Michelangelo, Signorelli, Lippi, Pinturicchio, Perugino

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Testo

FILIPPINO LIPPI

Nel 1457 nasce FILIPPINO LIPPI. (1457 - 1504). Nella casa di Filippo e Lucrezia arrivano anche la di lei sorella Spinetta e altre 3 che poi si faranno monache. - Allievo di Botticelli, la sua attivita' giovanile evoca l'eleganza e i ritmi del maestro, con un lirismo piu' delicato e struggente. Nelle opere della maturita' riversa un empito di umore fantastico e bizzarro, malinconico e quasi romantico, introducendo, talvolta, inserti di una verita' fresca e immediata. - Fu maestro di Raffaellino del Garbo
1480 dipinge i Santi Rocco, Sebastiano, Girolamo ed Elena per la chiesa di S.Michele a Lucca.
1484 esegue la liberazione di S.Pietro da Carcere nella cappella Brancacci del Carmine e termina la scena di S.Pietro che risuscita il figlio di Teofilo sulla parete sinistra in basso. La zona sulla destra, con S.Pietro in cattedra e' completamente di Masaccio, mentre Filippino dipinse le figure in piedi a sinistra, le ultime otto che fanno cerchio a destra, il ragazzo risuscitato e il fanciullo che gli e' accanto, il S. Paolo inginocchiato, parte del panneggio di S.Pietro e qualche altro particolare. Ritrasse se' e il Pollaiolo.
1484 dipinge una Madonna con angeli che appare a S.Bernardo, adesso nella Badia.
1485 dipinge la Madonna con Bambino e i Santi Girolamo e Domenico per S.Pancrazio, oggi nella National Gallery di Londra e la Storia di Lucrezia per Pietro del Pugliese, ora nella Galleria Palatina. Dipinge anche il S.Girolamo per la Badia, oggi agli Uffizi.
22.2.1486 dipinge la Madonna col Bambino tra i Santi Giovanni Battista, Vittore, Bernardo e Zanobi per la sala degli Otto di Pratica in palazzo Vecchio. Ora agli Uffizi
21.4.1487 si impegna ad affrescare la cappella di Filippo Strozzi in S.Maria Novella.
1488 dipinge per S.Spirito una Madonna con Bambino e i Santi Girolamo, Martino e Caterina. Inginocchiato il committente Tanai de' Nerli
2.9.1488 il cardinale Caraffa, che comando' la flotta cristiana contro i Turchi a Smirne, si accorda con Filippino Lippi, raccomandatogli da Lorenzo il Magnifico, per affrescare con storie di S.Tommaso d'Aquino una cappella in S.Maria sopra Minerva. Filippino Lippi viene aiutato dall'allievo Raffaellino del Garbo.
1493 termina gli affreschi in S.Maria sopra Minerva. Nella volta le Sibille. Parete di fondo: Assunzione e Annunciazione. Parete destra: Vocazione e Trionfo di S.Tommaso. Gli affreschi della parete sinistra furono distrutti per erigere la tomba di Paolo IV nel 1559.
1495 Filippino Lippi e allievi dipingono la Madonna e Cristo che intercedono presso il Padre Eterno. Nella predella la Pieta' e sei Santi, adesso alla Alte Pinakotek di Monaco.
1496 dipinge l'Adorazione dei Magi per i frati Scopetini di S.Donato, ora agli Uffizi.
1497 dipinge il Crocifisso fra la Madonna e S.Francesco, distrutto nel 1945 dall' incendio degli Staatliche Museen di Berlino. All'accademia di Firenze si conservano i laterali con i Santi Giovanni Battista e Maria Maddalena.
1498 affresca la Madonna col Bambino in piedi e i Santi Antonio Abate, Margherita, Stefano e Caterina, oggi nella Galleria Comunale di Prato. Da notare il serpente che esce da sotto i piedi di S.Margherita
1500 inizia la tavola per la SS.Annunziata, ora all'Accademia. Di sua mano la parte alta della Deposizione, mentre la parte inferiore fu terminata dal compostissimo Pietro Perugino
1501 dipinge lo Sposalizio di S.Caterina d'Alessandria e i Santi Paolo, Sebastiano, Giovanni Battista e Pietro per la chiesa di S.Domenico in Bologna.
1502 dipinge la Madonna fra i Santi Stefano e Giovanni Battista, oggi nella Galleria Comunale di Prato
1503 a Genova dipinge S.Sebastiano tra i Santi Giovanni Battista e Francesco. In alto la Madonna col Bambino e Santi. Ora nella Galleria di Palazzo Bianco.
18.4.1504 muore Filippino Lippi (47) di angina. Viene sepolto in S.Michele Visdomini.
5.8.1505 il Perugino riceve la commissione di continuare la tavola per l'altare della SS.Annunziata, non terminata da Filippino Lippi.
1599 Per erigere il monumento funebre di Paolo IV in S.Maria sopra Minerva, vengono distrutti gli affreschi della parete destra di Filippino Lippi.

