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Testo
Introduzione
Dopo la civiltа Micenea, alla fine del II millennio a.C., nacquero le POLEIS, cittа stato indipendenti .Le piщ importanti e influenti furono Atene in Attica e Sparta in Laconia. Nel V secolo a.C. l'espansione delle poleis nel Mediterraneo portт alle guerre con i Persiani, sconfitti a Maratona, Salamina e Platea. Dopo il periodo di splendore con Pericle, Atene cadde sotto l'egemonia di Sparta alla fine della guerra del Peloponneso.
Con Filippo II il Macedone finм l'indipendenza della Grecia. Nel 146 a.C. la Grecia fu conquistata dai Romani.
La vita di ogni giorno(pubblica)e la vita privata ad Atene.
Il fatto che lo stato fosse costituito da un piccolo territorio e da una sola cittа, dove quasi tutti gli abitanti si conoscevano l'un l'altro, rendeva la vita pubblica molto piщ semplice di quanto non lo sia negli stati moderni che hanno una grande estensione e decine di milioni di abitanti.
Ad Atene, cittа in cui la civiltа greca raggiunse le sue piщ alte e universali espressioni, tutti i cittadini erano al corrente degli interessi generali della loro patria e potevano intervenire direttamente per mezzo dell'assemblea nelle decisioni piщ importanti: questi sono i cittadini cioи i liberi aventi diritti politici, giacchй esclusi dalla vita pubblica erano i metиci, e, a piщ forte ragione gli schiavi.
Questi ultimi erano prigionieri di guerra o gente forestiera spinta dal bisogno in cittа a cercarsi un padrone.
I meteci erano quindi gli stranieri emigrati ad Atene. Essi pur non avendo gli stessi diritti dei cittadini, ne avevano i doveri: gli uomini pagavano una tassa di 12 dracme, le donne dolo la metа. Dovevano fare il servizio militare; potevano sposare cittadini ateniesi ma, dopo una legge di Pericle nel 451 a.C. i loro figli non erano considerati cittadini a tutti gli effetti.
Potevano acquistare beni immobili e schiavi, ma non potevano acquistare case o terreni(a meno che non ottenessero l'йnctesis, un permesso speciale che dava loro la facoltа di diventare proprietari terrieri).Potevano intentare cause in tribunale, ma dovevano essere rappresentati da un patrono che rispondesse per loro.
Si sa che i Greci ritenevano il lavoro manuale un'attivitа indegna per un uomo libero: erano gli schiavi e i meteci a occuparsi di queste cose(artigianato, lavorazione del cuoio e delle pelli, alla vendita dei prodotti; ad Atene molti banchieri erano dei meteci).
Meteci erano anche molti personaggi della cultura: il pittore polignoto(Taso),il medico Ippocrate(Cos), Erodoto (Alicarnasso), Anassagora(Clazomene).
- Religione e culti.
Sebbene politicamente frazionati, tutti i Greci della penisola, delle isole e delle colonie avevano coscienza di appartenere ad un'unica stirpe e possedevano quindi una unitа spirituale: le divinitа erano anche dette panelleniche cioи di tutti gli Elleni. Queste divinitа erano state concepite in forme umane. Esse erano riunite in numero di 12,in una famiglia avente il suo padre a capo supremo in ZEUS e abitavano sul monte Olimpo, il piщ alto della Grecia. Tra queste divinitа ce n'era una, oscura e potentissima, che non ebbe mai volto umano: il Fato o necessitа, rappresentante una Volontа superiore agli stessi Dei che determina ab aeterno ogni avvenimento. Questi Dei avevano le passioni, le virtщ, i bisogni e i difetti degli uomini, differendone soltanto nelle potenza soprannaturale e nelle immortalitа; il loro cibo era il nettare e la bevanda l'ambrosia.
I luoghi in cui erano venerati questi dei si chiamavano templi. Esso era in primo luogo l'abitazione della divinitа, rappresentata dalla sua statua di culto conservata all'interno. I fedeli non potevano entrare nel tempio e celebravano i loro sacrifici all'esterno su altari appositamente costruiti davanti all'ingresso.
Un altro importante luogo di culto era l'oracolo cioи un tempio in cui si diceva che se il dio veniva interrogato questi rispondesse per bocca del proprio sacerdote.
Gli oracoli piщ famosi della Grecia furono quello di Delfi e quello di Dodтna (i cui sacerdoti davano i responsi interpretando lo stormire delle querce sacre a Giove).
I riti funebri testimoniano nei Greci la credenza in una vita oltremondana; ai morti si metteva in bocca una moneta(obolo)per pagare a Caronte il passaggio sull'Acheronte,il fiume che cingeva l'Averno,e in mano una focaccia da gettare al cane Cerbero, che ne era il custode. Nel regno dei morti si distinguevano l'eliso e il Tartaro. Il primo era luogo di beatitudine per i giusti, mentre il secondo era luogo di tormenti per chi si era macchiato di delitti.
Come conclusione bisogna dire che la religione greca era frutto di fervida fantasia, nondimeno essa era piщ evoluta delle religioni orientali(ad eccezione di quella ebraica) perchй ispirava all'uomo non cieco terrore dinanzi alla divinitа, bensм reverenza ed affetto.
