La musica del'900

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LA MUSICA NEL “900”

Questo periodo, soprattutto nei primi anni del secolo, vede un controllo quasi totale della cultura e di tutte le sue espressioni.
In logica conseguenza a ciт, anche la Musica attraversa un periodo “fosco” che non genera alcun nuovo movimento.
Operano, tuttavia, numerosi artisti, con una spiccata linea melodica propria, che presenta, spesso, caratteristiche peculiari risalenti al periodo precedente: il “Romanticismo”.
Anche se i caratteri della nuova musica sono vari e numerosi - nasce l’ avanguardia musicale e quella del musicista diventa una vera e propria professione specializzata - l’ impostazione culturale del Romanticismo costituisce la base per lo sviluppo dell’ espressione musicale del ‘900.
Ma che caratteristiche ha la musica dell’ ‘800?
Per prima cosa si deve ricordare che nell’ ‘800 la musica diventa una libera espressione dell’ estro del compositore, non seguendo piщ schemi prestabiliti e/o obbligatori.
Anche la musica, infatti, viene influenzata dagli ideali di “spontaneitа” e “sentimento” che vengono esaltati dal movimento letterario del Romanticismo.
Molti furono gli interpreti musicali di questo periodo.
Ricordiamo i due piщ importanti: PAGANINI (con il violino) e CHOPIN (con il pianoforte).
Altra caratteristica di fondamentale importanza и la diffusione di una cultura propria anche nelle nazioni che fino al periodo precedente hanno “attinto” dalla musica italiana, tedesca e francese gli elementi basilari per formare la loro tradizione musicale.
Nel corso dell’ ‘800 queste nazioni iniziano ad interessarsi anche alle melodie ed alle danze del popolo (tradizioni popolari) e fondano cosм le “Scuole Nazionali”.
Prima che queste sorgessero, nei paesi europei si era diffusa particolarmente l’ Opera italiana che, nell’ ‘800, ha un notevole sviluppo sia come spettacolo musicale che teatrale, arrivando, verso la fine del secolo, ad assumere anche alcuni caratteri “veristi”.
Secondo i principi di tale “movimento”, il malcontento e l’ angoscia per un’ eventuale imminente entrata in guerra, dovevano essere espressi in modo totalmente esplicito.
LA SCUOLA NAZIONALE RUSSA
La Russia entrт nella storia musicale con una sua Scuola Nazionale verso la metа del XIX secolo.
Questa scuola si sviluppт rapidamente e diede un vastissimo repertorio di melodie popolari, gaie e brillanti, nostalgiche e malinconiche.
Il fondatore della Scuola Nazionale russa fu Michail Ivanovic GLINKA, uomo di grande cultura, in stretto contatto con l’ ambiente culturale russo.
Egli fece rappresentare a San Pietroburgo nel 1836, con grande successo, il suo lavoro “La vita per lo Zar”, un’ opera fortemente influenzata dal canto popolare, che viene considerata la prima Opera del movimento musicale russo.
GLINKA fu di esempio ad un gruppo di 5 giovanissimi musicisti dilettanti: il cosiddetto “Gruppo dei Cinque” (MUSSORGSKIJ, BALAKIREV, CUI, BORODIN, RIMSKIJ-KORSAKOV).
Questi 5 musicisti diedero un impulso decisivo allo sviluppo della musica russa.
LA SCUOLA NAZIONALE FINLANDESE
Sibelius JAN viene considerato il piщ rappresentativo esponente della Scuola Musicale finlandese.
Si dedicт completamente allo studio del violino e della composizione ed al folclore della sua patria.
Fece conoscere le sue Opere attraverso varie tournйes effettuate con l’ Orchestra Filarmonica di Helsinki, che dirigeva.
LA SCUOLA NAZIONALE BOEMA
Il fondatore della Scuola Musicale boema fu il musicista Bedric SMETANA.
SMETANA fu un fanciullo prodigio e si affermт, giovanissimo, come pianista e compositore.
Fu anche un ardente patriota e prese parte ai moti rivoluzionari del 1848.
Nello stesso anno, fondт a Praga una Scuola Musicale e fu un infaticabile caposcuola impegnato a definire uno stile nazionale.
Penetrт ed assimilт la ricchezza dei canti della sua terra, dei quali si valse per creare la propria musica che evidenzia ritmi scintillanti e impasti sonori, armoniosi e suggestivi.
Seppe cogliere lo spirito della Musica Popolare boema per dare alla nazione una musica propria.
Ancora giovane fu colpito, come BEETHOVEN, dalla sorditа e a sessant’ anni una malattia mentale, analogamente a quanto era capitato a SCHUMANN, lo portт in poco tempo alla morte.
Tra le sue opere spiccano i sei poemi sinfonici intitolati “La mia patria”, che furono scritti nel periodo della sorditа e che inneggiano con passione ai luoghi, ai paesaggi, alla storia ed agli ideali della sua terra natale.
LA SCUOLA NAZIONALE NORVEGESE
Edvard GRIEG fu il piщ significativo musicista della Norvegia e l’ iniziatore della Scuola Musicale del suo paese.
Egli fondт ad Oslo l’ Accademia Norvegese della musica.
Tenne contatti con il mondo culturale del suo paese, in particolare con gli scrittori Bi(rnstjerne BI(RNSON e Henrik IBSEN
IL SECOLO D’ ORO DEL MELODRAMMA ITALIANO
Dopo le incertezze e le oscuritа drammatiche del periodo belcantistico, il Teatro Lirico italiano si rianimт ed assurse, nell’ ‘800, al suo piщ alto splendore.
Con l’ inizio del nuovo secolo, infatti, il dramma lirico ed il canto si trasformarono.
Un senso nuovo e profondo di umanitа pervade il teatro lirico e scaccia le superficiali ed edonistiche esibizioni vocalistiche.
Scompare dalle scene il “virtuoso”, che amabilmente e graziosamente “gorgheggia”, e subentrano esseri umani dotati d’ un anima che palpita, soffre, gioisce, s’ esalta, piange lacrime vere e rivela tutta la sua piщ profonda ed intima essenza.
GIUSEPPE VERDI
Giuseppe VERDI (Le Roncole, presso Busseto, 10.10.1813 - Milano, 27.01.1901) и giustamente considerato non solo come l’ esponente piщ caratteristico dell’ arte musicale italiana della seconda metа del secolo scorso, ma anche come uno dei piщ grandi interpreti dell’ anima italiana.
Le realizzazioni espressive e drammatiche verdiane assurgono spesso ad una potenza e ad una varietа di toni, ignote prima di lui.
Inoltre il suo genio, sorto dal popolo e restato a costante contatto diretto con esso, risulta veramente la voce fervida, fremente e commossa dell’ anima italiana, nella sua essenza piщ profonda, piщ pura e piщ spontanea.
Egli ebbe una grande anima, in cui, in un prodigioso equilibrio, si fusero due grandi sentimenti apparentemente contrapposti: il senso universale di umanitа ed il senso dell’ italianitа.
VERDI fu uomo integerrimo, d’ una rettitudine adamantina, infinitamente buono (si pensi solo alla “Casa di Ricovero” per i musicisti, da Lui eretta in Milano), patriota fervente, costante e magnifico assertore dell’ italianitа.
Rude, talvolta, ma sempre profondamente sincero nell’ arte come nella vita.
Fu uno spirito non gravato da fredda ed arida cultura accademica, da tendenze artificiose e celebralistiche, ma irradiato dalla potenza del genio, che non conosce limiti nй ostacoli e che si espande con l’ irresistibile ed indomabile potenza delle forze primitive della natura.
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