condannato da una giuria di soli bianchi.
• Christopher Burger:
Diciassettenne al momento del reato, Burger fu giustiziato in Georgia nel 1993. A Burger furono diagnosticati segni di una malattia mentale.
• Ruben Cantu:
Diciassettenne al momento del reato, Cantu fu giustiziato in Texas nel 1993. Cantu aveva vissuto un'infanzia difficile e aveva capacità intellettive molto limitate.
• Joseph Cannon:
Diciassettenne al momento del reato, Cannon e' stato giustiziato in Texas nel 1998. Cannon aveva vissuto un'infanzia difficile subendo violenze ed abusi sessuali nell'ambito familiare.
• Robert Anthony Carter:
Diciassettenne al momento del reato, Carter e' stato giustiziato in Texas nel 1998. Carter soffriva di seri disturbi mentali.
• Dwayne Allen Wright:
Diciassettenne al momento del reato, Wright e' stato giustiziato in Virginia nel 1998. Wright soffriva di disturbi mentali.
• Sean Sellers:
Sedicenne al momento del reato, Sellers e' stato giustiziato in Oklahoma nel 1999.
• Douglas C. Thomas :
Diciassettenne al momento del reato, Thomas e' stato giustiziato il 10 gennaio 2000 in Virginia.
• Steve E. Roach :
Diciassettenne al momento del reato, Roach e' stato giustiziato il 13 gennaio 2000 in Virginia.
• Glen McGinnis :
Diciassettenne al momento del reato, McGinnis e' stato giustiziato il 25 gennaio 2000 in Texas.
Norme internazionali
L'uso della pena di morte per i minorenni è proibito da numerosi trattati internazionali. I testi più importanti a tale scopo sono i seguenti:
• Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici (ICCPR): "Non saranno imposte condanne a morte per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni..." (Articolo 6(5))
• Convenzione sui Diritti del Bambino (CRC): "Non saranno imposti nè la pena capitale nè l'ergastolo senza possibilità di rilascio per reati commessi da persone di età inferiore ai 18 anni" (Articolo 37(a))
• Convenzione Americana sui Diritti Umani: "Non sarà imposta la pena di morte a persone che, al momento del reato, avevano un'età inferiore ai 18 anni..." (Articolo 4(5))
• Convenzione di Ginevra relativa alla protezione dei civili in tempo di guerra del 12 agosto 1949 (Quarta convenzione di Ginevra): "In qualsiasi caso la pena di morte non potrà essere imposta a persone di età inferiore ai 18 anni al momento del reato" (Articolo 68)
• Primo Protocollo aggiuntivo del 1977 alle convenzioni di Ginevra del 1949: "La pena di morte per reati legati al conflitto armato non verrà imposta a persone di età inferiore ai 18 anni al momento del reato" (Articolo 77(5))
• Secondo Protocollo aggiuntivo del 1977 alle convenzioni di Ginevra del 1949: "La pena di morte non potrà essere imposta a persone di età inferiore ai 18 anni al momento del reato" (Articolo 6(4))
• Salvaguardie per la protezione dei diritti di coloro che rischiano la pena di morte(Risoluzione del Consiglio Economico e Sociale adottata il 25 maggio 1984 ed approvata dall'Assemblea Generale senza voto il 14 dicembre 1984): "I minori di 18 anni al momento del reato non verranno condannati a morte..."
Breve storia della pena di morte in Italia
La pena capitale comincio' ad essere applicata in Italia da Enrico II nel Basso Medioevo, intorno al 1050, per le varie forme di omicidio; a poco a poco si estese alle legislazioni dei diversi comuni della penisola, sostituendo alla tecnica dell'"imposizione" che consisteva nel pagamento di una somma che l'uccisore doveva effettuare alla famiglia dell'ucciso per evitarne la vendetta, quella della coazione basata sulla pena di morte e su tutte le altre pene mutilanti e deturpanti.
