La diossina a Seveso

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Testo

LA DIOSSINA A SEVESO: EVOLUZIONE O INVOLUZIONE ?
L’impianto chimico ICMESA era situato nel comune di Meda al confine con la città di Seveso, a circa 15 km a nord di Milano.
Produceva intermedi per l’industria farmaceutica, tra cui il triclorofenolo (TCP), prodotto tossico non infiammabile, lavorato a temperature di circa 150-160°C. Questo prodotto, se sottoposto a temperature più elevate poteva trasformarsi in tetraclorodibenzoparadossina (TCDD), chiamato comunemente diossina; il TCDD è composto da una molecola molto pericolosa per le caratteristiche di alta tossicità, persistenza e stabilità.
Sabato 10 luglio 1976 alle ore 12,37, un’emissione di TCDD
nell’atmosfera provocò l’inquinamento di un’area di 1810 ettari nei comuni di Seveso, Meda, Desio, Cesano Maderno e in altri sette comuni della provincia di Milano.
La causa dell’emissione fu una sovrapressione nella vasca del TCP causata da una reazione esotermica, cioè con la formazione di calore, infatti, raggiunte le quattro atmosfere, il disco di rottura della valvola di sicurezza scoppiò e a 250°C il TCDD fuoriuscì dallo scarico del tetto. L’emissione di TCDD continuò per ore, fino al raffreddamento della valvola.
Quello stesso giorno soffiava un vento a 5m/s che produsse una scia di TCDD di 6Km dalla fabbrica verso sud-est. Si crede che l’emissione di diossina era sull’ordine dei 3000Kg.
Dopo il disastro i dottori consigliarono di non consumare prodotti agricoli locali per motivi precauzionali. Lunedì 12 venne chiuso l’edificio B, dove si trovava il reattore incidentato. Già il 13 si ebbero notizie del decesso di piccoli animali, mentre il 14 i bambini cominciarono ad avere dei problemi. Solamente il 17 il laboratorio provinciale di igiene prelevò dei campioni di terreno a Seveso, scoprendo così che c’era diossina.
Successivamente, per rivalutare l’esposizione della popolazione a TCDD, la commissione regionale medica divise il territorio in tre zone:
Zona A con più alta contaminazione, zona B con media contaminazione e zona R a bassa contaminazione.
Nella zona A furono evacuate più di 700 persone, mentre nelle zone B e R gli abitanti furono sottoposti a misure precauzionali, come per esempio il divieto di coltivare e mangiare prodotti agricoli della zona.
Vennero poi considerate le seguenti modalità di contaminazione:
- ingestione accidentale di terra;
- assorbimento tramite contatto dermico con il suolo;
- inalazione di polveri contaminate;
- contaminazione dell’acqua potabile;
- ingestione di vegetali coltivati in orti domestici;
- consumo di prodotti animali dell’area.
Oltre a ciò, la fine di rendere ancora più precisa la stima del rischio di contaminazione, si rese indispensabile un’analisi più dettagliata di ulteriori parametri:
Zona B:
- intensificazione dell’igiene personale;
- divieto di allevare animali e coltivare vegetali;
- autorizzazione alla sola permanenza notturna nelle proprie case a bambini al di sotto di 12 anni e a
donne incinte;
- minimizzazione del livello di pulviscolo atmosferico (velocità massima veicoli di 30Km/h);
- accurato svuotamento di apparecchi elettrici di pulizia;
- proibizione della caccia per circa otto anni.
Zona R:
- intensificazione dell’igiene personale;
- divieto di allevare animali e coltivare vegetali;
- obbligo di nutrizione degli animali da cortile con cibi provenienti da aree esterne alle zone A, B ed R;
- proibizione della caccia per circa otto anni.
Dopo la valutazione dell’esposizione della popolazione a TCDD, si valutò il danno ambientale.
Tenendo conto della distribuzione dei danni e della presunta direzione della nube tossica si stilò una prima mappa di contaminazione delle aree A, B ed R.
