La famiglia di ieri e di oggi attraverso la legge

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- La famiglia di ieri e di oggi attraverso la legge -

Cenni storici

La famiglia è il nucleo più importante dello stato ma nel tempo essa è molto mutata non solo caratterialmente ma anche nel ruolo legislativo.
Nel recente passato, la famiglia era di tipo patriarcale dove il padre e quindi il marito era un padre padrone e la coniuge insieme ai figli ricopriva un ruolo strettamente marginale.
Col tempo la famiglia si è dovuta adeguare al tipo di vita mutato nei tempi, basti pensare al popolamento delle città quindi l’industrialismo e in seguito il Postindustrialismo.

Il I articolo della vecchia costituzione che riguardava la famiglia diceva:
“Il marito è il capofamiglia, la coniuge ne acquisisce il cognome e lo deve seguire in qualsiasi abitazione da lui scelta”
Soprattutto nel 1968 le guerre per l’uguaglianza femminile si accentuarono fino a sfociare nel 1975, data in cui i vecchi articoli sono stati aboliti per dar spazio ai nuovi.
Ora quel primo articolo è così mutato:
“Col matrimonio moglie e marito acquisiscono pari diritti, oltre alla reciproca fedeltà, collaborazione coabitazione e contribuzione ai bisogni familiari come si può col lavoro sia professionale sia casalingo.”
Questo è il primo vero passo della donna nella famiglia, anche perché è accertato che il “Fare la casalinga” è un lavoro riconosciuto dallo stato.
Rispetto al passato ora la famiglia è un luogo dove si può discutere tra genitori e figli liberamente in modo civile e sereno.
Un vero e proprio stile di vita si sta facendo avanti nell’attuale famiglia italiana, quello dei “mammoni” costituito da una forte percentuale maschile, che per scelta vive anche fino a 30/35 anni se non di più in famiglia pur avendo piena libertà. Cosa che nel passato era impossibile anche la nostra attuale “paghetta” che sembra essere un obbligo dei genitori verso di noi una specie di stipendio settimanale o mensile che sia, fino a 30 anni fa era inconcepibile.

SUCCESSIONE

In caso di morte la legge tutela il/la coniuge del defunto/a e i figli sia legittimi (vale a dire quelli avuti durante il matrimonio) che naturali (figli nati fuori dal matrimonio o da ulteriori relazioni). A questi una parte dell’eredità è assicurata. Se il marito o la moglie affida tutta la sua eredità ad uno/una sconosciuta/o, i parenti stretti possono utilizzare: “L azione di rientro”, in pratica presentarsi davanti al giudice e cercare di riavere ciò che gli spetta di diritto.
Un eventuale figlio adottato a distanza non gode di questi diritti.
Prima della nuova costituzione, la moglie non poteva avere l’eredità del marito il tutto andava ai figli o in mancanza di questi ai parenti più stretti; la coniuge però poteva continuare abitare nella casa del marito.
E anche se questo voleva intestare parte delle eredità alla moglie non poteva farlo, o almeno non era usanza.
Il testamento è un atto non revocabile a meno che il defunto sia minore, in caso di infermità mentale quindi non in grado di intendere e di volere.

DIVORZIO

Il divorzio è stato accettato dallo stato italiano nel 1970.
La chiesa da parte sua è ancora contraria al divorzio, essendo noi in un paese molto cattolico è stato difficile approvare questa legge,anche adesso nessun politico si metterebbe in competizione con la chiesa che, comunque, non può influire materialmete sulla approvazione o meno delle leggi; può solo dare un giudizio che naturalmente è molto influente e dire che: divorziare, abortire (e tutte le cose a cui ha remato contro) non è da buon cristiano.
L’autonomia conquistata dalla donna, è sia un vantaggio che uno svantaggio, per lei, perché se precedentemente in caso di divorzio, la moglie riceveva i cosiddetti “Alimenti”. Adesso nel caso essa abbia un reddito sicuro il marito non è tenuto a dargli ulteriori soldi.
Il divorzio si divide in due fasi:
- Occorrono minimo due anni di separazione, che sono una specie di ”Ancora di salvataggio” del matrimonio per dar tempo ai coniugi di pensare a “Mente fresca” e magari anche di tornare sui propri passi.
- Al termine di due anni o più si può richiedere l annullamento del matrimonio.