L'uso della pena capitale sara' legittimato nei secoli dagli stessi padri della Chiesa, Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, sulla base del concetto utilitaristico della 'conservazione del bene comune', in nome del quale diveniva lecito uccidere singoli malfattori.
Nel '500 e '600 si assistette al trionfo e al consolidamento della violenza legale in nome della "ragion di stato" e la pena capitale, accompagnata da ogni sorta di torture raccapriccianti, veniva inflitta per punire un'ampissima gamma di reati, anche minori. Nel 1764 la pubblicazione del libro "Dei delitti e delle pene" di Cesare Beccaria stimolo' una riflessione sul sistema penale vigente; l'autore in realta' ammetteva la pena di morte purche' fosse utile al potere, in cio' non discostandosi affatto dal principio utilitaristico dominante della ragion di stato; Beccaria suggeriva pero' in alternativa alla pena di morte la pena dell'ergastolo. La sua idea piacque molto soprattutto ai principi austriaci particolarmente rivoluzionari come Giuseppe II e Leopoldo I Granduca di Toscana che addirittura andarono oltre. Leopoldo I infatti con la legge del 30 novembre 1786 aboli' sia l'uso della tortura sia quello della pena di morte; purtroppo tali disposizioni restarono in vigore solo per quattro anni in quanto nel 1790 lo stesso Leopoldo stabili' con un editto la reintroduzione della pena di morte contro i 'ribelli' ed i 'sollevatori' ed in seguito per altri reati.
Quasi un secolo dopo, sempre in Toscana, vi fu un nuovo slancio abolizionista da parte del governo provvisorio toscano che, con un decreto in data 30 aprile 1859, aboli' la pena di morte dalle leggi vigenti nel proprio territorio. Questo creo' non pochi problemi al governo della nascente Italia unita poiche' la legislazione penale si trovo' divisa in due spezzoni: da un lato tutta la penisola con la pena capitale, dall'altro la Toscana senza.
Inizio' cosi' un lungo dibattito sull'unificazione penale in cui si fronteggiarono gli abolizionisti ed i favorevoli al mantenimento della pena di morte, finche' nel 1889 entro' in vigore il nuovo codice penale unificato (codice Zanardelli), dal quale la pena di morte era bandita.
Essa fara' pero' di nuovo la sua comparsa nella legislazione penale italiana con una legge del 1926 presentata da Benito Mussolini il quale, avendo subito ripetuti attacchi alla propria vita, ripristino' la pena di morte per punire coloro che avessero attentato alla vita o alla liberta' della famiglia reale o del capo del governo e per vari reati contro lo stato.
Il nuovo codice penale del 1930 (codice Rocco), entrato in vigore il 1¡ luglio 1931, accrebbe il numero dei reati contro lo stato punibili con la morte e reintrodusse la pena di morte per alcuni gravi reati comuni.
Il governo fascista fu sconfitto il 25 luglio 1943, nel corso della seconda guerra mondiale; dopo l'8 settembre dello stesso anno il paese era diviso in due parti: il Nord era occupato dalle forze tedesche che stabilirono un governo fantoccio guidato da Mussolini; il Sud veniva invece liberato dalle forze alleate. Una delle prime decisioni del nuovo governo fu l'abolizione della pena di morte: il 10 agosto 1944 il decreto legge n. 224 aboli' la pena di morte per tutti i reati previsti dal codice penale del 1930; essa fu pero' mantenuta in vigore in base al decreto n. 159 del 27 luglio 1944 per i reati fascisti e di collaborazione con i nazi-fascisti. Dopo la fine della guerra e la completa sconfitta dei nazi-fascisti, il decreto luogotenenziale del 10 maggio 1945 ammise nuovamente la pena di morte come misura temporanea ed eccezionale per gravi reati come 'partecipazione a banda armata', 'rapina con uso di violenza' ed 'estorsione'.