Zona
A
A/B
B
B/R
R
Superficie (He)
83,7
269,4
1430
Abitanti
706
4613
30774
Concentrazione di TCDD (μg/m² )
580,4:15,5
43:1,7
1,4:0,9
Valore medio di confine (μg/m²)
50
5
Valore medio di confine (pg/g)
400
04
Pio, dato che la concentrazione di TCDD rilevata nella zona A si estendeva per altre quattro ordini di grandezza, la zona A fu suddivisa in otto parti, ciascuna caratterizzata da livelli di TCDD via via inferiori.
In queste zone la commissione ambientale valutò le prime ipotesi di bonifica. Vennero condotte ricerche per accertare l’entità e la mobilità della diossina nel suolo e nel pulviscolo atmosferico.
I risultati per il suolo dimostrarono che il TCDD nella parte superiore del terreno era oltre il 90% del TCDD misurabile, si riduceva la 50% nei primi cinque metri. Nella zona A, la cui bonifica si concluse nel 1977, venne rimosso lo strato superiore fino ad una profondità di 40cm.
Negli anni della zona A (A1-A5) fu convertita a parco, il Bosco delle Querce.
Nei nuclei abitati durante le operazioni di recupero, gli interni e gli esterni degli esterni vennero ripetutamente controllati attraverso test di pulitura; vennero prelevate le scorie dallo strato superiore del terreno ed effettuati circa 700 test su 87 edifici e giardini. Alla fine dei controlli, i livelli di TCDD risultarono tollerabili.
Nelle zone B e R la riabilitazione del terreno iniziò nel 1977. La semplice aratura ridusse nei primi sette centimetri di terreno i livelli di TCDD in maniera considerevole. I livelli di TCDD nelle acque e nei sedimenti fornirono risultati costantemente negativi, a riprova della bassa solubilità in acque del TCDD.
Il pulviscolo venne monitorato al fine di rivalutare la possibilità che le particelle contenenti TCDD fossero aerotrasportati dai suoli contaminati.
I livelli di TCDD nella vegetazione diminuirono rapidamente con l’aumentare della distanza dall’Icmesa. Subito dopo l’incidente si registrò un notevole incremento nella mortalità degli animali, soprattutto conigli e polli.
Per questo venne deciso di abbattere tutti gli animali di fattoria al fine di evitare il rischio di ingerimento di TCDD da parte della popolazione.
Conosciuti tutti questi problemi il Consiglio Regionale approvò due interventi: istituzionale e sanitario.
L’istituzionale ebbe quattro programmi operativi:
- accertamenti e controlli sull’inquinamento del terreno, acque e vegetazione;
- assistenza sociale e scolastica;
- ripristino delle strutture civili;
- accertamenti e controlli sanitari.
Questi ultimi ebbero tre programmi:
- controllo sanitario sistematico delle persone colpite o a rischio;
- sorveglianza epidemiologica degli abitanti;
- ricerche di laboratorio sugli effetti del TCDD.
Furono effettuati oltre 20 test di laboratorio su un campione di circa 17000 persone nel periodo 1976-1984. Nel 1987 alcuni studiosi misero a punto una metodologia per misurare il TCDD nelle persone di Seveso. I risultati confermarono un’elevata esposizione degli abitanti, soprattutto in zona A con concentrazione di TCDD in alcuni casi elevatissime.
Dopo gli interventi rimase il problema relativo allo smaltimento delle scorie tossiche. I rifiuti del reattore furono portati in una discarica di massima sicurezza. I materiali delle operazioni di bonifica, della demolizione di edifici e i terreni furono raccolti in due vasche. Nella vasca A a Seveso i resti dell’Icmesa, per un volume di 200.000 m³. Nella vasca B nel comune di Meda sono accumulati i materiali a nord dell’Icmesa e i fanghi contaminati da TCDD per un volume di 80.000 m³.
La diossina appartiene alla classe dei composti organici policicli alogenati, è solida con alti punti di fusione e di ebollizione, infine è anche poco solubile in acqua.
= Carbonio (C)
= Ossigeno (O)

