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acciаio
Lessico(reg. o poet. acciaro), sm. [sec. XIV; lat. tardo aciarium, ferro duro usato per fabbricare armi
bianche, da acies, punta aguzza].
1) Lega del ferro contenente carbonio fino a circa il 2%;
possono essere presenti anche altri elementi quali silicio (Si), manganese (Mn), nichel (Ni),
cromo (Cr), molibdeno (Mo), zolfo (S), fosforo (P) in quantitа variabili. 2) Fig.: sguardo d'a., freddo
e penetrante; volontа d'a., indomabile; uomo d'a., robustissimo o inflessibile. 3) Poet., armatura,
spec. spada: "pugnan per altra terra itali acciari" (Leopardi).Struttura e proprietаI notevoli progressi della fisica dei metalli hanno permesso di stabilire che in ogni metallo gli
atomi tendono a porsi in modo ben ordinato secondo una disposizione cristallina e di conoscere
l'effetto che puт avere un trattamento termico o meccanico, oppure l'aggiunta di atomi di altri
elementi, sulla struttura e sulla resistenza del materiale. Il ferro puro puт esistere in varie forme
allotropiche: come ferro a и stabile fino a 910 єC, come ferro g da 910 єC a 1390 єC, come ferro d
da 1390 єC a 1540 єC (temperatura di fusione). Dato che molti a. possono considerarsi leghe di
solo ferro e carbonio riportiamo nella tavola il diagramma di stato metastabile ferro-carbonio
(v. anche diagramma ferro-carbonio). Sul diagramma и possibile seguire lo spostamento dei punti
critici, cioи delle temperature alle quali avvengono trasformazioni polimorfiche, in funzione del
tenore di carbonio in lega; i punti vengono cosм definiti: A1, trasformazione austenite-perlite
(orizzontale a 723 єC); A3, trasformazione austenite-ferrite a (linea GS); A4, trasformazione
austenite-ferrite d (linea NJ). I principali costituenti metallografici degli a. sono: la ferrite d,
soluzione solida di carbonio nel ferro d; l'austenite, soluzione solida di carbonio nel ferro g; la
ferrite a, soluzione solida di carbonio nel ferro a; la cementite, carburo di ferro; la perlite,
eutettoide ferrite-cementite. Le proprietа degli a. dipendono strettamente dalla composizione
chimica del materiale (tenore di carbonio e tenore e natura degli elementi aggiunti) e dalla loro
struttura. L'aggiunta di elementi in lega provoca la modificazione piщ o meno notevole della
posizione dei punti critici; a grandi linee, gli elementi si possono dividere a questo riguardo in
due grandi categorie: elementi che abbassano A3 e innalzano A4, estendendo cosм il campo di
esistenza dell'austenite, quali il Ni, il Mn, il cobalto (Co); elementi che invece innalzano A3 e
abbassano A4, quali ilCr, il Si, l'alluminio (Al), restringendo il campo di esistenza dell'austenite. И
noto inoltre che le caratteristiche meccaniche variano sensibilmente a seconda del trattamento
termico che il materiale subisce, cioи della struttura che si riesce a ottenere a temperatura
ambiente o di esercizio. La fabbricazione dell'a. comporta tecniche e procedimenti complessi e in
costante evoluzione che hanno posto le basi per la creazione di uno dei settori piщ importanti
dell'economia: la siderurgia.ClassificazioneTra le numerose classificazioni che si possono fare per gli a., quella di uso piщ corrente consiste
nel dividerli, in base al loro impiego, in: a. di uso generale e a. speciali. Questa seconda
categoria comprende gli a. da costruzione, gli a. inossidabili, gli a. per utensili e quelli per usi
speciali. Nella tabella si riportano la composizione chimica e le principali caratteristiche
meccaniche di 16 acciai tipici appartenenti alle categorie che seguono.Acciai di uso generaleAppartengono a questa categoria la maggior parte degli a. prodotti. A essi infatti si ricorre per la
costruzione di moltissimi manufatti sia laminati, sia stampati o fucinati (lamiere, tubi, profilati, fili,
piastre, ecc.). Questi a. sono caratterizzati dall'essere designati in base alle sole caratteristiche
fisico-meccaniche: carico di rottura unitario minimo oppure carico unitario minimo di
snervamento. In generale per gli a. di questa categoria non sono previsti trattamenti termici nel
ciclo di lavorazione; eventualmente puт essere eseguita una normalizzazione preventiva dei
pezzi. Particolare riguardo richiede la scelta degli a. da porre in opera mediante saldatura; allo
scopo si trova nella classificazione di questi un indice della saldabilitа ottenuta regolando la fase
finale dell'elaborazione della colata (disossidazione del bagno metallico).
