Europa nel III millennio

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Testo

VERSO IL 3° MILLENNIO
Prospettive e problemi a livello planetario che incontreremo noi giovani
Noi che vivremo da protagonisti il passaggio dal 2° al 3° millennio, non avremo certo le paure che tormentarono i nostri predecessori al passaggio dell'anno mille, preoccupazioni alimentate soprattutto da una errata interpretazione biblica sulla fine del mondo, ma l'affronteremo con una coscienza nuova e con la speranza di avviarci alla costituzione di un mondo multietnico e multiculturale, l'unico davvero compatibile con una pace duratura, senza però dimenticare gli errori del passato , come le atrocità delle guerre, affinché non si ripetano. " La memoria è l'unico modo possibile per vivere nel futuro" afferma il regista Roberto Rossellini. Questo è il principio su cui si fonda anche la condanna attuale, da parte del Tribunale Internazionale dell'Aja, di Milosevic per le atrocità commesse contro l'umanità a causa del suo fanatismo etnico, la cui sistematica brutalità ci riporta ad un'era che credevamo definitivamente conclusa. L'intervento della Nato in questo fine secolo ha lanciato un avvertimento agli ipotetici tiranni futuri di tutto il mondo, che commettono genocidi, chiarendo che queste atrocità non saranno più tollerate. Però l'esempio della guerra dei Balcani ha dimostrato anche quanto sia devastante una guerra combattuta con le armi sofisticate di oggi, perché ha portato distruzioni irreparabili, più povertà, più odio e morti fra i popoli coinvolti e la conseguente dispersione di profughi in tutto il mondo. Perciò gli avvenimenti di questi giorni dimostrano che i problemi non possono essere risolti solo con metodi autoritari, ma con interventi diplomatici, purché ci sia volontà e fiducia reciproca. Cinquant'anni dopo l'accettazione della Carta Universale dei Diritti dell'Uomo, è incomprensibile che uomini e donne possano ancora essere perseguitati ed eliminati per la loro appartenenza etnica, oppure per la loro religione, per la lingua o per il loro stato sociale. I confini tra gli stati non possono essere definiti in base alle referenze etniche oppure in base alle memorie eroiche, al passato e alla storia. L'uomo di oggi deve avere un atteggiamento nuovo, che consista nel non far dipendere dal colore della pelle, dalla lingua, dalla cultura, la possibilità di vivere insieme in una società di uomini liberi . I serbi ortodossi, i croati cattolici, gli albanesi o i bosniaci musulmani, dovranno convivere superando i millenari rancori e questo vale per tutte quelle popolazioni che soffrono per i diritti umani calpestati. I recenti fatti del mondo dovrebbero insegnarci che senza una cooperazione nazionale ed internazionale non si possono evitare le instabilità, cioè salvaguardare la pace, promuovere lo sviluppo sociale ed economico dei popoli, la pacifica convivenza e la tutela dell'ambiente naturale. Uno dei problemi più gravi che conosce il nostro pianeta alle soglie del 3° millennio è il crescente squilibrio di sviluppo fra il nord ricco del mondo e il sud sempre più povero. Il divario, inoltre, va sempre più accentuandosi, perché all'opulenza di pochi, caratterizzata dallo spreco delle risorse non rinnovabili, corrisponde la miseria crescente di molti, con diffusione di epidemie, analfabetismo, abbassamento delle aspettative di vita. La prima conseguenza di questo problema è l'accentuarsi di un flusso migratorio che , partendo dal Sud povero del mondo, investe le aree ricche del pianeta, le quali a causa del loro decremento demografico abbisognano di una nuova forza lavoro. L'immigrazione rappresenta un fattore di arricchimento umano, culturale e di sviluppo economico, perché favorisce l'incontro e il confronto tra due culture, una tecnologicamente avanzata, ma poco rispettosa dell'ambiente e delle risorse, l'altra che vivendo dell'essenziale è a più stretto contatto con la natura. Non ci può essere alcun progresso se non nella prospettiva di tutelare i delicati equilibri di una natura sempre più offesa dallo spreco delle risorse e da un consumismo sempre più intollerabile. Ormai, come affermato nei seminari internazionali partecipati dai maggiori scienziati del nostro tempo, non è ipotizzabile un ulteriore sviluppo che poggi su un'espansione illimitata della produzione e delle risorse. A. Peccei nel saggio "L'ora della verità si avvicina. Quale futuro? denuncia gli aspetti terrificanti del processo tecnologico, di cui l'uomo è artefice e vittima insieme, attraverso queste parole "… la qualità dell'habitat non è un lusso, è una necessità assoluta per sopravvivere; ma cala proporzionalmente all'aumento del benessere…" . È sempre più diffusa negli ambienti scientifici e nell'opinione pubblica la consapevolezza che non è più possibile parlare di sviluppo industriale all'infinito; oggi infatti si sente più spesso parlare di "sviluppo sostenibile ", una crescita più equilibrata, che tenga innanzitutto conto delle compatibilità ambientali e che miri a rendere più vivibile l'habitat per l'uomo. Tra i rischi ambientali ad impatto più generale, gli scienziati indicano "l'effetto serra", attribuito alle enormi quantità di emissioni di anidride carbonica nei gas di scarico, ne consegue l'aumento della temperatura media dell'atmosfera del nostro pianeta e se non si interverrà subito avverrà un cambiamento climatico disastroso da compromettere la sopravvivenza del genere umano. Nel nuovo millennio si rende necessario attuare una politica di risparmio delle fonti energetiche tradizionali come il petrolio e il carbone, stimolare il corretto riciclaggio dei rifiuti e investire nella ricerca volta all'utilizzo di fonti energetiche alternative , in modo da privilegiare il ricorso a risorse pulite come quella eolica e solare. Per far fronte alle emergenze legate ai rischi dell'inquinamento alimentare, come dimostrano i recenti cibi alla diossina o la Coca cola adulterata, si sta discutendo a livello dei G8 (8 Superpotenze) la proposta per istituire un'agenzia mondiale di controllo sull'alimentazione. La ricerca scientifica è giunta ad un livello tale per cui, nel terzo millennio, sarà necessario, per evitare dei rischi e abusi, soprattutto nel campo della genetica porre delle regole nel rispetto dell'uomo e della sua dignità. La scienza dovrà essere sempre al servizio di tutta l'umanità per fini pacifici e di benessere collettivo, nonché di protezione della natura. Ogni singolo stato da solo può far poco per risolvere le minacce ambientali che incombono sul nostro pianeta, perché questi sono problemi che possono essere affrontati e risolti solo a livello mondiale. Un'altra emergenza da affrontare nel 3° millennio è la disoccupazione, problema che riguarda quasi tutti i paesi sviluppati nell'era post-industriale, perché l'enorme crescita tecnologica ha provocato una drastica riduzione della manodopera in tutti i settori. In parte si è verificato ciò che aveva già previsto Pirandello nel 1904 nel romanzo "Il fu Mattia Pascal" con queste parole:"Che cosa farà l'uomo quando le macchine faranno tutto?" L'informatica, la telematica, la robotica ed ogni altro tipo di procedimento computerizzato, sono mezzi di cui non possiamo più fare a meno nel mondo del lavoro. Oggi infatti l'intreccio delle tecnologie esistenti sta allargando in modo smisurato i modi di comunicare. Nel prossimo millennio il tempo e lo spazio dell'uomo tenderanno ormai a non coincidere più con il tempo e lo spazio del mondo, perché grazie ad un semplice cavo saremo in tanti posti diversi e vedremo tante cose diverse così che si parlerà di "realtà virtuale", perché il concetto di spazio finisce per subire una sorta di annientamento. Per quanto automatizzati possano essere questi meccanismi, dovranno comunque essere destinati a rimanere subordinati alla volontà dell'uomo, ampliandone le conquiste e le conoscenze, ma nel pieno rispetto del pensiero umano. In questi anni il divario tra scuola e mercato del lavoro ha assunto proporzioni sempre più consistenti, perché i contenuti dei programmi scolastici non riescono ad adattarsi ai ritmi di sviluppo e di innovazione tecnologica delle attività produttive, ecco perché la maggior parte dei disoccupati è rappresentata dai giovani. Proprio pochi giorni fa, precisamente il 18-19 giugno 1999, a Bologna c'è stato un convegno dei ministri dell'educazione di trenta paesi europei, per mettere a punto le modalità di un titolo di studio più qualificato e senza frontiere. Penso che per limitare la disoccupazione nel prossimo millennio si debba ridurre l'orario di lavoro col conseguente aumento del tempo libero, della qualità della vita e del "progresso dello spirito " come affermano Platone e Aristotele. Inoltre è necessario che la Comunità europea programmi la sua economia a lungo termine, affinché anche la scuola possa allinearsi per creare nuove forze di lavoro di facile assorbimento nel mercato. Lo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni sarà sempre più accelerato, infatti già oggi si parla comunemente di "villaggio globale" per indicare un unico ambito di circolazione delle informazioni e persone in tempo reale. Quindi la società, in particolare la scuola con la presenza sempre più numerosa di stranieri dovrà trasformarsi per proporsi come luogo di accoglienza, di confronto, di integrazione assumendosi anche il compito di valorizzare le diverse culture. Nel 3° millennio la cooperazione europea non si deve esaurire solo nell' unificazione dei mercati, nell'emissione dell'Euro, moneta unica e nell'apertura delle frontiere, fattori importanti per la globalizzazione dell'economia, ma deve avere anche come scopo futuro una stabilizzazione mondiale che non faccia ricorso alla forza delle armi, ma sviluppi la democrazia, il pluralismo culturale, la salvaguardia dei diritti umani e l'integrazione tra i popoli di tutte le etnie e religioni. In questa prospettiva è già previsto in luglio del 2000 in Giappone un nuovo vertice per una stabilizzazione mondiale, perché nel pianeta ci sarà il rischio di mille possibili Yugoslavie e affinché non avvenga, come afferma Piero Calamandrei, che ci si accorga dell'importanza della pace e della libertà quando ci sono state tolte.

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