Le scienze della terra

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Testo

- Scienze Della Terra -
RADIAZIONE SOLARE E BILANCIO TERMICO
Se si vuole calcolare viene assorbito dalla terra rispetto alla quantita di energia emessa dal sole dobbiamo calcolare :
-alla terra arriva il 51% e ne assorbe 47% e la superfice terrestre ne riflette il 4%
Il 49% dell’energia irradiata dal sole (il sole emmette 100%) viene :
- 18% riflessa nell’atmosfera
- 24% nello spazio nubi e pulviscolo
- 6% vapore acqueo
EFFETTO SERRA
L’atmosfera (troposfera 0-12 km) spesso subisce un inalzamento della temperatura dovuto all’inquinamento (scarico macchini rifiuti industriali ) con conseguenze di surriscaldamento dell’aria
FATTORI CHE INFLUENZANO ATMOSFERA
La temperatura della troposfera si misura in °C varia per differenti fattori :
- l’altidudine : piu essa aumenta piu la trmperatura diminuisce
- la distanza dal mare : il mare ha un effetto mitigante,assorbe lentamente e rilascia lentamente percio si va a creare un clima temperato
- le rocce : si riscaldano velocemente e a loro volta si raffreddano velocemente , di conseguenza di notte fa piu freddo
- le correnti marine : mitigano (corrente del golfo )
- la copertura vegetale : sono più fresche le zone dove c’é verde perche rilasciano una grande quantita di vapore acque che assorbono calore
- escursione termica : si dividuono in giornaliere(dal momento piu caldo a quello meno caldo nelle 24ore) e annue (confronto con la temperatura del mese piu freddo con quello piu caldo luglio-gennaio).nel deserto ci sono forti escursioni tra la notte e il di.in inghilterra invece c’é un clima continentale simele ad un lungo autunno e le escursioni sono meno rare.
CLIMA
Gli studiosi si basano sulle isoterme , cioé delle linee continue che uniscono i punti aventi la stessa temperatura media calcolata al livello del mare (luglio-gennaio),e ne deducono una traccia del clima di una determinata zona.
PRESSIONE
E’ il peso dell’aria ( troposfera ) sulla superficie e varia dalla composizione chimica
Isobara : si misura la pressione atmosferica in :
- atm
- millibar
- mm di mercurio
aria ricca di vapore acqueo aria piu leggera bassa pressione
aria secca aria piu pesanre alta pressione

FATTORI CHE INFLUENZANO LA PRESSIONE:
La temperatura : aria calda é piu leggera perche le particelle si espandono e ho la pressione bassa.se ho temperature basse di conseguenza ho una pressione alta.
L’umidita : l’aria unmida cioe ricca di vapore acqueo é leggerera e comporta una situazione di bassa pressione.L’aria secca é pesante perche ricca d’azoto e ossigeno e ho una pressione alta.
L’altitudine: piu aumenta la distanza dal mare piu lo spessore dell’atmosfera diminuisce e la pressione diminuisce.
Lo studio della pressione nei vari punti geografici avviene attraverso l’osservazione delle linee isobare e unisco i punti che hanno la stessa pressione e ottengo due zone :
- alta pressione aree anticicloniche
- bassa pressione aree cicloniche
l’aria si sposta da zone di alta pressione verso zone di bassa pressione ,cioé da zone anticicloniche a zone cicloniche.
VENTI
Essi sono spostamenti di masse d’aria parallele alla superficie terrestre dalle aree anticicloniche in direzione di quelle cicloniche.Iventi nell’emisfero boreale soffiano verso destra e in quello australe verso sinistra(cio causato dalla legge del movimento terrestre).I venti posso essere periodi come i monsoni.