Acciai da costruzioneQuesta categoria di a. speciali comprende tutta una serie di materiali che vengono messi in
opera dopo opportuni trattamenti termici o termomeccanici tali da esaltare alcune proprietа
caratteristiche. La designazione degli a. da costruzione и fatta in base alla composizione
chimica, e infatti nella sigla unificata compaiono i simboli degli elementi presenti. Il trattamento
termico per eccellenza и la tempra, seguita quasi sempre da un rinvenimento effettuato a
temperatura opportuna. Le caratteristiche meccaniche ottenibili sono notevoli in relazione anche
al tenore degli eventuali elementi di lega aggiunti (Ni, Cr, Mo) che in generale non superano mai il
5%. И possibile distinguere nella categoria in esame, sempre in base ai differenti impieghi,
diverse classi di a.: da bonifica, microlegati, da cementazione, da nitrurazione, per molle, per funi
e cemento armato precompresso (c.a.p.), autotempranti. A) A. da bonifica. Il nome deriva
direttamente dal trattamento termico, la bonifica appunto, cioи tempra e rinvenimento che viene
effettuato, in funzione del materiale, nell'intervallo di temperatura 500-650 єC. Il loro uso и
riservato principalmente a particolari di organi meccanici per i quali siano richieste buone
proprietа di resistenza agli urti e alle vibrazioni (p. es., bielle, perni, alberi, leve, ecc.). In
commercio ne sono disponibili molti tipi, al solo carbonio o con elementi di lega in maggiore o
minore quantitа (Ni, Cr, Mo, Mn); in linea di massima si puт dire che la percentuale di carbonio
varia tra 0,20% e 0,50%. B) A. microlegati. Negli anni Ottanta, nel campo degli a. da costruzione
meccanica, и stata sviluppata una classe di acciai microlegati al vanadio (V=0,1-0,2%) che si
pone come valida alternativa agli a. da trattamento termico (p. es., agli a. da bonifica) per la
produzione di componenti meccanici per l'industria autoveicolistica e trattoristica. Tali materiali,
sfruttando il meccanismo di indurimento per precipitazione che ha luogo durante il
raffreddamento controllato dopo deformazione a caldo, possono sviluppare giа nello stato grezzo
di laminazione o di stampaggio (senza che si debba quindi ricorrere a successivi trattamenti
termici), le proprietа meccaniche richieste di resistenza, duttilitа, tenacitа, lavorabilitа
all'utensile. C) A. da cementazione. Sono soprattutto usati nella costruzione di parti meccaniche
soggette a usura; il trattamento che li caratterizza и di tipo termochimico e consiste nel
promuovere un arricchimento in carbonio dello strato piщ esterno del materiale rendendolo
particolarmente duro dopo il successivo trattamento di tempra e rinvenimento a ca. 150 єC. Il
tenore di carbonio dell'a. da cementazione deve essere inferiore allo 0,20% e l'arricchimento
porta in generale lo strato esterno, per lo spessore massimo di 1 mm, a percentuale di carbonio
intorno al valore eutettoidico (circa 0,80%); altri elementi possono o meno essere presenti (Ni, Cr,
Mo, Mn) con lo scopo preciso di conferire resistenza e tenacitа al nucleo del pezzo. D) A. da
nitrurazione. Il loro impiego и riservato ai casi in cui si richieda di resistere a una forte usura (p.