1 MOLECOLA DI DIOSSINA
La stabilità di questo prodotto nell’ambiente è sorprendente e per tutto ciò ci sono delle spiegazioni:
- stabilità termica: la pirosi (decomposizione termica) degli alcali è a 800°C, dopo di che si formano
composti aromatici distruttibili solo al di sopra dei 950°C;
- scarsa volatilità: questi prodotti presentano una bassa tensione di vapore;
- scarsa biodegradabilità ambientale: queste molecole resistono facilmente sia agli attacchi biotici,
che a quelli abiotici;
- liposolubilità: i composti aromatici sono degli ottimi solventi di grassi.

= Idrogeno (H)
= Cloro (Cl)
= Carbonio (C)
= Ossigeno (O)

1 MOLECOLA DI TCDD
Grazie alla presenza di questa molecola si è rilevato che nel terreno, dopo un anno di degradazione, il 50-60% della concentrazione originaria di TCDD rimane invariata.
Suolo
Concentrazione TCDD dosata
% di TCDD riscontrata
20gg
40gg
80gg
160gg
350gg
Argilloso
1
94
81
81
80
54
Argilloso/limoso
1
79
77
69
83
54
Argilloso
10
80
80
80
79
57
Argilloso/limoso
10
85
88
82
85
63
Argilloso
100
95
92
86
73
56
Argilloso/limoso
100
107
116
92
75
71
Nelle acque la scomparsa del TCDD è di circa 600 giorni, mentre la fotocomposizione è da ritenersi trascurabile. Ci sono poi gli effetti biologici del tetraclorodibenzoparadossina e dipendono da diversi fattori: specie vivente, nutrizione, sesso ed età. Il TCDD non crea problemi al DNA, ma bisogna fare attenzione anche perché cancerogeno.
Effetto
Animale cavia
Dose
Letale
Scimmia
50µg/Kg
Ratto
20-3000µg/Kg
Topo
114-2570µg/Kg
Epatotossicità
Ratto
5µg/Kg dose singola
Topo
50µg/Kg giorno
Immunotossicità
Topo
0,1µg/Kg settimana
Fetotossicità
Scimmia
0,0007µg/Kg giorno
Ratto
0,01µg/Kg giorno
Coniglio
0,25µg/Kg giorno
Genotossicità
Molti test
Inattivo
Il TCDD ebbe effetti anche sull’uomo; la descrizione clinica di un certo numero di patologie alla pelle è ben nota. Nei soggetti infettati da TCDD si riscontrano punti gialli sulla pelle e un forte odore di cloro. Le lesioni compaiono dapprima in volto e successivamente su arti, petto, genitali.
Nel 1986 nacque come ente di carattere morale e scientifico per valorizzare l’esperienza di Seveso nel 1976 la Fondazione Lombarda per l’Ambiente (FLA).
Questa fondazione ebbe i seguenti obiettivi:
- gestione del territorio e smaltimento dei rifiuti tossici e nocivi;
- effetti dell’inquinamento sui sistemi agro-forestali;
- indagini ambientali su presenza ed effetti del TCDD nel territorio di Seveso;
- costruzione di un manuale delle emergenze chimiche e di un osservatorio permanente per
eventuali emergenze chimiche.
Oggi questi obiettivi sono stati tutti raggiunti.
Per l’atmosfera sono stati effettuati quattro prelievi in quattro siti prescelti: Bosco delle Querce, cimitero, Via Del Tramonto e l’acquedotto.
Le immagini che seguono raffigurano in sequenza il Bosco delle Querce, il cimitero, la disposizione delle zone di prelievo e la Via Del Tramonto.
Località
Codice Campionamento
Data
Volume aria analizzata (m³)
Seveso Bosco delle Querce (zona A)
1B
15-17/3/95
1634
2B
20-22/3/95
2063
3B
22-24/3/95
1665
Seveso Via Del Tramonto (zona B)
1T
15-17/3/95
1424
2T
20-22/3/95
1432
3T
22-24/3/95
1584
Seveso Acquedotto (zona R)
1A
15-17/3/95
1050
2A
20-22/3/95
1946
3A
22-24/3/95
1646
Seveso Cimitero (zona A)
5C
30-31/3/95
1404
La base di ricerca è stata quella di evidenziare un eventuale differente contenuto di diossina rispetto agli altri isomeri presenti nell’aria dei campioni di Seveso in rapporto a campioni prelevati in un’area di controllo. Un eventuale maggioranza di diossina avrebbe costituito con evidenza che l’atmosfera era arricchita di TCDD provenienti da sorgenti ancora attive. Dalle indagini del primo anno è possibile trarre che: è stato dimostrato che a Seveso possono esistere porzioni di suolo la cui composizione isometrica di TCDD è diversa da quella dei suoli di aree urbane non interessate a problemi di diossina; la composizione dell’aria non è significativamente diversa dall’aria dell’area di controllo.
Le ricerche del secondo anno hanno riguardato due tipi di indagini:
la prima si è occupata del completamento delle attività analitiche relative ai campioni prelevati il primo anno;
la seconda ha riguardato la messa a punto di un sistema di monitoraggio dell’aria “a lungo termine” per ottenere risultati più significativi per la concentrazione di diossina nell’aria relativa a periodi più lunghi rispetto a quelli del primo anno di indagini.
Nel 1997 le attività di ricerca sono state orientate al completamento delle indagini relative alle sorgenti di diossine atmosferiche correlate all’incidente Icmesa e alla messa a punto di protocolli per la valutazione dell’efficienza di nuove tecniche di fitodepurazione delle acque del fiume Certesa, che attraversa le aree dell’incidente.
Durante i primi due anni (1995-1996) di ricerca è stata condotta un’indagine analitica per il controllo del TCDD nel suolo, nei vegetali e nella biologia del Bosco delle Querce. Il campionamento del suolo è stato preceduto da un esame dei dati analitici relativi alle precedenti indagini.
I risultati relativi ai campioni di suolo prelevati durante le diverse campagne sono presentati nella seguente tabella:

