Materie: | Appunti |
Categoria: | Ricerche |
Download: | 132 |
Data: | 24.05.2001 |
Numero di pagine: | 2 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
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S’aggravano i disagi in Campania
EMERGENZA RIFIUTI: CHIUDE IL TERZO PAESE
Il ministro degli interni cerca la soluzione
Nola, una città di 40 mila abitanti, ha deciso di seguire la linea politica intrapresa da alcuni sindaci campani. Con un’ordinanza ha decretato la chiusura delle scuole e ha dichiarato bancarotta sotto il peso dei rifiuti. Lo stesso fa Casoria, 90 mila persone residenti nella periferia di Napoli, che incoraggia i bambini a stare in casa per evitare il rischio di infezioni sotto un’ondata di caldo primaverile. In mezzo a questa enorme pattumiera a cielo aperto, le proteste dei cittadini iniziano a frasi sentire. Il ministro degli interni Enzo Bianco ha perciò convocato d’urgenza i prefetti delle zone interessate. Questo il suo responso: “Bisogna utilizzare immediatamente tutti i siti legali dove c’è ancora disponibilità per lo stoccaggio dei rifiuti e gli amministratori devono garantire collaborazione e massima vigilanza per evitare infiltrazioni della camorra”. Ed è così che nelle prossime ore sarà riaperta una vecchia discarica di Palma Campania e qui verranno dislocati 50 mila tonnellate di rifiuti. Potrebbe essere una valida soluzione se si pensa che, attualmente, le strade sono sommerse da 60 mila tonnellate di spazzatura. Peccato, però, che la gente pensi che nuovi impianti di smaltimento possano provocare ulteriori danni ambientali. Inoltre gli ambientalisti si schierano contro il ministro per l’ordinanza riguardante l’autorizzazione ad utilizzare temporaneamente discariche abusive. “L’emergenza rifiuti – sostiene Ermete Realacci, presidente di Legambiente, – non può costituire un cavallo di Troia per favorire l’illegalità”. Il magistrato ambientalista Gianfranco Amendola fa già sapere che verrà inoltrato un ricorso al Tar per chiedere la cancellazione di tale decisione. C’è comunque chi rileva che le cause dei problemi siano altre. I rifiuti solidi pro-capite prodotti all’anno in Campania ammontano a 550 Kg. Di questi solo l’ 1% è destinato alla raccolta differenziata, contro una media nazionale del 14%. Alcuni esperti hanno pertanto puntato il dito contro la disorganizzazione degli assessorati all’ambiente delle città campane. Sostengono che tale situazione era prevedibile e non si è fatto nulla per cercare di risolvere il problema in anticipo.
Luca Rota
3° EL. A