es., ingranaggi per cambi, camme, calibri, perni di catene, ecc.); le caratteristiche di piщ elevata
durezza superficiale nei confronti dei tipi precedenti sono ottenute con un trattamento
termochimico di nitrurazione a spese perт della tenacitа e della profonditа dello strato indurito.
Nella composizione chimica di questi a. sono presenti in percentuali notevoli Al (0,35-1,00%) e Cr
(fino a 1,80%) mentre и indispensabile l'aggiunta del Mo (0,20-0,40%) per ovviare alla fragilitа di
rinvenimento alla quale sarebbero altrimenti particolarmente suscettibili; al tenore di alluminio и
direttamente legato il valore di durezza superficiale ottenibile a fine nitrurazione (per massima
percentuale di alluminio si ha una durezza di circa 1200 HV). E) A. per molle. La caratteristica
essenziale di questi a. (usati principalmente per la costruzione di molle di ogni genere) и di
avere un alto limite di snervamento in rapporto al carico di rottura: questo si ottiene aggiungendo
elevate percentuali di silicio (fino a ~2%) e con opportuni trattamenti termici (tempra e
rinvenimento a ~450 єC). F) A. per funi e cemento armato precompresso (c.a.p.). Sono a. di
composizione eutettoidica (C=0,7-0,8%) in grado di sviluppare una struttura prevalentemente di
perlite fine, con ottime caratteristiche di trafilabilitа, necessarie per la produzione di fili di
adeguata resistenza e duttilitа. Dagli ultimi anni Ottanta, attraverso un'appropriata scelta delle
composizioni e il controllo del processo di laminazione e raffreddamento in linea della vergella,
si и arrivati a produrre materiali che giа allo stato grezzo di laminazione presentano una struttura
perlitica adatta all'impiego diretto in trafilatura, eliminando cosм trattamenti termici aggiuntivi in
precedenza necessari (p. es., patentamento). G) A. autotempranti. Cosм detti per la possibilitа che
hanno di prendere tempra anche con un raffreddamento in aria. Tale effetto dipende dalla
presenza di notevoli percentuali di elementi leganti quali Ni, Cr e Mo e di elevate percentuali di
carbonio. L'impiego di questi a., dato il loro notevole costo, и riservato alla costruzione di
particolari meccanici per i quali siano richiesti elevatissimi carichi di rottura e buoni valori di
tenacitа.
Acciai inossidabiliSi impiegano quando и richiesta ottima resistenza alla corrosione e alle temperature. La
presenza di elevate quantitа di Cr (da 12 a 30%) e di Ni (da 0 a 35%) assicura l'autoprotezione del
materiale in opera dagli agenti aggressivi mediante la formazione di uno strato sottile di
ossigeno adsorbito o di ossidi particolarmente resistenti e aderenti. A seconda della quantitа e
del tipo degli elementi di lega, in dipendenza della loro influenza sulla formazione di una
struttura austenitica e ferritica si potranno avere a. inossidabili austenitici, ferritici, martensitici e
duplex. A) A. inossidabili austenitici. Contengono elevati tenori di Ni (7ё35%); l'aggiunta di una
quantitа calcolata di Ni deve far sм che a temperatura ambiente risulti stabile l'austenite; a questa
struttura si deve la loro straordinaria resistenza meccanica alle basse temperature e alla
corrosione (anche ad alte temperature). Gli impieghi quindi sono tra i piщ svariati e vanno dalla
costruzione di apparecchiature criogeniche a quella di apparecchiature per la produzione e
conservazione di generi alimentari, in particolare di impianti chimici. Vale la pena ricordare che i
primi a. inossidabili austenitici avevano percentuali di carbonio attorno allo 0,20% e per essi
sorgeva l'inconveniente della sensibilitа alla corrosione intergranulare dovuta alla formazione di