I venti generali si esaminano secondo lo strato di trosfera in cui soffiano:
- alta troposfera
- bassa troposfera (sono quelli piu importanti)
BASSA TROPOSFERA livelli:
- equatore : sopra e sotto soffiano gli alisei venti orientali
- tropici : soffiano i venti occidentali
- poli : soffiano i venti polari
ALTA TROPOSFERA:
Sono i venti piu veloci perche nn hanno gli ostacoli che si sarebbero incontrati sulla crosta terrestre.Si distinguono in due correnti:
- correnti orientali ( corrispondono nella basso troposfera agli alisei)
- correnti occidentali (corrispondono nella bassa troposfera ai venti occidentali)
VENTI PERIODICI (stagionali)
Essi soffiano periodicamente e riguardano piccole zone
Brezza-al mare e ha andamenti diversi ,perche di giorno soffia dal mare verso terra e di notte soffia dalla terra verso al mare.
Monsoni:tipici del sud est asiatico e si dividono in :
- estivi : umidi , soffiano verso le coste e sono presenti grande piogge
- invernali :secchi , freddi e soffiano verso il mare
VENTI LOCALI
Tipici di una zona collegati da temperatura e pressione .
Maestrale : soffia da nord verso ovest , é freddo , asciutto , violento e arriva dalla Francia.
Phon : caldo e secco proviene dal deserto
Bora : freddo , violento , asciutto ,e proviene da nord-est
Scirocco : caldo , asciutto e proviene dal Shaara
Libeccio : caldo , umido e porta piogge e burrasche
ATMOSFERA
E’ lo strato che va dalla terra al sole ed é diviso in zone , le quali a lora volta sono divise da pause tranne l’ultima che a finire nel vento solare.Le zone sono :
- troposfera : 0-20 km
- stratosfera : 20-45 km
- mesosfera : 50-100 km
- termosfera : 100-600 km
- esosfera : 600 km
L’atmosfera é un miscuglio di gas con la presenza di impurezze e vapore acqueo.I gas cambiano piu si avvicinano al sole e diventano piu rarefatti ( stato molecolare O2 stato atomico O stato ionico O= ).Essa é composta :
- azoto 78%
- ossigeno 21%
- argon 1%
- anidride carbonica 0,03%
- altri gas ( gas nobili ) 0,01%
La composizionz dei gas comincia a mutare dopo 100 km , cambiano le forme ma le percentuali rimangono invariate.Dopo i 100 km prevale l’ossigeno fino circa 800 km .Dopo 800 km prevalgono gas leggeri come idrogeno ed elio.
Il vapore acqueo piu ci si alza piu tende a scomparire causando nebbia e nuvole.e i fenomeni sono nella troposfera e solo in parte nella stratosfera.L’anidride carbonica é fondamentale per la fotosintesi clorofilliana e di notte é maggiore.
Troposfera
Parte piu bassa e piu densa in cui avvengono tutti i fenomeni atmosferici e il maggior quantitativo di vapore acqueo.l’altezza va dagli 8-14 Km.la temperatura diminuisce con l’aumentare dell’altitudine ed é solo riscaldata dal flusso geotermico.diminoisce sei gradi ogni 100 Km.
Stratosfera
I gas sono gli stessi della troposfera ma piu rarefatti e lapresenza di vapore acque dimenuisce rapidamente.Non sono presenti i fenomeni atmosferici correlati alle precipitazioni ma venti e correnti..
Tra i 30-40 Km si formano delle sottili nubi formate da cristalli di ghiaccio(nubi madreperlate).la temperatura é simile a quella della troposfera per i primi 20 Km poi aumenta di 1°- 3° per Km e aumenta fino a 60°.Vi é la presenza di una zonosfera che avvolgendola la mantiene calda producendo un effetto serra.Questa zona émolto importante per l’uomo in quanto lo protegge dai raggi ultravioletti;ma in questi ultimi anni i gas repellenti hanno provocato il buco nello zono.
Mesosfera
I gas sono estremamente rarefatti e la presenza dei gas leggeri é a scapito di quelli pesanti.la temperatura diminuisce fino a – 90° in quanto nn ha piu l’influenza del flusso geotermico e nemmeno uno stratificazione che produce un effetto serra.Le nubi (nubi notti lucenti) sono formate da cristallini di ghiaccio e pulvischio e di vedono solo nei crepuscoli di estate e sono rosa.Vi sono correnti.