1484 Filippino Lippi affresca la liberazione di S.Pietro dal Carcere nella cappella Brancacci del Carmine e termina la scena di S.Pietro che risuscita il figlio di Teofilo sulla parete sinistra in basso. La zona sulla destra, con S.Pietro in cattedra e' completamente di masaccio, mentre Filippino dipinse le figure in piedi a sinistra, le ultime otto che fanno cerchio a destra, il ragazzo risuscitato e il fanciullo che gli e' accanto, il S. Paolo inginocchiato, parte del panneggio di S.Pietro e qualche altro particolare. Ritrasse se' e il Pollaiolo.
1485 Filippino Lippi dipinge la Madonna con Bambino e i Santi Girolamo e Domenico per S.Pancrazio, oggi nella National Gallery di Londra e la Storia di Lucrezia per Pietro del Pugliese, ora nella Galleria Palatina.Dipinge anche il S.Girolamo per la Badia, oggi agli Uffizi.

1493 Filippino Lippi termina gli affreschi in S.Maria sopra Minerva. Nella volta le Sibille. Parete di fondo: Assunzione e Annunciazione. Parete destra: Vocazione e Trionfo di S.Tommaso. Gli affreschi della parete sinistra furono distrutti per erigere la tomba di Paolo IV nel 1559.
1484 Filippino Lippi affresca la liberazione di S.Pietro da Carcere nella cappella Brancacci del Carmine e termina la scena di S.Pietro che risuscita il figlio di Teofilo sulla parete sinistra in basso.
La zona sulla destra, con S.Pietro in cattedra è completamente di Masaccio, mentre Filippino dipinse le figure in piedi a sinistra, le ultime otto che fanno cerchio a destra, il ragazzo risuscitato e il fanciullo che gli è accanto, il S. Paolo inginocchiato, parte del panneggio di S.Pietro e qualche altro particolare.
Ritrasse sè e il Pollaiolo.
1484 Filippino Lippi dipinge una Madonna con angeli che appare a S.Bernardo, adesso nella Badia.

