Cicli scolastici

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche

Voto:

2.5 (2)
Download:103
Data:31.05.2000
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
cicli-scolastici_1.zip (Dimensione: 4.61 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_cicli-scolastici.doc     23 Kb


Testo

Il disegno di legge sulla riforma della scuola è stato definitivamente approvato dal Senato. Il riordino dei cicli ha suscitato, però, un’accesa polemica: da una parte le forze di governo che ne accentuano gli aspetti positivi, dall’altra le opposizioni che parlano di “una vergogna per il paese”. Dopo aver esposto le caratteristiche più importanti della riforma dei cicli, indicate le diverse reazioni da essa suscitate.
A palazzo Madama, il 2 febbraio 2000, il Parlamento ha approvato in via definitiva la nuova riforma scolastica, che entrerà in vigore dal 1 settembre 2001. Con tale disegno, si mette mano alla revisione globale dell’ordinamento scolastico che si realizzerà in maniera graduale, attraverso la presentazione da parte del Governo al Parlamento di un programma di progressiva attuazione della riforma e, successivamente, delle Camere che adotteranno una deliberazione con gli indirizzi specificatamente riferiti alle singole parti del programma. Il progetto implica un nuovo assetto educativo, così articolato: la scuola dell’infanzia; la scuola di base, ciclo primario, che avrà la durata di sette anni (dai 6 ai 13 anni), che va a sostituire le elementari e le medie e che terminerà con un esame di Stato; la scuola secondaria, ciclo secondario, che avrà la durata di cinque anni (dai 13 ai 18 anni) e che si articolerà nelle seguenti aree: classico- umanistico, scientifico, tecnico- tecnologica, artistica e musicale. Tutti gli istituti saranno chiamati licei e si concluderanno con un esame di Stato. Il biennio iniziale sarà obbligatorio per tutti ed i ragazzi che si accorgeranno di aver fatto la scelta sbagliata potranno così cambiare facilmente indirizzo.
Durante il secondo anno del biennio si potranno effettuare corsi integrativi per la formazione professionale, mentre, invece, nel triennio finale verranno approfonditi argomenti attinenti all’area prescelta.
Le forze di Governo si sono chiaramente schierate a favore della riforma, considerandola un fondamentale tassello, insieme al Regolamento dell’autonomia e alla nuova maturità, all’interno del programma di innovazioni scolastiche operate dal centrosinistra.
Berlinguer, ministro della pubblica istruzione, sostiene che rinnovando il nostro attuale sistema scolastico e in particolare aggiornando i “curricola”, cioè adeguando alla nostra realtà storica i contenuti e le materie di studio, otterremo una scuola qualitativamente migliore sia per i discenti più dotati, che riusciranno a conseguire maggiori riconoscimenti, sia per coloro che presentano difficoltà a vario livello, che avranno stimoli più adeguati ed ulteriori opportunità di colmare le loro lacune.
D’Alema, il presidente del Consiglio, ritiene che, con il nuovo assetto scolastico, staremo, non solo, in sintonia con i più importanti paesi europei, ma addirittura saremo in grado di garantire l’effettivo diritto allo studio a tutti i ragazzi, fino all’età di diciotto anni.
Dello stesso parere è la senatrice Rosaria Manieri e grande entusiasmo è stato dichiarato anche da tutti gli esponenti dello Sdi.
Sergio Cofferati, il segretario della Cgil., asserisce che l’approvazione di questa riforma è importante in quanto garantisce ai giovani e alle loro famiglie un obiettivo a lungo rivendicato dal sindacato.
Giudizio positivo è anche quello del responsabile scuola dei popolari, Giovanni Manzini, che afferma che soltanto ora istruzione e formazione potranno avere pari dignità.
E’ facile immaginare le reazioni dell’opposizione, che ha commentato in toni di polemica la proposta, dissentendo e criticando aspramente la scomparsa delle scuole elementari e medie, ritenute da loro validi strumenti per la formazione degli alunni.
Infatti, la riforma non è stata salutata con approvazione dai Senatori del centro-destra, che, senza mezzi termini, l’hanno, addirittura, definita una vergogna per il Paese.
Ma questi non sono i soli.
Anche il capogruppo del ccd, Francesco D’Onofrio, non ha accolto favorevolmente il nuovo assetto scolastico, criticando, inoltre, severamente l’atteggiamento della maggioranza e del governo, che rifiutando ogni confronto di idee con l’opposizione, hanno inferto, a loro parere, un duro colpo al principio democratico.
Hanno espresso pareri contrari al riordino dei cicli anche altri illustri personaggi, alcuni con minor allarmismo, altri con più preoccupazione.
Per esempio, Luciano Corradini, ordinario di pedagogia a Roma e presidente dell’Unione cattolica italiana, insegnanti medi, nonostante abbia espresso pareri contrastanti nei confronti del nuovo assetto scolastico, afferma tuttavia che bisogna guardare avanti ed affrontare con slancio ed entusiasmo una legge che per molti versi appare criticabile.
Più aspro e decisamente negativo è il giudizio di Giovanni Pacchiano, professore e preside, poi scrittore e critico letterario, che vede la riforma come un passo decisivo verso il crollo della scuola italiana, puntualizzando che non si potranno comunque avere allievi più preparati riducendo di un anno il loro curriculum studi.

Esempio