Termosfera
La densità é nulla e sono solo presenti gas leggeri.La temperatura di questa zona aumenta in modo vertiginoso in quanto vicno al sole e raggiunge i migliaia di gradi.La sottozona più importante é la ionosfera (gas presenti solo sotto forma ionica e le particelle degli ioni sono dotati di carica prodotte dalle radiazioni ultraviolette e i raggi X, e cio favorisce la propagazione di onde radio ottenedo cosi una comunicazione a grande distanza).Caratteristico fenomeno della ionosfera sono le aurore polari ( avvengono solo se vi é aria rarefatta e ionizzata inpresenza di zone polari ).
Esosfera
La parte piu esterna di questa zona si va a mescolarsi con la corona solare.Temperature altissime.Le particelle a causa dell’alta temperatura superano la velocita di fuga e non vengono piu captate e vanno a formare la frangia della sfera ( e si fondono con la corona solare)
L’UMIDITA DELL’ ARIA
L’atmosfera contine il 70% di vapore acque la cui distribuzione nn é uniforme attorno alla terra in quanto influenzata da fattori esterni :la pressione e la temperatura.
L’aria calda é piu ricca di vapore acqueo rispetto all’aia fredda.
L’umidita dell’aria deriva dalla evaporazione di tutte le acque presenti sulla terra e dalla respirazione e traspirazione delle piante (rilasciano a loro volta umidita ) e animali
LE NUBI
Quando l’aria é satura di vapore acqueo si hanno due fenomeni :
- condensazione ( passaggio di stato di vapore acqueo a quello libero in prossimità del suolo e si formano le nebbie)
- sublimazione ( passaggio stato di vapore allo stato solido a temperature rigide es.neve)
Le nubi sono l’insieme di tantissime goccioline d’acqua sospese nell’aria , spesso associate a cristalli di ghiaccio che si formano a temper atura inferiore ai 0°.
Le nubi si distiguono in basr alla forma:
- strati forti : allungate in senso orizzontale parallele alla superficie terrestre
- cumuli forti : con contorni ben definiti sviluppati in senso verticale a cupola
Si dividono anche in base alla quota :
- basse
- medie
- alte
LE PRECIPITAZIONI
Quando le nubi sono troppo pesanti per essere sostenute dall’aria ricadono al suolo sotto forma di precipitazioni e possono essere :
- liquide : pioggia
- solide : neve grandine( la neve si ha quando la temperatura al suolo é di circa 0°; la grandine si ha in presenza di temporali anche quando la temperatura é elevata , ed é dovuta ai movimenti vorticosi all’interno delle nubi ed essendo pesante nn fa in tempo a sciogliersi).
Le precipitazioni sono sempre dovute al raffreddamento di massa aria calda e umida che puo avvenire in due modi :
- per risalita in quota di una massa d’aria calda e umida
- per il contatto di una massa calda umida con una fredda
Le isoite sono le linee che collegato i punti della terra che hanno la stessa piovosità annua.
I CICLONI TROPICALI
Sono perturbazioni atmosferiche videntissime che si generano in prossimità dell’equatore a causa di una fortissima depressione borica dove la temperatura é estremamente elevata e si verificano nella tarda estate e primo autunno.All’interno del ciclone vi é una zona calma detta occhio del ciclone.
TORNADO O TROMBE D’ARIA
Sono perturbazioni atmosferiche videntissime e hanno un grado di distruttibilità maggiore che i cicloni tropicali.La velocità dei venti supera i 500 km\h e il periodo in cui si manifestano é in primavera e possono originarsi ovunque , ma in particolare nelle regioni tropicali
CICLONI EXTRATROPICALI
Tipici delle altitudine medie e molto meno evidenti di quelli tropicali ed essi condizionano il tempo nelle nostre regioni.Essi si formano per l’incontro a bassa quota di masse di aria fredda di origine polare con masse di aria calda di origine tropicale.