MICHELANGELO BUONARROTI
(Caprese, Arezzo, 1475-Roma, 1564)
Secondo il Vasari si apre con M., la terza maniera dell’arte che è la perfetta imitazione della natura. Molto giovane
si reca a Firenze, dove studia nella bottega del Ghirlandaio. Più importante è il periodo che
passa nel “giardino di San Marco”, dove introdotto da Lorenzo il magnifico, entra in contatto
con molti studiosi, fu una persona molto colta. Inizia come scultore, si allena a fare disegni sulle
opere classiche precedenti. Alla morte di Lorenzo, suo protettore, iniziò a girare per l’Italia.
La Battaglia dei Centauri (1492) - Firenze, Casa Buonarroti.
E’ l’opera più significativa del suo periodo giovanile. Il corpo umano è sempre maschile e nudo,
perché l’uomo rappresentava la perfezione dei movimenti. I suoi corpi esprimono movimento,
torsione. L’opera ha come riferimento l’arte greca classica. Un elemento tipico michelangiole-
sco è l’assenza di prospettiva geometrica: lo spazio è creato liberamente dal diverso emergere
dei volumi dalla lastra marmorea, cosicché si possono enumerare almeno tre piani, ma in realtà
sono molti di più perché le figure sono in gran parte contenute all’interno del marmo, la forma
viene astratta dal marmo con un procedimento progressivo, per cui alcune figure sono libere,
altre imprigionate.
Alla morte di Lorenzo il Magnifico, nel 1492, seguono eventi storici molto importanti a Fi:
si instaura una politica popolare nella quale ha grande influenza il Savonarola; nel 1498 questi
viene catturato, ingiustamente processato e condannato a morte. Nell’ott. ’94, parte per Venezia
e passa poi a Bologna, dove scolpisce 3 piccole statue per l’Arca di San Domenico. Tornato a
Firenze realizza il Cupido dormiente, oggi perduta. In seguito ad una truffa M: parte per Roma
nel giugno 1496, munito di 3 lettere di presentazione di Lorenzo de’Medici. A Roma trova
l’ambiente più idoneo per stimolare il suo interesse per l’antichità.
La Pietà (1488-99)- Roma, Basilica di San Pietro in Vaticano
E’ l’opera che lo rese famoso. Come modello iconografico riprende la pietà dei paesi nordici.
Narra il dolore della madre, non mostra lo strazio del corpo martoriato di Cristo: l’una e l’altro la
vita e la morte, che riuniti insieme raggiungono la perfezione divina. Si spiega così la forma
piramidale che dalla base, salendo a spirale, conduce al vertice, quindi all’unità della testa
della Vergine. La verginità di Maria, la purezza della concezione divina, l’incorruttibilità spirituale,
sono espresse mediante l’incorruttibilità della carne: chi è giovane è puro; il trascorrere degli
anni conduce verso il peccato, l’imperfezione. I 3 corpi si intrecciano. La Madonna è giovane,
vestita di una veste sontuosa, contrapposto a questo c’è la nudità del Cristo e sembra quasi
più vecchio della madre. M. ha rifinito l’opera + di una volta, proprio xchè era molto preso dal
suo capolavoro, che per orgoglio firma.
Nel 1501 torna a Fi, dove erano stati cacciati i ,Medici. La Rep fiorentina vuole un simbolo
della propria libertà e autonomia e sceglie il David.
David (151-1504) – Firenze, Galleria dell’Accademia
Dà la possibilità a M. di utilizzare un grande blocco di marmo (già malamente scolpito da altri
artisti- Verrocchio e Donatello). Il D. Rappresentava il bene che sconfigge il male. Segue il