Siti di campionamento
Dati 1980-1981
Campagna 1995-1996
Strato 0-15 cm
Strato 0-15 cm
Strato 15-30 cm
TCDD ng/g
TCDD pg/g
TCDD pg/g
L11
9,2
15
2,1
L12
< 4,2
6,4
3,8
M9
5,8
13
6,2
M14
12,5
1,6
1,5
N7
10
0,11
0,15
N11
13
0,23
0,41
O1
9,2
0,49
1,8
O2
9,2
0,85
0,74
Il confronto tra i risultati ottenuti in questa indagine e quelli della mappatura degli anni 1980-1981 evidenzia una diminuzione della concentrazione di TCDD a riprova di una buona decontaminazione del terreno.
I livelli di TCDD nel biota non risultano eccedere le concentrazioni del suolo. Il livello di concentrazione in piante, funghi e lombrichi è compreso tra < 0,1 e 29 pg/g per il TCDD. Sembra chiaro che i campioni più crescano vicino al terreno, maggiore è l’apporto di TCDD alla tossicità normale.
I dati da campione sono:
Specie
Autunno ’94 sito TCDD
Primavera ’95 sito TCDD
Autunno ’96 sito TCDD
Funghi
N10
0,5
Lombrichi
Q5
9,9
Q5
18
K9
29
Muschio
L10
19
L10
0,83
K9
4,8
Pino
N10
< 0,1
N9
0,1
Quercia
R9
0,1
R8
< 0,1
Coniglio
A2/3
8,2
Le conoscenze dirette degli effetti del TCDD sulla specie umana sono scarse; le ricerche cercano di valutare se l’uomo sia più sensibile al TCDD nella vita fetale o in quella adulta. La popolazione di Seveso è l’unica a poter essere utilizzata per questi studi, perché è possibile conoscere l’esposizione iniziale al TCDD, sia bambini che adulti di entrambe i sessi. Lo scopo della ricerca è di fornire informazioni sul funzionamento del sistema riproduttive di donne esposte da giovani al TCDD, sul funzionamento del sistema riproduttivo e sulle condizioni di salute di maschi e femmine esposti a TCDD in utero.
La prima linea di ricerche ha individuato le donne interessate allo studio di età tra 0,5 e 30 anni al tempo dell’incidente, le donne con cloracne nel 1976-1977 residenti nelle zona A e dove il TCDD non ha contaminato. I risultati di tali ricerche confermano una forte contaminazione da TCDD per oltre il 50% dei casi.
Età nel 1976
0,5-10 anni
11-30 anni
N. donne
62
94
TCDD minimo (pg/g)