Fra il 26 aprile 1945 ed il 5 marzo 1947 vennero giustiziate 88 persone per avere collaborato con i tedeschi durante la Seconda guerra mondiale. Queste furono le ultime esecuzioni effettuate in Italia.
Finalmente con la nuova costituzione della repubblica italiana del 27 dicembre 1947 la pena capitale fu bandita per i reati comuni e per i reati militari commessi in tempo di pace; infatti l'art. 27 recita: "Non e' ammessa la pena di morte se non nei casi previsti dalle leggi militari di guerra".
Fino al 1994 il codice penale militare di guerra prevedeva la pena di morte per un'ampia gamma di reati; il Presidente della Repubblica poteva, in base all'art. 87 della Costituzione, concedere la grazia o commutare la sentenza.
Un progetto di legge per l'abolizione della pena di morte dal codice penale militare di guerra fu presentato ed approvato dalla Camera dei Deputati nel luglio 1993. Esso avrebbe dovuto essere discusso al Senato quando il Parlamento Italiano si sciolse per consentire nuove elezioni.
Dopo le elezioni trenta senatori presentarono lo stesso testo che fu approvato dalle Commissioni Giustizia e Difesa del Senato il 14 settembre 1994. Il 5 ottobre 1994 la Camera dei Deputati approvo' il progetto di legge che fu promulgato divenendo cosi' legge a tutti gli effetti il 25 ottobre.
La legge stabilisce che per tutti i reati coperti dal codice penale militare di guerra e dalle leggi militari di guerra, la pena di morte e' abolita e sostituita dalla massima pena prevista dal codice penale. L'Italia e' cosi' diventata un paese totalmente abolizionista .
PENA DI MORTE: costi
Una delle argomentazioni a favore della pena di morte si basa sul fatto che è meno costoso uccidere i colpevoli piuttosto che tenerli in carcere. Tuttavia alcuni studi svolti in Canada e negli Stati Uniti dimostrano che l'applicazione della pena di morte è più costosa del carcere a vita.
Uno studio realizzato nel 1982 nello stato di New York ha rilevato che in media il giudizio capitale e gli appelli di primo grado costerebbero ai contribuenti circa 1.8 milioni di dollari, due volte di più di quanto costi mantenere una persona in carcere a vita.
Uno studio condotto in Florida nel 1988 sosteneva che i contribuenti pagano oltre 3.1 milioni di dollari per ogni esecuzione.
PENA DI MORTE: innocenti
La pena di morte non colpisce solo i colpevoli, ma anche, forse più spesso di quanto si immagini, persone innocenti.
Uno studio dello Stanford Law Review ha documentato in questo secolo 350 casi di condannati a morte negli Stati Uniti, in seguito riconosciuti innocenti. Di questi 25 erano già stati giustiziati, mentre altri avevano già trascorso decenni in prigione. 55 dei 350 casi risalgono agli anni '70, 20 risalgono agli anni compresi tra il 1980 ed il 1985.
In Giappone, Sakae Menda fu condannato a morte nel 1950 per un omicidio commesso nel 1948. 33 anni dopo egli fu riconosciuto innocente e rilasciato, dopo aver vissuto per oltre trent'anni nell'attesa dell'esecuzione.
A Taiwan nel febbraio 1982 fu riconosciuto innocente e rilasciato un uomo di 74 anni, condannato per un omicidio commesso nel 1972.
Numerosi sono anche i casi in cui incompetenza e corruzione hanno causato condanne a morte di innocenti. Tra questi il caso di Vladimir Toisev, abitante di un villaggio della Repubblica di Bielorussia, condannato a morte per omicidio nel 1970. Passò diciotto mesi prima di ricevere la commutazione della condanna, ma fu rilasciato solo nel 1987. Nel 1987 l'organo di stampa Znamya Yunosti affermò che gli investigatori avevano strappato una confessione a Toisev nel corso di interrogatori notturni e avevano picchiato suo fratello per poter ottenere prove false che avvalorassero la confessione. Quando fu scoperto il vero colpevole, gli investigatori tennero segrete le informazioni per nascondere l'errore commesso.

