Materie: | Riassunto |
Categoria: | Psicologia |
Voto: | 2.5 (2) |
Download: | 547 |
Data: | 06.10.2006 |
Numero di pagine: | 4 |
Formato di file: | .doc (Microsoft Word) |
Testo
Il tema della conoscenza è stato dibattuto nel corso dei secoli e si possono identificare tre diverse modalità di intendere questi rapporti:
Una prima posizione riteneva che l’uomo fosse inizialmente una tabula rasa, cioè che le esperienze relative alla realtà esterna incidevano sulla conoscenza
Una seconda posizione riteneva che l’esperienza del mondo e la relativa conoscenza fossero possibili solo attraverso delle idee innate che l’uomo possiede
Una terza posizione attribuisce pari importanza sia all’esperienza che alla capacità della mente.
Epistemologia genetica
Epistemologia deriva da “episteme” che significa conoscenza e “genetico” a cui si attribuisce il significato di sviluppo. La conoscenza è un processo che implica una relazione tra colui che conosce e l’oggetto da conoscere, perciò la conoscenza è sempre soggettiva perché dipende da come l’esperienza è stata organizzata dalle strutture del pensiero che il bambino possiede in quel momento.
L’intelligenza
Piaget percepisce l’intelligenza come la più elevata forma di adattamento all’ambiente. L’adattamento è in funzione di due variabili :
Assimilazione: processo mediante il quale si giunge all’esperienza
Accomodamento: modificazione di un concetto o di uno schema cognitivo.
Inizialmente l’assimilazione e l’accomodamento non sono coordinati, progressivamente giungono ad un equilibrio quando si realizza un buon adattamento all’ambiente e questo avviene quando il bambino è in grado di agire in modo intelligente.
Nell’intelligenza interagiscono anche le diverse forme in cui le conoscenze si strutturano e si organizzano. Le strutture cognitive del bambini vengono chiamate anche “schemi2 che inizialmente corrispondono ad azioni concrete.
Fasi dello sviluppo dell’intelligenza:
Fase dell’intelligenza senso-motoria (0/2 anni):
1°) Stadio : l’esercizio degli schemi innati
2°) Stadio: le reazioni circolari primarie, cioè quelle di base
3°) Stadio: le reazioni circolari secondarie, cioè l’esplorazione degli oggetti e dell’ambiente
4°) Stadio: la coordinazione mezzi-fini, cioè esplora approfonditamente
5°) Stadio: le reazioni circolari terziarie, cioè quando una nuova esperienza viene assimilata e può essere riprodotta
6°) Stadio: la funzione simbolica, il bambino inizia a pensare
Approccio stadiale
Ogni stadio, per Piaget, deriva dallo stadio precedente, lo incorpora e lo trasforma. La sequenza a cui Piaget si avvale è dalla nascita all’adolescenza e comprende il periodo sensomotorio, preoperatorio, operatorio concreto e operatorio formale.
Le caratteristiche di questi stadi sono:
• Periodo sensomotorio (dalla nascita a 18/24 mesi): il bambino sviluppa progressivamente delle modalità di interazione con l’ambiente a partire dall’utilizzo dei riflessi. Dopo averli sperimentati più volte, comincerà a modificarli adattandoli alla situazione. Iniziano a presentarsi i primi schemi organizzati.
A partire dal secondo mese fino al quarto, il bambino continuerà nell’opera della differenziazione degli schemi appresi e di acquisizione di nuovi schemi mediante le reazioni primarie, cioè sono azioni ripetute perché provocano piacere. Intorno al quarto mese, inoltre, inizierà a coordinare degli schemi percettivi e motori tra loro.
A partire dal quarto mese il bambino incomincia da interessarsi agli effetti delle proprie azioni che compie sull’ambiente. Soltanto a partire dagli otto mesi mette in relazione degli eventi e il bambino incomincia a costruire schemi d’azione coordinati in sequenze ordinate.
A partire dai dodici mesi il bambino comincia ad esplorare il mondo circostante. A partire dai diciotto mesi il bambino utilizzerà delle azioni mentali e quindi acquisisce la funzione simbolica del pensiero vale a dire la capacità di immaginare o pensare qualcosa che non è presente.
La presenza della capacità simbolica può stimolare anche la comparsa del linguaggio e di imitazione differita. Il bambino, inoltre, è arrivato a concepire che le persone e gli oggetti hanno una loro realtà indipendente.
• Stadio preoperatorio (dai 2/7 anni): si introduce il concetto di operazione e si divide in:
Preconcettuale: è costituita da un continuo esplorare l’ambiente e di immagazzinare nuovi simboli. Le costruzioni mentali di questo periodo sono date dalle infra-concetti, che nono sono concetti veri e propri.
Intuitiva: caratteristico è l’intuizione, il bambino definisce i concetti indicando gli oggetti corrispondenti a seconda del loro uso. Molto importanti in questo stadio sono l’egocentrismo, l’animismo e il realismo.
• Stadio operatorio concreto (dai 6/7 anni): Il bambino riesce ad organizzare in sistemi le azioni mentali, diviene in grado di compiere operazioni mentali, anche se il suo pensiero è ancora in qualche modo vincolato dalla concretezza ed è per questo motivo che lo si definisce operatorio concreto. Ora il bambino è in grado di ragionare sistematicamente sul mondo degli oggetti, dei numeri, sul tempo, ecc…
• Stadio operatorio formale (a partire dagli 11 anni): Il ragazzo inizia ad utilizzare le operazioni di classificazione e seriazione anche u contenuti astratti e inizia a formarsi un altro tipo di operazioni. Tali operazioni sono chiamate formali e consentono al ragazzo di stabilire delle connessioni logiche tra più affermazioni all’interno di un discorso e di verificarne la coerenza. Essi sono in grado di formulare delle ipotesi, di prevedere degli effetti conseguenti, ecc…
Lo sviluppo del linguaggio:
• Periodo prelocutorio (dalla nascita agli 8 mesi): strilli e pianti, lallazioni, balbettamenti intenzionali.
• Periodo locutorio (dall’8 al 18 mese): imitazione dei suoni, ecolalia e parola-frase.
• Periodo delocutorio (dal 18 mese ai 5 anni): frase contratta e frase grammatica.
• Linguaggio egocentrico (dai 5 ai 7 anni): ripetizione di una parola, monologo, monologo a due cioè parla per sé davanti agli altri.
• Linguaggio socializzato (dai 7 anni in poi): informazione adattata, quando il bambino dice il suo pensiero, la critica, cioè sulla condotta degl’altri, ordini, preghiere e minacce.
Il linguaggio per Piaget accompagna lo sviluppo del pensiero e costituisce per lo sviluppo un mezzo molto importante che il bambino ha a disposizione. Il linguaggio può essere utilizzato pienamente solo quando lo sviluppo ha raggiunto certi stadi.