modello greco (ponderazione policletea), per scolpirlo, ma l’opera esprime grande forza.
A differenza degli altri David, il personaggio qui è un giovane con una grande testa(la ragione)
e grandi mani (con cui ha sconfitto Golia) ed è completamente nudo, non ha la spada. L’azione
è già avvenuta, è in una posizione di riposo, di osservazione. Manca la teta del gigante. Fu
deciso di metterlo davanti al Palazzo Vecchio. L’originale è rimasto fino ai primi dell’800, e poi è
stato trasferito all’Accademia di S. Marco.
Per il Duomo di fi inizia il 1°dei 12 apostoli San Matteo (1505)- Fi, Galleria dell’Accademia
E’ incompiuto, come tante altre sue opere --> il non-finito: l’idea incompiuta è irraggiungibile
perché eterna; l’uomo può soltanto lottare per tendere verso quella meta, ma è cosciente
dell’impossibilità per lui, finito, di giungere all’infinito.
…Ha inizio il pessimismo michelangiolesco: l’uomo ha in sé la scintilla divina, possiede il libero
arbitrio, può scegliere il bene, eppure pecca per antichissima condanna. La fede nei grandi
valori della ragione, quella feden che p alla base del rianscimento, non esiste più.
M. è riuscito a ripetere i grandi capolavori classici greci. Ormai famoso, gli viene chiesto
(nella Rep. Fiorentina) di dipingere quello che ora è il salone dei 500. Doveva dipingere la
Battaglia di Cascina (1504) x essere messo a confronto con quella di Anghiari di
Leonardo. Iniziò a fare i cartoni, ma poi abbandonò il lavoro xchè fu chiamato dal papa.
Ci rimangono delle copie dei cartoni. Di questo periodo è il
Tondo Doni- Famiglia Sacra (1504), Fi, Galleria degli Uffizi
La forma circolare non è rara, ma obbliga ad adattare la composizione al taglio circolare.
M. la incentra nel gruppo sacro che dà un movimento che sale a spirale. Esalta il volume
con la forza del chiaroscuro; è uno scultore e concepisce anche la pittura come scultura.
Le 3 figure in primo piano esprimono la virile coscienza del loro ruolo, sia per la
concentrazione rigorosa e reciproca dei gesti, sia per il vigore del disegno e dell’ombreggiatura,
sia per i colori metallici. Si dovrebbe rifare non alle nozze dei Doni, ma alla nascita della prima
figlia. Nella sacra famiglia sono contrapposti i ragazzi nudi che sono coloro che ancora non
sono stati battezzati (pagani). Molto strano è il movimento che la Madonna fa per prendere
il figlio. Tipico studio della torsione di M.
Nel 1505 Giulio II chiama M. a Roma x affidargli la progettazione della propria tomba. M.
firma un contratto descrivendo cosa avrebbe fatto: un enorme monumento funebre formato
da molte statue. A Carrara ricerca i marmi necessari, ci impiega 1 anno. Spende molto e
nascono i primi scontri col papa. L’opera avrà molte interruzioni e l’opera durerà tutta la
sua vita.
A Roma si trova in contrapposizione con Bramante (progetto Capp. Sistina) e Raffaello
(pittura stanze vaticane). Bramante convince il papa ad affidare a M. gli affreschi della
cappella sistina. Bramante, essendo invidioso di Mich., con questo lavoro credeva di
metterlo in difficoltà. M. non aveva mai fatto un opera del genere. Bramante gli
avrebbe addirittura preparato tutti i ponteggi. M. accettò l’incarico, ma si fece da solo i