Sondaggio tratto dal sito www.utenti.tripood.it/pena_di_morte
Risposte
%
Voti
Contrario
64%
243 Voti
Favorevole
36%
138 Voti
Pareri degli italiani (rilevati sul sito www.kom.it/pdm):
Nome: ivan
E-mail: -
Parere: penso che chi sbaglia deve essere punito...non importa la severita' della pena quando si puo' vivere tranquilli in una societa' priva di immensi innetti.
Nome: SARA
E-mail: [email protected]
Parere: Io penso che da una parte sia disumano privare del diritto alla vita una persona ma allo stesso tempo penso proprio che nessuno ripeto nessuno abbia il diritto di togliere la vita ad un'altra persona e se lo fa deve essere punito in modo adeguato a ciò che lui ha fatto.
Nome: Simona
E-mail: [email protected]
Parere: Allora,io penso che sia sbagliato uccidere e che nessuno di noi abbia il diritto di togliere la vita ad una persona.Però penso anche che se mi uccidessero mia madre o mia sorella io non sarei in grado di dare pietà o perdono e quindi sarei favorevole a punire chi ha osato darmi questo dolore.Comunque dato che nessuno ha diritto di togliere la vita allora noi dovremmo dare l'esempio.
Nome: Lucy & Vale
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Parere: Noi riteniamo che la pena di morte sia una cosa abominevole e che coloro che si ritengono assolutamente favorevoli non sappiano quello che affermano. Saremmo a favore dell'ergastolo senza riduzione di pena poiché in questo caso potrebbe essere un maggiore deterrente.Tuttavia vi sono casi in cui la pena di morte sembra l'unico mezzo concreto per rendere giustizia,poiché spesso e volentieri (in paesi come il nostro) vi sono casi in cui rei condannati all'ergastolo vengono liberati
nome: Melissa
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parere: Sono favorevole alla pena di morte perché come l'assassino uccide la vittima lo stato ha il dovere di sopprimere colui che si è permesso di portare via la vita di un essere vivente.vi faccio una domanda se un criminale ammazzasse vostra madre in un supermercato per poter rubare 2 soldi,voi cosa gli fareste?
Nome: Alessandro
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Parere: io penso che se si ha la certezza che il giustiziato e veramente colpevole va bene la pena di morte. allo stesso modo penso che solo dio può dare e cosi togliere la vita x questo mi dichiaro neutrale. non credo che togliendo la vita a colui che ha ucciso porti in vita la vittima anche se l'odio per la famiglia colpita verrà in parte colmata.sono solidale alle famiglie colpite dal lutto ma penso al condannato che si rende conto di non avere più possibilità per ricominciare una vita onesta. ciao. w il giusto.
Nome: Vittorio
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Parere: Io ritengo che, in caso di recidivi, la pena di morte sia pienamente applicabile. Però sono anche convinto del fatto che per la società sia molto + utile che i detenuti, invece che uccisi o mantenuti a spese di noi cittadini, possano compiere dei lavori pubblici permettendo così alla comunità di risparmiare molto denaro da destinare così ad altri fini.
La sedia elettrica
Tempo di sopravvivenza: 10 minuti
La sedia elettrica fu introdotta negli USA nel 1888, in ragione della sua pretesa di maggiore umanità rispetto all'impiccagione, utilizzata in precedenza. La procedura con cui il condannato viene ucciso è la seguente: dopo che il detenuto è stato legato alla sedia, vengono fissati elettrodi di rame inumiditi alla testa e ad una gamba (che sono state rasate per assicurare una buona aderenza). Potenti scariche elettriche, applicate a brevi intervalli, causano la morte per arresto cardiaco e paralisi respiratoria: un elettricista, agli ordini del boia, immette la corrente per la durata di due minuti e diciotto secondi variando il voltaggio da 500 a 2000 volt, altrimenti il condannato brucerebbe. Il procedimento procura effetti visibili devastanti: il prigioniero a volte balza in avanti trattenuto dai lacci, orina, defeca o vomita sangue, gli organi interni sono ustionati, si sente odore di carne bruciata.
