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Categoria: | Ricerche |
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Testo
Doping Assunzione di sostanze le quali, per dose e composizione, abbiano come effetto l'aumento non fisiologico delle prestazioni di un atleta. Il termine deriva dall'inglese to dope, drogare. Il doping danneggia l'integrità psicofisica dello sportivo e invalida il fondamento etico dello sport che si basa su una paritetica e leale forma di competizione. Inoltre, se assunte in grande quantità o per tempi prolungati, le sostanze dopanti possono nuocere gravemente alla salute, arrecando in alcuni casi danni irreversibili.
Per combattere l'uso del doping vengono effettuati controlli, realizzati con l'ausilio di analisi fisico-chimiche di due campioni d'urina, chiamati campione A e campione B. In competizioni nazionali e internazionali i primi classificati, assieme ad altri atleti sorteggiati, devono consegnare due campioni d'urina che vengono poi sigillati. Nel caso il campione A contenga sostanze iscritte nella lista doping, viene effettuato un secondo controllo sul campione B, se possibile in presenza dell'atleta e del suo allenatore. Più recentemente sono stati introdotti controlli che si basano su prelievi sanguigni. Con i cavalli, invece, il test antidoping si esegue analizzando campioni di saliva. Gli atleti trovati positivi al doping vengono privati delle medaglie vinte, i loro record annullati e il caso viene affidato alla federazione sportiva d'appartenenza, che provvederà a squalificarli per un dato periodo di tempo o per sempre.
SOSTANZE PROIBITE
La regolamentazione internazionale della giustizia sportiva in materia di doping è ancora purtroppo molto disordinata e talvolta contraddittoria. L’individuazione di sostanze dopanti e la determinazione di valori limite, oltre i quali le sostanze rilevate nei campioni organici prelevati devono ritenersi prove di doping, spesso varia a seconda delle discipline e a volta delle federazioni nazionali. Per semplificare si possono distinguere cinque gruppi di sostanze: gli stimolatori psicomotori, come gli stimolatori del sistema nervoso centrale, come l’aminofenazolo o la stricnina; narcotici e analgesici, come gli anabolizzanti, che hanno come obiettivo quello di aumentare chimicamente la massa muscolare.
Stimolanti psicomotori
Gli stimolanti psicomotori, come le anfetamine, la cocaina, la caffeina, l’efedrina o come alcuni broncodilatatori, agendo sui recettori del sistema nervoso centrale, provocano stati di eccitazione sensoriale; come altre droghe provocano assuefazione, fanno scendere la temperatura corporea e la pressione sanguigna.
Narcotici e analgesici
Le sostanze narcotiche e analgesiche, come la codeina, il metadone, l’eroina o la morfina, diminuiscono le sensazioni dolorose; oltre all’assuefazione, abbattendo la soglia del dolore, provocano il peggioramento di eventuali lesioni e danni all’apparato respiratorio.
Steroidi anabolizzanti
Gli steroidi anabolizzanti, come il testosterone, fanno aumentare notevolmente la massa muscolare, arrecano disfunzioni epatiche, alterano l’equilibrio psichico, accentuando l’aggressività e provocano danni al sistema ormonale.
Beta-bloccanti
Gli adrenergici beta-bloccanti riducono la pressione arteriosa e danno una sensazione di rilassatezza; d’altro canto causano l’abbassamento del battito cardiaco e possono provocare gravi ipotensioni che spesso portano al collasso.
Diuretici
Le sostanze diuretiche vengono utilizzate per ridurre il peso corporeo attraverso l’estromissione di liquidi, oltre che per smaltire la concentrazione di sostanze illecite nelle urine; sono però causa di nausee, crampi e vomito, oltre che di pericolose forme di disidratazione per eccessiva perdita di liquidi.
Ormoni
Le sostanze ormonali come l’ormone della crescita, la corticotropina o la gonadotropina aumentano l’ossigenazione sanguigna, estendono le masse muscolari e hanno la particolarità di non poter essere intercettate attraverso le analisi delle urine. L’anormale crescita degli organi interni, associata all’aumento dei globuli rossi e della pressione sanguigna, porta a gravi problemi cardiovascolari, che talvolta possono provocare infarti e blocchi cardiaci.