L’aria fredda alza l’aria calda con un moto a vortice e l’aria calda si raffredda e si hanno le precipitazioni e il ciclone si estingue
Grazie a queste conoscienze si possono fare le previsioni del tempo.
STRUTTURA INTERNA DELLA TERRA
Tutto ciò che va oltre i 15 km di profondità non è conoscibile, perciò tutte le teorie sono ipotizzate ed inverificabili.
La prima teoria fu fatta da Suess, che propose la terra come formata da tre gusci concentrici di diversa composizione chimica:
1. SiAl, è il guscio più esterno, formato da silicio e alluminio, o meglio da silicati di alluminio.
2. SiMa, è il guscio centrale, formato da silicio e magnesio, o meglio da silicati di magnesio.
3. NiFe, è il guscio più interno, formato da nichel e ferro.
Suess proponendo questa suddivisione si basava sulle meteoriti giunte sulla terra che riproponevano in gran parte questa costituzione e anche sul calcolo della densità, in quanto sapendo che la densità media della terra è 5, 52 g/cm2, e che quella della crosta è invece 2,6, è ovvio che all’interno ci devono essere degli elementi più pesanti, come il nichel e il ferro.
Sial, sima e nife si possono circa assimilare a crosta, mantello e nucleo della teoria più moderna.
La terra è un corpo vivo, cioè con dinamica interna ed un calore interno che producono energia. Il calore interno è stato per molti anni un incognita ed era spiegato come calore residuo dell’attività iniziale della terra, attualmente si pensa che sia dovuto al decadimento spontaneo degli isotopi radioattivi verso uno stato più stabile. il calore è maggior nella zona interna della terra, un dato: il gradiente termico, ci permette di misurare l’aumento di temperatura man mano che si scende in profondità.
Gradiente termico: 1° ogni 30 m, o 3° ogni 100m.
Modello geofisico:
crosta + mantello superiore = litosfera, zona solida
mantello centrale = astenosfera, zona parzialmente fluida
mantello inferiore = solido
nucleo esterno = fluido
nucleo interno = solido
Nell’astenosfera il calore si trasmette per convezione, generando così celle convettive che hanno direzione casuale, questa direzione può cambiare improvvisamente nel corso del tempo, la causa non è ancora conosciuta.

LA TEORIA DELLA DERIVA DEI CONTINENTI
L’isostasia è un fenomeno che si basa sul principio di Archimede, infatti, considerando il comportamento di fluido dell’astenosfera si può semplificare dicendo che la litosfera si trova, avendo densità minore, a “galleggiare sulla litosfera, ciò comporta dei movimenti verticali, in quanto grossi agenti metamorfosanti possono creare delle variazioni di massa della litosfera, di conseguenza la litosfera e astenosfera ricercano un nuovo equilibrio attraverso assestamento verticali.
Un tipico esempi del fenomeno isostatico è la penisola scandinava, che, durante l’ultima glaciazione era completamente ricoperta dai ghiacci, quando questi hanno cominciato a sciogliersi, la penisola ha cominciato ad alzarsi appunto per effetto dell’equilibrio isostatico.
Wegener elaborò a seguito dei suoi innumerevoli viaggi la teoria della deriva dei continenti. Supponeva che tutte le terre emerse ducento milioni di anni fa erano tutte unite a formare un unico continente, la Pangea, ed erano circondate da un unico grande oceano, la Pantalassa. Successivamente la pangea si sarebbe smembrata in vari blocchi sialici che, galleggiando sul sima, sarebbero andati alla deriva verso ovest e verso l’equatore. La teoria della deriva dei continenti gli permetteva di spiegare la complementarietà di forma dei margini continentale, le analogie fra rocce, fossili, flora e fauna che si trovano sui margini di continenti diversi. Giustifica inoltre la presenza di fossili tipici di climi caldi in zone attualmente a climi freddi, per esempio la presenza di giacimenti carboniferi nella fredda Groenlandia (dove morirà nel 1930). Con la sua teoria Wegener per la prima volta tentò di dare una spiegazione scientifica all’orogenesi. Propose infatti che nello spostarsi il sial incontrasse l’attrito sel sima e questo attrito provocasse il corrugamento delle terre emerse e quindi la formazione delle catene montuose.