carburi di cromo al contorno dei grani austenitici (per temperatura di impiego tra 450 єC e 850 єC)
che impoverivano la zona circostante in cromo, addirittura al di sotto del limite minimo di
protezione (Cr=12%). Per eliminare questo inconveniente i metallurgisti hanno dapprima diminuito
il tenore di carbonio totale in lega (con lo scopo di ridurre la quantitа di carburi precipitabili) e in
seguito introdotto nell'a. elementi aventi forte affinitа con il carbonio, quali titanio e niobio, cosм
da provocare la creazione di carburi di questi elementi al posto di quelli di cromo; si giustifica
cosм il gran numero di tipi a disposizione sul mercato. I trattamenti termici convenzionali non
sono effettuabili a causa della mancanza del punto critico A3; si esegue invece un trattamento di
altro genere, la solubilizzazione, che consiste nel raffreddare velocemente l'a. da temperature
elevate (~1050 єC). B) A. inossidabili ferritici. Sono caratterizzati da un contenuto di cromo in lega
compreso tra 16-30% in modo da ottenere a temperatura ambiente una struttura ferritica che
implica come conseguenza la mancanza dei punti critici di trasformazione. La loro resistenza
alla corrosione и di poco inferiore a quella degli a. inossidabili austenitici. L'unico trattamento
effettuabile su questi a. и la ricottura di ricristallizzazione. C) A. inossidabili martensitici. Danno
luogo, dopo tempra, a formazione di strutture martensitiche e quindi posseggono i punti di
trasformazione A1 e A3. Normalmente il loro tenore di cromo varia tra 11% e 18% e il carbonio и
superiore a 0,15%. Essi presentano una resistenza alla corrosione inferiore a quella dei materiali
appartenenti alle altre due classi viste. D) A. duplex o austeno-ferritici. Sono caratterizzati
dall'avere a temperatura ambiente una struttura bifasica (ferrite+austenite, ca. in pari quantitа).
Normalmente il loro contenuto in cromo varia tra 18 e 26%, con nichel 4-8% e con aggiunta di
molibdeno e azoto. Questi a. uniscono a una molto elevata resistenza alla corrosione una buona
resistenza meccanica e vengono impiegati nell'industria chimica, per tubazioni e recipienti in
pressione, e nell'industria petrolifera, per estrazione e trasporto di idrocarburi caratterizzati da
alta corrosivitа.Acciai per utensiliIn questa categoria sono da ricordare gli a. rapidi e gli a. per lavorazioni a caldo e a freddo. Pur
essendo classificati sotto un'unica voce, a essi vengono richieste caratteristiche e prestazioni
differenti che possono andare dall'insensibilitа all'addolcimento per riscaldamento, durezza
elevata e notevole capacitа di taglio per i primi, all'indeformabilitа e resistenza meccanica e alla
corrosione a caldo per i secondi e, infine, alla notevole resistenza all'usura per gli ultimi. Per
soddisfare queste esigenze spesso contrastanti si deve ottemperare in modo opportuno al
bilanciamento della composizione chimica e all'effettuazione del giusto trattamento termico; in
generale un requisito comune a tutti gli a. per utensili и l'elevata durezza in esercizio, alla quale
si giunge provocando la precipitazione di carburi in notevole quantitа entro la matrice metallica,
agendo sugli elementi aggiunti in lega e sulle temperature dei trattamenti termici. Gli a. rapidi
devono contenere C=0,70ё1,40%, Cr=~4%, W=12% e inoltre, secondo i casi, anche V, Mo e Co. Gli
a. da utensili per lavorazioni a caldo sono disponibili in una serie numerosa di tipi e prestazioni;
possono trovarsi in commercio a. legati al tungsteno (W), al cromo, al vanadio (V) e al molibdeno.