Benché lo stato di incoscienza dovrebbe subentrare dopo la prima scarica, in alcuni casi questo non accade: a volte il condannato è solo reso incosciente dalla prima scarica, ma gli organi interni continuano a funzionare, tanto da rendere necessarie ulteriori scariche.
Riportiamo ora due particolari casi di detenuti sottoposti alla sedia elettrica:
Willie Francis: 17enne nero, condannato nel 1946, sopravvissuto al primo tentativo di ucciderlo. Un testimone oculare disse: "Ho visto il boia che accendeva l'interruttore ed ho visto le labbra del prigioniero gonfiarsi, il suo corpo teso e stirato. Ho sentito l'incaricato gridare al suo collega di mandare più succo [elettricità] quando ha visto che Willie Francis non moriva e il collega rispondere che stava mandando tutta la corrente elettrica che aveva. Allora Willie gridò: 'Toglietemela, fatemi respirare!'. Successivamente ha detto di aver sentito un bruciore nella testa ed alla gamba sinistra, di essere saltato contro le cinghie e di aver visto puntini blu, rosa e verdi".
Fu messo a morte un anno più tardi, con successo.
John Louis Evans: giustiziato nell'aprile 1983, è stato dichiarato ufficialmente morto - secondo quanto riferito dai testimoni oculari - soltanto dopo tre distinte scariche di 1900 volt ciascuna, per una durata complessiva di oltre quattordici minuti.
L’iniezione letale
Tempo di sopravvivenza: 6-15 minuti
Introdotta in Oklahoma e Texas nel 1977; la prima esecuzione fu in Texas nel dicembre 1982. Comporta un'iniezione endovenosa continuata di una dose letale di un barbiturico ad azione rapida (pentothal) in combinazione con un agente chimico paralizzante. La procedura assomiglia a quella utilizzata per effettuare un'anestesia totale. In Texas viene usata una combinazione di tre sostanze: un barbiturico che rende il prigioniero incosciente, una sostanza che rilassa i muscoli e paralizza il diaframma in modo da bloccare il movimento dei polmoni e un'altra che provoca l'arresto cardiaco.
C'è chi dice che questo sia il metodo di esecuzione più umano, invece possono esserci anche gravi complicazioni: l'uso prolungato di droghe per via endovenosa da parte del prigioniero può comportare la necessità di andare alla ricerca di una vena più profonda per via chirurgica; se il prigioniero si agita, il veleno può penetrare in un'arteria o in una parte di tessuto muscolare e provocare dolore; se le componenti non sono ben dosate o si combinano tra loro in anticipo sul tempo previsto, la miscela si può inspessire, ostruire le vene e rallentare il processo; se il barbiturico anestetico non agisce rapidamente il prigioniero può essere cosciente mentre soffoca o mentre i suoi polmoni si paralizzano.
Riportiamo ora un particolare caso di un detenuto sottoposto all'iniezione letale:
James Autry: giustiziato il 14 marzo 1984. La prima esecuzione era prevista per il novembre 1983: Autry era già stato legato alla barella e stava subendo la prima fase del procedimento - una soluzione salina veniva introdotta nelle sue vene - quando l'esecuzione è stata sospesa.
Dopo la "seconda" esecuzione, un testimone oculare riferì che il condannato impiegò almeno dieci minuti a morire e per buona parte del tempo era cosciente, si muoveva e si lamentava del dolore. Un medico della prigione presente all'esecuzione ha riferito in seguito che l'ago si era occluso, rallentando così i tempi dell'esecuzione.

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