Il punto più oscuro della sua teoria è che non è chiaro quali siano le forze che portino al disgregamento della pangea, il geofisico tedesco propone come causa il ritardo del sial rispetto la rotazione terrestre, ma, era evidente già al tempo che questo ritardo teorizzato da Wegener non era sufficiente per giustificare simili spostamento, inizialmente Wegener aggiunge anche l’ipotesi che le forze delle maree potessero contribuire, ma nell’ultima edizione del suo trattato accoglie le ipotesi avanzate da alcuni suoi contemporanei che lo spostamento fosse dovuto ad eventuali convettivi del sima.
Alla morte di Wegener le sue teorie furono abbandonate, nel frattempo lo studio dell’interno della terra portò ad abbandonare il modello geochimico e all’utilizzo del modello geofisico.
Intorno agli anni ’60 gli stati uniti finanziarono uno studio oceanografico, gli oceani furono scandagliati da navi oceanografiche attrezzate, ed i risultati ottenuti dimostrano che la situazione è simile a quella proposta da Wegener.
Dallo studio si scoprì che i fondali oceanici erano molto più complessi di quanto si pensasse, si sono evidenziate lunghe catene montuose, denominate dorsali oceaniche, costituite da rocce basaltiche, dalle quali fuoriescono magmi basaltici. Dagli studi emerse che allontanadosi dalle dorsali oceanichee andando verso i continenti, le rocce, sempre basaltiche, hanno età sempre maggiore, inoltre si è notato che l’invecchiamento delle rocce è simmetrico ai due lati della dorsale. Inoltre anche le anomalie magnetiche delle rocce sono simmetriche rispetto la dorsale. Infine lo studio dei fondali portò alla scoperta delle fosse oceaniche, le zone in cui la crosta generata al livello delle dorsali viene riassorbita. Parallela alla fossa oceanica si osservano zone di intensa attività vulcanica esplosiva e di forte sismicità. Queste zone sono denominate archi vulcanici. Se le fosse sono in prossimità di continenti allora si ha orogenesi lungo il bordo del continente, se invece la fossa si trova in pieno oceano si ha un arco di isole vulcaniche.
Benioff, studiando la forte sismicità dei sistemi arco-fossa si accorse che più l’ipocentro di un terremoto si trovava lontano dalla fossa più era profondo, gli ipocentri secondo Benioff si collocano lungo una superficie inclinata (il piano di Benioff) di inclinazione variabile tra i 30 e i 70 gradi. Il vulcanesimo degli archi è dovuto alla fusione della crosta che va in subduzione. Il riassorbimento completo avviene a circa 700Km di profondità.
Hess fu così in grado di elaborare una nuova teoria, detta teoria dell’espansione dei fondi oceanici, secondo la quale dalle dorsali medio-oceaniche fuoriesce lava basaltica ad alta temperatura che spinge le rocce più antiche ai margini, dove, la lava più antica va in subduzione formando le fosse oceaniche.
La teoria necessitava di una prova indipendente, cioè assolutamente indiscutibile. Fu trovata nel ’63 con lo studio del paleomagnetismo. Quando le lave solidificano a temperature inferiori al punto di curie i minerali al suo interno solidificano orientandosi verso il polo magnetico dell’epoca in cui solidificarono. Andando a confrontare i risultati ottenute sulle rocce di un continente con i risultati di rocce della stessa epoca di un altro continente si notò una notevole differenza di segnalazione dei poli, ciò era dovuto al fatto che dopo la solidificazione i continenti si erano spostati dalla posizione originaria.