Per fare in modo che essi mantengano durante l'esercizio (anche fino a 600 єC) la forma
originaria e una buona resistenza meccanica, un trattamento termico deve provvedere a creare
una fitta precipitazione di carburi fini che quasi annullino il fenomeno dello "scorrimento" a caldo.
Gli a. per lavorazioni a freddo sono richiesti per la costruzione di lame, punzoni, filiere, ecc.; и
quindi evidente la serie di caratteristiche diverse che essi devono possedere; a seconda degli
usi sono in commercio a. di varia composizione chimica.
Acciai per usi specialiAppartengono a questa categoria quei materiali destinati ad applicazioni estremamente
particolari (v. oltre); nulla vieta che in alcuni casi si possano usare con successo a. giа visti in
altre classificazioni e che bene possono risolvere i compiti loro assegnati. Si vedranno,
nell'ordine, gli a. automatici, gli a. Hadfield, gli a. Maraging, quelli per lamierini per macchine
elettriche, per cuscinetti a rotolamento, per impieghi alle alte e alle basse temperature. A) A.
automatici. Rispondono alla richiesta moderna di avere materiale facilmente lavorabile con alte
velocitа di taglio sulle macchine utensili automatiche; caratteristiche essenziali devono essere la
facilitа di strappamento del truciolo e la possibilitа di autolubrificazione del materiale durante la
lavorazione. Si sono ottenuti buoni risultati aumentando i tenori di zolfo in lega o aggiungendo
manganese e piombo. B) A. Hadfield. A. austenitici con 11-14% di manganese (C=1,20%; Si=0,
70%) sono impiegati per la costruzione di particolari soggetti a forti usure (p. es., per aghi di
scambi ferroviari). Caratteristica notevole и la proprietа di autoformazione dello strato
superficiale duro, direttamente in esercizio, mentre il cuore rimane tenace. C) A. Maraging.
Risolvono il problema di avere buone lavorabilitа e saldabilitа dei semilavorati e in seguito, dopo
opportuno trattamento termico detto di invecchiamento, un'elevata resistenza meccanica unita a
una buona tenacitа del prodotto finito. Queste leghe hanno la seguente composizione: C=0,03%
max, Ni=17,25%, Co=7-9%, Mo=3-5%; durante il trattamento termico, che procede in due tempi
distinti, si provoca prima la formazione di una particolare martensite (ricotture da 820 єC) e poi,
con un invecchiamento della stessa (riscaldo a 480 єC), si consente la precipitazione di composti
intermetallici nella matrice duttile. D) A. per lamierini di trasformatori e di macchine elettriche.
Devono offrire materiali che presentino le minime perdite per isteresi e per correnti parassite:
tale risultato и ottenuto con un'accurata elaborazione del ciclo di fabbricazione in modo da
ottenere un a. senza elementi inquinanti e tenori di silicio variabili tra 1 e 4,50%. E) A. per
cuscinetti a rotolamento. Devono offrire buona lavorabilitа alle macchine utensili in fase di
costruzione delle singole parti, ottenute dopo un trattamento termico detto di ricottura isotermica
o di globulizzazione (v. trattamento), e in seguito, dopo tempra e rinvenimento, elevata durezza e
conseguente resistenza all'usura. F) Nell'applicazione degli a. per impieghi ad alte temperature
bisogna garantire una buona resistenza allo scorrimento viscoso e alla corrosione a caldo. In
ordine crescente di temperatura di esercizio si ricordano per questi usi gli a. al carbonio a grano
fine, gli a. al cromo-molibdeno e infine i giа menzionati a. inossidabili ferritici e austenitici. Per
impieghi invece alle basse temperature si deve garantire una sufficiente tenacitа al materiale in
opera, determinata mediante prove di resilienza in condizioni uguali a quelle di esercizio. A
seconda del valore della temperatura di lavoro, gli a. di questa classe possono essere:
semicalmati (0 єC), calmati (-20 єC), al manganese (fino a -45 єC), al nichel e infine a. inossidabili
austenitici. La tenacitа infatti и legata sia al grado di disossidazione dell'a., sia alla qualitа e
quantitа di elementi aggiunti (v. anche ferro).Economia: l'espansioneSino a tutti gli anni Sessanta, la produzione dell'a., che rappresentava uno degli indicatori piщ