Ci sono due casi di procedura per la separazione e successivamente divorzio:
- Quella in cui i due coniugi pacificamente si siedono davanti ad un giudice e discutono dei doveri dell’uno verso l'altro e le varie disposizioni per la separazione.
- La seconda, (che è anche la più dolorosa) è quella via avvocati, e nella maggior parte dei casi i coniugi cercano quasi di scannarsi per guadagnarci sempre qualcosa più rispetto l’altro

Solo dopo il divorzio si può intraprendere un altro matrimonio.

Per quanto riguarda l’affidamento dei figli solitamente per un motivo genetico sono affidati alla madre, un figlio in età di ragione, può chiedere di parlare col giudice e uno psicologo per decidere con chi vuole andare ad abitare e naturalmente ci deve essere una motivazione valida, ma se questo ragazzo/a ha un fratellino o sorellina ancora piccolo/a per decidere l affidamento d’entrambi potrebbe essere della madre perché si cerca di non dividere i fratelli.
Se entrambi i coniugi non sono in grado di crescere i figli questi potrebbero essere affidati ai nonni o ai parenti più stretti se neanche questo è possibile sono affidati ad un ente sociale che decide se mandarli in un istituto, fino alla maggiore età, o affidarli ad una casa famiglia.
Risulta che i divorzi in Italia sono più frequenti al nord che al sud dove tutte le tradizioni, quindi anche quelle familiari sono più forti che al nord, anzi a confronto sono addirittura ono la metà. L’Italia però a livello europeo, le nostre richieste di divorzio sono in circa 1/6 rispetto a quelli in Gran Bretagna e Belgio.

IL GIUDICE TUTELARE

I minori, e in taluni casi anche i nascituri, possono essere proprietari a tutti gli effetti anche di beni immobili come case e terreni, ma non possono amministrare direttamente le loro proprietà né venderle se non attraverso i loro legali rappresentanti (di solito i genitori) e con l’assenso di un giudice tutelare che solitamente donne che hanno il dovere di assicurare il bambino. Chiunque voglia beneficiare il figlio, il nipote, minorenne si deve presentare davanti a questo tutore ed esporli il perché del “regalo” se il giudice ritiene i motivi vantaggiosi e utili per il bambino e quindi non a esclusivo vantaggio dell’adulto, concede il nullaosta per quest’operazione. Purtroppo non ci sono regole che il giudice deve seguire per queste procedure perciò da il suo consenso o meno “a naso”.
Il giudice tutelare quindi ha molto più potere decisionale che i genitori.

FONDO PATRIMONIALE
Una volta soprattutto nel sud Italia, prima di sposarsi entrambi i coniugi ma soprattutto la moglie donava forse anche come segno di sottomissione la sua dote anche definita robba per aiutare il mantenimento della famiglia. Ormai in Italia la dote non esiste più.
Al suo posto è stato istituito il “Fondo patrimoniale” che ad esempio, non può essere attaccato dai creditori, (a meno che il proprietario del fondo non abbia altri appartamenti e varie può essere utilizzato in parte). Naturalmente non è possibile istituire tale fondo se la persona è già in debito e se lo fa solo per interesse finanziario, quindi come per il giudice tutelare, ci devono essere alla base dei validi motivi.

TIRANDO LE SOMME…
Purtroppo non tutti i paesi a livello mondiale le donne hanno raggiunto il nostro stesso livello di emancipazione, ora nel nostro paese per le donne è possibile affermarsi in quasi ogni campo. Abbiamo donne imprenditrici, medico, parlamentari, e ora anche militari, e da come si legge dalle vecchie e nuove leggi sulla famiglia io credo che il femminismo non debba continuare insomma, che altro si può ottenere ? a livello teorico abbiamo e possiamo fare tutto. Credo che essere donne adesso non è uno svantaggio come si pensava nel passato, noi almeno ci siamo battute (anche se in maniera indiretta ad esempio le ragazze della mia generazione ), ed è meglio battersi per quello che si vuole e conquistarselo che averlo assicurato solo per un fatto fisico, anzi credo che noi donne per questo fatto di partire teoricamente svantaggiate rispetto l uomo siamo più motivate, lo vedo, nello studio, nello sport, nel lavoro. Quindi anche se l’’Italia si dice che è un paese di sfaticati, di analfabeti, mafiosi e molti altri appellativi di certo non simpatici; sono contenta di vivere in questo paese, nonostante tutto mi sembra che anche se sono arrivati in ritardo rispetto agli altri paesi, le donne italiane abbiano gli stessi diritti dell’uomo e che quindi possano vivere bene a volte anche meglio.

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