La nascita dei giornali periodici

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Testo

La nascita dei giornali periodici va fatta risalire al 1711, con la fondazione dello “Spectator”, ma come si diffondevano le notizie prima di questa data? Già nel Rinascimento si trovavano per le strade avvisi e fogli volanti, che trattavano dei più svariati argomenti: la diplomazia, l’anedottica, la critica antinobiliare.
Per contrasto, fin dai primi del Seicento la corte risponde ai fogli volanti con i “mercuri”, descrizioni romanzate delle guerre e di eventi politici. L’evoluzione di questi mercuri è la gazzetta, diffusa tra i borghesi, che era pubblicata periodicamente ma senza ordine logico. Una diversa evoluzione hanno avuto le gazzette inglesi, che essendo pubblicate da privati, non erano controllate dalla corte, su cui spesso si potevano leggere critiche altrimenti vietate. Nella seconda metà del Seicento si svilupparono anche le “gazzette letterarie”, che trattavano quasi esclusivamente di libri di recente stampa, di cui proponevano prima riassunti e poi vere e proprie recensioni. Limitate ai soli letterati, però, queste scomparvero al nascere dell’Illuminismo.
Giungiamo così al 1711 con la fondazione dello “Spectator”. Nonostante il breve periodo di pubblicazione, il modello di giornale proposto da Addinson e Steel si diffuse con grande rapidità. Il linguaggio semplice e il tono colloquiale permettevano anche ai ceti medi cittadini di parlare da filosofia, politica…
L’Italia, all’epoca sempre all’avanguardia in campo giornalistico, vide fiorire un gran numero di fogli periodici, di cui forse il più importante fu “il Caffè” dei fratelli Verri e di Cesare Beccaria. Ed è proprio all’analisi di Beccaria sulla funzione del giornale che si fa risalire la nascita del giornale moderno.

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