LA TETTONICA A PLACCHE
La teoria di espansione degli oceani venne inglobata negli anni ’70 nella teoria della tettonica a placche. Questa teoria si basa sulla suddivisione della litosfera in circa 20 placche che, sono in grado di muoversi essendo appoggiate sull’astenosfera.
I moti convettivi dell’astenosfera sono alla base della tettonica a placche, in quanto si presume che la litosfera si muova sull’astenosfera trasportata dai moti convettivi. A seconda della direzione dei moti le placche possono:
• Convergere, se due zolle convergono ci possono essere due conseguenze: o orogenesi se le placche sono entrambe continentali(es. placca africana e placca euroasiatica), o subduzione se almeno una delle due placche è continentale (es. giappone)
• Divergere, se due zolle divergono si forma un nuovo oceano e si forma una dorsale medio-oceanica da cui esce magma (es. placca americana ed euroasiatica).
• Trascorrere, se due zolle divergono l’unica conseguenza sono forti sismi si confini delle zolle (es. placca pacifica e americana).
Le placche possono essere di tre tipi:
• Continentali: costituite esclusivamente da crosta continentale (per es. la placca euroasiatica).
• Oceaniche: costituite esclusivamente da crosta oceanica (per es. la placca pacifica).
• Miste: costituite sia da crosta oceanica che da crosta continentale (per es. la placca africana).
Tutti i fenomeni endogeni (vulcani, terremoti e orogenesi) sono spiegabili con la teoria della tettonica delle placche.
I sismi si collocano lungo i margini delle placche, sia che essi siano costruttivi, sia che siano distruttivi sia che siano conservativi.
L’orogenesi si verifica ogni qualvolta ci sia scontro fra placche, di cui almeno una sia di tipo continentale. Mentre se si scontrano due margini oceaniche si forma un arco vulcanico.
Il vulcanesimo è presente solo quando le placche convergono o divergono, non quando le placche trascorrono.
Wilson suppone che i continenti si siano ricompattati per poi ridividersi più volte. L’ultimo di questi cicli risale a circa 200 milioni di anni fa.
Si sono accertate 3 fasi di attività orogenetica:
1. Orogenesi caledoniana, circa 500-4000 milioni di anni fa, in scozia. Ormai sono catene quasi completamente spianata, la cima più alta raggiunge i 1100m
2. Orogenesi ercinica, circa 200-300 milioni di anni fa, in Asia e nell’Europa centrale (appalache, alpi scandinave, urali…) si tratta di montagne modeste di circa 2000m
3. Orogenesi alpino-himalaiana, circa 100 milioni di anni fa ed è ancora in corso, da cui si sono originati i massicci alpini ed himalayani. L’acme fu circa 35-40 milioni di anni fa, probabilmente ora la spinta orogenetica è in equilibrio con la azione erosiva esogena.
L’orogenesi caledoniana e quella ercinica sono testimonianze della compattazione dei continenti (Pangea) nell’era paleozoica. La Pangea esisteva anche nell’era mesozoica ma si trovava in periodo di tranquillità orogenetica. L’orogenesi alpino-himalayana si colloca nel terziario ed è la testimonianza dello scontro tra blocchi.
La così detta cintura offiolitica è la testimonianza che le orogenesi avvengono quando un oceano, costituito come sappiamo da basalto, si chiude.infatti le forze di compressione che originano le catene montuose spingono verso l’alto anche i residui del fondo oceanico metamorfosandoli.
Le zone continentali pianeggianti sono dette cratoni, sono zone in cui non c’è orogenesi e non c’è testimonianza di alcuna orogenesi. I cratoni si distinguono in:
• Scudi- zone caratterizzate da rocce ignee e metamorfiche, e sono le rocce più antiche del pianeta.
• Tavolati- zone che circondano gli scudi in cui sono presenti anche rocce sedimentarie a testimonianza di lunghi periodi di immersione marina.
