Il Sabba delle streghe

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Testo

IL SABBA: LA FESTA NOTTURNA CON SATANA
Nel 1320 Giovanni XXII, sempre più impaurito dalla stregoneria, promulgò la bolla papale "Super illius specula". In essa, il pontefice invitava gli inquisitori a mettersi sulle tracce delle streghe per trascinarle sul rogo. Poco pù tardi, fra il 1330 e il 1340, attraverso le confessioni di alcune streghe torturate si ebbe notizia del primo sabba, che aveva avuto luogo nella zona di Carcassonne. I partecipanti giungevano a piccoli gruppi, per riunirsi nel luogo della tregenda. Si dice che le streghe arrivassero al sabba volando, ma è più facile pensare a mezzi di locomozione ordinari. Molti giungevano quindi a cavallo, a dorso di asino, su carretti o calessi, oppure a piedi. In mezzo a questa confusione non mancavano i bambini. I più grandicelli venivano messi di guardia ai rospi, infatti la presenza di questi animali era molto importante: con la funzione di "spiriti aiutanti" e consiglieri, i rospi venivano consegnati ai nuovi adepti.
IL NOME DELLA TREGENDA
Il termine sabba ha 5 possibili origini:
- la prima: dal numero 7, considerato magico dall' astrologia egiziana e dalla mitologia babilonese.
- la seconda: dall' ebraico sabbath (sabato), poichè si teneva anche il sabato, oppure perchè nel Medioevo i riti e le usanze degli ebrei erano considerati il perfetto esempio della perversione.
- la terza: derivazione da Dionisio sabazius.
- la quarta: da sabae (capre), ricordando il rito delle baccanti e i loro convegni orgiastici in cui danzavano con il corpo coperto da una pelle di capra.
- la quinta: dal verbo s' esbattre, che significa sollazzarsi. Infatti si andava al sabba per divertirsi.
IL LUOGO DEL SABBA
Il sabba veniva celebrato in luoghi solitari, bui, spesso pericolosi, come una radura isolata, una cima di montagna impervia o nei pressi dei templi pagani diroccati. Le streghe segnavano i luoghi del sabba con contrassegni particolari; cerchi di pietre e recinti disegnati sul terreno indicavano il punto in cui loro danzavano fino a stremarsi.
Anche un semplice albero era propizio alla tregenda. Il pioppo sotto cui fu sepolto Nerone, maestro di una setta segreta, venne abbattuto con grandi esorcismi, nel secolo XI, perchè era divenuto convegno abituale di streghe. Oggi questo luogo è la piazza del Popolo, a Roma. Altro albero frequentatissimo dalle riunioni delle streghe era il noce di Benevento, sotto il quale Satana sedeva vestito di nero, con una parrucca riccioluta in testa, tenendo in mano una bacchetta sormontata dalla testa di un gallo cedrone. Nel Seicento Benevento aveva fama di città libera, i cui abitanti erano noti per i loro bagordi. La città dava rifugio a molti fuoriusciti, fra cui i napoletani. Il noce maledetto, raduno internazionale di streghe, venne bruciato e sradicato da un vescovo di Benevento.
L' ORA, I GIORNI, IL BANCHETTO, IL NUMERO
Per quanto riguarda il cibo, durante i sabba italiani venivano serviti piatti prelibati e vini sopraffini; invece in altri Paesi, come quelli nordici, le portate erano piuttosto povere, ma in compenso si mangiava tutto in grande quantità. Il sabba si teneva solitamente il sabato, il lunedì, il mercoledì e il venerdì, sempre di notte, oppure alla vigilia di ogni giorno festivo del calendario cristiano. L' ora dell' appuntamento poteva variare, ma era buona educazione presentarsi prima di mezzanotte. L' assemblea si scioglieva con il canto del gallo, o quando giungeva da lontano il rintocco di una campana. Quanto alla vastità del fenomeno, si sostiene che in ogni paese avvenivano centinaia di sabba, ai quali partecipavano migliaia di streghe.
COME ANDARE AL SABBA: IL VOLO NOTTURNO
Fra il Cinquecento e il Seicento le testimonianze riguardanti le cavalcature magiche e demoniache delle streghe si trasformarono progressivamente. Dal cavallo o dal cavallino che vola, si passò alla testimonianza di alcune streghe che affermavano di volare grazie a uno speciale unguento fatto di grasso di bambini. Si andava in volo da soli, raramente in gruppo. Le cavalcature usate da alcune streghe erano animali. In altri casi si usavano veicoli più modesti, come un bastone o il manico di scopa, diventato proverbiale nella fantasia popolare.
ORIGINE DEL VOLO DIABOLICO
Secondo il demonologo Molitor la cavalcata delle streghe è un' illusione suscitata dai demoni. Egli sconfessa quanti credono nel volo notturno: al volo sono adatti, forse, gli angeli, o i demoni, ma non gli esseri umani. Secondo il libro "Malleus Malleficarum", i due autori affermano con sicurezza che il trasferimento diabolico esiste. Per il "Malleus" le streghe possono volare sia in spirito sia in corpo. Quando una strega non voleva viaggiare fisicamente per recarsi alla riunione, si sdraiava sul lato sinistro del corpo e, dopo aver invocato tutti i diavoli dell' inferno, si addormentava. A quel punto dalla bocca le usciva un vapore azzurrino, che le permetteva di vedere come su uno schermo ciò che succedeva a miglia e miglia di distanza. Bernardo Rategno da Como sostiene senza ombra di dubbio che queste creature maligne si recavano al gioco corporalmente e realmente: molte furono viste, o confessarono. Inoltre, secondo lui, esiste una differenziazione tra le streghe antiche e quelle moderne. Altri demonologi confermano la "differenza generazionale" teorizzata da Rategno. Da ciò emerge una visione del tutto diversa delle streghe moderne in rapporto a quelle del Medioevo; la loro diversità è strettamente legata al ruolo del Diavolo.