L'istruzione
Platone descrive cosм l'istruzione ad Atene:
"Quando cominciano a comprendere le parole scritte, pongono davanti a loro...i versi dei grandi poeti e li costringono a imparare a memoria poesie ricche di ammaestramenti ,narrazioni...,elogi di antichi uomini famosi, perchй i ragazzi...cerchino di diventare simili a loro. Quando...hanno appreso a suonare la cetra, imparano i versi dei grandi poeti e li intonano alla musica dello strumento...L'intera vita umana...ha bisogno di ritmo e armonia".
Giovinetto, l'Ateniese incomincia a prendere interesse dei pubblici dibattiti, presto capisce l'atteggiamento della sua cittа rispetto ai vicini e ai lontani, greci e stranieri. Frequentando i mercati egli vede quali prodotti si commerciano, gli aperti laboratori gli mostrano a quali industrie attendano i metиci, uscendo dalle mura egli vede le colture della campagna e apprende dai contadini l'andamento della stagione.
Recandosi al Pirиo (= porto),la vista si tante navi dalle alte prore tinte di minio(=arancione)esalta la sua fantasia, gli mette nel sangue la voglia di prendere il mare. Al porto conosce Ellиni di ogni stirpe, isolani del
l'Egeo e dello Ionio, vede uomini di diverse fattezze e colore, venuti dall'Asia e dall'Africa. Egli impara che il mondo и grande, e che Atene ha interessi in molte parti del mondo. La prima volta che raggiunge Ceo o Andro, ad una giornata di mare dal Pirиo, il giovinetto osserva come manovri la nave col vento o controvento, come salpi e attracchi, e ascoltando i marinai impara ad argomentare il tempo dalla forma e dalla direzione delle nubi.
E poi vi и la scuola vera e propria, dove si impara studiando, affidata a uomini che fanno di professione maestri. I maestri ateniesi godevano di grande rispetto. Nelle scuole si insegnava poesia, musica, danza e ginnastica. Ci si serviva di rotoli di pergamena al posto dei libri; i giovani si esercitavano alla scrittura su tavolette di morbida argilla o di cera incise con bastoncini di legno. Per ogni nato libero la scuola и obbligatoria e per legge il padre deve anche insegnare al figlio un mestiere, giacchй Atene onora il lavoro.
L'adolescente viene iscritto in un collegio efebico: studia lettere, geometria, musica; si esercita a disputare sotto la guida di qualche valente dialettico, impara a memoria gli interi poemi di Omero; ma gli avanza anche molto tempo per la ginnastica e per gli esercizi militari.
A 18 anni, con i compagni di eguale etа, in una grande cerimonia che gli riempie l'anima di commozione, il giovane compare dinanzi al popolo radunato, riceve le armi che lo consacrano insieme cittadino e soldato, e pronuncia questa solenne formula: "Giuro di non disonorare queste armi sacre, di non abbandonare il mio posto, di obbedire alla leggi e ai magistrati, di onorare la religione della mia patria".
Da questo momento egli fa parte dell'Assemblea e partecipa alle funzioni dello Stato. Vengono in tal guisa associati doveri e prerogative, giacchй gli Ateniesi ritengono che all'uomo disposto a versare il proprio sangue per la patria debba riconoscersi il diritto di aver parte nel governo di essa.
IL MODO DI VESTIRSI
Nell'antica Grecia ci si vestiva in modo semplice.
Gli uomini indossano una tunica(chitone)di diversa lunghezza secondo l'etа e si avvolgono in un mantello(pallio);cavalcando o viaggiando l'uomo si copre di un corto mantello(clamide)che lascia libero un braccio.
Le donne portano un chitone lungo fino ai piedi sul quale dispongono in pieghe armoniose un ampio manto(imatio);le piщ giovani invece dell'imаtion portano il peplo, veste senza maniche e senza cuciture che si ferma alle spalle con delle fibbie e scende in pieghe sul petto e sulle spalle.
L'acconciatura femminile и molto accurata e richiede spesso bende e diademi. Gli uomini portano i capelli corti; i giovani si radono il volto, gli anziani si lasciano crescere la barba. Uomini e donne usano generalmente calzari e sandali solo uscendo da casa.
Gli uomini vanno a capo scoperto, solo in viaggio portano un cappello detto petaso. le donne si coprono il capo con un lembo del manto.
La musica in Grecia
I documenti relativi alla musica greca pervenuti fino a noi sono molto piщ vari e piщ abbondanti di quelli degli altri popoli .Oltre ai resti di strumenti e di pitture vascolari che li raffigurano, bisogna aggiungere i documenti scritti.
La musica in Grecia, fu tenuta in grande considerazione. Essa veniva spesso usata in associazione con la poesia e proprio dalle parole e dai versi scritti nacquero vari ritmi.
Le armonie principali sono:
-FRIGIA: era un'armonia entusiasmante;
-DORICA: era piщ severa e adatta alla guerra;
-LIDIA: era misurata e induceva alla meditazione.
In Grecia c'erano gli Aedi che erano dei poeti girovaghi ed erano soliti declamare le imprese degli dei e degli eroi accompagnandosi col suono della cetra.
Anche a teatro la musica ebbe molto successo negli spettacoli di mimo e balletto.