significativi della potenza economica di un Paese, era andata progressivamente aumentando, in
correlazione con lo sviluppo delle nazioni di piщ o meno antica tradizione industriale . La
crescente domanda di a. per beni capitali e di consumo aveva indotto le industrie ad adeguarsi
gradatamente alle nuove esigenze, sia automatizzando e potenziando in notevole misura gli
impianti, sia dilatando le dimensioni aziendali attraverso processi di concentrazione, sia, in
particolare, adottando nuove politiche di localizzazione per produrre a costi sempre piщ
competitivi sul piano interno e internazionale. A questo fine, mentre in passato le acciaierie
sorgevano in genere nelle regioni produttrici di minerale ferroso e di carbone, o comunque in
zone ben collegate con le miniere, la tendenza prevalente dalla seconda metа degli anni
Quaranta и stata quella di dislocare gli impianti sulle coste, nelle adiacenze dei grandi porti, e ciт
per ridurre al minimo le spese di trasporto relative all'importazione di materie prime ausiliarie e
all'esportazione del prodotto finito. Cosм, negli Stati Uniti, la Bethlehem Steel Corporation e
l'United States Steel Corporation, due fra le principali societа siderurgiche americane,
costruivano impianti sulla costa atlantica (Sparrows Point presso Baltimora e Morrisville tra
Filadelfia e New York). In Europa, grandi acciaierie sorgevano a Marsiglia e a Dunkerque in
Francia; centri siderurgici venivano realizzati a Barrow-in-Furness sul Mare d'Irlanda e a
Teesside sul Mare del Nord in Gran Bretagna; a Brema nella Rep. Fed. di Germania; a I-Jmuiden
nei Paesi Bassi. In Italia, nuovi grandi centri siderurgici venivano collocati a Genova-Cornigliano
e a Taranto. Nonostante ciт, i massimi centri siderurgici rimanevano quelli tradizionali situati nel cuore dei diversi Paesi, e precisamente: in Europa nella Ruhr (Germania), in Lorena (Francia), in Slesia (Polonia), in Ucraina e nella regione degli Urali, nel Galles meridionale, nel Lincolnshire e
nel distretto di Sheffield (Gran Bretagna), nella valle della Mosa e della Sambre (Belgio); negli
Stati Uniti in Pennsylvania, sul versante meridionale dei monti Appalachi (Birmingham) e presso
il Lago Superiore; in Giappone nel nord dell'isola di Kyushu.
Dall'inizio degli anni Settanta, la produzione dell'a. riceveva un notevole incremento nell'ambito
di nuove aree geografiche (Sud-Est asiatico, Medio Oriente, America Latina).Economia: il regresso produttivoLa crisi che ha interessato la siderurgia a partire dalla metа degli anni Settanta si и manifestata
in modo diverso a seconda delle grandi categorie di Paesi. I piщ colpiti sono stati quelli
industrializzati a economia di mercato, dove la domanda di a. ha subito un netto calo. Negli Stati
Uniti il declino della produzione siderurgica ha determinato una crescente dipendenza dalle
importazioni, necessarie a soddisfare il fabbisogno interno. La Comunitа Economica Europea ha
imposto una drastica riduzione della produzione giа da tempo eccedente di alcuni Stati membri
sia mediante quote di produzione alle imprese sia favorendo la chiusura degli impianti piщ
obsoleti; tuttavia questa politica ha scatenato vivaci polemiche in vari Paesi, che a fatica hanno
trovato un accordo su chi e come doveva ottemperare alle richieste della Comunitа. Il Giappone,
da parte sua, ha inizialmente cercato di risolvere il problema delle eccedenze venutesi a creare
in seguito alla riduzione della domanda interna aumentando le esportazioni, ma la forte
concorrenza sui mercati internazionali non ha lasciato larghi margini a questa soluzione. Sotto il
profilo della manodopera, dopo il 1974 la C.E.E. e gli Stati Uniti hanno soppresso oltre la metа dei
posti di lavoro, il Giappone circa un terzo. La Gran Bretagna, in particolare, ha pagato un grave
tributo, riducendo di oltre i sette decimi la manodopera. Alla base del fenomeno stanno
soprattutto la contrazione della domanda internazionale e l'aumento dei costi di produzione.