ponteggi. Finì l’opera in 3 anni (1508/12) e lavorò da solo xchè non si fidava. L’opera
suscitò grande ammirazione nei contemporanei, tra cui Raffaello, che gli rese onore
cambiando da quel momento il suo stile. M. organizzò il lavoro dalla cappella
suddividendo la volta come in tanti quadri, dandole un impianto architettonico-scultoreo,
mediante cornici, architravi, capitelli ornati da finte statue, così da conferire al complesso
un’intensa vita plastica. Si trattava di dipingere ca. 800 m2 di sup. con storie bibliche,
sibille e profeti, che rappresentano ciò che ha portato alla conoscenza degli eventi divini.
Le storie bibliche sono tratte dal libro della Genesi, hanno inizio con la Separazione
della luce dalle tenebre e termina con l’ebrezza di Noè. Le prime storie risentono di un
impeto più umano e drammatico, nelle altre giunge a una xfetta sintesi ideale. Nella
Creazione di Adamo ed Eva (1510)–particol. della volta Rm, pal. Vaticano
Da destra giunge in volo l’Eterno accompagnato da angeli e infonde la vita all’uomo
sfiorandolo con un dito. La lentezza del movimento di Adamo è dovuta alla coscienza
del dramma della vita.
Tutte le figure della cappella, non soltanto quelle isolate ma anche gli “ignudi” ad es.,
i profeti o le sibille, sono altrettanto epiche, tutte partecipano allo stesso grande poema
figurato. I colori sono sgargianti, accostati in modo strano, il nudo si contorna. La linea
è netta , decisa, ha spessore proporzionato alla potenza del volume. Il chiaroscuro fa
emergere la figura dal piano di fondo.
Nel 1513, morto il papa, gli eredi chiesero a M. di onorare il contratto, che riprende il
lavoro della tomba. Viene modificato il progetto, il monumento, invece che isolato, è
immaginato addossato a una parete. Alcune di queste statue sono:
Lo schiavo ribelle: (1513)- Parigi, Museo del Louvre
Cercando di sciogliere lacci che lo legano, si divincola per contrapposti: la testa si volge da
un lato, mentre il torace è orientato dall’altra parte e le gambe sono frontali. Da questi
contrasti nasce il senso di sofferenza di chi, dotato di animo forte, è suo malgrado oppresso.
Lo schiavo morente (1513)- Parigi, museo del Louvre
La bellezza alessandrina del suo corpo, allungato, levigato, proporzionato, dal volto
Perfetto, rende +dolorosa la coscienza della fine, la caducità di quella bellezza, il suo
prossimo disfacimento, mentre, sostenendosi con un braccio il capo già reclinante, con una
mano alza la maglia quasi cercando di liberare il petto x l’ultimo respiro.
Mosè (1515)- Roma, S.Pietro in Vincoli
Figura molto ponderata, grande importanza il panneggio del vestito. Esprime saggezza e
forza d’animo. E’ vitalissimo nel senso del vigore interiore. La disposizione x contrapposti,
esprime l’energia morale del personaggio che, fissa lo sguardo imperioso soggiogando
l’interlocutore. Tutto contribuisce a rendere visibile la dinamica spirituale, questa volontà
indomita ed egemonica.
Alla morte di Giulio II, nel 1513, è eletto papa, col nome di Leone X, Giovanni de’ Medici,
figlio di Lorenzo il Magnifico. La sua famiglia ha riconquistato il potere a Fi. Rivolge la sua
attenzione al completamento delle opere fiorentine iniziate x volontà del padre o del bisnonno
Cosimo, rimaste interrotte. F
ra queste è la Basilica di San Lorenzo