Negli ultimi anni, sempre per migliorare le prestazioni di sport di resistenza allo sforzo, come appunto il ciclismo e lo sci di fondo, alcuni atleti, consigliati da spregiudicati staff medici, hanno fatto uso di eritropoietina (EPO), un ormone che consente, aumentando la viscosità sanguigna e abbassando drasticamente il battito cardiaco, di innalzare la soglia della fatica e proprio per questo molto pericoloso perché abbatte il naturale meccanismo di allarme che avverte l’organismo della necessità di arrestare lo sforzo. Anche in questo caso i rischi di trombosi e di embolia sono altissimi. In alcuni tipi di sport sono inoltre proibiti anche alcol, marijuana, farmaci a base cortisonica e anestetici locali.
Autoemotrasfusione
Un caso particolare è costituito dall'emodoping, o autoemotrasfusione, di cui viene fatto uso in sport come il ciclismo o lo sci nordico. Ad esempio gli atleti si trasferiscono per un certo periodo di tempo ad allenarsi in luoghi la cui altitudine supera i 2500 m; qui, la minore concentrazione di ossigeno stimola la produzione nel sangue dei globuli rossi che sono responsabili dell'ossigenazione dell'organismo. A questo punto si effettuano prelievi di sangue che, conservato, verrà trasfuso all'atleta prima dell'evento agonistico con effetti stimolanti. L'emodoping è assai pericoloso in quanto può comportare la formazione di trombi e generare problemi vascolari.
Nel caso di protratta assunzione di steroidi, invece, sembra essere sempre più certo il loro concorso nell’insorgere di malattie tumorali. Anche un uso prolungato e a dosi massicce di sostanze non considerate dopanti, come alcuni integratori di amminoacidi o di proteine (ad esempio la creatina), può a lungo andare arrecare danni al normale sistema di sintesi proteica.
STORIA
Già nell'antichità venivano utilizzate sostanze e droghe stimolanti per migliorare il rendimento sportivo. Nel 1886, durante la corsa ciclistica Bordeaux-Parigi si ebbe il primo decesso per doping. Negli anni Sessanta diversi casi di morte per doping, come quelli dei ciclisti Knud Jensen e Tom Simpson, o del pugile Jupp Elze, portarono all'attenzione di un pubblico sempre più vasto le terribili conseguenze dell'uso di queste sostanze. Dal 1966 vengono effettuati controlli in tutte le maggiori manifestazioni sportive internazionali; sono particolarmente rigorosi i controlli all'interno di discipline quali il nuoto, il calcio, il ciclismo, l'ippica, l'atletica e la ginnastica.
Un clamoroso caso di doping in atletica leggera fu quello del velocista canadese Ben Johnson, che alle Olimpiadi di Seoul, nel 1992, venne trovato positivo l'indomani della vittoria, conseguita infrangendo il record del mondo, nei 100 m; alla cancellazione della prestazione dell'atleta, che assegnò la medaglia d'oro al secondo arrivato, l'americano Carl Lewis, fece seguito un lungo periodo di squalifica, al termine della quale Johnson non seppe mai più ritornare a livelli agonistici competitivi. Altrettanto scandaloso fu il caso di Diego Maradona, squalificato durante i mondiali di calcio americani, nel 1994. Più recentemente al centro dell'attenzione per l'uso di sostanze vietate sono cadute alcune nuotatrici cinesi protagoniste di prestazioni cronometriche tanto eccezionali da renderle sospette.
Nel 1998, durante il Tour de France, la magistratura francese ha aperto un’inchiesta giudiziaria a seguito del ritrovamento, da parte della polizia a un controllo doganale, di sostanze farmacologiche proibite nel bagagliaio della macchina del massaggiatore della squadra della Festina: il caso si è ampliato a macchia d’olio, coinvolgendo altre squadre e altri atleti e ha portato a galla consuetudini diffuse ai margini della legalità.
Sempre nell’estate dello stesso anno, rivelazioni provenienti dall’interno dello stesso mondo calcistico hanno innescato violente polemiche sui giornali e quindi diverse iniziative d’inchiesta da parte di più preture della Repubblica che hanno portato, tra le altre cose, a scoprire gravi inadempienze da parte dei laboratori di analisi medica del CONI preposti ai controlli antidoping. La rivelazione ha costretto alle dimissioni i massimi dirigenti del Comitato olimpico nazionale.