L'espansione del siderurgico и invece proseguita nei Paesi in via di sviluppo, in molti dei quali
ha costituito e costituisce la base di lancio di un processo di industrializzazione. Si и pure
notevolmente modificata la graduatoria dei Paesi produttori: nel 1992 nel gruppo dei primi dieci
non sono piщ compresi Belgio e Polonia, mentre vi entrano a far parte Brasile e Corea del Sud. In
Italia il settore siderurgico и sempre stato caratterizzato dalla presenza di grandi imprese a
partecipazione statale con impianti a ciclo integrale, localizzate per lo piщ lungo le coste
dell'Italia peninsulare, e da un gran numero di imprese private di piccole e medie dimensioni, che
producono a. con il forno elettrico a partire dal rottame, localizzate nell'Italia settentrionale.
Queste ultime, di fronte alla crisi, hanno reagito ristrutturandosi, anche a costo di tagli di
manodopera e di chiusura di impianti, con risultati altamente soddisfacenti. Non cosм le imprese a
partecipazione statale che, dopo anni di pesanti deficit, sono state messe in liquidazione: gli
impianti migliori sono stati rilevati da una nuova societа, l'Ilva, mentre i meno produttivi chiusi o
ceduti. Nonostante la ristrutturazione avviata nel settore dell'a. fin dagli anni Ottanta, un'ulteriore
crisi di sovrapproduzione si и verificata negli anni Novanta, portando in molti Paesi
industrializzati alla chiusura, alla riconversione e al ridimensionamento di numerosi impianti. In
Italia, dove la produzione di a. nel 1994 и stata di 26 milioni di t, vi и stata la privatizzazione
dell'ILVA laminati piani (1995) e della Dalmine (1996) e la liquidazione delle attivitа dell'ILVA negli
acciai speciali (1994). A seguito delle politiche di contenimento della produzione avviate in seno
all'U.E. la posizione di molti Paesi in via di sviluppo come Cina, Brasile e Corea del Sud si и,
invece, rafforzata. Nel 1994 la produzione mondiale di a. и stata di 724 milioni di t, di cui circa la
metа concentrata in cinque Paesi, che guidano la graduatoria mondiale: in quell'anno essi erano,
nell'ordine, Giappone (13,3% del totale), Cina (12,9%), Stati Uniti (12,3%), Paesi dell'ex U.R.S.S.
(10,7%) e Germania (5,6%). Non и ancora del tutto chiarito il ruolo dei Paesi ex comunisti, la cui
industria siderurgica и coinvolta nella crisi economica generale ed esposta a una forte
concorrenza sia sul piano qualitativo sia su quello del rendimento produttivo.
Bibliografia
Autori Vari, The Making, Shaping and Treating of Steel, Pittsburgh, 1964; R. Zoja, Acciai speciali
da costruzione, Milano, 1971; R. Zoja, W. Nicodemi, Metallurgia generale, Milano, 1971; R. Zoja,
W. Nicodemi, Metalli, leghe ferrose e non ferrose, Milano, 1972.