PIERO PERUGINO

Nel 1450 nasce il PERUGINO. Piero Perugino (Citta' della Pieve 1452 - Fontignano 1523). - Nacque da Cristoforo di Pietro di Giovanni (Vanni, Vannuccio) e da Lucia Berti. Ebbe una infanzia di stenti e di miseria. Il padre lo mise come servo da un povero pittore, non bravo, ma profondamente innamorato della sua arte. Viste le capacita' del fanciullo, lo sprono' ad andarsene a Firenze, dove il Perugino arrivo' nel 1471 senza una lira, tanto da dover dormire in una cassa ed adattarsi a tutti i lavori, anche i piu' umili, giorno e notte, fino a quando riusci' ad andare a bottega dal Verrocchio. - La sua opera si intreccia con quella del Pinturicchio, di cui fu maestro. - Dalla sua bottega uscirono anche Raffaello, Giovanni Francesco Ciambella, detto Fantasia, Matteo Balducci da Fontignano, Eusebio da S.Giorgio e Bembo romano, tutti della bottega del Perugino.
La sua fama e' consegnata soprattutto alla sua formula di classicismo preraffaellita, tutto simmetria e cadenze ritmiche estremamente semplici ed elementari, al punto che talvolta rischiano di cadere nella ripetitivita' meccanica, accusa questa che gli venne rivolta negli ultimi anni di attivita', quando era ormai appagato e ricco, proprietario di case sia in Toscana che in Umbria. Soleva portare addosso tutti i denari che possedeva ed una volta fu rapinato e riusci' a stento a salvarsi la vita.
1473 nella bottega del Verrocchio, il Perugino dipinge alcune delle storiette di S.Bernardino, ora nella Pinacoteca di Perugia.
1480 dipinge un Crocifisso con la Maddalena, S.Girolamo, S.Giovanni Battista e il Beato Giovanni Colombino, oggi agli Uffizi.
1481 affresca nella cappella sistina la Storia di Cristo che consegna le chiavi a S.Pietro. Bartolomeo della Gatta dipinse i due apostoli subito dietro il Cristo. Perugino dipinse anche la parete dietro l'altare, distrutta per fare posto al Giudizio Universale. Rimangono a destra il Battesimo di Cristo e a sinistra il Viaggio di Mose'.
1489 dipinge l'Apparizione della Vergine a S.Bernardo, ora nella Alte Pinakothek di Monaco.
1490 Per il convento dei Gesuati fuori Porta a' Pinti dipinge Cristo nell'orto e una Pieta' con 4 figure attorno, oggi agli Uffizi.
1.9.1493 sposa a Fiesole Chiara, figlia dell'architetto Luca Fancelli, che gli dette 7 figli.
20.11.1493 gli viene commissionato un Crocifisso con la Madonna ed i Santi Benedetto, Bernardo e Giovanni per il Convento di S.Maria Maddalena dei Pazzi e, nello stesso anno, dipinge una Madonna e Santi, oggi agli Uffizi.
1495 Raffaello entra nella sua bottega e ne imita perfettamente lo stile.
1495 dipinge un bellissimo Cristo morto per le monache di S.Chiara, firmata PETRUS PERUSINUS PINXIT A.D. MCCCCLXXXXV, ora nella Galleria di Palazzo Pitti. Adopero' una coloritura vivacemente innovativa. Francesco del Pugliese offri' alle monache il triplo di quanto avevano pagato.
1496 dipinge la Madonna col Bambino e Santi, oggi nella Pinacoteca di Bologna.
1499 dipinge un polittico per la Certosa di Pavia con l'eterno in Gloria, tuttora in loco, mentre la Madonna che adora il Bambino, S.Nichele, l'Arcangelo Raffaele con Tobiolo sono nella National Gallery di Londra.
1499 Decora la sala del Collegio del Cambio a Perugia. Sulla parete sinistra il suo autoritratto con la scritta PETRUS PERUSINUS EGREGIUS PICTOR PERDITA SI FUERAT PINGENDI HIC RETTULIT ARTEM SI NUSQUAM INVENTA EST HAC TENUS IPSE DEDIT.
Mentre andava e veniva da Castel della Pieve a Perugia, soleva portarsi addosso tutti i denari che possedeva. Fu aggredito e derubato. Solo con le sue preghiere ebbe salva la vita.
1500 Filippino Lippi inizia la tavola per la SS.Annunziata, ora all'Accademia. Di sua mano la parte alta della Deposizione, mentre la parte inferiore fu terminata dal compostissimo Pietro Perugino
1500 dipinge una tavola con l'Assunzione e Santi Giovanni Gualberto, Bernardo degli Uberti, Benedetto e Michele per l'altare di Vallombrosa. oggi all'Accademia. Reca la scritta Petrus Perusinus Pinxit A.D. MCCCC.
1503 dipinge un Crocifisso con Santi per S.Agostino a Siena.
1504 affresca l'Oratorio di S.Maria dei Bianchi a Citta' della Pieve.
1505 vede i cartoni di Michelangelo e si scandalizza. Michelangelo lo ingiuria e finiscono davanti agli Otto, che danno ragione a Michelangelo, ma nessuno dei due fa una bella figura.
5.8.1505 riceve la commissione di continuare la tavola per l'altare della SS.Annunziata, non terminata da Filippino Lippi.
1506 Con aiuti, dipinge l'Assunzione della Madonna per il duomo di Napoli.
1508 dipinge a Firenze una Ascensione per il duomo di Borgo San Sepolcro, dove fu portata a spalla. Affresca la volta delle stanze che vennero poi decorate da Raffaello.
2.1523 Il Perugino muore a Fontignano, mentre sta affrescando la Nativita', oggi alla National Gallery di Londra.