CONGREGHE NOTTURNE IN VOLO
Gianfranceso Pico della Mirandola affermava, invece, la continuità fra antiche e moderne streghe, e la confluenza delle antiche credenze in quelle moderne. Sosteneva l' esistenza certa e temibile di una setta di streghe che attraversa il tempo, attribuendo a esse poteri diabolici e sovrannaturali. Egli avvalorò l' ipotesi di una congrega sotterranea di streghe, portatrice di credenze arcaiche, e anticipò, nella mentalità comune, l' esigenza della repressione totale di ogni forma e cultura contrastante e oppositiva al potere dominante. Gianfrancesco Pico aveva immaginato come veicolo per il trasporto delle streghe un semplice sgabello.
L' ESBA: CERIMONIE E RIUNIONI
Diversa dal sabba era la riunione streghesca, detta esba. Tale incontro avveniva più di rado, ed era sicuramente ristretto e segreto: infatti solo gli iniziati convenivano nel luogo dell' appuntamento. Mentre al sabba, molto di rado e mai visibilmente, partecipava anche un maestro, qui di tanto in tanto l' importante personaggio appariva per dare un' occhiata ai nuovi eletti o per iniziarli. Gli adepti e gli invitati si avvicinavano al maestro, che molti scambiavano probabilmente per il Diavolo, chiedendogli consigli per il disbrigo di problemi pratici o per la composizione di nuove pozioni, medicamenti, flagelli. Nell' esba i festeggiamenti erano limitati, il maestro spesso non indossava abiti da cerimonia e pareva un uomo normale. La sua funzione era allora essenzialmente didattica, poichè in quelle circostanze egli insegnava agli iniziati l' arte di guarire o uccidere, di favorire o distruggere la fertilità. Il maestro a volte era giovane, aitante, a volte anziano, canuto, ma sempre autorevole.
SATANA E L' EBBREZZA
Il sabba divenne spettacolo e rappresentazione, partecipazione popolare e liberazione, festa onirica e realtà consumata. Anche i fantasmi più nascosti o i desideri inconfessabili trovavano in questa festa aperta e libertaria la loro espressione e il loro appagamento. Le droghe e le sostanze allucinogene che circolavano nel sabba contribuivano a rendere ancora più magico ed esaltante questo raduno clandestino, noto agli interessati, a cui accorrevano migliaia di persone. Partecipando al sabba, dal Male ci si attendeva tutto ciò che il Bene per millenni non aveva saputo dare agli esseri umani miseri, poveri, ammalati e senza speranza. In esso confluirono due elementi antitetici e inseparabili. Da un lato la fisicità e profanità del piacere, la soddisfazione di ogni istinto; dall' altro la sacralità del culto misterioso.

LA FESTA DEL DIAVOLO
Il sabba in Europa è stato certo un fenomeno reale. Ma data la straordinarietà delle situazioni confessate dagli accusati di stregoneria, in certi casi molti imputati vennero liberati perchè considerati malati di mente; molte donne accusate di essere streghe furono successivamente considerate "pazze" e "isteriche"; molte confessioni vennero liquidate come inattendibili e deliranti. E' anche vero che nell' immaginario popolare la festa del sabba non poteva che essere frequentata da demoni e streghe e ciò che avveniva durante il sabba era necessariamente meraviglioso e magico.

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