I PUNTI CALDI
Alcune zone intraplacche dette hot spots (punti caldi), sono caratterizzati da violenta attività endogena. Infatti dalla zona tra mantello e nucleo si originerebbero dei pennacchi che risalirebbero fino in superficie. La loro origine non è stata ancora chiarita, molti credono che siano all’origine dei movimenti delle placche. Alcuni puni caldi sono nelle Hawaii, in Kenya e il Kilimangiaro.
E’ proprio la presenza di questi punti caldi a mettere in crisi la teoria della tettonica a placche che, ancora oggi, non è universalmente accettata.
I VULCANI
I vulcani sono fratture della crosta da cui fuoriescono materiali solidi, fluidi e gassosi. I vulcani possono essere spenti, se il loro createre è riempito da acqua a formare un lago, o attivi. Se i vulcani sono attivi, la loro attività si può dividere in esplosiva, effusiva o di quiescenza.
Un vulcano in fase esplosivo passa bruscamente dalla fase di quiescenza ad una violenta eruzione, accompagnata dalla fuoriuscita dal cratere di una nube di gas e vapori contente materiale piroclastico.
Un vulcano in fase effusiva è caratterizzato dalla fuoriuscita relativamente lenta di lava attraverso il cratere principale o attraverso crateri secondati.
Un vulcano in fase di quiescenza (o solfatarica) è una fase di riposo del vulcano, dal cratere escono sbuffi di fumo o di vapori.
Come già detto la distribuzione dei vulcani corrisponde generalmente ai confini tra placche, esclusi i punti caldi intraplacche. Le zone in cui il margine è costruttivo (placche divergenti) il vulcanesimo è generalmente di tipo effusivo basico, le zone in cui il margine è distruttivo (subduzione) il vulcanesimo è esplosivo acido.
Il magma primario è quello che risale dal mantello basaltico è fuoriesce dalle dorsali oceaniche. Quello secondario risale dalla crosta, è di tipo acido ed è preceduto dal fenomeno dell’anatessi.
Esistono due tipi di vulcani:
• Vulcani a scudo, il cono vulcanico ha pendenza dolcissima, le dimensioni dell’edificio sono enormi ed è generalmente caratterizzato da lave basaltiche
• Statovulcani, il cono vulcanico ha pendenze pronunciate, è costituito da piroclastiti e lave acide consolidate, è un il tipico vulcano esplosivo.
Il tipo di eruzione dipende strettamente dalla viscosità del magma, la viscosità dipende dal contenuto di silice del magma, più alto è più.
LE ROCCE E I MINERALI
Minerale: composto omogeneo e chimicamente ben definito che in natura sono i componenti della crosta terrestre, un minerale è costituito in ogni parte nello stesso modo e dalla stessa sostanza, la sua composizione è esprimibile mediante una formula.
Rocce: grande quantità di un minerale, oppure l’insieme di diversi minerali.
Stato cristallino: è la regolare disposizione delle particelle all’interno di un solido
La durezza: è la resistenza di un minerale a lascarsi scalfire. La scala di Mohs è utile x definire il grado di durezza di un minerale, è composta da dieci minerali messi in ordine crescente di durezza, i primi cinque elementi (talco, gesso calcite, fluorite e apatite) possono essere scalfiti da una lama di metallo, invece gli ultimi cinque (ortoclasio, quarzo topazio, corindone e diamante) sono in grado di scalfire il vetro. Inoltre ogni elemento della scala può scalfire quelli che lo precedono, ma, ovviamente, può essere scalfito dall’elemento che lo segue.
I silicati sono i più importanti in quanto il silicio è la componente fondamentale del mondo non vivente e la crosta terrestre è composta da silicati di alluminio.
ROCCE IGNEE
Intrusive
Effusive
Acide
graniti - granodioriti
lipariti – ossidiane - pomici
Neutre
dioriti
andesiti
Basiche
gabbri
basalti
Ultrabasiche
peridotiti
picriti
Le rocce ignee a seconda del loro contenuto di silicio vengono classificate in:
• Acide: SiO2>65%
• Neutre: 55%65%
• Basiche: 45%55%
• Ultrabasiche: SiO2

Esempio