1481 il Perugino affresca nella cappella sistina la Storia di Cristo che consegna le chiavi a S. Pietro. Bartolomeo della Gatta dipinse i due apostoli subito dietro il Cristo. Perugino dipinse anche la parete dietro l'altare, distrutta per fare posto al Giudizio Universale. Rimangono a destra il Battesimo di Cristo e a sinistra il Viaggio di Mose'.
1499 il Perugino dipinge un polittico per la Certosa di Pavia con l'eterno in Gloria, tuttora in loco, mentre la Madonna che adora il Bambino, S.Nichele, l'Arcangelo Raffaele con Tobiolo sono nella National Gallery di Londra. - Decora la sala del Collegio del Cambio a Perugia. Sulla parete sinistra il suo autoritratto con la scritta PETRUS PERUSINUS EGREGIUS PICTOR PERDITA SI FUERAT PINGENDI HIC RETTULIT ARTEM SI NUSQUAM INVENTA EST HAC TENUS IPSE DEDIT. - Mentre andava e veniva da Castel della Pieve a Perugia, soleva portarsi addosso tutti i denari che possedeva. Fu aggredito e derubato. Solo con le sue preghiere ebbe salva la vita

BERNARDINO DI BETTO detto il PINTURICCHIO

Nel 1454 nasce BERNARDINO DI BETTO di Biagio, detto il PINTURICCHIO. (Perugia 1454 - 1513)
Noto soprattutto per le sue qualità di festoso decoratore. La sua attivita' si intreccia cosi' strettamente con quella del maestro Piero Perugino, da rendere difficilissima ogni distinzione.
1486 affresca la cappella di S.Bernardino in Araceli a Perugia.
1492 dipinge nel coro del duomo di Orvieto quattro grandi figure di Evangelisti e Dottori della Chiesa.
1493 decora gli appartamenti di Alessandro VI Borgia. Fu biasimato perche' nell'affresco della disputa di S.Caterina d'Alessandria davanti all'imperatore Massimino, nella sala dei Santi, dipinse alcuni archi romani ed altre costruzioni, facendo le figure in primo piano piu' piccole delle retrostanti.
1497 Il Pinturicchio affresca la cappella Baglioni in S.Maria Maggiore a Spello e la cappella Eroli nel duomo di Spoleto.
29.6.1502 si impegna con il cardinale Francesco Piccolomini, nipote di Pio II, ad affrescare la libreria Piccolomini nel duomo di Siena. Nella volta allegorie e miti classici. Sulle pareti 10 storie di Pio II e nel prospetto di ingresso l'incoronazione di Pio III. Lo aiutarono nella pittura Giovanni Francesco Ciambella, detto Fantasia, Matteo Balducci da Fontignano, Eusebio da S.Giorgio e Bembo romano, tutti della bottega del Perugino. Collaboro' anche Raffaello, che all'epoca viveva con lui, nei disegni preparatori, oggi agli Uffizi.
1508 affresca la volta della cappella maggiore di S.Maria del Popolo con i Dottori della Chiesa, gli evangelisti, 4 Sibille e l'Incoronazione di Maria.
1510 dipinge una Assunta, ora nel museo di Capodimonte.
1513 viene ospitato dai frati di S.Francesco di Siena per eseguire alcune pitture e viene alloggiato in una stanza nuda, come lui la volle, dalla quale pero' non era stato tolto un grosso cassone, perche' troppo pesante. Il Pinturicchio si arrabbia e fa portare via anche il cassone, che, durante il trasporto si rompe e da un'asse escono 500 ducati d'oro. A quella vista il Pinturicchio si senti' male, si ammalo' e ne mori' l' 11 Dicembre.

1493 il Pinturicchio decora gli appartamenti di Alessandro VI Borgia. Fu biasimato perche' nell'affresco della disputa di S.Caterina d'Alessandria davanti all'imperatore Massimino, nella sala dei Santi, dipinse alcuni archi romani ed altre costruzioni, facendo le figure in primo piano piu' piccole delle retrostanti.