TCDD massimo (pg/g)
56000
56000
La seconda linea di ricerca concerne gli effetti del TCDD in soggetti esposti in utero. In questa fase sono stati reclutati i soggetti interessati ed è stato misurato il TCDD in alcuni dei loro campioni di siero. I risultati hanno confermato che l’esposizione di TCDD è bassa.
C’è però il problema del sex ratio, cioè non c’era più equilibrio nelle nascite, infatti sono nate più femmine che maschi. La situazione tornò normale quando i genitori ebbero meno di 400 pg/g di TCDD.
TCDD pg/g
Nascite
Padre
Madre
Maschi
Femmine
1490
485

1
2340
960

2
1420
463

1
509
257

1
444
126

2
436
434

1
65,4
27,6
1

55,1
36,5
1

29,6
N.R.
1

Dalle analisi svolte finora risulta che nei campioni di coniglio la quantità di TCDD è talmente bassa da non essere rilevabile. Nel campione di fegato di gallina il TCDD è di 4,4 pg/g. Questi risultati indicano che per la popolazione di Seveso non ci sono più pericoli.
Le tappe più significative:
- 1977-1983: bonifica;
- 1984-1986: lavori di impianto e prima manutenzione;
- 1987-1992: lavori di completamento, manutenzione e gestione.
Il Bosco delle Querce si trova al confine settentrionale della provincia di Milano e ha una superficie di 43 ettari. Circa l’80% dell’area è coperta da piante e arbusti con una destinazione finale a bosco.
Il territorio alluvionale è di tipo vario con un substrato sabbioso-limoso e la piovosità media è di circa 1300 mm/anno.
Il profilo originario del bosco è stato frequentemente modificato per le opere di bonifica. Nel periodo 1984-1986 sono state eseguite delle operazioni agronomiche allo scopo di rivitalizzare il terreno.
Le iniziali operazioni di bonifica hanno distrutto l’intera vegetazione, tranne un pioppo, che oggi è l’albero più vecchio di Seveso. Dopo le bonifiche sono stati piantati alberi di medio sviluppo di 2-4 metri d’altezza, soprattutto querce. Complessivamente oggi sono presenti 6000 specie arboree, 22000 rimboschimenti sotto chioma e 18500 arbusti.
Oggi l’unico animale facilmente visibile nel bosco è il coniglio, ma non è l’unico; infatti, insieme a questo, sono presenti la volpe, il riccio, l’arvicola e le talpe. Per quanto riguarda gli uccelli ne esistono 39 specie tra cui il gheppio, il fagiano, il picchio ed il pettirosso. Ci sono anche 3 speci di anfibi: rospo, raganella e rana ed infine 3 tipi di rettile: lucertola, biacco e biscia dal collare.

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