LUCA SIGNORELLI
Nel 1450 nasce LUCA SIGNORELLI. (Cortona 1450 - 1523)
Allievo di Piero della Francesca, subi' poi l'influenza di Bartolomeo della Gatta, attivo negli anni '70 fra Arezzo e Cortona. Fu pittore eccentrico, talvolta perfino surreale e grottesco.
Si fece prestare molti soldi da Michelangelo, che non pote' mai restituire.
Visse una parte degli gli ultimi anni ad Arezzo presso la casa dei Vasari, suoi parenti. Incito' il padre di Giorgio, che aveva 8 anni, a coltivare la sua attitudine al disegno. Gli regalo' un diaspro da portare al collo, perche' gli cessassero le frequenti epistassi.
1472 affresca la cappella di S.Lorenzo ad Arezzo ed abita nella casa dello zio Lazzaro Vasari
1482 Inizia a dipingere nella Cappella Sistina
1484 dipinge la madonna e il bambino tra i Santi Onofrio, Ercolano, Giovanni Battista, Stefano e due angeli. Ora nel museo del duomo di Perugia
1488 dipinge una Madonna con due Profeti, oggi agli Uffizi.
1491 A Volterra dipinge una Annunciazione nel duomo e una Madonna col Bambino, sei santi e due angeli, ora nella galleria comunale.
1496 dipinge una Nativita' per la chiesa di S.Francesco di Citta' di Castello, ora nella National Gallery di Londra. E' firmato LUCE DECORTONA P.O.
1497 affresca 10 Storie di S.Benedetto a Monte Oliveto Maggiore, completate dal Sodoma con altre 28 Storie.
1498 dipinge un S.Sebastiano per la chiesa di S.Domenico di Citta' di Castello, oggi nella locale Pinacoteca Comunale. Reca l'iscrizione THOMAS DE BRONZINIS ET FRANCESCA UXOR FIERI FEC. 1498
1498 Per la chiesa di S.Agostino di Siena dipinge un polittico con i Santi Caterina da Siena, Maria Maddalena, Girolamo, Agostino, Caterina d'Alessandria e Antonio, oggi nei musei di Berlino. La predella e' dispersa fra la National Gall. di Dublino, la coll. Maxwell in Scozia e il Massachussets.
5.4.1499 viene incaricato di terminare il Giudizio Universale nella volta della cappella di S.Brizio nel duomo di Orvieto, lasciata incompiuta dal Beato Angelico
1502 dipinge l'Orazione nell'orto, la Cattura, la Flagellazione. Reca l'iscrizione LUCAS AEGIDII SIGNORELLI CORTHONENSIIS MDII. Ora nel Museo Diocesano di Cortona
1502 affresca un Cristo morto con le Marie sopra la cappella del Sacramento a Castiglione.
1507 dipinge un grande polittico in S.Medardo a Arcevia
1512 dipinge la Comunione degli Apostoli per mano di Cristo, dove si vede Giuda che nasconde l'ostia nella scarsella. E' firmato LUCAS SIGNORELLIUS CORYTHONENSIS PINGEBAT. MDXII. Ora nel Museo Diocesano di Cortona.
25.3.1518 dipinge una tavola per S.Margherita di Arezzo, ora nella Pinacoteca di Arezzo
19.9.1519 dipinge un quadro, oggi nella Pinacoteca di Arezzo. La predella con Ester e Assuero e Tre Apparizioni di S.Girolamo e' nella National Gall. di Londra.
16.10.1523 Signorelli muore

1498 Per la chiesa di S.Agostino di Siena, Luca Signorelli dipinge un polittico con i Santi Caterina da Siena, Maria Maddalena, Girolamo, Agostino, Caterina d'Alessandria e Antonio, oggi nei musei di Berlino. La predella e' dispersa fra la National Gall. di Dublino, la coll. Maxwell in Scozia e il Massachussets.
1498 Per la chiesa di S.Agostino di Siena, Luca Signorelli dipinge un polittico con i Santi Caterina da Siena, Maria Maddalena, Girolamo, Agostino, Caterina d'Alessandria e Antonio, oggi nei musei di Berlino. La predella e' dispersa fra la National Gall. di Dublino, la coll. Maxwell in Scozia e il Massachussets.

Esempio